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Autore: darkronin    11/11/2014    1 recensioni
Terza e ultima parte (spero) della saga 'L'ira degli Eroi'
Scopriremo, finalmente, come sono connessi tra loro Loki, Thanos e i potenti della Terra e cosa ciascuno di essi nasconda o desideri. Vedremo come i nostri eroi, finalmente riunitisi, finiranno nei guai e cercheranno di uscirne.
- - - - - - Crossover Avengers-X-men col Marvelverse più in generale (come dovrebbe essere in realtà)
- - Altri personaggi secondari aggiuntivi rispetto alla fic precedente: I nuovi personaggi introdotti in quest'ultima parte, per ora, sono solo l'agente 13 Sharon Carter, i gemelli Fenris, Ercole, Sersi, Ares, Danny Rand e Luke Cage, Polaris, Havoc, Ciclope, Sole Ardente, Cable (in minima parte).
+ Riferimenti a World War Hulk, Age of Apocalypse, Secret Invasion, House of M
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: Cross-over, Missing Moments, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'ira degli eroi'
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26. Di re e regine, di ombre e di gemme.






“'Ro...?” chiamò Logan torreggiando sulla regina dei venti, accoccolata in un angolo del velivolo, stretta nel tenero abbraccio del fidanzato T'Challa “Tutto bene?”
“Cosa vuoi che sia viaggiare in aereo per una che soffre di claustrofobia...” commentò sarcastico il re Wakandiano rispondendo per la donna. Ororo sciolse dolcemente la presa, forse infastidita da quel fare troppo protettivo. Diamine! Era una donna fatta e finita e sapeva mettere a posto i propri amici! Non si faceva certo scrupoli al riguardo.
“Non parlavo con te...” lo rimbeccò Wolverine, sbuffando e senza staccare gli occhi da quelli azzurrini della donna, i cui lineamenti erano un attraente, quanto bizzarro, miscuglio dei tratti somatici peculiari delle diverse razze umane: il taglio degli occhi a mandorla ricordava gli sguardi misteriosi delle donne orientali, i capelli chiari e le iridi cristalline sembravano esser stati rubati alle terre dei ghiacci perenni, il naso piccolo e grazioso era quello che la nobiltà europea incipriava continuamente, la bocca carnosa e invitante emanava tutto il calore delle terre amerindie. Solo il corpo e la carnagione d'ebano la identificavano come Kenyota: alta, slanciata, le curve ben tornite e i muscoli scattanti.
Al mutante, tuttavia, non sfuggì come la stretta sul polso della donna da parte di T'Challa si fosse serrato in un moto di inappropriata gelosia. Scettico, inarcò un sopracciglio, quindi sorrise di quel sentimento. Lui e Ororo? Ma quando mai? Lei era alta due metri e lui... beh... il suo essere diversamente alto era stato fonte di sberleffi per decenni, secondo solo al nano Puck. Ma almeno, quello aveva validi motivi per essere grande come un barilotto di whisky. E pelato. Logan, semplicemente, non era mai cresciuto molto e, almeno, manteneva tutto il suo pelo animale. D'altronde, rimuginò tra sé, era nato un secolo prima. E tra i suoi simili era nella norma.
“Tutto bene” rispose la donna alla sua precedente domanda “Perché?” domandò, alzando fiera lo sguardo su di lui.
Seriamente. Come poteva essere balenata a T'Challa una simile idea in testa? Non sarebbero stati credibili nemmeno come amici di letto. O forse quello sì?
“Cosa c'è in Egitto che ti fa paura?” Istantaneamente Ororo si irrigidì. Era fiera, indomabile. Solo il re wakandiano era riuscito ad aprire un varco nella sua volontà adamantina. In questo, in fondo, non era dissimile da lui. Entrambi si aprivano il minimo indispensabile agli altri e, nonostante questo (o forse proprio in virtù di questo atteggiamento) radunavano attorno a loro gli altri mutanti e, ovunque andassero, diventavano subito capipopolo.
T'Challa stava già per replicare qualcosa di stupido che lei, abbassati gli occhi per la vergogna improvvisa di esser stata smascherata tanto facilmente dal compagno canadese, rispose in un alito “Il re delle Ombre...” Un nome che lasciò il suo amante totalmente indifferente. Segno che lei non gliene aveva mai parlato.
Logan strinse ancora gli occhi, studiando la coppia. Forse non era poi un bene, e lei lo sapeva, che la Pantera Nera le girasse attorno. La rendeva debole e ne sminuiva l'importanza pur senza volerlo. Lei era innamorata di un re. Già l'amore rende stupidi, ma quando l'oggetto del desiderio è un uomo di potere -o comunque qualcuno di rango superiore e non paritario- l'unica reazione è l'adorazione: non si può restare oggettivi.
A ruoli invertiti, cioè al posto suo, lui si sarebbe azzerbinato completamente. E l'aveva fatto. Per Mariko. Ma la sua indole si era presto ribellata al suo stesso giogo trovando soffocante l'ambiente frequentato da lei.
“E chi sarebbe?” domandò mentre lei si muoveva a disagio a fianco del fidanzato.
Appena fosse finita quella storia, avrebbe dovuto fare quattro chiacchiere con la dea dei venti. Ricordarle che lei era libera come l'aria tanto quanto lui poteva diventare sanguinario, selvaggio e incontrollato come un lupo rabbioso. Doveva ricordarle come l'altro, T'Challa, le avesse già spezzato il cuore in passato. Doveva informarla che, per quanto una persona cambi e maturi, in fondo, il canovaccio su cui recita è sempre lo stesso.
Ed era un discorsetto che avrebbe dovuto rifare anche a Rogue. Benedetta ragazza! Non poteva cadere nella rete di qualcuno che non fosse legato a doppio filo a così tanti delinquenti e delinquente lui stesso?
Logan si sorprese per un attimo. Forse ora riusciva a cogliere i dettagli che muovevano la gelosia di T'Challa. Lui e Ororo erano più simili di quanto non potesse sembrare a colpo d'occhio. Di quanto, fino ad allora, non fosse sembrato anche a lui.
“E' stato il mio protettore...” alitò la donna prima di vuotare il sacco “Quando ero piccola, prima di sviluppare i miei poteri e incontrare Charles, Farouk era colui che mi offriva vitto e alloggio...”
“In cambio dei furti al bazar...” completò l'artigliato per lei “E' stato il tuo maestro?”
“Anche...” confermò lei.
Ecco perché, a differenza di lui e Raven, lei aveva sempre visto di buon occhio il giovane Cajun. Forse si riconosceva in lui, nella sua vita riscattata. Forse, tra simili, riusciva a scorgerne la bontà. Forse si immedesimava con lui e voleva vedere il lupo solitario circondato da sciacalli. Alla faccia del detto che vuole non ci sia onore tra ladri.
“E perché hai paura di tornare in Egitto?” indagò ancora il mutante
“Prima di incontrare T'Challa per la prima volta...” disse prendendo un gran respiro “Io vivevo con Farouk e la sua banda di monelli. Sapeva essere spietato e crudele con chi non rispettava le consegne o con coloro che disattendevano le statistiche giornaliere... ma era la mia famiglia. L'unica altra famiglia, prima degli X-men, che abbia mai avuto dalla morte dei miei genitori.” Logan annuì, incitandola a proseguire “Ma eravamo legati a lui da un patto. O minaccia, scegli tu... Se mai ci fossimo allontanati, l'avessimo abbandonato o tradito, lui si sarebbe vendicato.”
“Minacciava il vostro futuro... tattico...” si complimentò il canadese, meravigliato
“Minacciava le nostre vite” precisò la donna “Se mai ci avesse ritrovati, saremmo morti all'istante.”
“E per questo hai una paura boia... comprensibile... Ma ti terremo al sicuro...” commentò l'altro, convinto di poter concludere e tornare a sedersi.
“Non capisci...” replicò lei facendo un cenno stanco di diniego con la testa “E' un telepate potentissimo, secondo solo a Charles. E ha il potere secondario di tramutarsi in nebbia senziente. Così tiene sotto scacco una zona molto più vasta di quello che potrebbe fare con la sua semplice telepatia...”
“E noi non abbiamo un telepate...chiaro...” affermò l'artigliato serrando i pugni “E Dio solo sa cosa può combinare un telepate mal intenzionato...” sbuffò irrequieto e impotente.
“Potrei offrirti la soluzione...” interloquì T'Challa, ostentando un sorriso di superiorità.
Logan lo guardò storto: per caso, si stava vantando di riuscire a proteggere 'Ro meglio di lui? Erano arrivati a quello? E in così poco tempo? Il ragazzo doveva essere molto insicuro o messo molto male. A occhio e croce si sarebbe detto divorato dai sensi di colpa, per avere quel genere di alzate. Con tutto che era un re e quindi doveva essere abituato a gestire situazioni spinose. Sospirò e cercò di dimostrarsi il più gentile possibile ma quello che ne uscì risultò un ringhio minaccioso “Sentiamo...”
T'Challa lo squadrò a sua volta, cercando di capire cosa aspettarsi da lui “Tu sai come il Wakanda sia tecnologicamente avanzato...” cominciò prendendole le mani tra le sue, quasi a delimitare un possesso e un confine invisibili. Logan dovette trattenersi dal sorridere a quel gesto infantile “Per ogni evenienza... tutti i sovrani, tutte le Pantere Nere del Wakanda, devono indossare una tiara. Ma questa...” disse indicandola “Non è una corona qualunque. E' un dispositivo schermante per impedire che il re sia soggetto a questo genere di attacchi e apra le porte ai nemici o consegni loro i nostri giacimenti di Vibranio...” disse sfilandosi l'anello dalle tempie per posarselo in grembo. Lo osservò per qualche istante come soppesandolo. Quindi proseguì mentre con le mani faceva pressione sul disco e uno scatto meccanico si produceva dallo stesso “Tutti i re... e le regine...” precisò alzando appena gli occhi sulla mutante “Nel Wakanda c'è parità di genere e ciò che sa il re, sa la regina. Il volere dell'una è la volontà dell'altro... Due tiare per due sovrani...” disse liberando i due anelli, incastrati uno nell'altro, un maschio e una femmina, l'uno con una protuberanza che correva tutto intorno all'anello, l'altro con una piccola scanalatura al centro “Un unico disco per un unico regno...”
La spiegazione era stata abbastanza chiara ma Ororo sembrava non afferrare il concetto. Logan stirò un sorriso divertito e stava per intromettersi quando alle sue spalle arrivò un commento a mezza voce che fece sobbalzare il gruppetto.
“Questa si che si chiama dichiarazione!” fu il commento di Nightcrawler, appollaiato nell'ombra poco lontano, a testa in giù.
“Kurt!” lo rimproverò la donna, colta di sorpresa.
“Avanti, sorella!” commentò anche Rogue comparendo affianco al fratello, le iridi, ora, stranamente dorate ma sempre su fondo nero, a testimoniare come si fosse indelebilmente impregnata del potere assorbito da Gambit.
Con una piroetta, atterrò accanto a Logan, esibendo una momentanea pelle blu pelosa e una coda lanceolata che scattava nervosa alle sue spalle: la curiosità era stata tale da spingerla a sfoderare di nuovo i poteri del fratellastro, tanto per essere sicura di non perdere alcun dettaglio della succosa storia sul più bello. “Si può sapere che aspetti?”
Ororo, presa in contropiede, spostò lo sguardo dall'amica all'artigliato per poi tornare a scrutare il suo fidanzato. Trovandosi i suoi occhi puntati addosso, svicolò e cercò quelli lucenti di Kurt. Alla fine non poté non ritornare a guardare il re wakandiano, una domanda inespressa sulle labbra.
“Lo sai, Ororo... te l'ho già detto e chiesto... E sai anche cosa spererei di sentire in risposta...” la incoraggiò lui.
Per tutta risposta, la dea dei venti drizzò la schiena e lo squadrò improvvisamente scettica. “E' un ricatto!” commentò e più che una domanda, era un'affermazione. Lui le avrebbe dato quella tiara di cui ora bramava il possesso solo a una condizione. Solo se fosse diventata la sua regina.
“Cosa?” sbalordì T'Challa “No! Non hai capito... cioè... no! Non fraintendere!” compreso, troppo tardi, il pensiero che era balenato in testa alla mutante, le consegnò il disco, cacciandoglielo tra le lunghe dita affusolate, per poi voltarsi dall'altra parte, offeso. “Non sono quel tipo d'uomo. E quello puoi tenerlo. Qualunque sia la tua risposta.”
Incerta se ringraziarlo o meno per quel gesto, Ororo alzò lo sguardo sui suoi compagni che, però, capita l'aria che tirava, si erano dileguati nuovamente in testa all'aereo, lasciandoli soli.

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-Io mi sto rompendo... Com'è che non succede nulla di interessante?- ringhiò la voce nell'interfono.
Il pilota, dall'altro lato della cuffia, sogghignò “Cos'è? Preferiresti che J-Son di Spartax tornasse a stuzzicare Kallark?”
-Gli Shi'ar sono dei pazzi...- interloquì una voce femminile.
“Anch'io sono pazzo...” ridacchiò il giovane condiscendente, sapendo che l'avrebbe mandata su tutte le furie.
E infatti... -Già... non mi sorprende che quei volatili abbiano tanta passione per voi terrestri... e viceversa...- sputò con livore.
-Sei solo invidiosa, Gamora!- replicò ancora la prima voce mentre, in sottofondo, si avvertiva il rumore tipico scaturito dalla manutenzione delle armi da fuoco. Quella, per tutta risposta, si rifiutò di ribattere. Ma il suo interlocutore non sembrava averlo notato -Già... hai visto che razza di sventole arrivano dalla Terra?-
“Tu per loro sei solo un roditore, Rocket!” commentò ancora il pilota
-Non sono un dannatissimo criceto... o koala.... come si chiama...-
“Procione, Rocket... procione”
-Senti, Peter... supremo Starlord del mio cannone fasico... quando fai così lo stronzo ti manderei volentieri...-
-Io sono Groot!- lo rimproverò una nuova voce, bassa e cavernosa.
-E io cosa stavo dicendo?- lo rimbeccò l'altro -..Il D'ast... lo manderei a Il D'ast... un posto stupendo...- continuò sarcastico
“Rocket... lo sai che per noi non contano le misure...” cercò di tranquillizzarlo Peter
-Così non è che mi fai stare meglio!-
“Ma per le terrestri... beh... quelle non sanno nemmeno cosa sia lo spazio profondo... avanti! Begli involucri.. ma vuoi mettere Angela o Gamora...”
-Angela mi ha già dato un bel due di picche, come dici tu... e Gamora è di là da ogni tentazione...-
-Lo prendo come un complimento- si inserì quella, veloce.
“Vi rendete conto che è da idioti parlare nelle cuffie quando siete tutti in stanze attigue?” domandò l'uomo dalla pelle verde, tatuata con quello che sembrava sangue fresco, parandosi davanti al capitano della nave che stava sbracato con le gambe incrociate sulla plancia di comando.
“Avanti, Drax...” sbuffò quello “... E' tutto tranquillo... abbiamo consegnato il Tesseract alla Nova Corps... che altro dovrebbe succedere?”
-Io non lo chiederei due volte, guardiano...- crepitò una nuova voce. Quill saltò sul sedile all'istante ma qualcosa gli diceva che poteva evitare di agitarsi.
In un lampo, tutto l'equipaggio era già radunato in sala di comando. Alla vista della nave argentata dai propulsori purpurei, lo Starjammer, Rocket imprecò e Gamora si chinò sull'interfono.
“Salve, Corsaro... avete problemi?”
“Ehi!” sbottò Quill andando a coprire il microfono con la mano “Non siamo mica l'assistenza autostradale...” allo sguardo laconico della donna, il capitano lasciò la presa, alzando gli occhi al cielo.
-Tutto bene, lady Gamora...- una donna dalla voce suadente e vellutata rispose per il capitano dell'altra nave -Volevamo solo scambiare quattro chiacchiere con gente civile...siamo in viaggio da eoni...-
-Esagerata...- replicò qualcuno in sottofondo che si beccò, in risposta, un -Cuciti la bocca, Raza!-
“Salite a bordo, allora...” li invitò Gamora
“Cosa?”sbottarono in coro Rocket e Quill. “Perché prendi queste decisioni senza consultarci?”
“Perché so che quando si tratta di Hepzibah..” disse alludendo alla donna felina dall'altra parte del microfono “Siete sempre d'accordo con me... Non ho forse ragione?”al silenzio dei due, Gamora si rizzò in piedi e si volse a osservare Drax “E poi possiamo barattare informazioni sulle gemme... E Corsaro è più che bendisposto a trattare con noi...”
“Non ricordarmi il compito ingrato che ci ha appioppato quella dannatissima strega!” strepitò Quill mentre l'altra andava ad trafficare sui comandi di apertura portelloni.
“Io sono Groot!”
“Tu saresti capace di mangiartele, le gemme!” piagnucolò Rocket
“Parlavate delle Gemme?” domandò Corsaro, facendo capolino, sorridente, nella pancia della nave, la zazzera scompigliata come se fosse stato esposto alle correnti galattiche, e la fascia in fonte come un hippie degli anni '70.
Oddio. Quill aveva poco da criticare, lui, un reduce e sopravvissuto degli anni '80. Chissà quante cose erano cambiate sulla Terra, in tutti quegli anni. Erano andati molto vicini al tornarvi una volta o due, ma il contatto più diretto che avevano avuto era stato per mezzo di Loki, non molto tempo prima.
“Maggiore...” Quill salutò con poca convinzione il nuovo venuto “Sì... quello era l'argomento...”
“Oh...” l'altro si finse sorpreso mentre prendeva posto, accavallando le gambe davanti a sé e buttandole sulla plancia dei comandi “E io che me lo riservavo per più avanti...”
“Sapete qualcosa?” domandò Angela, una specie di valchiria mezza nuda, appoggiata allo stipite del portellone che dava al corridoio.
“Sono state localizzate tutte... tranne una... anche se noi sospettiamo di aver capito chi ce l'abbia e come mai sia così... sfuggente...” spiegò l'uomo con fare misterioso.
“E dove sono le altre?” domandò Drax, confuso
“Una ce l'ha la Nova Corps; una è tenuta in custodia dal consiglio degli dei; una la custodisce, gelosamente e secondo tutti i crismi, il Collezionista; una è nascosta da un collettivo di una manciata terrestri, che conoscono i rischi connessi all'uso sconsiderato di determinati poteri e che si fanno chiamare Illuminati; una è stata localizzata come nucleo pulsante di una stella, ribattezzata Phoenix. L'ultima, la più sfuggente, quella che permette la manipolazione del tempo, neanche a dirlo, continua a comparire e scomparire dai radar, modificando costantemente le mappe storiche di picchi energetici della galassia. Lo so perché li abbiamo noi e stiamo cercando di capirci qualcosa...”
“E perché proprio voi? Che autorità avete?” sbroccò Rocket
“Il possessore è un terrestre...” rispose Corsaro con un sorriso sghembo ma triste “Per quanto possibile, voglio proteggere il pianeta su cui dovrebbero ancora vivere i miei figli e vorrei evitare che la nostra razza fosse additata come responsabile di tremende atrocità che potrebbero scaturire dal possesso della pietra.”
“Insomma, avete un nome per questo irresponsabile che si diverte a girovagare per lo spazio-tempo?” si animò Rocket, impaziente.
“Risulta avere diversi nomi. O meglio, mi spiego. Sono state identificare tre persone di tre età diverse. E' opinione diffusa che si tratti sempre della stessa persona che, in determinati momenti della sua vita, ha cambiato nome.”
“Questo vuol anche dire che nessuno è mai riuscito a sottrargli la pietra...” commentò Gamora, attenta
“Forse perché da questa conclusione, in altre epoche ci siamo arresi all'inevitabile...” commentò Raza, un uomo dall'aspetto di uno spaventoso guerriero.
“E avete idea di come voglia sfruttarla? Voglio dire..per il passato non possiamo fare nulla, ma per il futuro...”
“Di certo in modo egoistico e avventato...” rispose Corsaro “Il ché è strano, dato che la versione di Nathaniel Richards che ho conosciuto io, Immortus, è il primo che condanna l'abitudine di fare i viaggi nel tempo...”
“Aspetta...” sbottò Rocket mentre già faceva volare le zampette prensili sulla tastiera. “Richards è un nome che ho già sentito...”
“E' il nome del padre di Reed Richards, un altro con la fissa dei viaggi temporali. Immortus, da giovane, si ribattezzò col suo nome come tributo al suo genio.”
“Fantastico...” alitò Quill, conscio di non poter fare granché ma altrettanto consapevole di essersi cacciato, ancora una volta, in guai più grandi di lui.








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Rieccomi, scusate la lunga attesa. Meno male che vi avevo avvisato perché dopo Lucca son stata letteralmente sommersa di lavoro. Neanche volendo sarei riuscita ad aggiornare.
Cmq, rieccoci qua. Io sono ancora in preda ai fumi della fiera e ora che finalmente cominciato -perché ho trovato compagnia, non per altro. Andare in fiera con amici ed essere l'unica vestita che viene fermata non è bello- sono completamente drogata e continuerò a farlo in eterno.

   
 
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