Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: StClaire    09/11/2014    4 recensioni
Bianca ha 19 anni, ama le feste illegali, gli amici, gli animali e uscire dalle regole ogni tanto, anzi spesso.
Vittorio ha una trentina d'anni è sposato ed è il commissario della zona che frequenta Bianca, un caso? Ama la tranquillità, le moto e odia chi non ubbidisce ai suoi ordini.
Un ordine dall'alto e un fermo tutt'altro che felice, i due si ritroveranno a collaborare. A stretto contatto.
Una "guerra" come la definisce il procuratore, una "vittima" come si definisce Bianca e un "Batman dei poveri" come si definisce Vittorio.
Dal testo:
- Sicuro di essere sposato? –
- Come scusa? –
- Sicuro di essere sposato? – chiese di nuovo le indossando una felpa.
- Come fai… -
- A saperlo? Semplice. Ho chiesto in giro. A quanto pare siamo in due ad indagare qui – esclamò sorridendo.
- Io non indago sulla tua vita privata –
- No, certo che no, ma ultimamente sei costantemente presente. Allora, dimmi. Che vuoi stavolta? –

Siete avvisati! Linguaggio forte, anzi scorbutico e tematiche delicate, come la droga, ma trattate con molto rispetto.
Genere: Erotico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Revelations.

P.O.V. Vittorio
 
- Hai scoperto qualcosa su questo Emiliano? - chiesi a Corrado una volta sedutomi nel suo ufficio.
Lui sbuffò.
- Nada. A parte un paio, anzi qualcosina in più, di articoli e di fermi per possesso di stupefacenti, nada. Rien. Niente -
- Ok, ho afferrato il concetto -
- Almeno le è piaciuto? - mi chiese sornione.
- Come scusa? - dissi distratto.
- Il drink! - disse lui buttandosi all’indietro sulla sua sedia.
- Madonna, ti avrei ucciso! Ma sei scemo o cosa? Si è fissata tutta la serata! A un certo punto pensava fossi io! - dissi cercando di nascondere la mia vera rabbia.
Mandargli quel messaggio al mattino presto non era stata una grande idea.
Ovviamente lui aveva voluto sapere come mai l’avevo scoperto. E come mai la mattina alle 7.00.
Genio Vittorio, sei un genio.
- E come hai fatto a negarlo? - mi chiese.
- Ha chiesto al cameriere come eri fatto. Il colore dei tuoi occhi ti ha smascherato - dissi ciccando nel suo bicchiere di caffè.
- Oh, i miei profondi occhi scuri sono indimenticabili. Giusto, avrei dovuto pensarci prima - disse ridendo.
- Dio, quanto sei scemo… - sbottai.
- Nah, sono dolce e simpatico. C’è sempre uno sbirro buono e uno cattivo no? - chiese ammiccando.
- E io sarei quello cattivo? - chiesi sollevando un sopracciglio.
- L’hai detto tu, ma magari potremmo chiedere a Emiliano, che ne dici? Credo che la sua mascella si ricordi molto bene delle tue nocche -
- Ancora con questa storia? Era domenica, erano le cinque del mattino, quello psicopatico mi era saltato addosso perché stavo parlando con Bianca! Si chiama legittima difesa, dovresti saperlo, sei uno sbirro no? -
- Vabè, consolati che non sei il primo a essere attaccato dal nostro caro Emiliano - disse estraendo da un faldone un paio di fogli.
- In che senso scusa? Avevi detto niente d’interessante - dissi buttando la sigaretta.
- A livello di roba di droga, che è quello che interessa a me. Ma si è fatto sicuro un bel po’ di tempo in cella per offesa a pubblico ufficiale, cosa che detto tra noi, rischiamo ogni volta, visto che elargiamo commenti poco ortodossi verso il procuratore. Anzi, secondo te, tra gli sbirri, c’è il reato di offesa a pubblico ufficiale? - me lo chiedeva seriamente con ancora il faldone in mano.
- Sei serio? Possiamo andare avanti? -
Lui sbuffò.
- Vabbè, comunque, sicuro in questo buio periodo della vita del nostro carissimo amico Emiliano, ha incontrato uno dei suoi attuali simpaticissimi amici. Un certo Marco M* - mi passò la scheda - Come puoi ben vedere, 29 anni, molti precedenti, una tentata rapina addirittura, molta roba di droga, e qualche altra stronzata o meno, dipende dai punti di vista -
Guardai la foto. Guardai molto bene la foto.
- Cazzo -
- Esatto, la parola esatta è “cazzo”. Cinquanta punti a Corvonero, anche se ti vedrei meglio nei Serpeverde a te -
- Ma che cazzo stai dicendo? - quasi sbraitai. Cioè, avevo la faccia, il nome e l’indirizzo di uno dei tre coglioni, e lui parlava di corvi e serpenti?
- Lascia perdere, roba di mio figlio… -
- Ma hai capito chi è questo tipo? - non lo lascia finire di spiegare.
- Ovvio che ho capito, sennò non te ne avrei parlato - era improvvisamente serio.
- Indagine parallela - aggiunse.
- Cosa? - ero senza parole.
- E’ un’indagine parallela alla tua. L’idea era questa. Tu stani le basi, ti metti in mostra e io vago nel buio del dietro le quinte -
Scossi la testa. Un’indagine parallela?
- Perché non me lo hai detto prima? - chiesi.
- Perché poteva essere anche un grande buco nell’acqua. Ma abbiamo avuto un problema. E quel problema è Biancarella -
- Che cazzo c’entra Bianca? - iniziavo seriamente a irritarmi.
- Cosa c’entra? C’entra tutto! E’ la migliore amichetta di Emiliano, se sgama qualcosa e glielo dice? Se sgama che indaghiamo sul suo amichetto, secondo te cosa farà? Non correrà da lui e dire tutto? Non so in che stato sia il vostro rapporto, ma immagino che preferirebbe salvare il culo a un suo amico che a uno sbirro. Ed Emiliano non è l’unico punto. L’altra notte, in quel locale al centro, non c’ero andato per Emiliano, ma per quel Marco… -
- Cosa? - sgranai gli occhi.
- C’era questo Marco là, è sembrava davvero interessato a Bianca. L’ha fissata per tutta la serata, hanno parlato, hanno scherzato. Ho visto che venivano presentati, quindi escludo che si conoscessero già da prima. Ma capisci qual è il problema? Bianca doveva essere un aiuto per noi, adesso è solo un pericolo -
- No, impossibile, Bianca me l’avrebbe detto che c’era quel tipo - non riuscivo a crederci - E’ stata lei a riconoscerlo, a dirmi chi era. Mi ha portato lei da lui! Perché nascondermelo? -
- Perché è un amico di Emiliano! Già ti ho detto, parerebbe il culo al suo amico mille volte, più che aiutare una volta noi! -
Mi pulsavano le tempie.
Bussarono alla porta. Qualcuno cercava Corrado. Mi alzai e lasciai il suo ufficio per il mio.
Avevo ancora la scheda di quel tipo in mano. La guardai e la rilessi più volte, se avesse potuto parlare mi avrebbe dato del coglione sicuro.
Perché cazzo Bianca non mi avrebbe parlato di quel tipo?
Dio, stavo impazzendo.
Che cazzo avrei dovuto fare adesso? Che cazzo avrei dovuto dirle?
Dopo un po’ mi alzai e raggiunsi Corrado.
Gli feci segno di avvicinarsi.
- Facciamo così, lascio correre, io non so niente. Vedo lei come si comporta, se dice o fa qualcosa -
Corrado mi guardò per quella che mi sembrava un’eternità.
Poi annuì - Va bene, ma guardala sempre in un’ottica precisa, ok? -
- Ok -
Mi congedò con una pacca sulle spalle.
Che cazzo di situazione.
Raccattai le mie poche cose dall’ufficio e raggiunsi il parcheggio.
Salì in macchina e misi in moto. Controllai il cellulare e resistetti alla voglia di chiamare Bianca e urlarle contro.
Sarebbe stata una pessima idea.
 
*
 
Le belle notizie non arrivano mai da sole.
Arrivai a casa e aprì la porta. La mia attenzione fu richiamata da un foglietto piegato e infilato sotto la porta.
Lo aprì, poche parole che mi scombussolarono ancora di più.
 
Ciao Vittorio,
sono passata ma non ti ho trovato, come al solito.
Appena puoi fatti sentire.
Dobbiamo parlare.
 
Francesca.
 
Pure lei ci voleva. Solo lei, è la giornata era andata completamente a puttane.
 
 
 
*
 
P.O.V. Bianca
 
- Pronto? -
- Ciao Bianca -
- Pronto? Chi è? - chiesi.
Dall’altra parte una risata.
- Non mi riconosci? Sono Marco -
Oh cazzo.
- Marco chi? - come se non avessi perfettamente.
- Marco, l’amico di Emiliano. Ci siamo conosciuti sabato -
-Ah - oddio, oddio - Quel Marco! - mannaggia!
- Quel Marco? Lo prendo come un complimento -
Forzai una risata.
- Beh, ehm, scusa se te lo chiedo, ma come hai avuto il mio numero? -
- L’ho avuto da Alessandra -
Dio, l’avrei ammazzata.
- Ah - dissi semplicemente.
- Beh, come va? Che fai di bello? - chiese, con una disinvoltura che mi lasciò ancora di più spiazzata.
- Studio - risposi velocemente. Grande balla. Ero sul letto a pensare.
- Che studi? -
- Matematica, non che mi entusiasmi più di tanto -
Ancora una risata, cristallina.
- Immagino. Stasera fai qualcosa? -
Oh, cazzo. Oddio. Panico.
- Ho una cena di famiglia, un’altra cosa che non mi entusiasma al massimo -
- Ah, quindi non hai possibilità di fuga, immagino - disse con un tono che mi sembrava dispiaciuto.
- Eh già - cerca di sembrare dispiaciuta anche io - come mai me lo chiedi? -
“Chissà perché mai!”. A volte ero davvero idiota.
- Beh, speravo in una birra insieme, così, in amicizia eh. Alessandra mi ha detto che frequenti un tipo, e non voglio creare casini! Capì, ci saranno anche Emiliano e il resto dei ragazzi, quindi, era un invito senza secondi fini! -
- Ah - cazzo, veramente? - No ma figurati, non avevo pensato a nessun secondo fine! -
- Allora sarà per la prossima volta, Bianca -
- Va bene, certo - ero senza parole.
- A meno che tu non riesca a scappare dopo! -
- Guarda, quasi quasi ci provo! - dissi tanto per dire. Col cazzo.
- Ciao Bianca -
- Ciao… -
Sentii la linea chiudersi.
Ma che cazzo! Ma cosa saltava in mente ad Alessandra! Cazzo! E poi niente secondi fini? Prima fa lo splendido, e poi dice che non ha secondi fini? Ma che cazzo!
Mi buttai sul letto.
Mi sentivo particolarmente irritata.
Secondi fini.
Ma vaffanculo.
 
-
 
- Fede, ma dove cazzo è Alessandra? - sbottai nel cortile della scuola.
Faceva un cazzo di freddo, dovevo essere in classe da dieci minuti già, e quella troia di Alessandra manco si faceva vivo.
- Boh, o non viene o entra alla seconda ora -
- Che palle - sbuffai - Io entro, a dopo -
Un cenno e ci salutammo.
Iniziai a salire faticosamente le scale. Ogni respiro era una fitta al petto, Dio che freddo.
La vibrazione del mio cellulare mi concesse un pausa.
 
- Ohi, io non vengo, ho la febbre. Avvisi tu i prof? Un bacio -
 
Ottimo, l’oggetto della mia ira non sarebbe venuta. Speravo solo che la febbre l’avesse davvero. Almeno le mie bestemmie sarebbero servite a qualcosa.
 
*
 
La giornata trascorse come ogni altra giornata scolastica. Fu l’uscita che riservò qualche sorpresa.
- Emiliano? Che ci fai qui? Ale è a casa con la febbre! - dissi sorpresa dalla sua presenza.
- Lo so, infatti sono venuto a prendere te! - disse sorridendomi.
- E perché mai? - chiesi con un certo scetticismo. Da quando conoscevo il suo amichevole gruppo di psicolesi-pseudo-eroinomani, non è che passare il minimo del mio tempo libero con loro fosse diventata una priorità nella mia vita.
- Dai, andiamo a mangiare una cosa insieme, non parliamo da tantissimo! -
- Ok - risposi semplicemente.
Non è che avessi gran voglia, ma almeno eravamo soli. Come una volta.
 
*
 
- Sai chi ho intravisto l’altra volta? - disse mentre addentava il suo triplo cheese-burger.
Avrei dovuto dare ragione a mia sorella. Emiliano non era manco il tipo da pranzi decenti, altro che romantici.
- Chi? - chiesi addentando le mie patatine più chimiche che italiane, come esplicava lo slogan.
- Lo sbirra del cazzo della questura -
Sputai la mia aranciata.
- Oh cazzo, scusa - cercai di sembrare normale.
Oddio, aveva visto Vittorio? E perché me lo diceva?
- Stava a rompere le palle a qualcun altro? - chiesi fingendo assoluto disinteresse.
- Più o meno. Non capisco più che altro ci faccia in ogni cazzo di base possibile -
- In che senso? - chiesi, intingendo una patatina nella salsa barbecue.
- Hanno chiuso un sacco di basi ultimamente, e lui era sempre lì. Se continua lo faranno fuori! -
Chiusi gli occhi al solo pensiero. Non avevo mai pensato seriamente quanto fosse arduo il suo lavoro. Quanto fosse pericoloso. Non volevo pensarci.
Alzai le spalle, per riprendermi.
- Uno sbirro in meno - dissi cercando di nascondere il tremolio della mia voce.
- Già, uno sbirro in meno - replicò Emiliano - Comunque, hai fatto colpo eh? -
- Come scusa? -
- Marco! - disse lui, come se questo mi dicesse tutto. Poi vedendo la mia faccia aggiunse - Ha chiesto il tuo numero ad Ale -
- Ah, si, Marco. Simpatico - Se! Simpaticissimo.
- Credo che lui sperasse in qualche commento più esplicito di simpatico! - rise.
Alzai le spalle.
- Ma lo conosco appena, poi lui ha detto di non avere - mimai le virgolette - secondi fini! -
Dio quanto mi faceva incazzare sta frase!
Emiliano scoppiò a ridere.
- Dio, che frase del cazzo -
Almeno su una cosa eravamo d’accordo.
 
-
 
P.O.V. Vittorio
 
- Devo farlo proprio? - chiesi a Corrado una volta fuori dall’ufficio del procuratore.
- Direi di si - rispose laconico lui.
- Mi mette a disagio questa situazione - dissi.
- Cosa precisamente? - chiese Corrado entrando nel suo ufficio.
- Cosa, cosa? -
- Cosa ti mette a disagio? -
- Beh, il fatto di Bianca -
- Uh Gesù, ci risiamo. Non la stai mandando al cappio, le stai solo chiedendo di fraternizzare con il nemico, cosa che tra l’altro, lei ha già fatto - disse alzando le braccia.
- “Fraternizzare con il nemico?” Sei serio? - chiesi - E non mi ricordare quel fatto, che mi incazzo. E passata quasi una settimana, e ancora non mi ha detto un cazzo! -
- Perché vi sentite spesso? Credevo vi vedeste una volta al mese tipo, per le basi -
- Diciamo che ci teniamo in contatto - dissi buttandola lì e cercando di sembrare il non curante possibile.
Corrado inclinò la testa.
- Non mi stai nascondendo niente vero? -
- In che senso? - chiesi. Avrei potuto iniziare a sudare.
- Non so, una relazione, una scopa-relazione, vi drogate assieme, roba del genere! -
- Ma sei impazzito? - chiesi sgranando gli e cercando di sembrare il più offeso possibile. Dalla seconda parte della frase, ovvio.
- E’ che scusa, mi sembri un po’ troppo apprensivo nei confronti della ragazzina! - disse scrollando la testa.
- Perché è appunto una ragazzina! L’ho conosciuta, ed è una brava ragazza, dopotutto. Si può ancora salvare, almeno lei -
Corrado mi guardò a lungo.
- Diciamo che ti sei affezionato allora -
Tentennai un secondo.
- Si, affezionato è il termine giusto, sì -
Avrei potuto scrivere un libro e intitolarlo: “Vittorio e l’arte di farsi sgamare”.
Dopo qualche attimo di silenzio qualcuno bussò alla porta.
- Si? - disse Corrado.
Un’agente qualsiasi entrò nell’ufficio.
- Ispettore, c’è sua moglie che l’aspetta nel suo ufficio -
Guardai Corrado e poi l’agente, poi di nuovo Corrado.
- Come scusa? - chiesi allibito.
L’agente sembrò non capire. Eppure era stato chiaro. Ripeté esattamente la stessa frase.
- Oh cazzo - sussurrai.

______

IMPLORO IL VOSTRO PERDONO!
E' passatto tantissimo tempo, lo so, e me ne dispiaccio! Ma adesso sono qui, con un capitolo bello carico direi. Non proprio quello giusto per farmi perdonare!
Mi dispiace di avervi fatto attendere tanto, ma come al solito il lavoro mi ha tenuta impegnatissima!
E in più, ammetto che questo capitolo è stato molto difficile da scrivere. Soprattutto la prima parte di Corrado e Vittorio. E' stata una batosta. Perchè mette in carta molte cose, che vedrete, si intreccieranno nel futuro!
Vi lascio con ancora le mie scuse, e un mini-mini spoiler!
Vi abbraccio,

StClaire.


P.O.V. Vittorio
"Che cos'è quella?"


 
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: StClaire