"Hai mai provato a volare? Sì, proprio volare. Un paio d'ali non guastano mai nella vita di tutti i giorni, ma spesso ci si dimentica di averle. La consapevolezza di essere piccoli, una minuscola goccia d'acqua tra le tante già scese dal cielo in questa uggiosa giornata di Novembre. E cadere e rialzarsi e sorridere, ridere come pazzi di questa libertà che tanto desideriamo e mai otteniamo, un pretesto come tanti altri che ormai si perde nella banalità di ogni discorso, o di ogni riflessione.



Una volta ho visto piangere mia madre; diceva di non aver avuto nulla dalla vita se non forti schiaffi in pieno viso, e ne portava i segni. Che sia questa una filosofia? Insomma, diamo tanto a tanti per qualche strana ragione, eppure nessuno sembra donare -o almeno ricambiare- le nostre stesse attenzioni, premure o semplici gentilezze. Figli di un mondo bastardo, ingrato e privo di qualsiasi buon sentimento, popolato da apatici ragazzi dal viso pallido e tristezza che riempie le grandi pupille nere e l'iride cangiante. E perché ignorare tutto? Perché far fintache tutto passerà, che sono stronzate e che questi cazzo di anni 2000 saranno solo una piccola parte dei tuoi ricordi, che la tua adolescenza non è poi così da buttare, che se prestassimo attenzione a ciò che ci circonda qualcosa cambierebbe davvero, reagire a questo sistema che ci schiaccia e ci priva di quel senso critico che ci appartiene dalla nascita, rendendoci parte non di qualcosa ma di qualcuno. Accettati per una maschera, perché a quanto pare uscire dagli schemi è fuori moda. E non essere mai apprezzati per gesti semplici e spontanei -comunemente scambiati come solo piccoli dettagli di uno spettacolo teatrale quale è la vita- ma per finti eroismi che, in se e per se, non racchiudono pensieri di fondo -eppure sono considerati come protagonisti di questa storia, che, storia realmente non è-. Ma infondo non è certo colpa nostra: siamo semplicemente il riflesso di questo stesso mare, il mondo, composto da viventi che non vivono ma sopravvivono con lacune caratteriali. Perché la personalità non è più personale ma comune, nessun carattere che sia diverso da questo grande ammasso di incomprensioni, problemi e punti interrogativi -più che punti di riferimento- che ormai sono gli adolescenti. Che si vogliano alienare per loro volontà da questa realtà? O sarà proprio questa realtà a farli allontanare? Sempre più chini sui loro portatili, impegnati nella scrittura di frasi e saggi e interi libri che prababilmente nessuno leggerà mai, quale spreco. Forse in tutte quelle pagine -caratteri- qualcosa di importante per tutti c'era, deve esserci. Che alla fine non siamo poi così diversi no? Tutti nella stessa barca, o meglio scialuppa di salvataggio. Riuscirà a sostenere il peso di tutti noi? O meglio, riuscirà a sostenere questi grandi bauli contenenti tutti i dolori e i mali subiti? Come il famoso vaso di Pandora.
E se Pandora non avesse aperto quel vaso? Cosa sarebbe successo? Forse l'ignoranza sarebbe stata la nostra essenza, esistenza. Forse è stato meglio così: consapevoli di tutti i mali, ma almeno consapevoli. E forse nemmeno questo mio soliloquio sarà letto. Chissà, magari farebbe la differenza ed io, io non lo saprò mai."