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Autore: ValyDeleNian    10/11/2014    2 recensioni
Elena ha 20 anni. Scappa da un grande perdita, tanta delusione e solitudine. Vuole darsi un'opportunità, provare a vivere, magari ad innamorarsi come mai è riuscita a fare. Vuole solo una vita di cui essere orgogliosa..per non crollare, per non rompersi.
Damon ha 25 anni. Famiglia agiata, equilibrata. Suo padre è uomo attivo nella politica di NYC. Damon ha una vita quasi perfetta...perchè quasi? Perchè a Damon manca l'amore, la passione...come anche ad Elena.
Potranno incontrarsi due mondi cosi distanti e diversi..potranno entrare in contatto e riuscire viversi? Damon si innamorerà?...e cosa piu importante, ad Elena basterà lui per sconfiggere i suoi mali?
AU. Tutti umani.
Genere: Commedia, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert | Coppie: Damon/Elena
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
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 Capitolo 1

 

New York è il sogno di chiunque. E' bella perché caotica, perché chi ci vive è considerata "gente di mondo", fa molto metropoli..da donne in carriera, basta vedere Sex and the City. Per me era la scappatoia, la rinascita di Elena Gilbert. O perlomeno il tentativo.
Il pullman mi lascia a Time Square, per mia scelta..mi sono detta "Ehi, da qui posso andare ovunque!". Beh dopo  tre tentativi e due metro sbagliate, ho preso un taxi. Brooklyn si presenta come nei film: puoi trovarci due mondi..da un lato la comune umile vita, dall'altro lo sfascio. Cerco di non farmi intimidire..forse il mio non essere newyorkese porta con sé una traccia, come un segnale a neon sulla mia testa con su scritto "non sono di queste parti". Entro in un bar di nome "Berry Park", sperando assumano personale, in fondo so adattarmi. Mi dirigo al bancone

"Ciao!" faccio alla cameriera bionda tatuata

"Ehi"

"Vorrei parlare con il proprietario, o il principale.."

"Non è qui ma puoi dire a me" mi risponde con la voce di chi non vede l'ora che tu vada via o che parli in fretta

"Ehm..ok. cerco un lavoro, e mi chiedevo se assumeste qualcuno. Ho un po' di esperienza in questo campo, e questo lavoro mi servirebbe davvero. Sai, sono arrivata ora dalla Virginia e.."

"Ehi, ehi calma..non abbiamo bisogno di nessuno, siamo al completo, e poi a dirla tutta e sincera.." mi dice mentre mi squadra "non ti ci vedo in un posto del genere, al primo cliente scapperesti urlando..e Joe non vuole problemi."

"Ma io posso fare di tutto! Anche lavare i bagni, non mi faccio problemi!"

"Beh, ne fai a me se non ti chiudi quella bocca!"

"Sempre gentile, vero Sonya?"

Mi volto, incuriosita da questa vice da.."Barbie", che mi ha difesa: è una ragazza bionda, alta più o meno come me, occhi celesti e dalla postura..una con le palle!

"Lo sai che se non hai un uomo probabilmente è per il tono acido che continui ad avere?! O forse sono troppi collegamenti per il tuo cervello con solo due neuroni?"

"Due neuroni?" dico, con tono più che divertito

"Oh si! Uno si nasconde e l'altro lo cerca...ma è peggio di Arianna con il labirinto. Dai vieni con me..meglio se ne stai alla larga" afferma lei, con ironia mentre mi trascina via dal bancone e dallo sguardo glaciale e furibondo della cameriera.
Ci sediamo ad un tavolo e mi accorgo subito che è un gran chiacchierona, altrimenti mi avrebbe almeno dato il tempo di sedermi prima di parlare

"Non abbiamo fatto le presentazioni: ciao, io sono Caroline" mi allunga la mano, e la stringo

"Ciao; Elena..Elena Gilbert, piacere"

"Piacere mio, Elena..Elena Gilbert! hihi." mi sta prendendo in giro?

"Allora, cosa ti porta nella Grande Mela?...e soprattutto in questo bar?"

"Cerco lavoro, sono andata via di casa e con i soldi che sono riuscita a mettere da parte mi ci sono pagata il pullman e gli spuntini nel viaggio. Ho bisogno di denaro, altrimenti sono spacciata. Ma quella non mi è stata di aiuto, vorrei trovare un qualsiasi lavoro..magari anche un appartamento o una stanza che possa permettermi"

"Qualsiasi lavoro? Sai cucinare, fare i letti..cose così?"

"Si, perché? Conosci un posto??"

"Credo di si, fino ad un mese fa avevano bisogno di qualcuno, ma ora non saprei..possiamo provarci però? Che dici?"

"Che va bene! Tanto non ho nulla da perdere! Caroline, già ti adoro"

"Si lo so, faccio questo effetto!" Ridiamo entrambe. "Andiamo! Faccio strada io!"

Usciamo dal locale e prendiamo un autobus urbano; durante il tragitto mi ritrovo ad ammirare i grandi palazzi, le strade, la gente che corre, mamme e bambini, e artisti di strada. E' cosi diversa da casa mia...casa mia. Mystic Falls. Quella che un tempo chiamavo "paradiso", ci stavo bene..poi è cambiato tutto. E' mancato affetto, compagnia, risate...lui. Caroline mi distrae dai miei pensieri. E' la nostra fermata. Dobbiamo scendere.

"Eccoci qua."

Alzo gli occhi  e mi trovo davanti ad un cancello imponente, ma la tenuta è circondata da mura; sono un po' intimidita da questa grandezza, non fa per me ma non è il momento di tirarsi indietro. Guardo Caroline confusa, mentre mi fa segno di entrare. Voglio farlo. Il cancello è aperto: c'è un grande giardino con qualche pianta grassa qua e là, ha la mano di una donna..è chiaro. La casa è enorme, tre piani , e pitturata con quel rosa pesca che ispira tranquillità; camminando vedo che ci avviciniamo ad una porta. Caroline è spavalda in questo luogo, probabilmente lo frequenta ma la cosa mi stupisce: l'ho incontrata nel quartiere più disastroso, e questa villa è molto altolocata..che centra lei con tutto questo? Bussa alla porta e mentre attendiamo continuo la mia osservanza...mmm, già mi sento troppo piccola, troppo insignificante di fronte a questo lusso. La porta si apre, e si presenta una donna in carne, ma molto dolce dall'espressione

"Buongiorno..Ciao Caroline!"

"Ciao Olga! Come va?"

"Bene al solito. Che ti serve? Se cerchi Damon non è in casa.."

"No Olga, sono qui per presentarti Elena" mi introduce mentre la donna mi guarda e sorride.

"Salve!" saluto

"Ciao. Bene, che posso fare per lei?"

"Ad Elena serve un posto di lavoro. E' molto efficiente e capace e siccome sapevo che eri in cerca di un aiuto, ho pensato di proporle qui."

"Oh, beh il posto è ancora vacante e farebbe molto comodo...ma dovrei sentire Mr. Salvatore cosa ne pensa, e se acconsente."

Mr. Salvatore?

"Intanto accomodatevi in salotto, vi preparo qualcosa e chiamo il signore"

"Bene, grazie Olga! Vieni Elena"

"...Permesso"

La casa è immensa; davanti ai miei occhi appare una grande scalinata a curva che porta al piano superiore, sulla destra si apre un piccolo corridoio dove è andata Olga, presumo conduca alla cucina, mentre nei lati del piano terra ci sono altre porte. Al centro della sala c'è un divano bianco a ferro di cavallo, e qui ci sediamo io e Caroline.

"Care, ma questo Mr. Salvatore chi sarebbe?"

"Elena, segui la politica newyorkese?"

"Vengo da un altro stato, non seguo nemmeno quella che mi rappresenta!"

"Beh comunque è il candidato politico per le finanze estere, e lo so che detta così sembra un uomo rigido e inquadrato, ma non lo è; anzi, è una persona squisita, per niente montato e molto disponibile. Anche sua moglie Elizabeth è una gran donna"

"Come fai a conoscerlo?" è una sorpresa continua

"Perché conosco Damon"

"Damon?"

"Si, il figlio. Lo conosco da quando sono piccola. E' il mio migliore amico. A volte lo ammezzerei, ma c'è sempre per me, sembra uno stronzo e lo è spesso, ma a me piace così. Spesso la sua è solo una facciata. E poi è sexy!"

"Si lo sono! Ma non c'è bisogno di adularmi, Care..lo so già"

Ci voltiamo e ...che Dio mi aiuti! Alto, capelli corvini e occhi come il ghiaccio. Jeans scuri, t-shirt nera e giacca di pelle in spalla; in una parola: FIGO.

"Damon!!!" Caroline si alza e gli corre incontro, abbracciandolo. Lui ricambia l'abbraccio e sorride

Gesù, quel sorriso! Calma Elena, non hai 14 anni.

"La tua amica chi è? Non ricordo di averla mai vista.." mi lancia uno sguardo curioso

"Oh giusto! Damon, Elena..Elena, Damon. Forse verrà a lavorare qui"

"Ciao. Sul serio? Tanti posti e qui?"

"Ciao. Si, insomma...a Caroline è venuta quest'idea e mi sono detta di provarci"

Mi fissa, e forse non mi ascolta nemmeno "Non sei di New York, l'accento la dice lunga.."

"No, Virginia"

"Ahhh, benvenuta allora. L'avevo capito subito..ti avrei vista sicuramente se fossi stata qui" e fa quel sorriso di uno che una ne pensa e cento ne fa...ma probabilmente è il tipo che ne pensa cento e le fa tutte.
Rimango in silenzio e abbasso lo sguardo imbarazzata. Non perché sia un ragazzo, io in fondo a Mystic Falls avevo Matt; lui è stato il primo, in tutto..il primo ragazzo, il primo bacio, la prima volta, il primo amore. Poi sono andata via, e non so più cos'è. Lui sapeva. Di me. Di mamma. Di papà. Di questi ultimi due anni. Forse è l'unico che meriterebbe una spiegazione, eppure l'unico che non la chiede perche capisce..perche ha visto e sentito.

 

2 anni prima

"Ti prego mamma! Ti prego!"

"No Elena, non insistere. Non mi fido, non so di chi sia questa festa e non voglio mandarti a casa di gente che non conosco. Per favore, fammi stare tranquilla tesoro."

"Mamma, ho quasi 18 anni...sono adulta! So badare a me stessa e ti prometto che se vedrò cose strane me ne andrò subito. Andiamo, Bonnie verrà con me! Solo per poche ore..mezzanotte e sono a casa, come Cenerentola"

Sorride mamma, sempre bella. Difficile da convincere, ma le voglio bene.

"Apprezzo il tentativo signorina, ma no. E non voglio ritornare sull'argomento."

"Dio come sei difficile!"

"Grayson, vuoi ricordare a tua figlia che alla sua età non potevamo andare nemmeno noi a certe serate?"

"Io ci andavo." dice mio padre con grande orgoglio.

"Grayson!!"

"Visto mamma!! Dai dai!!!"

"No basta. Non ci vai. Non questa volta"

Papà mi guarda con aria comprensiva, ma vedo nel suo sguardo che la pensa come la mamma. Che palle però!

Allora Bonnie, alle 10.30 ti fai trovare a casa. Io me la svigno dalla finestra, e ti raggiungo...bene, a dopo"                                                                                     

Sono brava a non farmi beccare, a quest'ora altrimenti io e Matt non avremmo nemmeno mai fatto sesso. Non c'è lui stasera..ritiro con la squadra di football. Inizio a prepararmi, do la finta buonanotte ai miei, ed esco dalla finestra. Bonnie mi aspetta come deciso sotto casa sua, andremo con la sua macchina.
La festa è forte, grande musica e casino. Uno sballo! Cerco il bagno e, una volta trovato, entro; trovo due ragazze ed un ragazzo che ispirano su delle strisce di polvere bianca..Cocaina! Odio queste cose, mio zio John morì per droga e non gliel'ho ancora perdonata. Mi spavento e irrito. Cerco Bonnie, ma vedo che ha fatto "un'intima amicizia" con un ragazzo, credo sia Jamie il suo nome. Che cavolo Bonnie, voglio andare a casa! Ma non voglio costringerla, lei infondo mi ha sempre aiutata con Matt...come ci torno a casa?? Mi balza in testa l'unica alternativa possibile al momento: papà. So che è comprensivo ma anche che si arrabbierà, ma so anche che non farà la spia con mamma e che, di certo, verrà a prendermi.

"Pronto? Elena? Che succede? Non ti senti bene? Vengo a vedere come stai?"

"No papà, tutto ok...più o meno"

Gli racconto la mia "bravata" e reagisce come immaginavo.

"Sei impazzita? Come ti è saltato in mente?"

"Senti papà, lo sai..volevo andare, ma ora voglio tornare a casa. Vieni a prendermi? Ti scrivo l'indirizzo via sms"

"...Ok, arrivo"

"Papà?!"

"Si.."

"Non dire niente alla mamma, ti prego"

"Ok"

 

E quello che successe dopo cerco di dimenticarlo, di non pensarci, di non incolparmi come faceva lei..ma non ce la faccio. E' parte di me.

"Papà!!!!!! La macchina!!! Attento!!!!!!!!!"

Pioveva quella sera. Quella notte. Le mie lacrime e la pioggia hanno invaso la Terra. Solo che la pioggia riesce ancora ad esserci; io non piango da quel 23 maggio 2012.                                   

 

Sento una mano che mi alza il mento, è lui: Damon.

"Non abbassare lo sguardo, non mostri professionalità così..e nel lavoro ce ne vuole molta e devi ostentarla, altrimenti non iniziare nemmeno. Mio padre vorrà vedere questi requisiti" mi guarda fisso negli occhi, e rischio di perdermici dentro.

"Oh.."

"Damon! Non spaventarla! Non dargli retta, Elena. Giuseppe è in gamba, ti adorerà e ti darà il lavoro"

"Grazie Caroline" dico mentre noto Damon fissarmi con un sorriso indagatore "Tranquillo Damon, dalle mie labbra non uscirà niente di poco professionale"

"Le tue labbra.."

"Cosa? Che hanno? Ho forse i baffi?" Cristo santo! Chiudi la bocca, Elena!

Lui sembra non farci caso "No, eh che le tue labbra sono belle"

Mi guarda e mi sento svenire. Che sta succedendo?

"Bene, io sto uscendo..se volete unirvi a me e ai miei amici più tardi, siete le benvenute!"

"Ci sarà anche Stefan?" chiede Caroline speranzosa.

"Si..senti perché non la smettete di giocare a Romeo e Giulietta e vi mettete insieme?"

"Dam, ma che dici?! Non ci vediamo in quel modo!"

"Si.. come no"

Olga torna in salotto "Elena, vieni. Mr. Salvatore ti aspetta"

"Oh, ok...dunque.." faccio verso Caroline e Damon

"In bocca al lupo!" mi augura la bionda

"Crepi Care. E' stato un piacere, Damon"

Lui mi guarda per 5,02 secondi "Anche per me Elena. Spero di rivederti...assolutamente"

Beh, anche io..ma adesso vediamo se la mia nuova vita può iniziare davvero. Sorrido a Damon, e seguo Olga lungo il corridoio.

 

  
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