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Autore: Yulin Fantasy    09/11/2014    3 recensioni
La vita insieme non era abbastanza pazza per te, amico mio?
Che bisogni avevi di unirti a un circo itinerante? Un maledetto spettacolo che passa da Londra una volta all’anno, fermandosi solo tre giorni.
Folle lo sei sempre stato, ma questo era troppo, anche per te.
Sei andato via senza una scusa decente, se non quella di cercare te stesso.
Un tempo avresti provato a cercare tra gli annunci delle persone scomparse.
(Da Dylan Dog numero 333: Raminghi dell’autunno)
Questa fiction riprenderà la trama di quell’albo ma molto cambiata: l’unica cosa a cui assomiglia al numero 333 è il fatto che Groucho è andato via da due anni, unendosi all’horror circo e non vuole vedere Dylan. Ma lui non si arrende.
Cosa cambierà? Forse tutto. Diciamo che non c’è la “sostanza” e i mostri sono veri.
Dylan cercherà Groucho da tutte le parti e non capisce perché il suo amico non vuole più vederlo.
Cosa si nasconde dietro quei tendoni colorati?
Cosa è successo a Groucho?
Perché vuole allontanare Dylan a tutti i costi?
Uno degli incubi peggiori dell’indagatore dei medesimi sta per arrivare…
Una parola: addio.
(Chi non ha letto il numero 333 forse non capirà.)
Genere: Angst, Drammatico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Dylan Dog, Groucho, Ispettore Bloch
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Raminghi dell'autunno'
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CAPITOLO 2

ERA UN ADDIO

- Non riesco proprio a capirti sai?-
Dylan stava accompagnando Sarah a casa, ma alla donna non era piaciuta la reazione che il suo ragazzo aveva avuto quando c’era lo spettacolo.
- Grazie dello strappo. Buona notte.-
- Sarah, io ci ho provato…-
- No, hai fatto solo finta di provarci.-
E si chiuse la porta alle spalle. Dylan rimise in moto il maggiolino e le strade di Londra non erano mai stato vuote come in quel momento. Il cielo era nero, neppure una stella in cielo a fare compagnia all’Indagatore dell’Incubo.
“Ma come faccio io a innamorarmi sempre delle svitate? Ma non posso farne una colpa a Sarah… la colpa è solo tua, Groucho! Da quando te ne sei andato, la mia vita non è più la stessa!”
Diede un colpo al volante. I ricordi lo inghiottivano come un uragano, senza che lui potesse farci niente.
Ricordava… ricordava quel giorno di due anni fa. Il giorno in cui Groucho lo abbandonò.

Era una giornata normale. A Craven Road 7, però, non sarebbe stato così.
Dylan Dog era nel suo studio, intenzionato a fare il suo modellino del galeone. Era abbastanza stanco, soprattutto perché qualche giorno fa il suo assistente Groucho l’aveva trascinato a vedere il circo itinerante, che era arrivato a Londra. A lui nemmeno piacevano i circhi!
Sentì la porta di casa chiudersi e capì che Groucho doveva essere rientrato.
- Capo…-
La voce del suo assistente era stranamente seria e questo Dylan lo notò subito. Si girò e quando vide il suo amico con in mano la sua valigia, i suoi occhi lo guardarono sorpresi.
- Groucho, stai provando una delle tue solite gag?-
- No capo. Questo è un addio.-
Detto questo, si diresse verso la porta. Ma Dylan lo bloccò, trattenendolo per una manica della camicia.
- Ma cosa stai dicendo!? Sei impazzito del tutto!?-
- No Dylan. Ho solo visto in faccia la verità.-
- Ma quale verità!? E poi mi vorresti dire dove andresti?-
- All’horror circus.-
Ne seguii un silenzio, un silenzio freddo.
- A quel circo che abbiamo visto?... Ma… perché?-
- Perché ho capito che qua non c’è posto per me. Peccato che non l’ho capito prima.-
Groucho si liberò dalla presa di Dylan. Quest’ultimo era rimasto scioccato dalla risposta che gli aveva dato.
- Groucho, non so cosa ti sia successo, ma stai dicendo delle stupidaggini! Tu non esci da quella porta!-
Ma ormai la porta era già aperta. E Groucho se ne stava andando.
- Questo è un addio Dylan.-
La porta si richiuse. L’Old Boy era rimasto in piedi, immobile. Tornò dentro lo studio e guardò il galeone. Lo prese e lo lanciò contro il muro, frantumandosi in tanti pezzi.
Era un addio.

“La vita insieme non era abbastanza pazza per te, amico mio?
Che bisogno avevi di unirti a un circo itinerante? Un maledetto spettacolo che passa da Londra una volta all’anno, fermandosi solo tre giorni.
Folle lo sei sempre stato, ma questo era troppo, anche per te.”

Dylan non riusciva ancora a crederci.
Clown… ormai il suo assistente era diventato un clown. Li aveva sempre evitati e aveva finito per condividere la vita con uno di loro.
Groucho non era altro che un buffone, che si era auto – assunto.
Perché stava ancora male per lui?
“Il primo anno ero troppo arrabbiato e ferito per venirti a vedere… ma ora voglio delle risposte, che tu lo voglia o no!”
Parcheggiò la macchina e scese. Controllava sempre di aver le chiavi di casa prima di uscire.
Perché anche se avesse suonato, nessuno sarebbe venuto ad aprire.
Ora aveva anche cambiato campanello. Non urlava più, faceva normalmente “din don”.
Sembrava non voler più contatti col suo passato.
Entrato in casa, si diresse verso lo studio. Aveva ricominciato il galeone, ma sapeva che non aveva speranze di finirlo.
Si sedette sulla sedia e in quel momento, rabbia e tristezza si unirono, formando la disperazione. Ogni cosa. Ogni cosa gli ricordava qualcosa ora. Ma non solo ricordi di Groucho.
Da quando il suo assistente se ne era andato, era come se la tristezza dei suoi ricordi si fosse fatta più viva.
Marina, Lillie, Bobby, Bree, Johnny…
Il loro ricordo intrappolava ogni volta l’Old Boy in un labirinto di rimpianti.
Ma perché solo ora?
Come era possibile che l’addio di Groucho fosse quella famosa goccia che fa traboccare il vaso?
In quel momento Dylan avrebbe dato qualsiasi cosa pur di poter bere del whisky…
- Ma cosa stai dicendo Dylan!?-
Si disse da solo.
- Non puoi essere così debole! Ora andrai a letto… vedrai che domani tutto si sistemerà.-
Si preparò per andare a letto, però mentre si infilava sotto le coperte, il suo sguardo cadde sulla finestra, da cui poteva vedere il cielo nero.
“Ormai mi sembra tutto nero… tutto quanto…”

- Ispettore Bloch, posso entrare?-
- Perché me lo chiedi Jenkins, se sei già entrato?-
L’ispettore Bloch si era trattenuto anche oltre il suo solito orario, per colpa di casi “bizzarri”, per così dire.
- Beh…-
- Non provare a rispondere, o ti sbatto a dirigere il traffico! Dimmi piuttosto se ci sono novità.-
Jenkin s diede i rapporti a Bloch, che per poco non si disperò.
- Ancora! E con le stesse dinamiche di un anno fa! Ma cosa sta accadendo!?-
In realtà l’ispettore non era preoccupato solo per quello: era preoccupato anche per Dylan. Da molto tempo, l’Old Boy non era più lo stesso.
E pensava di sapere quale fosse il motivo…

L’oscurità avanzava, senza nulla che potesse fermarla.
Dylan correva, correva più forte che poteva, ma lei avanzava ogni volta di più… non c’era possibilità di sfuggirle.
L’Old Boy inciampò a terra e si ferì le mani, ma sapeva che non poteva fermarsi.
Allora girò la testa, pronto per vedere in faccia quella che sarebbe stata la sua fine…
Ma la fine non arrivò.
L’oscurità gli girava attorno, come se non fosse lui la sua vittima.
Non osava neppure sfiorarlo.
Fu allora che Dylan si girò e vide che l’oscurità stava andando da un gruppo di persone.
Una di loro, lo guardò, e l’indagatore dell’incubo colse un infinita tristezza, anche se non riusciva a vedere quelle figure.
Però l’oscurità stava andando da loro e Dylan non riusciva a urlare, a attirare la loro attenzione…
Ma era come se una di loro lo volesse proteggere…

La notte a Londra non era finita, però l’inquilino di Craven Road 7 era sveglio. La fronte imperlata di sudore, tremava. Era ancora notte fonda.
Si alzò, cercando di andare in cucina, ma si appoggiò alla parete, stanco. Quell’incubo lo aveva svuotato.
Quindi prese una decisione.

ANGOLO AUTRICE
Spero che anche questo secondo capitolo vi sia piaciuto!
Da adesso la trama varierà: Dylan andrà al circo… ma non sarà come nel fumetto.
Come sempre, mi dispiace se non ci sono tante descrizioni.
L’addio di Groucho verrà ripreso più tardi…
Beh, vi prego di recensire e ringrazio tutti quelli che leggono, anche silenziosamente!
Sayonara,
Yulin Dyana Fantasy

   
 
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