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Autore: BlackVeilBridesArmy    09/11/2014    0 recensioni
Juliette è un vampiro che da qualche anno vive in un college per persone come lei. In questo college ella troverà persone fantastiche che le staranno sempre vicino in ogni situazione
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era una notte calma e nuvolosa, il vento non era eccessivo ma abbastanza forte da scompigliare i lunghi capelli biondo platino di una ragazza seduta davanti al lago; si stava stringendo le gambe al petto con le braccia mentre si nascondeva la testa tra di esse e rompeva la quiete ,che normalmente sarebbe regnata in quel tranquillo luogo ,con il rumore dei suoi singhiozzi. Ormai erano passate ore e come gli altri giorni sarebbe rimasta lì a piangere fino all’alba per poi tornare nella sua stanza al college, standoci tutto il giorno, senza far entrare nessuno neanche i suoi migliori amici. Erano mesi che andava avanti così ed erano tutti preoccupati per lei, persino coloro che la odiavano erano in pena. Juliette si era sempre mostrata forte agli occhi degli altri, adorava poi andar a spaventare i nuovi arrivi e ci riusciva benissimo, quei suoi occhi blu incutevano sempre un immenso terrore soprattutto a coloro che non la conoscevano. Soltanto una volta ella non riuscì ad ottenere il risultato sperato. Fu un incontro abbastanza insolito quello tra Juliette e Jake: lei un vampiro che vuole apparire forte agli occhi altrui, lui un nephilim appena arrivato che non riesce a socializzare facilmente a causa del suo carattere, la mano di lei stretta al collo di lui mentre le tenebre s’insinuavano nel suo braccio ed i suoi occhi blu guardavano sbalorditi quelli color ghiaccio divertiti di lui, che lentamente stavano diventando neri proprio come i suoi capelli. Si erano quasi uccisi a vicenda ma ciò non diede fastidio a nessuno dei due anzi li rese inseparabili. “Saionara micia” le aveva sussurrato Jake all’orecchio mentre le agganciava al collo la sua catenella, non se ne separava mai “Quanto starai via?” gli chiese tristemente guardandolo, non si era ancora accorta del regalo che le aveva fatto “Massimo un mese” affermò sicuro mentre la guardava intensamente negli occhi, infine si avvicinò nuovamente al suo orecchio “Non so se te l’ho mai detto, ma hai degli occhi stupendi” disse per poi baciarla e andarsene. Le sue urla si facevano sempre più acute man mano che andava ricordando, inizialmente era stato il suo migliore amico ma col passare dei mesi l’amicizia si era trasformata in qualcosa di più intenso ed ora lei non poteva più fare a meno di lui, della sicurezza che le trasmetteva, quella sicurezza che lei non aveva mai veramente avuto, accanto a lui riusciva a sentire il calore, non fisico, bensì quel calore che ti trasmette la famiglia quel senso di importanza e di appartenenza che non aveva mai provato. Neanche da viva percepiva questo calore così intenso e indispensabile per poter sorridere ogni giorno, ed ora che finalmente l’aveva trovato lui l’aveva lasciata. Si strinse sempre più fortemente le gambe al petto e si costrinse a calmarsi, il sole stava per sorgere e doveva tornare al college, anche se avrebbe voluto rimanere lì in eterno a riflettere e piangere senza che nessuno le urlasse che doveva reagire e che la rassicurasse dicendo che sarebbe tornato, odiava le bugie, anche se erano a fin di bene. Sfiorò la superficie dell’acqua con un dito, per qualche strano motivo quel gesto la fece rilassare -You have left my heart…black and blue- Sussurrò e così trovò la forza di mettersi in piedi e girarsi verso la nera distesa di alberi che vi era dietro di lei. -Just like your father did to you- Qualcuno stava continuandola strofa della canzone che lei aveva appena iniziato, era una delle sue preferite si chiamava “Caught Like A Fly” ed era cantata dal suo gruppo preferito i “Falling In Reverse”. La voce che continuò la canzone era calda e particolarmente familiare all’udito di Juliette, studiò con lo sguardo il territorio ma non vide nulla e così si arrese al pensiero che fosse stata solo un’allucinazione causata dalla mancanza di sonno, ma pochi attimi dopo una figura alta e maschile uscì dalle tenebre del fitto bosco ove si stava nascondendo. Aveva una folta chioma di un nero così intenso che, in confronto il nero dell’oscurità sembrava più acceso, essa gli copriva metà dell’occhio destro ove si riusciva solo ad intravedere l'immensa luminosità dei suoi occhi color ghiaccio, occhi paragonabili a quelli dei gatti così belli ma anche minacciosi nello stesso tempo. Indossava una giacca nera di pelle e pantaloni del medesimo colore, una cintura piena di borchie li teneva stretti in vita e una maglietta grigia come il pelo di un topo copriva i tatuaggi delle sue braccia, essi per lui significavano tanto ed ognuno aveva la sua storia, ma era molto riservato e non aveva mai parlato a nessuno di tutto ciò -Juliette…- Sussurrò il ragazzo e al suono della sua voce ella comprese che era stato lui poco prima a continuare la strofa della canzone, ma non era solo questo che Juliette aveva compreso. Non c’erano dubbi era lui, quella sua voce, quel suo sguardo, il suo fascino oscuro, proibito e misterioso che erano sempre riusciti a conquistare il cuore e l’animo di Juliette erano ormai diventati inconfondibili per lei ma nonostante tutto era ancora convinta di starsi sbagliando. Lentamente lui si avvicinò a lei così che la distanza tra i due diminuisse fino a diventare quasi nulla non appena lui abbassò leggermente la testa, Juliette non era di certo bassa, anzi spesso era la più alta, ma non abbastanza da arrivare al viso di lui senza mettersi sulle punte, vi fu una breve pressione tra le loro labbra che ben presto divenne un bacio pieno di dolcezza ma nello stesso tempo vi era una punta di salato ciò a causa delle lacrime di Jiuliette che avevano ricominciato a scendere imperterrite ma questa volta non erano di dolore bensì si erano trasformate in lacrime di gioia, grazie a quel piccolo gesto aveva capito che era lui, era vero, dopo tanto tempo era finalmente tornato da lei, che stava per perdere la speranza. Lui capendo che aveva ripreso a piangere si staccò leggermente dalle sue labbra e le asciugò dolcemente le guance sorridendole. Juliette non riuscendo a far uscire parola dalla propria bocca lo strinse forte a sé, non era muscoloso anzi era quasi uno stecchino ma nonostante tutto riuscì a sollevarla da terra e stringerla a sua volta mentre lei appoggiava la testa sulla sua spalla e lentamente il nodo che le stringeva la gola impedendole di parlare si scioglieva così che ella potesse sussurrargli -Mi sei mancato tanto…padrone- “Padrone” era uno dei tanti soprannomi che si erano dati, uno dei suoi preferiti perché così riusciva ad accentuare il fatto che lei apparteneva a lui e ciò la faceva sentire più sicura che mai, anche se molti avrebbero potuto fraintendere, semplicemente i soprannomi che si davano le normali coppiette erano troppo sdolcinati per i loro gusti e come lei odiava sentirsi chiamare amore lui non sopportava sentirsi chiamare tesoro perché erano soprannomi poco originali e quasi senza significato alle loro orecchie, tutti sono bravi a dire “Ti amo” ma solo pochi riescono a dare un significato a queste parole per mezzo di azioni. -Anche tu schiavetta mia- Rispose a sua volta lui ridacchiando leggermente, gli era mancato poterla stringere a sé, sentire il corpo freddo di lei stretto forte al suo che emetteva un calore disumano, gli era mancato questo proprio come il sapore delle sue labbra e quel luccichio che avevano gli occhi di lei gli volta che si guardavano in faccia mentre a lei era mancato l’odore del sangue di lui , che in quel momento stava inalando, un odore a cui non sarebbe mai riuscita ad abituarsi a causa del fatto che era un odore dolce ma anche aspro perché il suo era sangue umano unito ad un sangue demoniaco particolare che riusciva a respingerla ma nello stesso tempo l’attirava tantissimo. Si stringevano l’uno all’altra con immensa forza come se avessero paura che uno dei due potesse svanire o fosse soltanto un sogno questo perché era già capitato ad entrambi. -Juliette, Juliette! Avanti apri gli occhi!- Furono queste le parole che la svegliarono, erano dette in tono disperato e quasi supplicante da una voce maschile molto particolare, a quanto pare colui che stava parlando era a conoscenza del fatto che anche i vampiri posso morire, anche se solo in determinati modi. Non appena ella alzò le palpebre si trovo due grandi occhi verdi, verde speranza con qualche sfumatura di azzuro, truccati di nero dall’interno, sia sopra che sotto, che la fissavano preoccupati; mentre uno strano odore le faceva arricciare il naso -Finalmente ti sei svegliata! Mi ero preoccupato nel...non vederti al college..- Non era particolarmente esatto ciò che disse ma comunque era l'unico modo com cui avrebbe potuto esprimersi al meglio, senza rischiare di feire i suoi sentimenti, nessuno vedeva Juliette girare per i corridoi di quell'immensa e antica struttura ormai da tanto tempo. Sorrise leggermente quando capì chi era stato a svegliarla, ma ciò successe solo dopo che si mise a sedere e lui si allontanò un leggermente, mettendo in mostra la folta chioma di un castano molto scuro, simile al nero, che le ricordava quella dei leoni, indomabile proprio come il suo animo selvaggio, portavauna una larga camicia nera che gli fungeva da maglietta e che faceva notare soltanto i tatuaggi che aveva nel petto e nel collo, aveva una lunga sciarpa bianca adornata con tanti piccoli tesch neri e dei pantaloni sempre neri ma un nero moloto chiaro, simile al griggio. Il nome del ragazzo era Alexander, un nome stupendo che per i greci significava "protettore degli uomini" e poco prima di lui avevano portato quel nome tante grandiose persone, lui era l'unico ibrido con cui Juliette avesse mai stretto rapporti, e gli voleva davvero tanto bene. Sua madre era una mutaforma mentre suo padre un angelo caduto così lui aveva ereditato da parte di suo padre la lettura dei pensieri, il controllo sui sogni altrui, gli occhi verdi ed i tratti scopliti mentre da su madre il potere di mutare forma in qualsiasi cosa, persona o animale, anche se Juliette lo preferiva così, con la sua forma naturale, e tutto il resto dell'aspetto. D'un tratto Juliette sentì il petto pesante, come se il suo cuore, ormai fermo da tempo, fosse stato trafitto da un qualcosa di davvero tagliente e purificato, poggiò quasi automaticamente una mano sul proprio cuore ghiacciato e l'altra sull'erba per non cadere, chiudendo gli occhi a causa del dolore, mentre Alex si riavvicinava con sguardo preoccupato. -Julì stai bene? Che ti succede?- Affermo facendo notare nella voce tutta la propria ansia e inquietudine. Ma lei non aveva tempo per stare male lui era tornato! Si erano abbracciati e..baciati..Ma di Jake non c'era traccia là intorno, niente che potesse far pensare che lui era stato lì con lei fino a poche ore prima, ma lei era così sicura... -Io sto bene non preoccuparti.- Affermò lei in maniera fredda e sbrigativa guardandosi intorno alla disperata ricerca di lui anche se il dolore era davvero forte, si alzò a fatica iniziando ad avvicinarsi leggermente agli alberi, sentiva che c'era qualcosa che non andava ma non riusciva a capire cosa così dopo poco si girò nuovamete verso Alexander e si avvicinò a lui che la guardava con aria disorientata, ma nonostante ciò dopo poco le sorrise nel sentire il suo stomaco brontolare, la vampira non si nutriva da tanto e ciò ne era la dimostrazione insieme al fatto che i suoi occhi normalmente azzurri avevano delle piccole sfumature rosso sangue ed il suo corpo era più magro del normale. -Tu hai bisogno di nutrirti, quindi ora vieni al parco con me.- Disse sicuro guardandola dritto negli occhi, era l'unico modo per venire ascoltati da lei e lui lo sapeva bene, anche se non era solito usare quel tono "da comandante" come lo definiva lui, era un ibrido scherzoso e per certi versi molto solare, ma questa volta sentiva come un dovere parlarle in questo modo,sapeva che, se avesse continuato a non mangiare avrebbe avuto seri problemi, per prima cosa sarebbe diventata debole e molto lenta, poi avrebbe potuto impazzire restando con due opzioni o mangiare le prime persone che le capitavano a tiro oppure morire ed era consapevole che Juliette, per quanto acida potesse essere, non avrebbe mai lasciato che la fame vincesse, quella fame che ad essere onesti nel profondo del suo cuore lei ha sempre odiato. Chinò il capo non volendo dirgli si a parole e con sguardo cupo e preoccupato per quella strana sensazione che provava si avviò verso il bosco senza voltarsi, sapeva già che Alex la stava seguendo, non aveva bisogno di ulteriori conferme sentiva i suoi passi dietro se, mentre si addentravano in quell'immensa distesa di alberi. Dopo circa mezz'ora di camminata trascorsa in uno strano silenzio riuscirono ad uscire dal bosco che era ormai diventato un parco, Alexander avrebbe tanto voluto poter parlarle con lei come facevano tempo fa, ma da quando Juliette era entrata nel "Comitato di benvenuto", come lo chiamavano al college, loro si erano allontanati abbastanza l'uno dall'altra. Juliette, Clark e Logan erano i tre vampiri più temuti di tutto l'istituto e ogni volta che arrivava qualcuno di nuovo era loro abitudine andare a dargli un "caloroso benvenuto" in modo da fargli capire chi comandava, i tre studenti peggiori del college. Juliette e Clark erano arrivati insieme, si conoscevano già da un pò e a lei non dispiaceva la compagnia di lui, anche se non erano esattamente due amiconi all'epoca, ma quando dopo pochi mesi arrivo anche Logan non si divisero più. Alex rimase vicino agli alberi, tra il parco ed il bosco, non voleva addentrarsi più di tanto perchè conosceva i metodi di Juliette e non aveva uno stomaco molto forte...ma più che altro perchè essendo un mutaforma possedeva ancora delle particolarità dell'ultimo animale in cui si era trasformato, in questo caso eveva dei piccoli artigli neri ed una folta e luccicante coda arancione, infatti pochi giorni prima aveva assunto le sembrianze di una volpe. La giovane vampira vagò per il parco per un pò non erano passate solo poche ore da quando, all'alba, si era alzata intenzionata a tornare al college, grossomodo potevano essere passate tre ore, ma lei non arrendendosi tanto facilmente continuò a cercare finchè non trovò la preda perfetta. Era un ragazzo, all'incirca di diciasette, obeso con occhi e capelli castani, che stava facendo jogging incontento del proprio fisico. Allungò la mano verso il ragazzo tutto sudato e lo afferrò dal collo dell'azzurra maglietta tirandolo verso sè, con le unghia gli carezzò una guancia lasciandogli dei piccoli graffi mentre inalando il suo dolce odore gli occhi della vampira si colorarono di rosso sangue mentre lentamente i suoi canini si allungavano mostrandosi bianchi agli occhi del giovane
   
 
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