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Autore: Lalla_mk_panda    11/11/2014    2 recensioni
Sapete, questa è la mia storia.
Ero anche io un'adolescente, propio come te che stai leggendo; mi svegliavo la mattina con voglia pari a zero e pensieri suicidi 3/3 delle volte, ma sono cresciuta, ho quasi 25 anni, pensate che sia cambiata? figuriamoci. La mia vita non è cambiata di una virgola solo che lavoro al posto di studiare, non ho più nessuno da quando i miei sono morti, ma sapete una cosa? Dopo la tempesta spunta sempre l'arcobaleno ed è proprio quello che è successo a me, perchè anche se è stato difficile da vedere lui per me è stato come l'arcobaleno dopo tanta pioggia, lo è sempre stato.
Vi va di sentire la mia storia?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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EMILIE POV
Continuo a correre per Milano in piena notte.
No non è come un film horror tranquilli, anzi, Milano sembra viva come non mai mentre corro tra la gente che si scansa al mio passare chiedendosi il perchè del mio scappare.
Sembra strano; una contrapposizione di sentimenti; Io; distrutta, confusa, forse arrabbiata, non lo so nemmeno, e poi c'è Milano; allegra come non mai, felice, accessa, viva.
Viva.
Si forse è proprio questo che a me manca, non sono viva.

Mi butto dentro il primo bar che trovo, squallido o no che sia, non mi interessa.
Mi copro il viso con le mani; Ormai il trucco è andato via, restano solo lunghe linea di nero che mi sporcano le guance, ma non mi interessa toglierle.

"Le preparo qualcosa signorina?" mi chiede il barman, ma faccio di no con la testa indicandogli che non ho un soldo; che stupida non ho niente con me, nè il cellulare nè un soldo per pagarmi un taxi per tornare al loft; ma in fondo chi ci vuole tornare al loft adesso?
La musica è assordante e sento il cuore che rimbomba al ritmo della batteria ma preferisco questo che ascoltare i miei pensieri.

"E così credevo che ti avrei rivista molto più tardi, non in uno squallidissimo locale la serata di Halloween"
Alzo la testa di scatto.
Stefano?
Appena mi vede col trucco sbavato e gli occhi gonfi il sorriso che gli era spuntato svanisce immediatamente, "Come ti è successo?!" mi chiede, mi siedo meglio sul bancone e lo invito a sedersi di fianco a me cominciandogli a raccontare tutto, dall'inizio alla fine.
Non so nemmeno perchè gli sto dicendo tutto.
Ma so che tanto peggio di così non può andare no?

"Quindi questo ragazzo che dovrebbe essere gay ti ha baciata, ma poi hai scoperto che lo ha fatto per capire la sua sessualità se ho capito bene il nocciolo del discoso no?" chiede conferma; Okay, non potevo dire proprio tutto, diciamo che non ho specificato le persone...
"Esatto..." ammetto appoggiando la testa sulla mano come se pesasse chili, "Okay... adesso ci beviamo su... Poi pensiamo a cosa fare no?" propone sfoderando il suo miglior sorriso, "Ma non ho manco un soldo!" rettifico, "Offro io! Barman! Due vodka alla pesca!" urla poggiando dieci euro sul tavolo.

MIKA POV
Sono un grandissimo coglione!
Cazzo!
Emilie uscendo dal loft aveva fatto un casino e molti ragazzi si erano svegliati; tra cui Riccardo.
Mi ha chiesto subito dove era Emilie e naturalmente la fottuta bocca di Morgan non ha resistito e gli ha detto tutto.
Sembrava felice, non era triste del fatto che l'ho baciata, anzi ho sentito che parlava con Morgan del fatto che una ragazza di Vicky gli cominciava ad interessare e mentre uscivo sono riuscito a sentire solo le sue parole:
"Mika corri da lei! Siete innamorati non lasciartela sfuggire!", e no Riccardo, la troverò a costo della mia vita!

Corro per Milano alle 5 della mattina non so nemmeno io perchè.
Fa freddissimo e tutti i dubbi che prima non avevo si stanno insinuando dentro di me insieme al freddo:
E se non la trovo?
E se la trovo cosa gli dico?
Come gli dico quello che gli devo dire?

Ormai quasi tutti i locali stanno chiudendo, tranne uno.
La musica si sente da fuori, assordante, ma ho bisogno di bere qualcosa al volo o morirò.
Entro e un'ondata di fumo mi entra nei polmoni facendomi tossire forte.
Sembra che ci sia la nebbia dentro e le luci fanno venire il mal di testa, è quasi pieno ma piano piano le persone stanno uscendo e la pista svuotando.
Intorno alla pista ci sono dei divanetti, si vedono le coppiette intente ad ammucchiarsi su ogni angolo di quei piccoli divani dove avrei paura a sedermi per lo schifo; tranne in uno, nell'ultimo divanetto c'è una ragazza, sola, o meglio, ci sono tanti ragazzi intorno a lei che cercano di parlargli ma lei non ascolta, ha il trucco sbavato e fissa il vuoto.
Ha un drink in mano e ogni tanto sorseggia qualche goccia, non sembra ubriaca, anzi, lucidissima; al contrario dei ragazzi intorno a lei che continuano a ridere, a cercano la sua attenzione che però non riesconon ad avere.
Emilie.
Ad un certo punto un ragazzo la prende e inizia a baciarla con foga, palpandola; lei sembra quasi caduta dalle nuvole, non riesce a reagire impassibile ma terrorizzata.
E lì scatto.
Comicio a correre attraverso la pista raggiungendo il divanetto e afferrando il ragazzo per la maglia e trascinandolo lontano da lei buttandolo per terra in mezzo alla pista.
Il ragazzo però mi sferra un pugno sul labbro e subito il sapore del sangue mi invade la bocca, sono pronto a rispondere quando una mano mi ferma; è un'altro ragazzo, alto coi capelli mori, sembra molto gentile, "Prendi Emilie e portala via qui ci penso io!" mi urla facendomi segno verso Emilie che è ancora immobile sul divanetto, con le mani sulla bocca spaventata che mi guarda sorpresa.
La afferro per un braccio e la faccio alzare mentre il ragazzo che mi ha aiutato viene colpito sullo stomaco da un'altro ragazzo, "Stefano!" urla Emilie cercando di tornare indietro ma la fermo obbligandola a girarsi e uscire fuori dal locale dove stanno già entrando dei polizziotti.

"Cosa ci fai qui?" mi chiede appena ci fermiamo su una panchina a riprendere fiato, "Sono venuto a prenderti, e grazie a Dio sono entrato in quel bar se no chissà cosa serebbe successo con quel ragazzo" dico asciugandomi la bocca che ancora sanguina, ma meno di prima.
"Non sei mio padre" ribatte senza guardarmi negli occhi, "Per fortuna" rispondo sedendomi dall'altra parte della panchina.
"Ti sei fatto male?" mi chiede guardandomi di sfuggita, "No il labbro sanguina perchè non sa cosa fare!" dico ironico, vedo che abbassa lo sguardo come dispiaciuta, "No tranquilla non fa male" dico dispiciuto cercando di farla sorride.
"Aspetta qui" dice prendendo il mio fazzoletto da taschino e andando verso una fontanella non troppo lontana a bagnarlo; dopo poco la vedo tornare con il fazzoletto umido e avvicinarsi a me tamponandomelo sul labbro.
Fa male, ma non di un male fisico; un male buono, quel tipo di male che puoi sopportare mentre ti medicano.
E' così vicina a me mentre è concentrata a pulirmi il labbro che quasi sento il suo respiro sul mio viso.
Mi torna alla mente quello che successo nemmeno un'ora fa, il sapore delle sua labbra; o molto semplicemente lei sulle mie labbra, così delicata; non ho mai sentito nulla del genere; le farfalle nello stomaco, la testa che gira e quel senso di non sapere più che giorno è e chi sono.
Si credo di essermi innamorato di lei.
Emilie continua a medicarmi mentre io non smetto di fissarla, è bella anche con il trucco sbavato.
Vedo che arrossisce ma non vuole guardarmi, sono un coglione, come ho potuto creare questo malinteso tra noi due?!
Io non sono gay!
Non lo sono più! Non avevo bisogno del bacio per esserne sicuro, l'ha baciata perchè volevo baciarla non perchè me l'ha detto Morgan!

"Scusa" balbetto mentre Emilie finisce di pulirmi dal sangue.
"Cosa?" mi chiede smettendo e fissandomi sorpresa, "Scusa ho detto" ripeto guardandomi le scarpe.
"Perchè mi chiedi scusa?" continua lei, "Per quello che è successo prima..." provo a dire ma lei mi blocca alzandosi, la imito cercando di capire cosa vuole fare ma lei si gira e se ne va.
"Perchè te ne vai?!" urlo, "Non c'è niente da spiegare MIka, non sapevi più se eri gay, e per questo avevi bisogno di baciare una ragazza per averne la certezza, spero solo che tutti i tuoi dubbi siano stati chiariti" mi risponde tornando sui suoi passi e mettendosi davanti a me nascondendo le mani della felpa per il freddo.

"Emilie, non ha mai avuto dubbi, da quando ti ho trovata sotto casa mia non ho più avuto dubbi, da quando ti ho sentita cantare, da quando ti ho salvata quella notte a Milano, da lì non ho più avuto dubbi; Sei così bella Emilie e tu non lo sai nemmeno, sei così timida che arrossisci per un complimento, come ora, hai paura del mondo ma dovrebbe essere il mondo ad aver paura di te, perchè puoi fare così tante cose, puoi spaccare Emilie! Non ho avuto dubbi quando ti vedevo piangere e l'unica persona che cercavi ero io, non avevo dubbi quando ridevi per qualcosa che avevo fatto o quando sorridevi mentre ascoltavi una mia canzone.
Non avevo dubbi Emilie quando mi svegliavo in piena notte per paura che ti fosse successo qualcosa, non avevo nemmeno dubbi quando mi sono reso conto che la tua voce è la mia canzone preferita.
Emilie, mia bellissima Emilie, non ho mai abuto dubbi su di te, e mai ne avrò, perchè io sono innamorato di te da troppo tempo per avere dei dubbi, e mi sento così stupido ed essermene reso conto così tardi quando saresti potuta essere mia tempo fa, invece adesso mi ritrovo a dirti tutte queste cose in piena notte, a Milano, con il tuo viso sporco di trucco davanti a me, ma ti posso giurare che non è mai stato così bello per i miei occhi."

EMILIE POV
".. per i miei occhi."
Sentivo le lacrime scendermi ma senza la forza di asciugarle.
Mi tornano in mente quando l'ho abbracciato la prima volta, quando mi ha salvata quando ero caduta davanti alla radio prima della sua intevista, quando abbiamo riso a casa sua, quando ho pianto appoggiata al suo petto, quando è rimasto in ospedale con me, quando mi ha regalato la collana, quando mi ha portata a fare il tatuaggio.
Mi tornano in mente tutti i momenti in cui lui era al mio fianco e mi rendo conto che non sono mai stati così tanti.
Prendo il ciondolo della sua collana tra le mani rileggendolo, "Ti sei messa la mia collana" dice sorridendo.
"Non l'ha mia tolta" rispondo guandandolo negli occhi.

Solo adesso mi rendo conto di tutte le volte che è stato con me, di tutte le volte che lui non c'era e l'unica persona che volevo era lui, quando ho sperato che fosse il mio giudice per poterlo rivedere ogni giorno, e mi torna in mente il bacio.
Le farfalle nello stomaco, la testa che continuava a girare, non capivo più nulla.
Mi rendo conto solo ora che tutti i dubbi si sono chiariti.
Non so perchè non l'ho capito subito, forse non ero sicura.
Ma di una cosa sono sicura: credo di sentirmi, anche se forse per poco, finalmente viva.

Rimaniamo così per non so quanto tempo, mentre mi guarda serio in piedi, in mezzo ad una Milano festaiola che si sta addormnetando e a una Milano che si alza per andare a lavorare.
E noi due siamo lì in piedi, a guardarci, perchè siamo proprio come la poesia di Prevert:
"Ragazzi che si amano si baciano in piedi
Contro le porte della notte
E i passanti che passano li segnano a dito
Ma i ragazzi che si amano
Non ci sono per nessuno
Ed è la loro ombra soltanto
Che trema nella notte
Stimolando la rabbia dei passanti
La loro rabbia il loro disprezzo le risa la loro invidia
I ragazzi che si amano non ci sono per nessuno
Essi sono altrove molto più lontano della notte
Molto più in alto del giorno
Nell'abbagliante splendore del loro primo amore"


Ed è così ci baciammo, in mezzo alle strade di Milano, ma non un bacio appassionato, un bacio dolce, di chi ha appena fatto pace e ha bisogno di sentire delle labbra poggiate sulle proprie.
Di chi ha bisogno di quelle labbra per vivere, e si, io avevo bisogno di quelle labbra per vivere.
Ci staccammo dopo un bacio che sembrava interminabile, e avrei voluto che non finisse mai.
Restammo a guardarci per dei minuti.

"Salvami" sussurrai.
"Salvami, perchè io non ci riesco".
 
This is not the end.
But an happy ending.


 
NOTE: Ragazzi e ragazze, signore e signori, amici e amiche.
Ecco la fine.

Sembra strano dopo mesi, 30 capitoli... dopo tutto quello che abbiamo passato, perchè questa fanfiction l'ho vissuta con voi, e finirla dopo mesi fa strano.
Ma come ogni storia prima o poi deve finire no?
La storia di Emilie e Mika è stata una bellissima storia da scrivere ma voglio che la fine la decidiate voi, vi ringrazio per tutti i mesi passati insieme, per tutte le recensioni, per tutto quanto.
Grazie per aver reso la prima, primissima esperienza di scrittura la più bella di sempre.
Grazie a Eleonora che mi ha sostenuto da lontano e spronandomi a continuare.
Grazie a tutti i miei amici che mi hanno sopportata visto che non ne potevano più di sentirmi parlare di questa fanfiction ( e che credo siano felici che sia finita haha! ).
Ma grazie a tutti voi, che non mi conoscono, ma che mi avete supportata come se mi conosceste da una vita.
Grazie, vi giuro non ho parole, siete così tanti che avete commentato, letto e seguito questa storia pari passo con me, aiutandomi anche con critiche e consigli.
Grazie mille.
Lo so che non vi aspettavate questa fine, o penso che non vi aspettavate nemmeno che proprio oggi finisse.
Spero che non ce l'abbiate con me per averla fatta finire senza avvisarvi, ma in fondo un libro finisce nel più bello no?
Vi ringrazio e spero che questo non sia un addio.
Veramente, vi adoro e vi voglio un mondo di bene.

Lo so che mi sono prolungata abbastanza ma infondo i ringraziamenti durano sempre tanto e io non faccio eccezzione.
Voglio lasciarvi con l'immaginazione accessa, a pensare cosa succederà dopo perchè penso sia propio questo il bello di un libro no?

Vi ringrazio ancora tanto
Gli ultimi "bacioni" per questa fanfiction

 La vostra Panda

PS: Stay tuned! Non ho nessuna intenzione di smettere di scrivere, non scriverò una nuova fanfiction su Mika ma in fondo sarei noiosa no? Quindi datemi qualche giorno per pensare e tornerò più carica che mai.
  
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