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Autore: Kokky    25/10/2008    7 recensioni
[ A Livia per i suoi 16 anni ]
"Hinata si stringe il braccialetto fra le dita, e inizia a cantare per rassicurarsi. Neji non c’è più, ma tornerà.
Lo ha fatto sempre... lo ha fatto sempre."
Genere: Romantico, Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Neji Hyuuga
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Alla mia Alice a cui offro il tè con piacere,

alla mia Sasori pungigliosa,

alla mia Tronky da mangiare e gustare tutta.

Livia oggi compie 16 anni e io non potevo non farle un regalo.

Spero che sia minimamente decente, Zietta cara.

Lo Hyugacest è qualcosa di unico, la mia speranza è che io sia riuscita a tratteggiarlo bene.

Questa storia è tutta tua. E anche la serata di coccole u_ù

Ti voglio tanto bene, puccia. Auguroni!

Passa un compleanno stupendo.

Tua Korolla / Uovo alla Kokk / Kokkodè / Nipote / Babbuina degenere, cum affettum (L).

 

 

 

 

 

 

 

Stringe fra le dita un braccialetto di sfere bianche di stupido vetro. Li rigira fra le mani, quei piccoli globi candidi, e sembra cantare o ripetere qualcosa incessantemente. Con lento affanno, ma un sorriso che le si increspa sulle labbra rosate.

Non vede null’altro se non quel bracciale, lo fa ruotare sul polso esile e la pelle sfregata arrossa un po’, come le sue guance un tempo. E gira, e gira; il bianco gira, il mondo gira.

Lei invece sta lì. A guardare tutto quello senza una ragione, a muovere la mano freneticamente, a canticchiare sottovoce così piano da risultare un sussurro sperduto nel vento.

A morire fra le viole appassite di un amore ormai spento.

 

 

 

Whisper in the Wind

{Amor perduto mai ritorna}

 

 

Hinata cammina un po’ sul vialetto, costeggia il lago immobile che le riflette un’immagine distorta di sé, più pallida di quanto ricordasse. Ma non le importa, il volte le si illumina con un sorriso acceso e si gira felice.

« Nii-san, siete tornato. » bisbiglia e lo abbraccia di slancio.

« Hinata-sama... » sussurra lui, fra i suoi capelli. Si inebria e affonda nel profumo di sua cugina, la stringe fra le braccia; respira, Neji respira Hinata.

« È andato tutto bene, vero? Tutto bene, bene. » mormora lei al suo orecchio, e intanto le sue guance tornano a colorarsi, sembra di nuovo vivere; era stata così agitata...

Neji non risponde subito. « Sì, certo. » dice, titubante.

« Cosa c’è nii-san, è successo qualcosa che non vuoi dirmi? » domanda allora lei, staccandosi leggermente dall’abbraccio caldo del cugino.

Hinata non si è accorta che c’è più freddo del normale, quella mattina, e che l’abbraccio del nii-san è un soffio più che una salda presa. Ma come può?

 

Hinata non vede null’altro che il suo braccialetto bianco di sfere.

 

 

 

« Lo riconosci questo bracciale, nii-san? »

« Certo, sì. »

« Io no... non riesco a ricordare... chi me l’ha dato e quando. »

« Sono stato io, Hinata-sama. Gliel’ho regalato per il suo compleanno, il 27 dicembre. C’era tanta neve quell’anno, e lei la guardava incantata con gli occhi accesi di luce. Io le ho messo il pacchetto nella sua stanza senza che nessuno mi vedesse... poi è venuta a ringraziarmi ridendo. »

« Davvero?  »

Neji non risponde.

Hinata si volta. Dietro di lei, forte e impetuoso, sibila il vento; spinge, si lamenta, corre.

Ci sono soltanto i sussurri e i soffi dell’aria.

 

 

Ricordi sbocciavano le viole
con le nostre parole:
“non ci lasceremo mai,
mai e poi mai”

 

Hinata siede composta e guarda il cielo. Aspetta che Neji arrivi; attende con gli occhi bianchi sulle stelle che non cadono mai.

Le mani le tremano, non sa cosa pensare né fare; e non saprà cosa dire, chiuderà le palpebre e aspetterà che sia lui a parlare, lui.

C’è un mazzo di viole, fresche fra le sue mani tremanti, e profumano da asfissiare; il loro odore sale fino alle stelle con i desideri di Hinata. Andrà tutto bene, Neji nii-san.

Sarà amore, chissà.

Quando Neji si siede accanto a lei, il cuore manca di un battito. I gambi delle viole gemono sotto la presa delle dita affusolate e bianche, ma non si lamentano ad alta voce. Sono spettatori di un nuovo amore, e tacciono di fronte ai sussurri chiari, ai baci a fior di pelle, al rossore di Hinata.

Le viole profumano i due amanti.

 

 

 

« Nii-san, mi ami? »

« ... . »

« Sono felice. »

« Io no. »

Hinata chiude gli occhi, li riapre e Neji non c’è più. Le viole nel vaso sono scomparse, svanite ormai. Erano avvizzite da troppo tempo.

 

 

 

Hinata canticchia ancora qualcosa; Neji le siede accanto.

« Sono appassite, mi spiace. »

« Anche tu sei morta? »

« Non credo, nii-san. Guarda, il mio braccialetto c’è ancora. »

 

Hinata non vede altro che non sia il suo bracciale candido, ed esso candidamente sfiorisce di sfere.

 


Vorrei dirti, ora, le stesse cose
ma come fan presto, amore,
ad appassire le rose
così per noi.
L’amore che strappa i capelli
é perduto ormai.

 

« Sei qui? » lo chiama e tende le mani.

Neji gliele afferra e la abbraccia flebilmente. « Sì, eccomi. »

Hinata sprofonda fra le sue braccia, lo stringe, respira. « C’è papà che si lamenta... dice, dice che non ci sei più. Io non capisco. »

Neji le carezza il viso e le bacia la fronte, leggero. Sembra sollevarla con poco; basta quel tocco di vento.

« Tu esisti? » chiede Hinata, alzando gli occhi bianchi. Sono specchi di neve, sono ghiaccio fuso che fanno rabbrividire Neji.

Sorride, suo cugino sembra tremare un po’.

« Nii-san. » sussurra Hinata.

I petali portati dal vento primaverili sono violetti. Spandono profumo, e asfissiano.

Hinata si stringe il braccialetto fra le dita, e inizia a cantare per rassicurarsi. Neji non c’è più, ma tornerà.

Lo ha fatto sempre... lo ha fatto sempre.



Non resta che qualche svogliata carezza
e un po’ di tenerezza.
E quando ti troverai in mano
quei fiori appassiti
al sole di un aprile
ormai lontano li rimpiangerai.

 

« Cosa c’è nii-san, è successo qualcosa che non vuoi dirmi? » domanda allora lei, staccandosi leggermente dall’abbraccio caldo del cugino.

« Sono morto. » risponde Neji.

Attorno a lei il freddo si fa latente, nemmeno l’abbraccio di suo cugino la riscalda più. Hinata sente aria gelida circondarla; scappa via da quel mostro che non può essere Neji.

Le lacrime scivolano veloci sulla pelle, gonfie e cariche di bianco che riluce di specchi candidi. Si ferma, affannata.

Non vuole pensare, non vuole capire; perché sa che il suo nii-san sarà sempre con lei, solo con lei, e la accompagnerà con una mano sulla sua vita, e le sorriderà spensierato almeno una volta, e la amerà. La amerà.

Si volta poco dopo: Neji è di fronte a lei, la aspetta.

« Hinata-sama, non stia da sola. » sussurra.

Lei annuisce fra le lacrime, fa un passo verso di lui. « Nii-san, sei tornato, finalmente. » dice, e lo abbraccia.

Di nuovo, di nuovo. Gira, gira; il bracciale gira. Le sfere rotolano via, ma poi sono un braccialetto, sono nuovamente un braccialetto.

« Sì, solo per lei. » le risponde e lei può sorridere nuovamente, perché quell’ansia è stata solo un incubo.

E respira, Hinata sa che lui è lì per lei, c’è.

 

Quell’abbraccio sa un po’ di vento, e odora di viole. Hinata si sente improvvisamente a casa.

 

 

Ma sarà la prima
che incontri per strada,
che tu coprirai d’oro
per un bacio mai dato,
per un amore nuovo
E sarà la prima che incontri per strada,
che tu coprirai d’oro
per un bacio mai dato,
per un amore nuovo.

 

{Canzone dell’amore perduto; Fabrizio de Andrè}

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

N/A:

Altamente non sense, mi sa. Comunque ce l'ha una trama, sì. Allora, Neji è morto in battaglia, Hinata lo aspetta, e il suo fantasma le fa visita per dirle che è morto, ma lei lo rivede ogni giorno. Impazzisce dal dolore. Ci sono vari flashback, di quando loro sono in vita, di quando lui le annuncia la sua morte. Poi ci sono dei discorsi. Hinata che si accorge che lui non esiste, ma che poi ricade nella follia.

E basta °_°

Insomma, non si capisce del tutto e il tempo è sballato da pezzo a pezzo xD

Ma va beh... voi recensite lo stesso!

Mi rendete felice *_*

 

A presto,

 

   
 
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