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Autore: Lord Gyber    09/11/2014    1 recensioni
Dal testo:
« Giustizia e pace sono fondamenti inconsistenti. Dal tuo punto di vista la giustizia è la scomparsa definitiva di esseri come me, dal mio invece è che tutti capiscano che non possono contrastarmi. In poche parole, ragazzo, la giustizia e la pace le creano i vincitori....ed io vinco sempre. »
Genere: Avventura, Azione, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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L'unica cosa che si poteva udire in quel momento era il rumore degli spari, generati dai fucili dei pirati di Kronotas. Questi erano scesi giù dalla nave con degli speciali zaini ed avevano cominciato a sparare e a saccheggiare.

Kronotas si ergeva maestoso fra tutta quella calca, poiché risultava d'essere il più fra tutti gli essere presenti in quella zona.

Stanco di starsene fermo ad assistere decise di darsi all'attività dei suoi subordinati. Si mosse lentamente tra il putiferio spintonando prepotentemente chiunque li sbarrasse la strada, che si trattasse di una vittima oppure di un suo uomo.

Una figura gli si parò davanti. Una sorta di soldato, data l'armatura che indossava. Questo gli puntò addosso il fucile mirando al petto. Ma fu troppo lento, perché consentì al pirata di attaccare per primo ed afferrarlo per la testa.

La figura nera strinse ancora di più la presa sul soldato, che cercò di liberarsi sparando qualche colpo alla cieca, non riuscendo, però, a colpire qualcosa.

Kronotas strinse ancora di più la sua morsa e, letteralmente, spremette la testa del suo nemico, facendo schizzare sangue ovunque.

Il resto del corpo cadde a terra rovinosamente, mentre lui si toglieva con un gesto secco della mano il sangue e qualsiasi cosa prima formasse il cranio.

Poi la sua attenzione fu attirata verso qualcosa in cielo.

Una nave argentea con dipinto sul fianco una stella blu se ne stava sospesa in aria, e da quest'ultima fuoriuscivano un gran numero di guerrieri indossanti la stessa armatura di quello che aveva ucciso prima.

« Guardia Galattica eh... » portò le mani alla fondina sulla schiena, attaccata alla sua armatura, e ne estrasse un grosso fucile di colore nero dalla canna molto larga e di colore blu elettrico che si illuminava ad intermittenza.

Puntò l'arma verso il cielo. Prese la mira. Sparò.

Un dardo di energia dello stesso colore della canna illuminò il cielo per qualche secondo, un periodo troppo breve per essere notato, dato che si andò a scontrare con lo scavo della nave, bucandolo come se fosse fatto di burro.

L'esplosione che ne conseguì invece fu viste e soprattutto sentita da tutti. La prua della nave si disintegrò in un istante, lanciando in qualunque direzione frammenti incendiati di metallo, che lasciavano una scia di fumo ovunque volassero.

La poppa cominciò a perdere quota schiantandosi con un grosso tonfo sul terreno, a non troppo distanza dall'alieno. Ci volle un secondo ed anche questa esplose. I più vicino all'epicentro morirono, mentre chi, fortunatamente, si trovava più lontano fu solamente buttato a terra dall'onda d'urto.

 

Ma vediamo ora come stanno i nostri protagonisti.

 

L'assedio era iniziato così in fretta che non ci fu neanche il tempo per capire cosa stesse succedendo che un'orda di vari alieni aveva cominciato a sparare all'impazzata.

Rekai e Nova furono spinti anche loro in quella calca, finendo che anche loro furono costretti a passare all'offensiva.

Un pirata caricò la pantera cercando di colpirlo con il calcio del suo fucile, ma il felino fu più veloce. Si scansò a sinistra evitando il colpo, poi, con un rapido movimento, portò la zampa alla fondina che aveva sul fianco, estrasse la pistola e centrò in pieno la testa dell'aggressore, che cadde a terra.

Neanche il tempo di esultare che un altro pirata, ben più massiccio del suo predecessore, bloccò a terra Rekai schiacciandolo con la sua mole. Alzò il braccio, pronto a sfondare la faccia della pantera con un pugno.

Rekai chiuse gli occhi in attesa del colpo di grazia. Aspettò qualche secondo, ma ancora niente. Il nemico non si decideva a colpirlo.

Fu destato da un liquido caldo che cominciò a colarli sul muso. Quando riaprì gli occhi vide che il suo nemico ora aveva un buco in testa, dal quale usciva il sangue che gli stava sporcando la faccia.

Si accasciò su di lui facendogli mancare il fiato per qualche secondo, poi, utilizzando le zampe se lo levò di dosso facendolo accasciare al suo fianco.

Quando ebbe la forza di alzarsi, vide dietro di lui Nova che imbracciava un fucile ancora fumante fra le sue spire. Mi piace quando fa la pericolosa pensò la pantera con un sorriso sulle labbra. « Possibile che ti debba sempre salvare? » gli disse il boa rimettendosi il fucile nella pettorina sulla schiena.

Lui rise. Ma solo per un secondo, poiché fu costretto a prendere la mira e sparare ad altri due nemici che cercavano di attaccare la sua ragazza alle spalle.

« Ehi Nova » disse facendo roteare la pistola sul dito che era appoggiato sul grilletto « Ti ricordi quando da ragazzi facevamo a gara a chi riusciva a colpire più bersagli? » « Certo, ti battevo sempre. » « Beh, è giunto il tempo della rivincita. » alzò il braccio e sparò una sequenza di colpi abbattendo altri tre pirati con estrema facilità « Meglio che ti sbrighi perché io sono già a 5......Nova? » quando si voltò vide il serpente alle prese con alieno alto almeno tre metri e pesante non meno di una tonnellata.

Il colosso cercava di colpirla sbattendo le grosse mani sul terreno, ma lei era troppo veloce per la sua mole. Estrasse il suo fucile e sparò tre colpi nel petto del gigante. Quest'ultimo si portò le mani alla ferita ed indietreggiò piano. Dopo solo qualche passo cadde a terra di schiena con un grosso tonfo alzando un polverone.

Ciò di cui non si era accorto era che con la sua stazza aveva schiacciato altri cinque suoi compagni, che si trovavano dietro di lui, probabilmente uccidendoli sul colpo.

Nova si voltò verso il compagno, con un sorriso di vittoria di vittoria, con il quale lui rispose mettendo il muso « Comunque conta come uno! (¹) »

 

Kronotas, noncurante che qualcuno stesse trucidando i suoi uomini, si divertiva ad uccidere chiunque li si trovasse di fronte con i modi più vari: tagliando a metà con la coda, infilzandolo con i suoi artigli, sciogliendolo con la sua saliva (altamente corrosiva) oppure facendolo saltare in aria con la sua arma.

Mentre era sul punto di uccidere un altro innocente, sentì qualcosa alle sue spalle e si voltò tenendo sollevata la sua arma. L'essere che gli si parò davanti era una specie di alieno umanoide alto poco meno di lui che indossava una sottile armatura grigia che li copriva tutto il corpo. L'unica cosa visibile era la faccia di colore grigio cadaverico. Era molto grinzosa e non possedeva ne occhi o naso ma solo una bocca.

« Che cosa c'è Kamus? » Kamus, questo era il nome del braccio destro del grande Kronotas. « Signore, i nostri uomini sono riusciti a prendere possesso di tutto ciò che vi era di valore in questa città. Consiglio di andarcene. » l'alieno nero lo guardò con ferocia, dato che non amava ricevere consigli. Lui li considerava solo degli ordini espressi in modo gentile.

Kamus deglutì dalla paura, essere il vice di uno come lui non significava certo essere nelle sue grazie e quindi al sicuro, anzi, risultava ancora più violento, dato che da lui si aspettava di più ed una sua delusione comportava gravi danni alla sua salute.

Ma, a differenza di quanto si aspettasse, il suo capo rispose « Anch'io mi sono stancato, andiamocene pure. » Diede una botta sulla parte anteriore della sua armatura e dalle spalliere uscirono due piccoli razzi, che attivandosi, cominciarono a farlo volare. « UOMINI, POSSIAMO ANDARE!!! »

A sentire quelle parole, i suoi subordinati abbandonarono le loro attività e fecero la stessa operazione del loro capo, dirigendosi verso la Kronos Mortex.

 

Sia la pantera che il boa misero a posto le loro armi, quando videro i nemici andarsene via.

Ora che la visuale era molto più libera si potevano notare per terra un sacco di cadaveri, di pirati e non.

« Allora Rekai, quanti ne hai uccisi? » Lui si portò le mani sui fianchi e sorrise « 48. » fu la sua risposta. Lei fece un sorriso per ripicca « 57. » « Maledizione! » urlò il maschio dopo l'ennesima batosta da parte della sua ragazza.

Ma a parte questa la sconfitta che bruciava, sembrava essere ritornata la calma. O almeno così si poteva pensare.

Non ci volle molto che un grosso grillo alieno fece la sua comparsa andando incontro ai ragazzi. « Rekai, finalmente ti ho trovato! » sembrava parecchio agitato, e questo mise in allarme anche la pantera « Jiminy(²), cosa succede? » riprese fiato per qualche secondo per poi guardare il maschio negli occhi « Tua madre...» le orecchie di Rekai scattarono sull'attenti a sentirla nominare « Cosa è successo a mia madre!?! » lui abbassò lo sguardo per paura di parlare, ma infine la sua risposta fu « Tua madre è stata ferita. »

 

 

 

(¹): battuta tratta dal Signore degli Anelli.

(²): Jiminy è il nome del Grillo Parlante di Pinocchio.

  
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