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Autore: Alohomora__    10/11/2014    5 recensioni
[Remus/Emmeline]
Remus arrossì e spalancò gli occhi. Poi fece la cosa più naturale del mondo e la baciò.
[James/Lily]
- Sono Lily Evans, Merlino! Non un’ochetta del James Potter Fan Club!
Si passò una mano tra i capelli, stanca.
Aveva paura. Paura di ciò che provava. Paura che l’odio che diceva di aver sempre avuto nei confronti di James si fosse trasformato in qualcos’altro.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emmeline Vance, James Potter, Lily Evans, Remus Lupin | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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A Mary, che è stata tutto il pomeriggio a sentirmi sclerare.
A Sara, che con la sua storia mi ha fatto tornare la voglia di scrivere.
Al gruppo di pazze su FB, perchè ormai siete dentro di me.
Grazie, davvero.






Remus Lupin era in infermeria, relegato su un letto per la luna piena. Steso lì sopra guardava il soffitto, notando ogni sua strana macchia. Chiuse gli occhi e vi si poggiò due dita, sospirando. Pochi mesi e sarebbe cambiato tutto, sarebbero cresciuti tutti, per forza, per riuscire a sopravvivere. Scosse la testa. Non ci sarebbe stato più tempo per gli scherzi, per le malandrinate, le feste – non approvate – in Sala Comune e lui, sicuramente, sarebbe rimasto solo. Solo con la sua malattia, solo con i suoi mostri, solo con se stess-
- Remus!
Sobbalzò e spalancò gli occhi, sorpreso.
- E…Emmeline, ciao! Cosa ci fai qui?
Lei arrossì, sorrise e gli allungò una tavoletta di cioccolata.
- La miglior cioccolata di Hogwarts, signore.
Remus si mise a sedere, soffocando una smorfia e allungando le mani come un bambino.
- Oh Emm… Se non fossimo ad Hogwarts  ti sposerei!
Lei diventò – per quanto possibile – ancora più rossa, e lui si rese conto di ciò che aveva appena detto.
- C…cioè, volevo dire, ecco… Grazie Emmeline.
Lei annuì, sorrise, si alzò e salutò. Si girò, e cominciò a camminare verso l’uscita. Remus pensò che era stato uno stupido, e che quello fosse il più bel sorriso del mondo. Stava per ributtarsi sul letto con la tavoletta stretta al petto, quando notò che il suo angelo si era fermato e stava tornando indietro. Emmeline era completamente viola quando si avvicinò al letto di Remus. Sembrava che avesse una battaglia interiore e lui potè giurare di sentire gli ingranaggi del cervello di lei girare come forsennati.
- Remus… Ecco…
Sospirò, chiuse gli occhi e annuì a se stessa. Fulminea si fece vicinissima al suo viso, tanto che poteva vedere le pagliuzze verdi dei suoi bellissimi occhi, e gli soffiò sulle labbra.
- Forse per il matrimonio è un po’ presto, ma sappi che la risposta sarebbe stata sì, ora e sempre.
Remus arrossì e spalancò gli occhi. Poi fece la cosa più naturale del mondo e la baciò. La baciò e mise in quel bacio tutto l’amore che provava per quella ragazza, lasciando andare la cioccolata e circondandole il viso con le mani. L’assaggiò e così fece lei, e scoprì che sapeva esattamente della cosa che amava di più. La migliore cioccolata che avesse mai mangiato. Fece scorrere una mano tra i suoi lunghi capelli biondi, e lei gli circondò il collo con le braccia.
Dopotutto, forse non sarebbe stato poi così solo.

 

* * *

 

Scricchiolii sinistri annunciarono l’ingresso di qualcuno nella stanza. Lily Evans camminava piano, setacciando il ripostiglio con lo sguardo e avvicinandosi cauta alla grande cosa coperta da un telo. Quella notte era andata in giro per il castello da sola, in esplorazione, per imprimersi bene nella memoria tutto quanto e adesso, quasi all’alba, era entrata lì, in quella stanza polverosa. Era l’ultimo anno, poi sarebbe cambiato tutto.
Lily era coraggiosa. Era una Grifondoro, dopotutto. Solo che dopo la morte dei genitori, l’ennesimo tentativo di conversazione fallito con Petunia, le faccende dell’Ordine, la malattia di Remus, la guerra le pareva la cosa più inutile del mondo. Era riuscita ad uscire dal baratro di disperazione in cui era caduta solo grazie – le costava ammetterlo – a James. Sorrise involontariamente, ripensando a quel groviglio di capelli neri dove avrebbe volentieri passato una mano, a quegli occhi da cerbiatto caldi e confortevoli, alle sue braccia muscolose strette intorno a lei, scossa da singhiozzi. Si diede della stupida.
- Sono Lily Evans, Merlino! Non un’ochetta del James Potter Fan Club!
Si passò una mano tra i capelli, stanca. 
Aveva paura. Paura di ciò che provava. Paura che l’odio che diceva di aver sempre avuto nei confronti di James si fosse trasformato in qualcos’altro.
Un ululato. Spalancò gli occhi, correndo alla finestra e dandosi della stupida. Quella notte i malandrini avevano rischiato per la milionesima volta la vita e lei non aveva neanche salutato James. Ma cosa diavolo vai a pensare? Scosse la testa, e con la coda dell’occhio notò di nuovo il misterioso oggetto. Si avvicinò, cauta, e tolse il telo che lo copriva. Si ritrovò davanti un bellissimo specchio.
- Lumos.
Con la bacchetta illuminò le scritte che aveva notato proprio sotto la cornice. “Emarb eutel amosi vout linon ortsom” rilesse la frase più e più volte, tentando di capirne il senso. Scosse la testa, sconfitta, e si guardò. Due nanosecondi dopo sussultò e si girò, allarmata. Nessuno. Tornò a guardarsi, stupita. 
James Potter la guardava sorridendo, con in bella vista la fossetta che le piaceva tanto. La prendeva, circondandole la vita con un braccio e la baciava, gentile, accarezzandole il viso con una mano. Poco dopo, lei e James tenevano un bambino. Il suo bambino.
- E’ James…

Fece un passo indietro e rilesse la scritta, capendone finalmente il senso. “Mostro non il tuo viso, ma le tue brame”.
Spalancò gli occhi, sorpresa. Ecco l’ultimo tassello del puzzle che aveva cominciato a formarsi nella sua testa già da Natale, con quel regalo che – dopo anni – aveva finalmente ricambiato; a Capodanno, che avevano passato tutti insieme e che le aveva aperto un po’ gli occhi. Tutte quelle piccole cose – le ronde, il segreto di Remus, degli Animagus, il suo modo di calmare le persone, come riusciva a tirarti fuori dalla disperazione solo parlandoti un po’, come aveva tirato lei fuori dalla depressione – che avevano pian piano accresciuto quel sentimento che ormai, lo sapeva, non poteva più nascondere. Diede un altro sguardo all’immagine dello specchio, ma non rilesse la frase. Non le serviva. Spense la bacchetta e corse via, senza neanche curarsi di chiudere la porta. Correva verso la torre di Grinfondoro, ansimando.
- Miss Evans, cosa fa in giro a quest’ora? Oggi non sono di ronda Tassorosso e Serpeverde?
Sussultò sorpresa.
- Sì, professor Lumacorno, mi scusi.
Lui scosse la testa sorridendo.
- Ah, miss Evans. Non toglierò punti alla sua casa, però… Deve promettermi che alla prossima festa del Lumaclub ci sarà.
Sospirò, sollevata.
- Prometto, professore. Buonanotte.
Riprese a correre a perdifiato.

 

Arrivò davanti alla Signora grassa, sussurrò la parola d’ordine ed entrò. E lui era lì, sulle scale del dormitorio, il Mantello in mano e Sirius e Peter affianco.
- James.
Lui si girò, sorpreso.
- Lily… Ma cosa?!
- James…
Lui la guardò, le guance arrossate e gli occhi lucidi.
- Pad, Worm, andate. Vi raggiungo.
Rimasero soli, e lui le si avvicinò.
- Lily, cosa c’è?
- Ho visto una cosa, James. Ho visto una cosa in uno specchio.
Lui sorrise, capendola al volo.
- Hai scoperto lo specchio delle brame, non è così?
Lei annuì. Si avvicinò di più a lui, che la guardò sorpreso.
- Ho visto una cosa bellissima, James. E non credevo che avrei mai detto una cosa del genere.
Lui si avvicinò ancora, cauto.
- Cosa hai visto in quello specchio, Lily?
Lei lo guardò, bellissimo, con gli occhi spalancati e le labbra socchiuse.
- Ho visto te, James. Ho visto te.
Lui sussultò e la guardò come se la vedesse per la prima volta. E, come la prima volta, se ne innamorò.
- Tu mi stupisci, Lily Evans.
Lei sorrise e continuò a guardarlo.
Lui, dopo aver aspettato sette anni, decise di aver aspettato abbastanza, e allora la baciò.
E rimasero lì, due anime legate nella penombra della Sala Comune.
La baciò, si baciarono.

  
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