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Autore: erik3090    10/11/2014    1 recensioni
Questa opera è basata sull'universo di Star Wars ma con una differenza.
Vi faccio una domanda: E se la galassia lontana lontana non fosse poi così lontana nello spazio, ma piuttosto distante nel tempo?
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza
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Schivate alcune navette, deviammo verso il pianeta, anch'esso ricoperto da una immensa città. Rimasi inchiodato al sedile stringendo con tutte le mie forze le cinghie non allacciate e con gli occhi chiusi.

Dopo qualche minuto sentii uno scossone, di nuovo due bip seguiti da un'altro più acuto, il vetro si aprì e il motore aveva quasi smesso di funzionare.

- Scendi adesso! - fece Sania.

Ero ancora sconvolto, non mossi un muscolo. Mal d'aria e navette spaziali, bruttissima combinazione.

- Allora ti muovi o no? - continuò lei.

La guardai, lasciai lentamente andare le cinture e con lo stesso ritmo scesi la scaletta. Appena toccato terra mi accasciai e appoggiai la testa a terra.

"Terra ferma! Superficie solida!" pensai.

Quando alzai la testa vidi Sania con un'espressione irritata - Muovi il culo, mezza sega! - mi ordinò, poi si girò continuando a camminare.

Mi guardai attorno, in quel momento capii di essere osservato e deriso da un numero imprecisato di razze umanoidi. Sania stava già salendo le scale di un edificio enorme.

- Aspetta, non lasciarmi qui da solo! - mi alzai di scatto e corsi per raggiungerla.

L'edificio era semplice, una piramide troncata a metà posizionato sopra un basamento rettangolare dove si trovava l'enorme portone. Sopra la piramide si ergevano cinque enormi colonne.

Passammo il portone principale, poi un enorme giardino che stranamente mi rilassò, e infine una stanza piena di bambini di varie razze impegnati ad allenarsi.

- Bentornata senpai Sania! - fece una ragazzina, aveva la pelle rossa con due piccole corna bianche con strisce nere sulla testa e tre piccole code dello stesso colore delle corna che le scendevano come capelli dal capo, due davanti e una dietro.

- Salve Mahsimi! Ti ringrazio per il benvenuto, ma è irrispettoso conversare con qualcun'altro mentre il Maestro fa lezione. Per punizione dovrai meditare dopo le altre attività! -  le sue parole erano dure ma la sua voce era dolce, quasi materna. - Sì, capisco senpai! - Mahsimi fece un inchino e tornò al suo posto.

- Quindi anche tu sai essere dolce dopotutto! - sbottai.

- Piantala, e continua a seguirmi. - ordinò seccata.

- Aspetta, spiegami prima una cosa, come faccio a capire che stanno dicendo tutti? E non dirmi che parlano tutti l'inglese perché sarebbe una stronzata! - chiesi senza muovermi di un passo.

- Traduttore universale! Tu parli e gli altri ti capiscono come se parlassi la loro lingua. Ce l'abbiamo da sempre quindi non chiedermi dov'è o come funziona, perché non lo so. So solo che nel tuo sistema solare non c'è e che abbiamo dovuto usarne uno portatile installato sulla navetta. Altre domande stupide? - ritornò scontrosa come sempre.

- Una, dove stiamo andando esattamente? - chiesi ancora.

- Al Gran Consiglio! Adesso muoviti! - ordinò ancora.

Passammo attraverso quella che sembrava una biblioteca e arrivammo ad un ascensore. Salimmo fino all'ultimo piano, dove c'era un enorme sala completamente vuota tranne che per una finestra e una modesta porta. Guardai fuori dalla finestra, il paesaggio era impressionante: una città che ricopriva l'intero pianeta, l'orizzonte era grigio per via degli edifici.

- Di qua! - fece per l'ennesima volta Sania.

La porta si aprì rivelando un'altra stanza, più modesta con dodici poltrone sulla quale erano seduti altrettanti individui che cominciarono a scrutarmi.

"Ma che hanno da guardarmi in quel modo?" 

- Questo umano ha impugnato una lama nera, e a quanto pare la sa usare molto bene, anche se personalmente credo che sia stata solo fortuna. - spiegò lei.

- E il maestro Kapa? - chiese uno con l'aspetto simile a quello di Kapa.

- Caduto, aveva intrapreso la Via Oscura, Maestro Kirioth! - rispose lei con un inchino.

- Capisco, hai combattuto con onore, lui era molto forte! - fece un inchino.

- A dire il vero è stato l'umano a batterlo, io ho solo messo fine alle sue sofferenze! - convenne Sania.

Il leone mi guardò ancora, sembrava pieno di disprezzo.

- Quindi sei stato tu, bene! Ora decideremo se sei idoneo a far parte del nostro ordine. - fece un'altro, era un uomo vecchio con la pelle blu e i segni di mille battaglie sul volto, ma ancora sembrava scaltro, e qualcosa nei suoi occhi mi diceva che se avessi reagito con aggressività nessuna abilità mi avrebbe salvato.

  
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