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Autore: ClaireTheSnitch    10/11/2014    6 recensioni
So love the one you hold
And I will be your goal
To have and to hold
A lover of the lights

Anno 1978.
Questa è una storia di sbronze, lacrime e denti stretti.
Ah, dimenticavo. È anche una storia d'amore.
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Regulus Black, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: Remus/Sirius
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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I’d be yours if you’d be mine
 
I had done wrong
You build your tower
But call me home
And I will build a throne

And wash my eyes out never again
Mumford & Sons - Lover of the light




Sirius vuotò il bicchiere in un secondo.
La gola bruciava, lo stomaco ancor peggio, ma niente gli avrebbe impedito di riempirsene un altro e di ubriacarsi così, seduto alla Testa di Porco, per amor di solitudine.
Amore.
Una parola abusata, sporca. Per Sirius l’amore era un cancro nei visceri, le mani strette a pugno, gli occhi chiusi per trattenere le lacrime. Era come avere la bocca piena di sabbia e di tempo andato a male.
Con la testa tra le mani, si sentì troppo vecchio per i suoi diciassette anni.
E tuttavia, persino più giovane di lui, Regulus aveva già scelto. Sirius lo immaginava scomparire dietro un mantello nero, una maschera di fumo, dietro quelle parole con cui era stato nutrito fin dall’infanzia a Grimmauld Place.
-Purosangue, Sirius. Sei un Purosangue. Dovresti combattere con me.
 
Sirius aveva insegnato a Regulus i suoi primi scherzi. Gli aveva spiegato che, per riuscire a stupire tutti, la prima caratteristica di uno scherzo doveva essere l’imprevedibilità.
Suo fratello l’aveva guardato, con il viso paffuto un po’ corrucciato, e aveva sentenziato: -Tutti si aspettano uno scherzo da te, sempre. Ci hai esasperati.
Con un sorriso smagliante e beffardo, Sirius gli aveva dato uno scappellotto. –Esattamente quello che voglio per la nostra vecchia mamma.
Regulus aveva riso, poco convinto. –Non sei imprevedibile.
 
Quasi sette anni dopo, Sirius avrebbe voluto rispondergli che nemmeno lui lo era. Nemmeno lui.
Sapevano entrambi – da sempre, forse – che si sarebbero persi.
Quant’è difficile trovare una via d’uscita?
Quant’è difficile sapere dov’è?
Sirius finì un altro bicchiere e gli sfuggì una risata ubriaca. Tra le mani stringeva la Mappa del Malandrino – James si allenava sul campo da Quidditch, Peter ripassava in biblioteca, Remus passeggiava nel parco accanto al lago.
Cercò con gli occhi il nome di suo fratello: Regulus era nel suo dormitorio, circondato da cartigli che non avrebbe mai voluto leggere.
E, all’improvviso, Remus sparì dalla pergamena.
 
Quindici minuti dopo, Sirius era così sbronzo che non si accorse del fruscio di un mantello posato accanto al suo, né delle mani che allontanarono la bottiglia di Whisky dal tavolo.
La voce di Remus era un’eco lontana.
-Sirius. Sirius. Quanto hai bevuto?
-Moony.
-Riesci ad alzarti?
-Se mi alzo, vomito, e se resto qui...
-…svieni. Sì, lo so come funziona. Non puoi passare dal portone d’ingresso in questo stato.
Remus sapeva che quel finesettimana erano autorizzati a visitare Hogsmeade, ma dubitava che l’autorizzazione comprendesse una sbronza epica e una bella pozza di vomito ai piedi di Gazza.
Sfilò la Mappa del Malandrino dalle dita di Sirius – ah, quelle mani – e controllò che il passaggio attraverso Mielandia fosse libero. Avevano ancora mezz’ora prima che il negozio chiudesse.
Si avvicinò a Sirius, e sotto l’odore di alcool riuscì ancora a sentire il suo profumo. Inspirò profondamente e lo sollevò per le ascelle.
Porca puttana, Sirius. Avresti potuto parlarne con me.
Remus era stanco – erano passati solo due giorni dall’ultimo plenilunio – ma cercò di concentrare tutte le sue energie sulle braccia che reggevano Sirius. Lui barcollò.
-Il bagno. Remus. Bagno! Bagno…
Sotto gli occhi imperturbabili dell’oste, Remus lo trascinò in bagno e gli tenne la testa mentre vomitava, poi con un Aguamenti gli ripulì il viso e la bocca. Mentre era scosso dai brividi e madido di sudore, Sirius scoppiò a piangere tra i denti.
Remus dovette affondare la testa nella manica della giacca per non mostrargli che stava piangendo anche lui.
 
Riuscirono ad infilarsi nello scantinato di Mielandia sfruttando un improvviso viavai di clienti.
Sirius puzzava ancora, ma era tornato lucido dopo aver buttato fuori anche l’anima.
-Quel piccolo bastardo ingrato.
-Avanti. Credo che neppure lui capisca cosa stia facendo.
-Rispondi a questa domanda, Moony.- Sirius si fermò all’improvviso, nel cunicolo fangoso, rannicchiato come una talpa. –L’anno scorso, a sedici anni, ero incapace di intendere e di volere? Ho mai pensato che sarebbe stato forte unirmi a Tu-Sai-Chi per avere qualcosa da fare il pomeriggio?
-No.
-Esatto. Quindi Regulus è un emerito deficiente.
-Io… capisco. Cioè, non capisco. Però ci provo. Insomma…- Remus fermò i balbettii. –Mi dispiace, Sirius.
Lui sorrise, con quel ghigno che sapeva di notte e stelle. –Ah, Moony, Moony. Sei adorabile quando t’impappini.
Lo fissò negli occhi. Sirius si domandava chi altro l’avrebbe ripescato da un sordido pub per poi guardarlo vomitare e piangere, e poi si sarebbe trascinato sulle ginocchia attraverso un tunnel illegale.
Per che cosa, poi?
Sirius aveva una certa idea del perché.
Amore, probabilmente.
Una parola temibile e, sì, ancora sporca – ma di fango sotto le dita, Whisky Incendiario e sudiciume di un magazzino.
-Dai, sbrighiamoci, mi sto gelando le chiappe.- Remus fece per proseguire, ma Sirius lo bloccò.
-Ti ho visto piangere.
-Ah.
-Ah?
-Cazzo.
La risata di Sirius fu un ruggito nel cunicolo buio. –Non essere volgare. Quello spetta a me.
Lo afferrò per il bavero e lo avvicino a sé. Profumava di caldo e tè al limone, e indossava quella sua bellissima espressione interdetta. Affondò il viso nel suo collo, mentre le mani di Remus gli si arrampicavano tra i capelli.
-Grazie, Remus.
-E perché? Difendo solo la mia proprietà.
-Non sei tu quello spiritoso.
-E cosa sono, dato che non posso far niente?
-Quello che si fa baciare.
Sirius strinse il viso di Moony tra le mani e sfiorò quelle labbra con le proprie.
-Tu sei mio. – soffiò Remus, prima di baciarlo un po’ meglio.
Non c’è tempo per respirare, o per piangere.
 
So love the one you hold
And I'll be your goal
To have and to hold

A lover of the lights

 











 



Buonasera a tutti, signori miei.
Questa (ennesima) wolfstar è ambientata nel 1978, l'ultimo anno ad Hogwarts dei Malandrini. Ho immaginato che Sirius avesse appena scoperto che Regulus si era definitivamente alleato con i Mangiamorte.
Ho subito pensato - nel mio canon personale - che Remus avrebbe fatto qualunque cosa per aiutarlo. Ed ecco qui, solo un breve episodio.
Spero vi sia piaciuto!

Un abbraccio a tutti (un parere è sempre gradito!).
Claire.

 
   
 
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