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Autore: Neverlethimgo    08/11/2014    1 recensioni
I nostri volti erano vicini, tanto che i nostri respiri s’intrecciavano l’uno con quello dell’altra. Mi sorrise, io rimasi impassibile o almeno ci provai.
Spostò una mano sulla mia schiena attirandomi ancor di più a sé, persino i suoi occhi sorridevano ed io stavo cedendo d’innanzi a ciò.
Sentivo il battito del mio cuore accelerare notevolmente ed il respiro spezzarsi di colpo, il mio sguardo era perfettamente intrecciato con il suo ed era da parecchio tempo che non m’immergevo così profondamente nei suoi occhi.
'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo.'
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Quattro.

 

 
Ripercorremmo, per la seconda volta in quella mattina, la strada che portava a casa mia. Rovistai nella borsa alla ricerca delle chiavi di casa e solo dopo alcuni istanti le trovai.
Ashton seguiva ogni mio movimento con lo sguardo senza proferire parola, seguendomi poi lungo le scale finché non entrammo in casa.
Aspettami qui,” gli ordinai indicandogli il divano posto al centro della sala, mentre io mi diressi in bagno alla ricerca di ovatta e disinfettante, lui si guardò attorno attentamente, soffermando l’attenzione anche sui più piccoli particolari.
Conosceva bene quella casa, la maggior parte del tempo lo trascorrevamo qui ed io non avevo ancora rimosso i ricordi di ogni serata, ogni momento trascorso tra le quattro mura di camera mia.
Mi soffermai d'innanzi ad essa e sospirai, rimanendo immobile senza muovere nemmeno un muscolo. Inconsciamente riportai a galla i ricordi di quelle serate ed un improvviso senso di malinconia mi pervase.  
 
"Sai che detesto questo film, perché ogni volta ti ostini a guardarlo insieme a me?" si lamentò Ashton, terribilmente infastidito. Reggeva tra le dita la custodia del dvd di Moulin Rouge, dedicandole uno sguardo schifato, mentre borbottava tra sé e sé futili commenti.
Non riuscivo a credere che detestasse quel lungometraggio, era uno dei miei preferiti, sia per la trama che per la colonna sonora e non avrei voluto guardarlo con nessun altro se non lui.
"È il mio film preferito," ribattei, fingendomi offesa ed incrociando le braccia al petto. Fece roteare gli occhi e si lasciò cadere a peso morto sul mio letto, facendomi sobbalzare. Con la coda dell'occhio studiai la sua espressione: annoiata e scocciata.
"E poi ci tengo a vederlo con te," aggiunsi quasi in un sussurro. Lo sentii sospirare e poco dopo avvolse entrambe le braccia attorno alla mia vita, avvicinandomi di colpo al suo petto.
"D'accordo, farò uno sforzo." Mi lasciò un bacio sul collo e rabbrividii, mentre un sorriso si fece immediatamente spazio sul mio volto.
 
"No, no e no!" sbottai, scuotendo il capo.
"Che succede?" mi domandò Ashton, sporgendo il capo oltre lo stipite della porta e fissandomi con aria sorpresa: solo in quel momento realizzai di aver parlato ad alta voce. Incrociai il suo sguardo e sbuffai. "Non trovo il disinfettante," risposi distrattamente, sparendo poi all'interno del bagno.
"Ti aiuto a cercarlo?"
"No, non serve. Posso farcela da sola," alzai il tono di voce a tal punto da farmi sembrare sicuramente scontrosa, ma non potevo e non volevo dare a vedere che quei ricordi continuassero a tormentarmi.
Frugai all'interno del mobiletto del bagno, spostando decine di confezioni di medicinali fino a quando non trovai ciò che stavo cercando.
Ritornai poco dopo in salotto, imbevendo il cotone di alcune gocce di disinfettante e, senza esitare un momento di più, mi sedetti accanto a lui e cominciai a tamponargli la parte sanguinante.
Sussultò e sul suo viso apparve una smorfia, probabilmente causata dal lieve dolore: “Fai piano” si lamentò. “Sto facendo più piano che posso. Non lamentarti sempre, non è alcool perciò non brucia,” puntualizzai continuando a premere, questa volta più lievemente, sulla parte colpita.
Non brucerà a te,” sbuffò afferrando il mio polso ed allontanandolo dal suo viso.
Arrangiati, Ashton” sbottai e, quando feci per alzarmi dal divano, venni trattenuta per i fianchi e trascinata nuovamente verso il basso, sopra di lui.
I nostri volti erano vicini, tanto che i nostri respiri s’intrecciavano l’uno con quello dell’altra ed avvertii un leggero solletico sulle labbra. Mi sorrise, mentre io tentai in tutti i modi di rimanere impassibile. Chiusi gli occhi per qualche istante, scacciando il ricordo di quella sera ed evitando d'immergere il mio sguardo nel suo. Tutto ciò mi sembrava assurdo e per un attimo desiderai che si trattasse semplicemente di un sogno.
Non potevo cascarci di nuovo.
Riaprii gli occhi, ma nulla era cambiato. Il mio viso era ancora a pochi centimetri dal suo ed il sorriso disegnato sulle sue labbra non era sparito, ma, bensì, risultava più accentuato.
Spostò una mano sulla mia schiena attirandomi ancor di più a sé, persino i suoi occhi sorridevano ed io stavo cedendo d’innanzi a ciò.
Avvertii il battito del cuore accelerare notevolmente ed il respiro si spezzò di colpo, il mio sguardo era perfettamente intrecciato con il suo ed era da parecchio tempo che non m’immergevo così profondamente nei suoi occhi.
Mi sentii sprofondare, le gambe mi cedettero ed appoggiai entrambe le ginocchia al bordo del divano, eravamo distanti poco più di un respiro.
O-ormai non sei più sporco di sangue,” gli dissi ed ecco che il suo sorriso si spezzò. Strinse le labbra in una linea dura ed annuì in modo appena percettibile. Ne approfittai per allontanarmi e ritornai in bagno, riponendo al loro posto ciò che avevo preso.
 
Sentii i suoi passi seguirmi, il silenzio all’interno di quella casa era tale che riuscivo persino a sentire il battito ancora troppo accelerato del mio cuore. Temevo che tutto d'un tratto potesse infrangere la cassa toracica o, peggio, che lui potesse sentirlo.
Poggiai una mano su di esso, incredula, domandandomi stessa cosa mi stesse succedendo.
Avevo messo da parte, chiuso ed archiviato in un cassetto della quale avevo perso volutamente la chiave, i sentimenti che provavo per lui, persino per quel suo sguardo che volutamente aveva incrociato il mio facendomi sussultare.
No, non può essere” biascicai a bassa voce.
Che cosa non può essere?” domandò lui, presentandosi sulla porta del bagno. “Nulla d’importante” mentii sorridendo, sperando di nascondere l’imbarazzo.
Nel frattempo sentii il rumore di una chiave inserirsi nella serratura della porta d’ingresso, “E adesso chi accidenti è” sbottai, uscendo velocemente dal bagno ed urtando Ashton ancora imbambolato davanti ad esso.
Ronnie? Cosa ci fai tu qui?” mi domandò schietta Emily, “Abbiamo avuto un contrattempo a scuola” biascicai.
Abbiamo?” chiese nuovamente ed ecco che Ashton mi raggiunse, lasciando sbigottita mia sorella e rispondendo così alla sua domanda.
 “I-io credevo che vi foste lasciati!” sbottò nuovamente lei. “E infatti è così!” sbottai e, detto ciò, afferrai per un braccio il biondo e lo trascinai fuori dall’appartamento.
Scesi di corsa le scale, tirando un sospiro di sollievo quando fui finalmente all'aria aperta.
"Credevo che te ne saresti liberata." La voce di Ashton mi costrinse a voltarmi prontamente verso di lui e, seguendo il suo sguardo posato sul mio polso sinistro, capii a cosa si stava riferendo.
Tempo fa, prima ancora che la nostra storia iniziasse, mi aveva regalato il polsino nero dalla quale non si separava mai. Da allora lo sfilavo soltanto per farmi la doccia o, se capitava, prima di fare un bagno al mare od in piscina. Per il resto rimaneva sempre avvolto attorno al mio polso.
"No, non lo tolgo mai," ammisi, ma evitai di guardarlo in faccia e ripresi a camminare.
Ashton non tardò a seguirmi, ma, questa volta, non camminò al mio fianco, rimase dietro di me, a qualche metro di distanza.
Per qualche minuto il tragitto fu silenzioso e, dovetti ammetterlo, fastidioso. Solo quando fummo in prossimità della scuola udii la sua voce.
Non vorrai mica ritornare a scuola?!” sbottò poi stizzito ed arrestando di colpo i suoi passi.
Mi voltai a guardarlo, dedicandogli un'occhiata di sufficienza. “E dove altrimenti? Non ho intenzione di bighellonare ancora per molto con te al mio fianco
Ah, io speravo di sì.
Sbuffai sonoramente e quando fummo quasi davanti al piazzale dell'edificio, m’imbattei in un ragazzo la cui figura non mi era affatto nuova.



 


 

Spazio Autrice

Che non me ne voglia, ma ho dovuto spezzarlo in quel punto, chiedo perdono anche per il ritardo.
Sto cercando - anche se non nel modo migliore - di conciliare ogni singolo impegno che ho e vi assicuro che non è affatto semplice.
Sono indietrissimo pure con altre due storie che sto scrivendo, ma non voglio lasciarne perdere neppure una.
Detto ciò, chissà chi mai sarà quel tipo dal viso conosciuto... :)

Aspetto di leggere i vostri pareri!

Alla prossima!
Much Love,
Giulia


@belieber4choice on twitter
itsjulieth on instagram.

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