Capitolo
quattordici
Mancanza
Eleonora ha
ancora per le
testa quella domanda, quel che ne dici di vederci che le fa pensare che
ci sia
qualcosa che non va in Calum, che forse ha bevuto o è
impazzito di colpo. Non
risponde, troppo presa a pensare tanto è vero che il moro,
dall’altra parte del
telefono, tossisce per poi ridere nervoso. – Ci sei?- le dice
in un italiano
tanto masticato e – Sisi – risponde la mora, con il
cellulare tra la spalla e
l’orecchio, mentre si avvia verso camera sua. –
Allora, ti va di vederci? –
Eleonora si prende un secondo e – Calum, senti, stai male?
Hai bevuto? No
perché io so per certo che tu, stamattina, eri nel vostro
bell’appartamentino
in centro, a Londra, non so se ti rendi conto!- Calum soffoca una
risata e –
Dimmi solo se ti va di vedermi. - - Certo che mi va di vederti Calum,
è ovvio.-
ammette quasi senza forze la mora ‘ché Calum, a
volte, le sembra un bambino. –
Ce la fai allora a venire in aeroporto?- ed Eleonora sente il cuore
batterle
forte, esce di casa senza dire altro e senza preoccuparsi di nulla.
Calum sente
solo il rumore di una porta che sbatte e di passi veloci, sorride, la
rivedrà.
Luke non si
regge più in
piedi, è stanco morto e vorrebbe solo dormire. Calum
ovviamente ha prenotato le
camere in albergo ma ora, come è giusto che sia, stanno
aspettando Eleonora.
Perché Calum, per quanto è agitato, sarebbe morto
se avesse dovuto aspettare il
giorno dopo. Accende il cellulare e manda un messaggio ad Aleisha, ne
trova due
di Ashton e uno di Michael, ringrazia il cielo che non se la siano
presa troppo
e poi alza lo sguardo, nota Calum camminare avanti e dietro, ancora
più nervoso
di prima e – Cal, stai tranquillo, andrà tutto
bene, mi stai facendo sudare.- e
Calum ride poco perché insomma, è lecito essere
nervosi, è lecito non riuscire
a star fermi nemmeno un po’, d’altronde sono mesi
che non la vede e gli è
mancata troppo.
Eleonora
maledice il treno,
mancano una decina di minuti che a lei sembrano non passare mai.
Nemmeno la
voce di Ed Sheeran la tranquillizza e questo è dir tutto. Ha
le ginocchia che
tremano ed il cuore che sente quasi scoppiare, lo rivedrà e
non ce la fa più ad
aspettare. Scende dal treno e ringrazia che l’aeroporto disti
meno di cinque
minuti, cammina, i passi sono svelti ed impazienti, le mani tremano.
Calum si
volta verso destra e
scorge una figura in lontananza, lo sente che è lei. La vede
camminare piano
verso la sua direzione e lui si mette dritto in piedi, le mani che
fremono e
tremano, desiderose di un contatto, sono strette a pugno e cadono lungo
il suo
corpo. Cammina anche lui, lento, verso di lei e finalmente capisce cosa
intendeva dire Michael quando aveva scritto “ti sento
bruciare sotto la mia
pelle” perché lui, Eleonora, se la sente addosso,
gliel’ha già detto e, forse
glielo dirà di nuovo prima o poi. Il fatto è che,
ora, la vede più vicina, ci
sono due metri a dividerli e non c’è tempo per
parole di alcun tipo. Ci sono
solo loro due, Calum che la stringe e lei che si sente finalmente bene,
completa, una lacrima le scende lunga la guancia infrangendosi sul
tessuto del
maglioncino del moro che le bacia la fronte. Quanto le è
mancata.
È
un attimo e lui scioglie
l’abbraccio, portando le mani sul collo della mora che alza
il viso per
guardarlo meglio. Calum si abbassa quanto basta, sporgendosi verso di
lei che
si lascia baciare dolcemente e che cerca di imprimere nella mente ogni
singolo
istante di quel momento tanto agognato.
Hola a todossss
:)
Eccomi col
nuovo capitolo, spero vi piaccia! Vogliate scusarmi se
riscontrate qualche incongruenza per quanto riguarda treni e distanza
con
l’aeroporto, ma non sono molto pratica ahah
Beh, come
sempre grazie a tutti voi, risponderò alle vostre recensioni
appena finisco di studiare <3
Se volete, mi
trovate su ASK :)
Un bacio!
Yeli_