Mia madre e mio padre
***
-
Mamma! – un bambino di appena tre anni spalancò la
porta e fece irruzione nella stanza della madre, piangendo. La donna gli andò
incontro e lo prese in braccio, cullandolo dolcemente
-
Draco… cos’è successo? – alla fine trovò la forza di
domandare: - Che cosa ti ha fatto? –
Il piccolo per un po’ non rispose, nascondendo il viso
nella camicia da notte di lei, asciugandosi le lacrime
-
Mamma… perché papà mi odia? – singhiozzò
-
Tuo padre non ti odia, Draco… -
-
Ma allora perché…? Perché mi fa sempre male? Mamma, ti
prego, fallo smettere! –
Narcissa prese un fazzoletto di seta e asciugò il sangue
dal labbro spaccato di suo figlio.
-
Non temere, piccolo mio… c’è la tua mamma, adesso…
dormi qui, stanotte, vuoi? –
Draco annuì lentamente, senza staccare lo sguardo dagli occhi
di lei. Narcissa si sentì colpevole. Perché non poteva aiutarlo. Perché, ancora
una volta, non aveva fatto niente per lui. Perché Draco doveva scontare una
colpa che non gli apparteneva, una colpa di sua madre, se di colpa si può
parlare. Se di madre si può parlare.
Fece stendere il bambino accanto a lei, accarezzandogli i
capelli, parlandogli in tono calmo e tranquillizzante.
-
Un giorno, Draco… un giorno ce ne andremo, io e te,
lontani da lui. Andremo in un posto migliore, dove non potrà raggiungerci –
Draco si aggrappò disperatamente alle parole della madre,
fingendo con se stesso di essere al sicuro. Lentamente, scivolò nel sonno.
***
- che cosa vuoi da me? – il ragazzo si divincolò, cercando di sciogliere i legacci che gli bloccavano le mani dietro la schiena
Lucius Malfoy si portò davanti a lui, con passo lento e calibrato, e fissò i suoi occhi di ghiaccio in quelli smeraldini del ragazzo.
- Da te proprio nulla, Potter. –
- I miei genitori verranno a salvarmi – sibilò il ragazzo, minaccioso
Il sorrisino di Lucius si allargò in un ghigno malvagio
- È proprio quello che spero –
La porta del grande salone si aprì cigolando. Lucius prese un profondo respiro e si sedette sulla sua poltrona. Aveva un aspetto maestoso, come un re sul suo trono. I suoi ospiti entrarono a passo di marcia, sfidandolo direttamente. Che sicurezza, si disse Lucius, che sfrontata presunzione di essere nel giusto. Sorrise cordialmente all’uomo e alla donna, ma non si alzò. Era giunto il momento di rendere l’ultimo favore a suo figlio.
- Narcissa – sibilò – che piacere rivederti –
- Come hai osato toccare mio figlio? – la donna fece coraggiosamente un passo avanti, verso il suo ex-marito che la osservava come un serpente osserva la preda
- Tuo figlio? Narcissa, tu non hai figli – rispose sornione
- Harry! Sai benissimo che Harry è mio figlio, adesso – poi, si voltò verso Sirius e gli prese la mano – nostro figlio –
- Ah, già, già. L’avevo dimenticato. Quale errore imperdonabile. – fece un vago cenno con la mano, che non voleva dire nulla.
Sirius Black si frappose tra la moglie e Malfoy
- Se gli hai torto un solo capello, Malfoy, non vedrai la prossima alba… -
- Oh, ma stai tranquillo, Sirius. Potter sta bene, non vedi? Non ho alzato un dito su tuo figlio – pronunciò quell’ultima parola con una punta di crudele divertimento
Narcissa aggrottò la fronte
- Ma allora perché… -
- Perché l’ho rapito? – Lucius rise, una risata senza gioia – perché era l’unico modo per farti venire qui, mia cara. È triste, ma è così. Se ti avessi detto il vero motivo per cui ti volevo qui, non ti saresti scomodata a venire. –
- E questo motivo sarebbe…? – chiese freddamente, mentre Sirius slegava Harry e lo aiutava a rialzarsi
- Draco – rispose seccamente il padrone di casa.
Draco.
Solo un nome.
Solo due sillabe, che però scossero il mondo di Narcissa fin nelle fondamenta.
- Ah. – commentò, fingendo disinteresse – e che cosa vuole? –
- Che cosa vuole? – Lucius fece un altro risolino – voleva che tu venissi qui, Cissa cara, e come potevo negarli questo ultimo desiderio? –
- U-Ultimo? – adesso la voce della donna era incrinata dall’incertezza
Un ricordo tornò prepotentemente a galla.
-
Draco, ho deciso di lasciare Lucius. – gli aveva
detto una sera, freddamente, senza preavviso.
Il volto del ragazzo si era illuminato di gioia e
speranza
-
Davvero? Oh, madre… -
-
Draco, aspetta. Ascoltami. Andrò a vivere con…-
sospirò per prendere coraggio – con Sirius Black, il mio primo amore. È stato
il mio amante per tanto tempo, prima che sposassi Lucius Malfoy, e…- “ed è tuo padre” pensò, ma non lo disse.
Narcissa scrutò il figlio, come valutandolo. Aveva sempre
cercato di passargli i suoi principi, ma alla fine Draco era diventato così…
così simile a Lucius. L’aveva perso, e lo sapeva, aveva perso quel figlio fin
dalla tenera età di sette anni, quando Draco aveva promesso a quello che
credeva suo padre che sarebbe diventato come lui, che non l’avrebbe deluso. E
aveva mantenuto la promessa. Quello che aveva davanti ora non era più il suo
bambino, era una copia di Lucius Malfoy. E lei voleva tagliare i ponti con
Lucius Malfoy.
-
Draco, tu non verrai con noi. –
Per un attimo Draco sembrò non comprendere
quell’affermazione.
-
Casa… madre, ma perché? –
Narcissa non abbassò lo sguardo. Fissò negli occhi quel
ragazzo che era stato suo figlio, ma che l’aveva profondamente delusa. Ora,
Narcissa Black stava per tornare in possesso della sua vita. Era la sua
vita. Aveva tutto il diritto di scegliere con chi passarla…
-
Io non ti voglio con me, Draco. Noi non ti
vogliamo. –
***
Draco non disse nulla. Voltò le spalle e se ne andò, prima che il desiderio di piangere lo sopraffacesse. Non avrebbe mai più pianto, davanti a lei.
Narcissa non poteva sapere il vero motivo per cui Draco era diventato così simile a Lucius. Non poteva sapere che Draco sapeva di essere figlio di Sirius Black. Ironia della sorte, era stato proprio Lucius a dirglielo.
“Mia madre e mio padre… non mi vogliono” pensò, asciugandosi rabbiosamente le lacrime “me l’aveva promesso… mio dio, me l’ha promesso centinaia di volte, che mi avrebbe portato via, che saremmo andati a vivere insieme… e invece se ne andrà con lui, si, con mio padre, e con Potter. Sarà un figlio migliore, immagino, di quanto io sia mai stato. Un figlio che non verrà a svegliarla nel cuore della notte perché suo “padre” lo picchia a sangue. Un figlio a cui non dovrà raccontare sciocche bugie per farlo stare zitto. E mi lascerà qui, con Lucius…”
Draco si bloccò. Un pensiero fulmineo gli attraversò la mente.
Lucius.
Ma certo!
***
-
Cissa? Che cosa c’è? –
preoccupato, Sirius le prese la mano
-
D-Draco… - sussurrò. Si
rivolse poi a Lucius, con sguardo furente d’accusa – che cosa gli hai fatto? –
-
Io? – il costante,
fastidioso sorrisino dell’uomo parve allargarsi – che cosa gli hai fatto tu, mia cara – si alzò in piedi, per nulla intimorito
da Sirius che lo guardava con odio – Ma naturalmente, io sono il cattivo, qui, quindi devo avergli fatto qualcosa. –
-
Dov’è-mio-figlio? –
scandì lei, al limite della pazienza
-
Tuo figlio, tesoro? È
affianco a te, approssimativamente a due metri dal tuo gomito destro –
Narcissa non aveva bisogno
di voltarsi. Sapeva che l’ex-marito si stava riferendo ad Harry
-
Sono stanca dei tuoi
giochetti, Lucius. Vuoi dirmi perché mi hai chiamato qui, o no? –
-
Cissa, ti ho detto che
non sono stato io a chiamarti qui. È stato Draco a chiedermi di farlo – i suoi
occhi di ghiaccio furono attraversati da un lampo maligno – si, ultimamente
quel ragazzo mi ha fatto delle strane richieste… -
-
Che tipo di richieste?
– indagò la donna
Lucius sorrise
furbescamente, poi cominciò a raccontare, prendendola alla lunga;
-
mia dolce metà, non
crederai che Draco non si fosse accorto di come hai cominciato a ignorarlo…
sempre di più, da quando era solo un bambino. Non lo guardavi più in faccia.
Quando lo punivo, facevi finta di niente. –
Narcissa sentì un’altra
fitta di sensi di colpa
-
era tuo figlio, Lucius. Era giusto lasciare a te la sua educazione –
Di nuovo, quell’uomo
odioso sorrise, quasi divertito
-
oh, ma lui non era mio
figlio. Lo so io e lo sai tu, mia cara, e lo sapeva anche lui. –
Ancora una volta, quelle
parole furono accolte da un gelido silenzio.
-
che vuol dire che… lo
sapeva anche lui? – la signora Black sentì una morsa di ferro stringerle il
cuore – tu non… non puoi avergli detto… -
-
che cosa? Che non era
mio figlio? Cissa, come si fa a mentire a un bambino? – chiese in tono
falsamente innocente. Il suo ghigno ormai non lasciava dubbi. – Un giorno è
venuto da me. Strano, ho pensato, di solito mi evita. Ma quel giorno è venuto
perché aveva una domanda, a cui tu non avevi voluto dare risposta. Mi ha chiesto
perché lo odiavo. Mi ha chiesto se non poteva fare niente per cambiare le cose.
–
***
Draco bussò timidamente alla porta dello studio di Lucius, e senza aspettare una risposta entrò
- ehm… padre? –
- Draco? Che vuoi, stupido moccioso? Sto lavorando, non vedi? – lo aggredì con rabbia
- Perdonami, padre. Io volevo… volevo sapere… - tremante, sull’orlo del pianto, quel bambino di appena sette anni si azzardò a porre la domanda che avrebbe cambiato la sua vita – padre, perché mi odi? Che cosa ho fatto? –
Lucius sorrise, freddamente.
- Tu non hai fatto niente, Draco – “ed è questa la parte migliore…” pensò l’uomo, malignamente “far soffrire quella sgualdrina facendo del male a te…”
- Ma allora, padre, perché mi fai sempre tanto male? –
- Perché, Draco, tu sei motivo di vergogna, per me –
Draco non sapeva molto di quell’uomo freddo e distante che chiamava “padre”, ma su una cosa era certo; non tollerava che qualcosa infangasse il suo nome. In quel momento, come mai prima di allora, Draco ebbe paura. Chinò la testa, prendendo un atteggiamento remissivo.
- mi dispiace, padre –
- non è colpa tua, Draco, te l’ho detto. La colpa è tutta di tua madre. Lei mi ha fatto un affronto imperdonabile –
- ah… che sarebbe? –
- TU –
Così Draco era venuto a sapere tutto. Di sua madre e di Sirius. Del perché Lucius Malfoy lo detestava. Fino a quel momento, aveva sempre pensato che Lucius, anche nei suoi momenti d’ira, si sarebbe trattenuto dall’ucciderlo, in fondo era suo figlio… ma adesso che sapeva la verità, capì che l’uomo lo stava solo usando come arma contro Narcissa, per farla soffrire, e che un giorno probabilmente l’avrebbe ammazzato davvero. Era terrorizzato.
- Ti prego! – si gettò letteralmente ai piedi di Lucius – ti prego, non è colpa mia… non farmi del male… io… non lo saprà nessuno, nessuno lo sospetterà, diventerò come te, non ti deluderò… farò finta di essere tuo figlio, io… -
- No, Draco. Tu non farai finta – Lucius lo aiutò a rialzarsi, pacatamente – tu sarai mio figlio. Hai ragione a pensare che nessuno, a parte noi, sappia delle tue vere origini. Nemmeno il tuo vero padre lo sa. Sono certo che sarai un buon figlio, e che saprai rendermi fiero di te. Promettimi che lo farai, Draco. Prometti, e io non ti punirò più, tranne quando lo meriterai davvero –
Draco alzò lo sguardo su di lui, grato per quest’atto di clemenza, ma ancora spaventato da quell’uomo malvagio
- Lo prometto, padre –
- Un’altra cosa. Questo sarà il nostro piccolo segreto, d’accordo? –
- Si, padre –
Lucius lo gratificò con uno dei suoi rari sorrisi
- Bravo bambino –
Malfoy sorrise malevolo, seguendo con gli occhi la figura infantile che si allontanava lungo il corridoio. Il bambino gli aveva dato un’ottima idea. Sua madre avrebbe sofferto nel vederlo diventare così simile a lui. Narcissa lo disprezzava, ma si erano sposati perché così avevano deciso le loro famiglie. A Lucius non era sfuggito che Narcissa non fosse più vergine, la notte delle nozze, e lei tra le lacrime aveva confessato tutto… forse nella speranza che lui la ripudiasse, ma Lucius non l’aveva fatto. Sarebbe stato motivo di disonore.
Da quel giorno, Draco aveva cominciato a prendere una pozione, che lo fece gradualmente somigliare a Lucius. Aveva ereditato gli occhi grigi del padre e il capelli biondi della madre, ma per il resto non somigliava molto a Malfoy. Per il suo primo anno a Hogwarts, era diventato un piccolo clone di Lucius, e il più grande fallimento di Narcissa.
Inoltre, aveva pensato quel giorno il signor Malfoy, adesso Draco odierà sua madre. Perché è stata lei la causa di tutto il suo dolore.
Ma Draco non aveva mai odiato Narcissa. Mai, fino al giorno in cui lei gli aveva detto
- Non ti voglio con me –
***
-
somiglianza
stupefacente, vero, Narcissa? – Lucius sollevò un sopracciglio, perfettamente a
suo agio – quel ragazzo ha tenuto fede alla sua parola, ha fatto di tutto per
diventare come me. È stato un buon figlio, anche se non l’ha mai fatto perché
condivideva i miei principi, ma solo per non mettere in pericolo sia te che se
stesso. – scosse la testa, esprimendo la sua disapprovazione. Sospirò teatralmente
– Che razza di genitori abbandonano il figlio per andare a vivere per conto
loro…? con un altro ragazzo, poi… -
Sirius, che alla buon’ora
sembrava aver capito l’antifona, prese la moglie per le braccia e la fece
girare verso di se
-
Narcissa… è-è vero?
Draco è mio figlio? –
La donna abbassò gli occhi
e annuì, mesta
-
Draco era tuo figlio – lo corresse la voce sgradevole di
Lucius Malfoy
-
Dov’è? – sbottò Sirius,
prendendo Malfoy per il colletto della camicia – che cosa ne hai fatto? –
-
Com’è che tutt’a un
tratto vi interessa tanto? – li provocò il mangiamorte
-
È mio figlio, Lucius.
Gli voglio bene – sussurrò la donna
-
Gli vuoi bene? Tanto bene da abbandonarlo, dopo che gli avevi
promesso che l’avresti portato lontano da me? Tanto bene da giudicare che non
fosse degno di essere vostro figlio?
Tanto bene da lasciarlo nelle mani dell’uomo di cui ha sempre avuto terrore? –
Narcissa non riuscì a
reagire alle accuse dell’ex-marito. Semplicemente, scoppiò a piangere.
-
piangi, adesso, amore
mio? – Lucius le asciugò una lacrima, pronunciando quelle parole con crudele
cinismo – anche lui piangeva, quando è venuto qui, sai? Piangeva quando mi ha
detto che te ne andavi senza di lui, con tuo marito e tuo figlio. Piangeva quando mi ha chiesto l’ultimo favore. Ti
avevo parlato di una strana richiesta, no? –
La donna lo fissò
perplessa e preoccupata, con un orribile presentimento
-
Io gli ho chiesto se
fosse davvero sicuro. – continuò Malfoy – in fondo, mi ero un po’ affezionato a
quel ragazzo. Gli ho chiesto se non poteva semplicemente odiarti, dimenticarti,
diventare davvero mio figlio. Ha risposto che non voleva farlo. – fece una
piccola pausa – così ho fatto ciò che mi ha chiesto. È stato un peccato,
Narcissa, un vero peccato… a proposito, quando lo troverai, spero che apprezzi
il suo sottile cinismo. Era un ragazzo straordinario. –
Narcissa si sentiva un
groppo in gola. Perché Lucius usava sempre il passato, parlando di Draco? Suo
figlio non era… non poteva essere… o si?
-
Dov’è? – chiese con
voce arrochita dal pianto
Lucius fece un cenno
d’invito in direzione delle scale
-
dove potrà mai essere
andato? – la canzonò
Lei conosceva la risposta.
D’un tratto le era divenuto tutto chiaro. Si fiondò su per le scale, seguita a
pochi passi da Sirius. Harry era troppo sconvolto, non si mosse.
-
non vai a salutare tuo
fratello? – chiese Lucius con un sorrisino, mentre i due sposini scomparivano
alla vista
Narcissa Black si diresse
a grandi passi verso quella che era stata la sua stanza. Poggiò la mano sulla
maniglia. Esitò. Aveva paura. Paura di quello che avrebbe potuto trovare. Paura
di quello che avrebbe potuto non
trovare. Sentì la mano di Sirius sulla sua, che con una leggera pressione la
costrinse ad abbassare la maniglia ed aprire la porta.
La prima cosa che vide, fu
il sangue. Sangue sul pavimento, sangue sul muro, sangue sul suo letto… e sul
suo letto… Draco!
Si avvicinò al corpo
esanime del figlio, steso sul giaciglio della madre, come se dormisse. A
Narcissa ricordò tanto il bambino che veniva la notte a farsi coccolare, e che
restava a dormire con lei… gli accarezzò una guancia, dolcemente, come non
faceva da tanti anni.
Suo figlio.
-
Cissa… - Sirius le
prese dolcemente la mano. Poi, dopo una breve esitazione, l’abbracciò.
Fu allora che Narcissa, da
sopra a spalla del marito, lesse le parole sul muro. Parole d’accusa, scritte
col sangue di un ragazzo morto lentamente.
Un giorno ce ne andremo, io e te, lontani da lui.
Andremo in un posto migliore, dove non potrà raggiungerci