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Autore: LeTempImmoble    10/11/2014    0 recensioni
Nolan, solitario scrittore di racconti di fantascienza, troppo impacciato per lanciarsi in nuove esperienze, vive una vita monotona.
Fino a quando Harry, il compagno di sua madre, trasferendosi da loro porta con sé Anna.
Lei è imprevedibile, affascinante, scherzosa, curiosa, brillante e incredibilmente intelligente e per lui sarà inevitabile non innamorarsene.
- Storia ispirata al film "Mr.Nobody" di Jaco Van Dormael -
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Chapter 3
Young and Beautiful
 
Nolan scattava foto al mare mentre pensava ad Anna, pensava a quel sorriso emblematico, alla treccina sempre davanti agli occhi, i capelli arruffati, gli occhi tra il verde e l’azzurro.
Anna non poteva definirsi bella, aveva tanti piccoli difetti eppure era perfetta nelle sue imperfezioni.
E mentre una ragazza per recuperare la palla caduta nella visuale della Polaroid del ragazzo interrompeva lo scatto, Nolan sentì arrivare alla sua destra proprio la ragazza a cui stava pensando.
Con un sorriso dipinto sul volto illuminato dal sole da ultimi giorni di settembre lei si sedette vicino al ragazzo, lo fissò per un attimo mentre tratteneva l’asciugamano rosso con la mano.
- Vieni a nuotare? – chiese improvvisamente pronta per tornare nell’acqua insieme a lui.
Ma Nolan non sapeva nuotare, non aveva mai imparato anche tentando in tutti i modi, e dirlo ora, davanti a quella ragazza su cui voleva fare una buona impressione, era la cosa peggiore.
Rimase in silenzio, sperando che se andasse senza fare domande, ma lei non sembrò scoraggiarsi.
Sfiorò la mano al ragazzo mentre era pronta ad alzarsi in piedi.
- Dai, sono miei amici – disse per rassicurarlo mentre sfoggiava un sorriso.
- No, io…- non aveva il coraggio di continuare, Anna ora si era fermata, lo sguardo puntato sugli occhi del ragazzo aspettando una risposta.
Nolan fissava la sabbia – Non so nuotare – disse tutto d’un fiato sperando che lei non lo sentisse.
- Cosa? – chiese lei con un filo di voce, non aveva sentito.
Nolan scuoté piano la testa, imbarazzato – Io non so nuotare – disse con più calma – Era questo – aggiunse spezzando il silenzio che si era creato.
Non voleva guardarla negli occhi, aveva paura che la ragazza potesse scoppiare a ridere da un momento all’altro, ma lei si limitò a fissarlo senza pena, incuriosita dal suo fare impacciato.
- Non dirlo agli altri – le chiese il ragazzo e lei scosse la testa.
Una ragazza, probabilmente una sua amica li interruppe, era ancora bagnata e tremava appena.
- Anna, non vieni a fare il bagno? – chiese.
La ragazza guardò Nolan.
- Ho il ciclo, resterò qui – disse Anna – Nolan mi terrà compagnia – detto questo si avvicinò al ragazzo che non sapeva cosa dire.
- Okay – disse l’amica e si rigettò in acqua.
Anna guardò Nolan accennando un sorriso, contenta di stare con lui.
Il ragazzo fissava la sabbia mentre cercava di bloccare il sorriso che gli stava spuntando sul viso per il fatto che lei avesse deciso di restare insieme a lui.
Si voltarono entrambi verso l’un l’altro e mentre si guardavano senza proferire parola le loro spalle si appoggiarono l’una sull’altra con una semplice mossa.
 
*
 
- Ci trasferiremo tra una settimana – disse sua madre a Nolan durante il pranzo, ma lui stava pensando a lei.
- Cosa? – chiese lui distrattamente.
Sua madre lo fissò – Ci trasferiamo tra una settimana – spiegò.
Nolan annuì con la testa, era strano pensare che sarebbe davvero andato a vivere con lei.
In quel momento, nella testa del ragazzo, Harry smise di essere pensato come un intruso ma venne pensato come mezzo per arrivare a lei.
 
*
 
- Vado a scrivere  - disse Nolan dopo aver finito il pranzo.
Si alzò dal tavolo dirigendosi verso la macchina da scrivere e si accorse che non aveva idee.
Si sedette ugualmente e posizionò le mani sulla macchina, guardò fuori dalla finestra aspettando che l’ispirazione arrivasse da un momento all’altro.
Ma non c’era alcun pensiero rivolto alla fantascienza in quel momento, ogni cosa era offuscata da lei, e dal fatto che quel pomeriggio erano rimasti da soli, e, sebbene non si fossero più detti nulla per lui era una cosa insolita, e lei, con i suoi innocui sguardi aveva sconvolto la sua giornata.
Nolan si ritrovò a guardare fuori dalla finestra chiedendosi che cosa stesse facendo in quel momento Anna e immaginando che magari anche lei stesse pensando a lui.
Poi si accorse che la macchina da scrivere era ancora lì e allora la fissò indeciso, guardò per un attimo tutti i tasti.
Esitò sulla R e su qualche vocale per poi rinunciare.
Tirò fuori con uno scatto veloce il foglio dalla macchina e lo posò sul tavolo fissandolo come cercandone dei consigli, ma quel foglio non gli avrebbe dato niente.
Nolan afferrò così una penna a inchiostro che c’era sul tavolo e pensò che quel banale foglio bianco sarebbe stato più bello se avesse aggiunto a penna:
“Anna”
   
 
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