Cara Luna, ho letteralmente imparato ad amarti con il tempo. All'inizio mi sembravi una ragazza strana, quegli occhi grigi e liquidi fermi lì a fissare le pagine di un giornale o di un libro, i capelli lunghi e biondi che ti cadevano dolcemente sulle spalle incorniciandoti il volto, la voce sognante e dolce ma allo stesso tempo piena di verità. Ti piaceva passeggiare a piedi nudi nei prati vicini ad Hogwarts, indossare quel tuo strano copricapo a forma di leone -te lo ricordi?- e trovare scuse improbabili di fronte agli avvenimenti del fato. Eri una ragazza sveglia, intelligente e molto saggia, nonostante ciò che le malelingue volessero farmi credere di te. Se mi concentro, riesco ancora a ricordare il tuo stupendo viso e il tuo sguardo di sempre, come la prima volta che ci incontrammo. Mi piacevi come amica già dal primo momento, sai? Eri diversa. Bella, unica nei tuoi difetti, ma dannatamente sola. Il tuo unico scopo era essere felice, lo ripetevi spesso a me, a Ginny e agli altri. Io ho creduto dal primissimo istante che, invece, un po' d'amore lo hai sempre desiderato, seppur inconsciamente. Dimmi la verità, non lo hai mai voluto accettare questo, nella tua fantastica testardaggine. Eri fermamente convinta che la via della felicità fosse solitaria, lo ricordo bene. Sapevi di sbagliarti: te lo si leggeva negli occhi, eppure eri caparbia, come poche oserei dire. Ma nonostante tutto, mi piacevi lo stesso. E io? Come ero io? Un ragazzetto impacciato, timido, forse direi anche brutto. Finché non ti ho conosciuta. Sei riuscita a tirare fuori il meglio di me solamente guardandomi nelle pupille, certe volte. Mi sentivo un altro quando c'eri tu accanto a me, benché tu stessa fossi soltanto una piccola creatura biognosa d'affetto. Non ti pare un controsenso? Per noi valevano di più i gesti, che le parole. Spesso avevamo poco da dirci, ma bastava un flebile scambio di sguardi pieno d'emozioni che solo noi eravamo in grado di decifrare e comprendere. Ti amavo in silenzio, se così si può dire. Ti ricordi quella volta, nella Stanza Delle Necessità? Quando eravamo solo io e te, in una notte della primavera del mio sesto anno? Accadde tutto così, per caso, ma fu stupendo ugualmente. Passarono ore, ma il tempo era poco importante in quella circostanza, con te. Ci baciammo a lungo, nel letto in cui ci eravamo appena amati, e la notte era buia e stellata. Sentivo il tuo respiro flebile sul petto e non potevo fare altro che stringerti a me, come un'essere indifeso. Li ricordo, i tuoi occhi, profondi come l'universo... Vorrei dire che per quella sera sei stata la mia Luna, ma sarebbe troppo banale. Tu non sei la mia Luna, tu sei il cielo intero in tutto il suo splendore e lo sarai sempre. Oh, Luna, grazie a te ho quasi imparato a credere ai Nargilli. Tu mi piaci più di ogni altra cosa al mondo, sei il mio primo pensiero al mattino e l'ultimo alla sera. Ma adesso, mentre sto scrivendo tutto ciò, tu sei lontana, sei rinchiusa nella torre di Corvonero, preoccupata per la tua vita e per quella delle persone che ti circondano. Sai benissimo che a breve tutti moriremo, che la Guerra Magica è alle porte, hai solo la forza per lottare e combattere. Non ti resta più energia per amare. Allora, Luna, dato che probabilmente fra qualche giorno saremo tutti delle anime, devo confessarti una cosa. Comunque vada, io ti amerò per sempre. Possano il destino dividerci e il fato farci perdere di vista, ma tu resterai sempre la mia piccola. La ragazza che ho imparato ad amare col tempo. Sei il cielo stellato sotto il quale vivo ogni giorno. Sei l'unica persona che io abbia mai amato. Sei Luna, sei semplicemente la mia Luna. Con amore, Neville. ~L'angolo d'autore Buongiorno e buona domenica! Eccomi qua per la prima volta con una one-shot incentrata su una coppia che adoro! *occhi lucidi* E adesso aspetto commenti da tutti, positivi o negativi che essi siano... Voglio sapere se ho la stoffa ahahah!