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Autore: marty0029    10/11/2014    3 recensioni
Gloria Perri, una ventitreenne che si trasferisce a New York dall'Italia. Una ragazza insicura che riesce a ritrovare un po' di sicurezza grazie all'amica Candice. Una ragazza con dei problemi dovuti ad un passato insistente e pesante. Una ragazza che senza saperlo diventerà un ossessione per Lui.
Bradley Lays, multimiliardario di fama mondiale. Possiede un attico nell'Upper East Side e un casinò a Las Vegas. Un uomo abituato a mantenere il controllo su tutto quello che lo circonda. Un uomo che tutti definiscono "Bello e Impossibile". Un uomo a cui difficilmente si può dire di no.
Questa è la storia di un amore avvolgente.
Un amore carnale, che porterà la nostra protagonista a sconvolgere completamente quello che conosceva prima di Lui.
Una storia che farà innamorare.
Diciamocelo ragazze... Ognuna di noi vorrebbe un Mr. Lays nella sua vita!
TRAILER--> https://www.youtube.com/watch?v=ktJsJKZ8aWE&list=UUSS-sqmw6wGG1nnmHxz2gDw
Genere: Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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3) Job for you







-sembra proprio che tu abbia fatto colpo su qualcuno ieri sera alla festa sai? Un certo ragazzo non smetteva di parlare di te! Per certi versi era anche una noia!- mi disse la mia migliore amica finendo il suo thè ai frutti rossi e buttando il cartone nel bidone accanto a noi.


Ascoltai distrattamente Candice mentre sorseggiavo un frappuccino al caramello. Oziosamente mi chiedevo se si trattasse di Mr. Lays, anche se sapevo perfettamente che Candy si stava riferendo a Tyron dal momento che mi aveva invitato ad uscire ieri dopo la festa in cui servivamo.
Alzai gli occhi al cielo rivendendo la faccia delusa di quel ragazzo davanti al mio rifiuto. Dopo tutto quello che era successo ieri, non ne avevo proprio voglia di uscire con qualcuno. Forse l’avevo liquidato troppo velocemente e troppo malamente, ma non volevo che si creassero false speranze.
Perchè mai nella mia mente era passata l’immagine di quell’uomo così dannatamente bello ma così impossibile? Mi tornarono alla mente le parole che aveva usato Kelly per descriverlo. “bello e impossibile” decisamente era la descrizione perfetta per racchiudere il mondo di Bradley Lays.
Presi un nuovo sorso del mio cocktail calorico e continuai a girare per le strade del mercatino che ogni domenica popolava la sesta strada.
l’avevamo scoperto circa sei mesi fa, e da allora non abbiamo mai saltato una domenica. Quel luogo mi riportava indietro con la memoria. Bancarelle di sciarpe, scarpe, vestiti, gioielli. Sembrava uscito da un film degli anni ottanta.
Guardai al lato dove un banco stava preparando delle pannocchie da mangiare arrostite li per li. Non ero una particolare amante della verdura, ma avevo promesso a me stessa che una di queste domenica avrei provato a mangiarne una.
Voltai lo sguardo verso una bancarella di occhiali da sole e mi soffermai su un modello che avevo visto sui giornali. Quel modello l’aveva riproposto Prada un paio di anni fa, ma dubito fortemente che l’occhiale che avevo in mano, dal valore di quindici dollari, potesse avere a che fare con quella marca.
Mi avvicinai e passai il bicchiere a Candice per potermeli provare. Erano neri e abbastanza grandi da coprirmi gli occhi fino a metà guance. Le asticelle erano massicce, con un motivo a intreccio che partiva dalla fine delle lente, a tutta la lunghezza delle aste. Erano carinissimi e per un momento, mi fecero smettere di pensare a tutto quello che era successo la sera prima. Mi guardai allo specchio che la ragazza del banco mi aveva passato e la ringraziai con un sorriso.


-ti stanno bene!- mi disse Candy bevendo un sorso del mio frappuccino.


Sorrisi alla ragazza che stava venendo verso di me e senza pensarci li comprai. Avevo bisogno di un nuovo paio di occhiali, il mio vecchio paio che avevo comprato in Italia mi stava lentamente abbandonando e nonostante ci fossi particolarmente affezionata, sapevo che avevano le ore contante, e adesso che avevo guadagnato seicento dollari, potevo spenderne quindici per un piccolo capriccio.


-ecco a te!- mi disse la proprietaria del banco mentre mi porgeva una bustina con dentro il mio acquisto.


Alzai le spalle e scartandoli dalla plastica che li avvolgeva, me li misi indosso continuando a camminare affiancata dalla mia migliore amica che mi seguiva. Mi aveva ridato il mio frappuccino e avevo ripreso a berlo con avidità. Adoravo quel sapore. In Italia non esisteva Starbucks e questo era un vero e proprio oltraggio. Adoravo girovagare per il mercatino della domenica. Era un nostro rituale che mi rendeva felice.
Felice.
Era da ieri che non riuscivo a togliermi dalla testa Bradley Lays. Era da ieri che pensavo al suo viso e stanotte avevo addirittura sognato di farci del sano sesso. Stavo cambiando senza che me ne potessi nemmeno rendere conto. Non ero mai stata così. Non mi ero mai comportata da allupata come adesso. Che cavolo avevo di sbagliato?
Avevo sognato le labbra di Mr. Lays che mi percorrevano il seno e quella barba leggermente accennata mi faceva il solletico, aumentando però la mia eccitazione a dismisura.
Oh porca di quella vacca Gloria smettila.


-perchè non provi a dargli una possibilità?- mi domandò Candice distogliendomi dai miei pensieri poco puri su quell’uomo che lei indirettamente mi aveva fatto conoscere.


Alzai gli occhi al cielo. Che palle.
Avevo già brillantemente declinato l’invito a cena di Tyron con una scusa inventata sul momento e adesso dovevo renderne conto anche a Candice. Perchè tutto il mondo mi voleva vedere accasata? Che cazzo di problemi c’erano se me ne stavo sola per un po'?
La guardai sollevando gli occhiali nuovi. Ero certa che la mia occhiata valesse più di mille parole, ma evidentemente voleva sentirmelo uscire dalla bocca.


-non mi interessa Tyron Candy! Non l’ho spiegato a lui e non lo spiegherò nemmeno a te, anche se il motivo credo sia abbastanza evidente!- conclusi continuando a camminare.


Vidi Candice fermarsi e puntare ad una bancarella di sciarpe, così la seguì, stranita dal fatto che avesse concluso così velocemente un discorso. Strano. Per una come lei, abituata ad avere l’ultima parola, è molto strano.
Questo lato del suo carattere era davvero strano. Sembrava che fosse perfetta e accondiscendente con tutti, ma in realtà era lei quello che comandava, lei quella che finiva un dibattito.
Guardai svogliatamente quelle sciarpe finchè una non catturò la mia attenzione. Era azzurra. Dannatamente azzurra da ricordarmi gli occhi di quell’uomo. Quella sfumatura era quasi impossibile che fosse naturale. Quegli occhi mi davano il tormento da ore. Pensai a quando me li ritrovai davanti, con lui, stretto nel suo completo di alta sartoria che mi guardava dal suo svettante metro e novanta abbondante.
Merda. Non potevo nemmeno fare un giro in centro senza che tutto mi ricordasse di lui. Fottuto miliardario del cazzo. Giuro che se lo trovo lo arroto.
Mi passai una mano tra i capelli e distolsi velocemente lo sguardo da quella sciarpa. Ci mancava solo che Candy capisse il motivo di quello che mi stava succedendo.
Il mio subconscio mi stava giocando brutti scherzi. Continuavo a ripetermi che non avevo accettato l’invito di Tyron perchè volevo godermi la mia vita da single nella Grande Mela, ma la verità era un altra. Il vero motivo che mi aveva spinto a declinare l’invito del bel cameriere era Lui. Non potevo uscire con qualcuno quando nella mia mente governava sovrano Mr. Lays. Lo conoscevo da un giorno e già mi sentivo come se non fossi più padrona di nulla nella mia vita.
Ero certa che nella remota ipotesi che Lui mi contattasse e mi chiedesse di uscire, non avrei fatto fatica a cedere come una pera cotta. Stava diventando padrone della mia mente e la cosa peggiore era che non sapevo se l’avrei mai rivisto.


-che ne pensi di quel colore?- mi domandò la mia migliore amica prendendo proprio la sciarpa che aveva catturato la mia attenzione.


Scossi la testa, forse anche troppo energicamente dal momento che Candice mi guardò alzando un sopracciglio sorpresa da tanta energia. Non volevo che comprasse qualcosa che mi potesse poi ricordare Bradley. Dovevo togliermelo dalla testa il più velocemente possibile e di certo non mi avrebbe aiutata avere Candy ricoperta da una sciarpa che mi ricordava il suo colore degli occhi.
Quando Candice fa un acquisto lo porta per le lunghe e certamente i miei occhi si sarebbero posati su quella sciarpa per più di un mese intero. Non potevo lasciare che accadesse. Avevo un briciolo di amor proprio anche io.


-meglio quella rossa!- dissi velocemente indicando con l’indice una sciarpa deliziosa rossa che speravo convincesse la mia migliore amica.


Lei sembrò credermi sulla parola e per mia fortuna posò la sciarpa incriminata e si mise quella rossa al collo. Decisamente le stava molto meglio. Le bionde stanno bene con il rosso. E poi, sinceramente, Candy stava dannatamente bene con tutto quello che si metteva addosso.
La vidi estrarre il portafoglio e dopo aver pagato il suo acquisto, ricominciammo a camminare senza una meta precisa. Questo era il bello del mercatino della domenica sulla sesta strada.


-comunque Tyron è rimasto colpito da te! Mi ha chiamato stamattina Valerie dicendo che ormai tutto il cast del catering ti odia perchè quel cretino non ha fatto altro che parlare di te al ritorno! A proposito perchè non sei tornata con gli altri nel pulmino?- mi domandò guardandomi attentamente negli occhi ben nascosti dal mio nuovo paio di occhiali da sole.


Alzai le spalle finendo il frappuccino e scekerando il ghiaccio in fondo per riuscire a prendere anche l’ultima goccia di quel nettare che tanto mi piaceva. Perchè non sono tornata a casa con il resto del gruppo del catering? Già, perchè?
Avevo bisogno e necessità di stare da sola e il taxi che avevo preso all’uscita dell’Empire State Building mi aveva dato tutto quello di cui avevo bisogno in quel momento. Non potevo spiegare a Candice che in realtà ero scappata da quel posto per paura di poter incontrare nuovamente quel paio di occhi che erano diventati la mia dannazione.
Era la prima volta che mi sentivo di non poter raccontare liberamente qualcosa a Candice. Lei sapeva vita, morte e miracoli della mia vita. Conosceva il mio passato, i miei genitori opprimenti, il mio primo e unico ragazzo. Tutto. Ma sentivo che questa cosa non potevo dirgliela. Perchè? Per quale motivo dovevo chiudermi in questo mutismo? Lei non mi avrebbe giudicato di certo. Era la mia migliore amica.


-volevo stare sola e in pace! Ero davvero stanca e sapevo che tornando a casa in gruppo, tutto avrei fatto meno che riposarmi! Il taxi che ho preso è stato molto più silenzioso!- dissi nascondendo la bugia in una mezza verità.


Stava per replicare, quando il suono del suo cellulare risuonò per la sesta strada, attirando l’attenzione di parte dei passanti e dei turisti.
Questo era il suo capo. Mr. Helton aveva una suoneria tutta sua nel cellulare di quella pazza ragazza. Certe volte mi domandavo chi avesse fatto più del male per meritarsi chi.
Annuì alla sua muta richiesta di scuse e ne approfittai per tirare un sospiro di sollievo. Il terzo grado su Tyron e sulla serata di ieri rischiava di essere arrivato al capolinea fortunatamente.


-Mr. Helton!- esclamò efficiente la mia migliore amica rispondendo prontamente al cellulare con una voce professionale.


Sorrisi scuotendo la testa e pensando che io ai miei titolari davo del tu. Appena mi ero presentata al colloquio, il signor Fulton mi aveva praticamente ammazzato quando l’avevo salutato con il “lei”. Era un vecchietto, ma di mentalità probabilmente avremmo potuto essere coetanei. Sorrisi e riportai l’attenzione a Candy. Eravamo proprio appartenenti a due realtà completamente differenti.
Mi allontanai un secondo per buttare via il bicchiere di Starbucks che conteneva il mio ormai vecchio frappuccino e quando tornai da Candice, me la trovai tutta sorridente come una bambina nel giorno di Natale. Chissà che cosa gli stava dicendo quel vecchietto del suo capo.
Avevo già ricevuto il mio compenso per la serata che avevo svolto ieri, e una parte di me era esterrefatta. Con i miei titolari, sapevo che avrei dovuto aspettare minimo una decina di giorno per riscuotere un servizio, mentre il caro signor Helton mi aveva già pagato ancora prima che la serata finisse. Questo era senza ombra di dubbio la prova più evidente dei baratri che ci separavano.
Sapevo che era impossibile fare paragoni. Erano due mondi così completamente diversi che rendevano impossibile trovare qualcosa in comune. Non mi lamentavo del mio lavoro e dopo aver visto a cosa porta quello di Candice, sono fermamente convinta della mia scelta di lavoro al “Forno”.


-certo signore! È proprio qua davanti a me! Riferirò sicuramente! Arrivederci!- disse Candice chiudendo la comunicazione con il suo capo.


La guardai alzando un sopracciglio mentre rimetteva il cellulare nella borsetta. Sicuramente quel qualcosa aveva a che fare con me e dal momento che Candy non la smetteva di sorridere, una parte di me mi diceva che almeno era un qualcosa di bello. Avevo decisamente bisogno di qualcosa di bello che mi strappasse con le unghie e con i denti da quello che avevo passato ieri. Non volevo più pensare a Bradley Lays.
La continuai a guardare nell’attesa che finalmente si decisa a parlare, ma se ne stava zitta e muta, intenta a guardarmi con quel suo sorriso sornione sulla faccia. Oh Gesù mio aiutami.
Sembrava che tutto il mercatino intorno a noi si fosse fermato per permettere a quella peste della mia migliore amica che dirmi quello che le frullava in testa. Non riuscivo più a resistere alla curiosità, ma lei sembrava intenzionata a farmi morire. Chi la capisce è bravo.


-che succede?- domandai incapace di continuare a reggere il suo sguardo dannatamente felice e allegro.


-ti ho già detto che hai fatto colpo ieri sera?-


Sbuffai sonoramente e alzai il dito medio nella sua direzione. Mi aveva rotto le palle con questa storia di Tyron. Perchè voleva trovarmi un fidanzato in tutti i modi? Potevo benissimo stare da sola e godermi in pace la mia nuova vita nella mia favolosa nuova città. Dov’era il problema se stavo da sola?
Tyron non era il mio tipo e dopo tutta l’amicizia che ci lega, credevo che anche Candice se ne potesse rendere conto. Fanculo a quel ragazzo e anche alla mia migliore amica.
La vidi scoppiare a ridere come una scema in mezzo al mercatino e per un secondo mi guardai intorno vedendo le persone voltarsi per guardarci. Merda. Stavamo facendo la figura delle stupide in mezzo alla strada.
Adoravo troppo questo mercatino della domenica per poter permettere a Candy di rovinarmelo facendomi sbattere fuori. La guardai male e lei in tutta risposta alzò le spalle con fare di scuse.


-non mi stavo riferendo a Tyron io! Hai fatto colpo Ria, ma su un pesce ben più grosso!- mi disse ammiccando nella mia direzione.


Il mio cuore si fermò un istante e persi il respiro improvvisamente. Sicuramente mi stavo sbagliando su tutta la linea. Non era possibile che tra tutti Candy si riferisse proprio a lui, ma la mia mente non riusciva a smettere di vagare su quel corpo. Oh porca vacca, ecco che ricomincio.
Non era Lays. Non poteva essere lui. Forse Candice si riferiva a Thomas, il ragazzo che non portava la cravatta e che mi aveva seguito per buona parte della cena. Lui sicuramente non era ai livelli di Mr. Bradley Lays, ma per essere a quell’evento, sicuramente qualcosa lo possedeva.


-non capisco!-


-lo capirai! Sei stata convocata nell’ufficio del mio capo.. andiamo?- mi domandò facendo un passo in direzione dell’uscita del mercatino.


Sgranai gli occhi incredula da quello che mi aveva appena detto. Sarei dovuta andare dal suo capo? Adesso? Che cavolo stava succedendo?


**


Entrai nell'ufficio del capo di Candice. Mr. Helton era una specie di leggenda e il suo ufficio non era da meno. Era il classico uomo capace di metterti in soggezione.
l’ufficio era spazioso, con tanto di vetrata che dava sulla ottava strada. Chiunque avesse una minima esperienza nel campo della cucina e nel catering sapeva che quella era la zona migliore per creare un impero.
l’ottava strada era quella culinaria. Tutti i migliori ristoranti e le migliori aziende nel campo della ristorazione vivevano in questa strada.
L'uomo alzò lo sguardo dalla sua scrivania ordinatissima e lo puntò su di me e Candy che eravamo entrate. La mia migliore amica ovviamente aveva un sorriso raggiante, mentre io mi sentivo tanto un topolino in gabbia. Cosa dovevo aspettarmi da questo incontro? Candy non mi aveva detto assolutamente nulla e adesso stavo cominciando a sudare freddo.
Vidi Mr. Helton alzarsi dalla sedia e abbottonarsi la giacca che portava. Incontro troppo professionale per i miei gusti.
Se mi avesse offerto un posto nel suo team, probabilmente avrei rifiutato l'offerta. Sapevo che lavorando per lui avrei raddoppiato il mio compenso mensile, ma non potevo lasciare i signori Felton. Loro mi avevano aiutato quando nessuna in questa città sembrava farlo, e non me la sentivo di mandarli a quel paese.
Promemoria per me. Mai più provare affetto per i datori di lavoro. Affezionarsi così tanto non porta a niente di buono. Ricordatelo Gloria.


-Miss Perri ben arrivata. La stavo giusto aspettando!- mi disse facendomi segno di potermi accomodare nella poltroncina di pelle bianca che aveva davanti alla scrivania.


Lanciai uno sguardo indagatore a Candice che però in tutta risposta mi strinse una spalla con fare amichevole. Merda. Continuavo a sentirmi un topolino. Un minuscolo topolino in un mondo mille e mille volte più grande di lui.
Alzai lo sguardo verso l'uomo che adesso si rimetteva a sedere composto sulla sua sedia girevole in pelle. Non avevo mai avuto l'occasione di conoscere Mr. Helton dal vivo. Oddio ieri mi aveva staccato un bel l'assegno e questo faceva di lui la mia ancora di salvezza per questo mese, ma averlo davanti, faccia a faccia, mi dava un certo timore.


-puoi lasciarci soli adesso Candice! Grazie!- esclamò diretto alla mia migliore amica che professionalmente fece un sorriso.


Sbarrai gli occhi rendendomi conto che presto sarei rimasta sola e lanciai uno sguardo di puro terrore a Candy che mi fece un occhiolino senza farsi vedere dal suo capo. Mi si avvicinò e mi sorrise dolcemente accarezzandomi la testa. Oh no Candice non puoi lasciarmi così. Ti prego ti scongiuro non mi mollare proprio adesso.
Non sapevo nulla di quello che potevo aspettarmi. Non conoscevo il reale motivo di questo colloquio, e rimanere sola senza la mia migliore amica era una delle cose peggiori che mi potessero capitare.
Merda sono sola.
La porta dietro di me si chiuse e rimasi sola con quell'uomo.
Era un signore sulla sessantina, con capelli neri palesemente tinti e con qualche chilo in troppo. Il completo gessato grigio era immacolato, così come la camicia bianca che portava le sue iniziali sopra il taschino. La cravatta era grigio fumo e la teneva leggermente allentata. Sembrava che qualcosa turbasse quell’uomo. Dava l’idea che l’avesse allentata per un qualche problema sorto nel bel mezzo del suo giorno lavorativo.
Candy l'aveva sempre descritto come un bravissimo datore di lavoro, ma adesso che ero sola con lui, tutto quello che trovavo di piacevole era il silenzio che regnava in questa stanza. Avevo troppa paura di quello che mi avrebbe potuto dire.


-dunque Miss, immagino si stia domandando il motivo di questa riunione così improvvisa..- cominciò spaccando in due il silenzio che si era creato nella stanza.


Riunione?
Mi stava per caso trattando come una dipendente? Gli stava forse sfuggendo che non lavoravo per lui? Perchè mi stava parlando così?
Cercai di concentrarmi sul mio respiro, tentando di farlo tornare regolare. Avevo un leggero fiatone e sapevo che era dovuto al fatto che non sapevo quello che mi succedeva. Non capivo quello che mi passava intorno.


-riunione? Mi scusi Mr. Helton ma credo di non capire niente di quello che sta succedendo!- ammisi mentre mi torturavo le mani.


Mi sembrava di essere tornata a scuola durante le interrogazione di matematica. Ero sempre stata una frana in quella materia e quando venivo interrogata, mi torturavo le mani esattamente come facevo adesso.
Lo vidi sorridere mentre il suo sguardo si posava sulle mie mani. Arrossì come una bambina beccata con le mani nella marmellata, e sciolsi subito la presa. Adesso aveva tutta la mia più completa attenzione. Avevo bisogno di capire quello che stava succedendo.
Ogni qual volta che succede qualcosa che non potevo prevedere, che non ero in grado di capire, mi veniva su un ansia che avrebbe benissimo potuto farmi uscire di testa. Candice conosceva questo lato del mio carattere, eppure mi aveva lasciata in balia delle emozioni e del suo capo. Me l'avrebbe pagata con gli interessi questa carognata.


-vede miss. Perri, lei si trova qui, perché un mio cliente, il mio miglior cliente a dire la verità, ha espresso il desiderio di volerla come cameriera alla cena che si terrà domani nel suo appartamento nell’Upper Est Side!- mi disse senza troppi giri di parole.


Alzai un sopracciglio e sgranai gli occhi incredula a quello che mi era appena stato detto. Chi poteva essere il cliente importante a cui si riferiva? Nella mia mente un piccolo campanello di allarme si accendeva. Che fosse davvero Lays? Come può essere lui? E soprattutto come può aver espressamente chiesto di me? Io nemmeno ci lavoro per questa azienda. Sono la pecora nera di tutta questa situazione e adesso ero desiderata come cameriera da qualcuno che era al party di ieri sera.
Che magari non fosse Lays ma quel ragazzo strano che mi aveva fatto un complimento? Mi sembra che il suo nome fosse Thomas e una parte di me lo trovava anche carino. Era stato carino per il periodo in cui i miei occhi non si erano posati su quelli di Lays. Carino per poco più di mezz'ora, perché poi era arrivato lui. L'uomo più bello del mondo. L'uomo bello e impossibile che lasciava un segno del suo passaggio ovunque lui andasse.
Le donne avrebbero dato tutti i loro averi per poter passare nel suo letto e gli uomini avrebbero volentieri barattato il loro aspetto con quello di quell’Adone.
Ti prego, fai che si tratti del ragazzo anticonformista e non del multimiliardario. Ti prego fa che non sia Mr. Lays quello che mi vuole alla cena di domani sera.


-continuo a non capire Mr. Helton! Io non lavoro per la sua azienda! Potrà certamente mandare qualcuno di più qualificato per questo compito!- esclamai recuperando un briciolo di autocontrollo per far si che la mia voce non uscisse tremolante.


Lo vidi agitarsi sulla sedia e spostare la testa sulle mani chiuse a pugno sopra la scrivania. Qualcosa mi diceva che questa situazione era tanto nuova per me quanto per lui. Anche lui sembrava stranito da tutto questo.


-spiacente Miss , ma Mr. Lays mi ha chiesto espressamente di lei! Lei è Gloria Perri vero?- mi domandò dimostrando l'ovvio.


Annuì lentamente, cercando una qualunque scusa per defilarmi da quella spiacevole situazione. Avevo fatto centro allora. Il nome di quell’uomo era li, in mezzo a quella frase e io mi sentivo un pesce fuor d’acqua. Mr. Lays ha chiesto espressamente di me. Vuole me.
Ancora ricordo il suono del mio nome uscire da quelle sue labbra così dannatamente perfette. Ricordo con precisione i suoi capelli, leggermente scompigliati che gli incorniciavano quegli occhi di quel colore innaturale da chiedermi se si trattassero di lenti a contatto.
Blu.
Blu cobalto.
Quell’uomo sarebbe diventato la mia dannazione eterna e non potevo lasciare che questo accadesse. Non volevo andare a servire a quella cena. Il mio sesto senso mi diceva di scappare a gambe levate da quel l'ufficio, e sapevo che dovevo dargli ascolto.


-la prego di ascoltare bene quello che le voglio dire Miss! Sono certo che alla fine saremo soddisfatti in due mi creda!- disse poggiando entrambi i gomiti sulla scrivania e scrutandomi con quei suoi occhietti piccoli.


Alzai gli occhi puntandoli contro quelli di quel signore che mi sembrava completamente pazzo per farmi una richiesta del genere. Sapevo che dietro la cena che dovevo servire ci sarebbe stato un compenso, sicuramente sarebbe stata una cifra che mi avrebbe fatto molto comodo, ma non riuscivo proprio a smettere di pensare che nessuna cifra può compensare la mia salute mentale.
Sapere che Mr. Lays mi voleva a servire a quella cena era un duro colpo per me e per il mio cervello poco stabile. Se fossi ancora in cura dallo strizzacervelli in Italia, l’avrei già chiamato per prendere un fottuto appuntamento.


-Mr. Lays le offre tremila dollari per il suo lavoro! Tremila a lei e tremila a me per averla contattata!- esclamò facendo un sorriso che non si curò nemmeno di nascondere.


Quest’uomo mi vedeva per caso come una gallina dalle uova d’oro? Credeva di poter fare bellamente come gli pareva con i miei sentimenti e con il lavoro? Aveva visto di poter trarre un profitto ed eccomi qua. Seduta sopra questa odiosa poltroncina dannatamente comoda e candida da portarmi a detestarla ancora di più.
Ok.
Perfetto.
Cazzo.
Tremila dollari.
Più di quanto potrò mai sognarmi di vedere tutti insieme. Così tanti soldi per una sera, mi fanno quasi sembrare una prostituta. Forse il signor Lays non ha ben capito con chi ha a che fare. Porca vacca mica sono Julia Roberts in Pretty Woman.
Questo pensiero mi fa venire un coniato di vomito che però rimando giù immediatamente. Non posso permettermi di vomitare adesso, ma sono più che certa che una volta raggiunto il mio appartamento, sarà una delle prime cose che farò.
Non posso offrirmi ad un servizio, per giunta per un datore di lavoro che nemmeno è mio. Non posso farlo e non lo voglio fare.


-spiacente Mr. Helton ma non posso servire alla cena del signor Lays domani!- esclamai alzandomi dalla poltroncina velocemente.


Il vecchietto spalancò gli occhi incredulo davanti a quella che era stata la mia risposta e si affrettò ad alzarsi a sua volta per rincorrermi. Si vedeva lontano un miglio che aveva paura di ritrovarsi senza soldi e probabilmente anche senza il suo cliente più importante, come l’aveva descritto lui poco fa.
Un po' mi faceva pena questo uomo. Vedeva tutto sfumarsi per colpa di un mio rifiuto. Se non mi avesse “consegnato”, tra le braccia di Bradley Lays, sicuramente lui non avrebbe più voluto saperne niente della sua società. Sicuramente avrebbe perso una bella fetta di mercato e sicuramente Candice ci avrebbe rimesso il posto in quanto migliore amica della causa di tutto. Io.


-Miss..- tentò cercando di farmi ragionare.


-no niente Miss! Io non posso andare a quella cena domani! Mi dispiace metterla in questa situazione! Non lavoro per lei ed era questo che avrebbe dovuto dire a quell’uomo!- replicai puntandogli il dito contro.


-stavo per farlo, ma poi mi è stato comunicato il compenso e credevo che ci avrebbe resi felici entrambi!- si giustificò alzando leggermente le spalle.


Soldi.
Ma che cazzo, contano solo i soldi a questo fottuto mondo?
Mi guardai intorno con disgusto e mi trovai a pensare che la risposta era affermativa in tutti i sensi. Si. Contavano solo i soldi. Le persone ricche dominano il mondo e le vite che hanno sotto di loro. Vedevo quest’uomo impaurito a causa di un mio rifiuto e mi immaginavo la paura che doveva provare per Lays. Arrivare ad implorare una ragazza per svolgere una mansione, non credo che fosse proprio la sua massima aspirazione della giornata.
Mi passai una mano tra i capelli con aria stanca. Mi sembrava che questa giornata fosse lunga 5o ore, ma era ancora prima di mezzogiorno. Chissà che altro sarebbe potuto succedere.
Mi passai una mano tra i capelli e cercai di rilassarmi velocemente mentre vedevo Mr. Helton tornare alla scrivania, dopo il balzo che gli avevo fatto fare alzandomi.
Sembrava sull’orlo di una crisi di panico e io non ero da meno. Tutto sembrava che volesse far andare le cose esattamente come le voleva Lays e esattamente al contrario di come le volevo io.


-non era mai successo sa? Non mi aveva mai chiamato Mr. Lays in persona! Era sempre stata la sua segretaria, oppure il suo addetto alle comunicazioni a parlare con me..-


Drizzai le orecchie sentendo che il capo di Candice aveva iniziato a parlare. Non capivo dove volesse andare a parare, ma sapevo che volevo sentire quel racconto. Sapevo che una parte di me provava così tanta attrazione verso quell’uomo da spingermi a sapere quello che aveva detto.
Quella stessa parte di me che mi faceva paura. Quella parte che lo trovava dannatamente bello ed eccitante. Quella parte che lo voleva possedere. Quella parte che cercavo di ricacciare indietro nonostante tutto.
Cercavo solo di proteggere il mio cuore.
Il mio cuore aveva bisogno di essere protetto. Aveva bisogno di essere tutelato da quell’uomo che sembrava che volesse in tutti i modi entrarci dentro.


-appena mi hanno trasferito la sua chiamata, e ho parlato con lui in prima persona, ho capito che era una cosa della massima urgenza e importanza! Adesso capisce perchè non posso lasciare che qualcun altro prenda il suo posto?- mi domandò guardandomi.


Alzai gli occhi al cielo e schioccai la lingua al palato. Mi sentivo tremendamente importante in questo momento. Sentivo che dalla mia decisione sarebbe dipeso il futuro di quest’uomo; e per quanto mi girassero le palle per la situazione che si era creata, non me la sarei mai sentita di compromettere un legame d’affari più grande di me.
Se poi quest’uomo se la fosse ripresa con Candice, che assolutamente non c’entrava nulla, per colpa di un mio rifiuto, non avrei mai più potuto guardare in faccia la mia migliore amica. Sembrava che fossi costantemente legata a partecipare a quella cena.


-ok Mr. Helton! Accetto..- dissi semplicemente chiudendo gli occhi.


##


-mi spieghi di che cosa cavolo hai paura?- sbottò Candice mentre tagliavo la mia pizza prosciutto e funghi.


Sbuffai sonoramente.
Porca vacca.
Non mi sentivo completamente a mio agio ad affrontare questa conversazione qua dentro. Mi sentivo come se stessi tradendo il mio luogo di lavoro e questo portava solo a peggiorare le cose.
Ci trovavamo al mio amato locale, “il Forno”. Ero cliente oggi, e io e Candy avevamo deciso di venire a mangiarci una pizza. Non mi sarei certo creduta di dover assistere ad un quarto grado.
Ero stata accolta da tutti i miei colleghi con abbracci calorosi e pacche d’affetto. Adoravo quel posto e adoravo quelle persone. Erano la mia famiglia qua in America insieme a Candice.


-non ho paura di nulla!- replicai stizzita mettendo in bocca un pezzo di pizza.


-non prendermi per cretina Ria, so esattamente che c’è qualcosa che ti blocca! Provi qualcosa per lui forse?- mi domandò portandosi alla bocca un tralcio di pizza alle verdure.


Sgranai gli occhi. E lasciai che la forchetta mi cadesse dalle mani, lanciandosi sul pavimento che richiamò l’attenzione di parte del ristorante quando fece quel suono sordo. Tentai di distogliere lo sguardo dalla mia migliore amica, ma sentivo di sudare freddo e tutto mi sembrava impossibile da vivere. Riacquista la tua spavalderia Gloria. Torna a essere te stessa e rispondi per le rime a quella cazzata che le è appena uscita di bocca.
Candice dal suo canto sgranò leggermente gli occhi e alzò le sopracciglia in segno di stupore. Ebbene si Candy, hai fatto centro credo. Qualcosa nel mio corpo mi dice che sono profondamente e spudoratamente attratta da Mr. Lays. Qualcosa nel mio corpo fremeva sentendo anche solo pronunciare quel nome.


-sei sempre la solita sbadata Glory! Ecco a te!- mi disse Michael, un mio collega, portandomi una nuova forchetta con un sorriso in faccia.


Tentai di rispondere a quel sorriso, ma sulla mia faccia si disegnò un mezzo ghigno forzato che sembrava più falso dei soldi del monopoli. Guardai nuovamente in direzione di Candice e la vidi sorridere sorniona mentre continuava a mangiare decisa la sua pizza.
Sicuramente tutta questa situazione non era sfuggita al suo occhio critico e sicuramente aveva capito in cosa consistesse la situazione. Candy non era una stupida e questo continuo negare da parte mia mi aveva piano piano scavato la fossa da sola.
Lei aveva capito.
Io avevo capito.
Tutti avevano capito che ero stata rapita da quell’uomo.
Qualcosa mi diceva che qualsiasi cosa sarebbe successa domani, mi avrebbe solo avvicinato a farmelo piacere ancora di più.
Riprendi il controllo Gloria.


-sei forse impazzita?- le domandai congratulandomi con me stessa per essere riuscita a parlare normalmente.


La vidi alzare lo sguardo dal suo piatto e mi puntò contro la forchetta appoggiando i gomiti sul tavolo. Alzai gli occhi al cielo pronta ad ascoltare qualche altra cazzata uscire dalla sua bocca. Sapevo che anche adesso mi avrebbe detto qualcosa del genere e dovevo essere pronta a rispondere a tono, altrimenti le sue supposizioni sarebbero sembrate veritiere.
Ero una pessima bugiarda. Da quando ero piccola avevo imparato a contare solo su me stessa, quindi le bugie non ero molto abituata a dirle. I miei mi consideravano talmente poco che le bugie non erano importanti da dire. Candice era l’unica che mi capisse perfettamente quando ne dicevo una. Sosteneva che quando stavo mentendo, i miei occhi battevano più velocemente di un battuti d’ali di un colibrì.


-Ria inutile negarlo! Lays ti piace! Mai due mondi potevano essere più distanti!- esclamò alzando le spalle.


-non mi piace Lays!- replicai velocemente senza nemmeno farle finire la frase.


-oh certo.. come no! Appena nomino quel nome il tuo aspetto cambia completamente! Diventi rossa e ti irrigidisci come un cubetto di ghiaccio! Credi davvero che io sia una stupida? Puoi prendere in giro chiunque.. il mio capo, il tuo, tu stessa, ma non puoi prendere in giro me! E vedi di fermare quegli occhi se vuoi dirmi qualche cazzata!- replicò divertita.


Sospirai abbassando la testa e sorseggiando la mia coca cola nella speranza che potesse darmi un minimo di forza come speravo.
Candice aveva ragione su tutta la linea. Quell’uomo mi piaceva. Mi piaceva tanto da farmi paura. Avevo una paura innata di quello che avrei potuto fare se fossi stata di nuovo davanti a quegli occhi. Sapere che ero stata scelta da lui per occuparmi di quella cena mi mandava in uno stato di crisi. Come cavolo potevo anche solo sperare di riuscire a portare a termine il mio lavoro se c’era lui nella mia stessa stanza?
Solo sapere che respiravamo la stessa aria, mi portava a farmi dei fottuti film in testa che avevano sempre come fine io e lui intenti a spogliarci a vicenda. Merda. Respira. Gloria. Respira.
Sentì il respiro farsi irregolare e le mie guance avvamparono pensando alle sue mani che vagavano in giro per il mio corpo nudo sotto il suo tocco.
Scossi energicamente la testa e mi presi le tempie tra le mani massaggiandole decisamente. Mi stavo comportando come una cazzo di maniaca. Non sono mai stata così eccitata al pensiero di un uomo. Quell’uomo mi mandava in tilt. Quell’uomo sarebbe stato la mia rovina.


-devi aiutarmi!- dissi rivolta alla mia migliore amica alzando lo sguardo e puntandolo su di lei.






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CIAOOOOOOOO

Allora non ci credo che il capitolo scorso ha riscosso ben 3 recensioni!! oddio!! GRAZIE!!

Nel prossimo capitolo ci sarà una bella sorpresa.. vedrete che Mr. Lays farà un entrata importante nella storia!!!

-Grazie a chi ha messo la storia tra le preferite/seguite/da ricordare!!!!-

-Grazie a MINELLI , MAMESO , DACHEDAS che hanno recensito il capitolo precedente!!! GRAZIE ANCORA!!-


Ci vediamo al prossimo capitolo!!!!
RECENSITE MI RACCOMANDOOOOOOOOOOO

BACIII



 
   
 
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