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Autore: Neverlethimgo    11/11/2014    10 recensioni
Era bastata una notte a far cambiare tutto e tre parole a far nascere decine di domande. Era solo un assassino, o era addirittura pazzo?
Dai capitoli:
Erano passati tre anni dall'ultima volta che misi piede fuori dall'istituto, avevo rimosso ogni cosa del mondo esterno, fatta eccezione per la luce del sole, sebbene la vedessi di rado ultimamente.
Sapevo che avrei dovuto trascorrere soltanto altri due giorni in quella prigione, sapevo che mancava così poco alla fine, eppure non percepivo il desiderio di sentirmi libero. Non ero mai stato libero davvero.

A Jason McCann story.
Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Jason McCann, Miley Cyrus
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 25: Please, don't be like everyone else.

 

Ivy

Promettimi che non capiterà più quello che è successo questa sera,” gli avevo detto – dopo interi attimi di silenzio – sperando di notare un cenno positivo da parte sua.
Lo vidi esitare, distogliere lo sguardo dal mio, come se non potesse accogliere la mia richiesta per nulla al mondo, ma poi infine cedette.
Starò lontano da lui,” disse semplicemente.
C’era qualcosa nel suo sguardo, un guizzo che mio malgrado non riuscii a decifrare, un luccichio che mai avevo visto prima d’ora. Sembrava impassibile, o perlomeno era ciò che forse voleva dare a vedere, ma dai suoi occhi capii tutt’altro. Sapevo che sarebbe stato terribilmente difficile per lui non reagire alle provocazioni di Kayden, ma ciò che più mi spaventava, era venire a conoscenza di ciò che sarebbe stato capace di fare.
Era questo ciò che non mi convinceva di quello strano luccichio.
Tuttavia avrei dovuto fidarmi di lui, perché ero certa che non avrebbe voluto tornare in quell’ospedale psichiatrico, ero certa che avrebbe voluto cambiare, mettere da parte il passato, ma non ci sarebbe riuscito da solo.
Mi ritornò alla mente l’articolo di giornale che lessi qualche settimana fa, parlava di lui e del percorso che aveva affrontato con la psicologa che lo teneva in cura.
Iniziai a pensare che nessuno avrebbe potuto aiutarlo se non chi, della psiche, se ne intendeva davvero.
Tuttavia, non fu facile per me proporgli una soluzione del genere. Quello non era il momento adatto, eppure non potevo aspettare.
Ho una proposta da farti,” mormorai, spezzando per un istante la quiete di quell’atmosfera. “Forse non ti piacerà, ma ti potrà essere d’aiuto.
Lasciai che il suo sguardo s’immergesse nel mio, certa che mi avrebbe ascoltato, ma quel buio m’inquietava. Allungai il braccio verso il comodino ed accesi la piccola abat-jour poggiata su di esso, mettendomi poi a sedere.
Quell’improvviso lampo di luce costrinse entrambi a mantenere gli occhi chiusi per qualche secondo e la cosa lo infastidì.
Qualsiasi cosa sembrò infastidire Jason quella notte.
Voglio davvero aiutarti, Jason, credimi. Sono disposta a fare qualunque cosa pur di migliorare la tua vita, ma non posso farlo da sola.
Il suo sguardo era fisso su di me e sul suo viso era appena nata un’espressione di sorpresa, mista a confusione. Non sarei mai giunta al punto, avrei continuato a sputare fiumi di parole senza mai riuscire nel mio intento. I suoi occhi color miele erano spenti, cupi e trasmettevano una sensazione d’inquietudine.
Se solo mi fosse stato permesso esplorarli, non avrei affrontato altro che un mare in tempesta, un turbinio di ricordi e sensazioni contrastanti tra loro. Avrei incontrato dolore, malinconia, tristezza e rabbia.
Tempo fa, quando credevo che nulla potesse costringermi a ricordare quanto successe a me e mia sorella da bambine, m’imbattei in un violento temporale, proprio mentre tornavo a casa da scuola. Non successe assolutamente nulla, ma il ricordo di ciò che avevo vissuto solo dieci anni prima riaffiorò ed ebbi paura. Quella paura non cessò nemmeno quando raggiunsi casa, né tanto meno il giorno dopo o la settimana dopo. Mi tormentò per mesi, tanto da costringermi a rimanere chiusa in camera mia. Non andai a scuola, non uscii con Marie, mi rifiutai persino di mettere il naso fuori casa anche se nel cielo splendeva il sole più caldo. Giorno dopo giorno mi sembrava d’impazzire e mia madre iniziò a preoccuparsi sempre più, tanto che-
Cos’hai intenzione di dirmi con tutto questo?” la domanda improvvisa di Jason mi spiazzò.
I miei genitori decisero di farmi parlare con una… dottoressa per aiutarmi a superarlo e, dopo poche settimane, ci riuscii.
Una psicologa?” domandò nuovamente ed il suo sguardo sembrò trafiggermi.
Annuii brevemente, quasi temendo di sollevare il capo.
Non andrò da un’altra psicologa,” disse calmo, il suo tono di voce era distaccato e fastidiosamente freddo.
Non ha saputo aiutarmi in tre anni, perché qualcun altro dovrebbe riuscirci in poche settimane?
Finalmente mi decisi ad incrociare il suo sguardo, ma non trovai il coraggio per ribattere. Mi sentivo totalmente impotente d’innanzi a lui in quel momento, avevo la sensazione che il mio coraggio e la mia spensieratezza si fossero dissolti nel nulla. Dispersi come polvere al vento.
Tentai d’immedesimarmi in lui, di cercare di convivere con dei ricordi tormentati, ma, per quanto ci provai, non ci riuscii. Viveva in un mondo in cui non mi era permesso entrare e temevo che non sarei più stata capace di abbattere la barriera dietro alla quale si ostinava a nascondersi.
Non ebbi più il coraggio di parlare, o di insistere, avvicinai le ginocchia al petto e mi rabbuiai, concedendogli solamente un breve cenno del capo. Iniziai a pensare che non avrei mai dovuto parlargliene, forse, inconsapevolmente, avevo risvegliato in lui un altro doloroso ricordo e mi sentii in colpa.
Posso spegnere la luce?” mi domandò, strappandomi dai miei pensieri e, ancora una volta, annuii. Lo sentii muoversi accanto a me, dopodiché il silenzio ritorno ad impossessarsi di quelle quattro mura, smorzato soltanto dal suono dei nostri respiri. Rimasi immobile e, solo quando non riuscii più a tenere aperti gli occhi, mi sdraiai e mi addormentai.
 

Jason

 
Non mi ero mai fatto influenzare da nessuno, avevo ignorato le conclusioni affrettate di chi era rimasto a stretto contatto con me, senza mai però sapere nulla di come fossi realmente. Avevo ignorato chi continuava a ripetere che fossi pazzo, che necessitassi di iniziare una terapia con una psicanalista che, in qualche modo, avrebbe scoperto il motivo per cui uccisi i miei genitori, che avrebbe potuto aiutarmi a guarire.
Tante persone diverse avevano detto le stesse identiche cose, ma io non dovevo guarire.
Io non ero pazzo, non sono mai stato pazzo. E credevo che Ivy l’avesse capito.
Niente mi aveva mai ferito così profondamente come venire a conoscenza che lei la pensasse esattamente come tutti gli altri. Non volevo che pensasse questo di me, non volevo apparire come uno psicolabile ai suoi occhi, era stato sufficiente farle sapere che ero un assassino.
Credi davvero che io sia pazzo?” le domandai. Il mio tono di voce era basso, ma, dato il silenzio che regnava sovrano in quella stanza, mi avrebbe sentito forte e chiaro. Tuttavia non ricevetti una risposta e, da un lato, avrei preferito continuare a convivere con quel dubbio.
Il mio braccio sinistro sfiorava il suo destro, eppure la sentivo più distante che mai. Mi sembrò di rivivere i giorni in cui, volutamente, mi aveva evitato, provando nient’altro che paura nei miei confronti.
E se tutto ciò si fosse ripetuto?
Scossi energicamente il capo, portandomi entrambe le mani sul viso e reprimendo a fatica il bisogno di urlare.
Una fastidiosa stretta allo stomaco, ed un senso di vuoto insopportabile, rendeva la mia permanenza in quella camera sempre più inopportuna. Realizzai che l’unica cosa rimasta da fare fosse andarmene, ritornare a casa, trascorrere le ultime ore notturne nella solitudine più totale.
Non appena mi decisi ad alzarmi, avvertii una lieve stretta attorno alla mia vita e, abbassando lo sguardo, notai il braccio di Ivy posato sul mio ventre. Avvicinai la mano al suo polso, con l’intenzione di spostarlo e liberarmi così dalla sua presa, ma mi bloccai. Mi sentii quasi mancare il fiato per ciò che avrei potuto fare. Non era da lei che avrei voluto scappare.
Continuavo a disapprovare il suo consiglio, ma, da quando era entrata a far parte della mia vita, non c’era mai stata neppure una richiesta che le avessi negato. Non ero in grado di dirle di no, non importava di cosa si trattasse, volevo semplicemente renderla felice.
 
Qualche ora più tardi, quando la luce del sole aveva iniziato a far capolino all’interno della stanza, udii delle voci provenire dal piano inferiore, ma le ignorai volutamente, continuando a mantenere gli occhi chiusi.
 
 

Ivy

 
Un turbinio di pensieri aveva attanagliato il mio sonno sino al mattino seguente e, solo quando venni svegliata, realizzai di aver pronunciato delle parole sbagliate. Socchiusi gli occhi e posai lo sguardo su Jason: il suo viso era a pochi centimetri dal mio e sembrava totalmente avvolto dal sonno, quasi come se nulla avrebbe potuto svegliarlo. Tuttavia, sul suo viso non aleggiava un’espressione serena e ciò mi rattristò.
Ripensai a quanto detto la sera prima ed a tutto ciò che era stato costretto a subire: suo padre, l’ospedale psichiatrico, Kayden e ora io. Io che avrei dovuto aiutarlo a dimenticare il passato e non a riviverlo, avevo probabilmente risvegliato in lui uno dei ricordi più oscuri e tormentati.
Voglio soltanto aiutarti, Jason,” mormorai, ma ero certa che non mi avrebbe sentito.
 
Dal piano inferiore avevo udito due voci che non ero riuscita a distinguere e fu a causa di esse che il mio sonno era terminato. Cercai di carpire qualche parola, ma il tono di voce era troppo basso.
Pochi secondi dopo udii dei passi salire le scale, ma non fui intenzionata nel scoprire a chi appartenessero, mi avvicinai maggiormente a Jason ed avvolsi un braccio attorno alla sua vita, affondando il viso nel bel mezzo del suo petto.
Bussarono alla porta ed io continuai a fingere di non aver sentito sino a quando non fu Jason a parlare.
Si preoccuperanno se non rispondi, potrebbero credere che ti abbia fatto del male” mormorò e, nell’esatto istante in cui sollevai il capo, incrociai il suo sguardo. Il suo tono di voce era freddo ed i suoi occhi spenti.
E perché avresti dovuto?” ribattei.
Chiunque mi conosca crede che io sia pazzo.
Io non lo penso e ti conosco anche meglio degli altri,” lo zittii e, abbozzando un mezzo sorriso, lo spiazzai.
La porta della camera si aprì e voltai immediatamente il capo verso di essa. Incrociai lo sguardo di Kayden e lo vidi sobbalzare non appena si accorse che Jason era lì con me. I loro sguardi rimasero intrecciati per diversi secondi ed i muscoli di Jason divennero all’istante carichi di tensione.
Per un attimo ebbi paura che l’episodio della sera prima potesse riverificarsi nuovamente davanti ai miei occhi, ma poco dopo realizzai che l’unico ad avere paura di tutto ciò era Kayden. Mi decisi a rompere quel fastidioso silenzio.
Che cosa ci fai qui?
Volevo parlarti,” rispose schietto Kayden. “Ma non credevo che lui fosse qui.
È qualcosa d’importante?
Si limitò ad annuire ed io sospirai. “Aspettami fuori.
Non appena la porta si richiuse, feci per alzarmi, ma la stretta di Jason attorno al mio polso impedì qualunque mio movimento.
Non andare,” mi supplicò. Gli volsi un breve sorriso e mi strinsi nelle spalle. “Ci vorranno solo pochi minuti.
Allentò lentamente la presa, lasciandomi libera. Il mio sguardo continuò a restare intrecciato al suo fino a quando non lasciai la stanza e nulla, nei suoi occhi, era cambiato. Erano ancora spenti.
 
Dev’essere qualcosa di davvero importante se ti presenti a casa mia a quest’ora,” lo incalzai, facendolo sobbalzare.
Sono davvero mortificato per quello che è successo ieri sera,” disse, abbassando lo sguardo.
Non è a me che devi porgere le tue scuse.
Ti ho rovinato il vestito, anche se inconsciamente, è stata colpa mia.
Scossi il capo ed incrociai le braccia al petto. “Inconsciamente? Lo hai provocato, di nuovo.
Ascoltami, Ivy, io non ho idea di chi sia realmente quel tipo, né tanto meno cosa ci trovi in lui. So soltanto che non ho intenzione di perderti.
Ormai è tardi ed io non ce la faccio più a sopportare episodi come quello di ieri sera,” biascicai, indietreggiando di qualche passo.
Non capiterà più quello che è successo ieri sera, te lo garantisco.
Sollevò il capo ed incrociai così i suoi occhi azzurri, non sembrava affatto cattivo, in quel momento dava l’idea di essere sincero.
D’accordo, ti credo.
 
 

Jason

 
Forse ho sbagliato a parlarti di quella psicologa, non avrei dovuto.” Ivy scosse il capo, facendo di tutto pur di non posare lo sguardo su di me.
Ci andrò, se lo ritieni giusto.” Non appena pronunciai quelle parole, sollevò di scatto il capo, guardandomi con gli occhi sbarrati.
Dici davvero? Non- non ti da fastidio?
Mi strinsi nelle spalle e, a malincuore, scossi il capo.
Non so quanto possa servire, ma ci proverò.
Ed in cuor mio sapevo che non sarebbe servito a niente.




 

 

Spazio Autrice

Sono imperdonabile, me ne rendo conto e vi chiedo scusa. Solo il cielo sa dove io abbia la testa in questo periodo, ma, sicuramente, non sulle spalle.
Dopo ore e ore mi son decisa a concludere il capitolo - iniziato già da tempo - e scrivere finalmente quello che macchino da settimane. Sì, insomma, ho tutta la storia in testa ma mi manca il tempo di scriverla, questo è quanto. 
Non fatemene una colpa, non è colpa mia se l'inverno ti spinge sempre più verso il letto a dormire. (Okay, detta così sembra che io sia una scansafatiche)

By the way, dubito vi facciate incantare dalle 'belle' parole di Kayden, tanto sapete meglio di me che quello è uno stronzo e lo vedrete ancora e ancora.
Jason andrà da un altro strizza cervelli, evviva, ne uscirà più pazzo di prima? Staremo a vedere.
In quanto alla storia in sé, ho in mente di quelle cose che non potete nemmeno immaginare. 
Ho lasciato il file chiuso per quasi un mese, ma ciò non significa che io non abbia continuato ad architettare le peggiori scene...

Vi ringrazio infinitamente tanto per le recensioni e aspetto di ricevere un vostro parere anche a questo capitolo :)


Alla prossima!
Much Love,
Giulia 

@Belieber4choice
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