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Autore: FLC    11/11/2014    3 recensioni
Un regno in rovina, avvolto dall'Oscurità e dalla maledizione. Un Re in declino, oramai troppo solo per poter reagire. Solo in questi momenti un sovrano può accorgersi della natura di chi gli sta intorno. La natura umana...fin troppo legata all'Oscurità. La natura umana...che si svela anche negli esseri più puri.
Raime e Velstadt, rispettivamente braccio sinistro e destro di Re Vendrick. Tra i più fidati cavalieri del potente Sovrano, in questo stesso momento stanno combattendo tra di loro, uno scontro all'ultimo sangue. Raime sta combattendo per scappare via dal Regno, è un indomito senso di sopravvivenza a guidarlo. Velstadt sta combattendo per difendere l'onore del suo re, è un indomito senso di lealtà a guidarlo..
Vendrick osserva pazientemente, le lacrime ne offuscano la lungimirante vista.
Il suo regno sta cadendo in rovina, i suoi più devoti soldati combattono fra di loro, la sua amata Regina lo ha tradito. L'amore lo aveva ingannato.
La natura umana...fin troppo legata all'Oscurità.
La natura umana...che si svela anche negli esseri più potenti.
Vendrick chiude gli occhi, ogni volta che lo fa ricorda. Ed i ricordi lo feriscono nel profondo, più di ogni altra lama affilata...
Genere: Azione, Dark, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo IV

 

 

 

Forossa e Mirrah ad est. Lanafir e Melfia a sud. Lindelt e Jugo ad ovest. Al centro, sulle sacre terre ove per eoni sono stati fondati imponenti regni di incommensurabile potenza, vi è Drangleic. Il regno di Drangleic, eretto dal Prescelto noto con il nome di Vendrick, eretto sul sangue di altri popoli ed altri re, eretto per così tanto tempo da sfidare quasi le leggi che quelle antiche terre avevano imposto, eretto nonostante l'assenza di una qualsiasi timida Fiamma...

Vendrick era evidente che non fosse un Non-Morto come tutti gli altri, lui era l'unico, tra migliaia, capace di fermare, o forse sarebbe meglio dire rallentare il ciclo. Vendrick era l'unico vero Prescelto che abbia mai solcato quelle terre.
La Fiamma non vi era più, tutto sarebbe dovuto svanire come cenere, e dalla cenere tutto sarebbe dovuto iniziare nuovamente. Ma qualcosa era cambiato...qualcosa.

 

Ancora lì, ancora dentro la Villa di Aldia, sempre intento a consumare il primo favore richiesto a suo fratello maggiore: il Re stava parlando con colui che anni fa era il miglior stregone di tutto il regno, nonché fidato mago di corte del Sovrano.

Olenford era inquieto, non per un particolare motivo, lo era e basta. «Lo è sempre da quando è ritornato» disse Aldia prima che suo fratello lo cacciasse fuori per parlare da solo con il povero mago. Quel povero e schizofrenico mago blu che ora si faceva chiamare col nome di Navlaan.
«Dimmi, ragazzo. Sei stato alla Cripta, cosa hai trovato di interessante?» Chiese Vendrick cercando di osservare qualsiasi strano comportamento dello stregone. «Cosa ho trovato?!? Eheheh, che domande, ho visto tante cose!» Ribatté Navlaan divertito.
«Tipo?»
«Beh, oh...vediamo. Ho visto loro, bellissime! Ne ho viste quattro se non sbaglio. Una più bella dell'altra, tutte vestite come principesse...»

Vendrick restò veramente scosso, l'Olenford che conosceva non esisteva più oramai, a parte la voce, a parte l'aspetto, a parte l'evidente forza...non vi era più niente di quel saggio e rispettabile stregone.

«Capisco, dimmi: loro per caso cantavano?»
«Oh sì, cantavano, avevano una voce meravigliosa...se chiudo gli occhi riesco a sentirla ancora nella mia testa...»
«E tu sai perché cantavano?»
«Loro? Ehehehe, loro cantavano per far danzare le piccoline. E quando le piccoline danzano non vi è Oscurità...»

Oscurità...cosa intendeva dire Navlaan? Vendrick fu confuso, ma allo stesso tempo capì quanto quella frase fosse importante, “quando le piccoline danzano non vi è Oscurità”.

«Olen-ehm, Navlaan per caso qualcuno alla Cripta odiava il loro canto? C'era qualcuno a cui dava fastidio?!?»
«Cosa? No, certo che no. Loro cantano per la Cripta, e lo rendono un posto sicuro...più sicuro di qualsiasi altro posto a Drangleic.»

Un posto sicuro...un posto sicuro...Quella chiacchierata fu più utile di quanto Vendrick potesse mai pensare, bastarono poche domande per ricevere l'illuminazione, ora il Re incominciava a capire, il quadro iniziava a riempirsi ed avere un senso...ed il Re che mai prima d'ora era stato così in difficoltà, adesso sapeva benissimo cosa fare. Lasciò così Navlaan e si diresse verso suo fratello, era il momento del secondo ed importantissimo favore, ed era anche il tempo dell'addio definitivo.

«Hai già finito l'interrogatorio?» Chiese Lord Aldia appena vide uscire il Re dalla stanza. «Sì.» Ribatté Vendrick, che poi continuò: «Ascoltami fratello mio, ho bisogno che tu mi aiuti per l'ultima volta nella vita...dovrai fare una serie di cose, non per me, sia chiaro...ma per il regno, per la salvezza di Drangleic e quindi anche la tua...» Aldia assunse un espressione seriosa, aveva capito l'urgenza del fratello, e forse per la prima volta nella loro vita i due si parlarono a cuore aperto.
«Cosa devo fare?»
«Seguimi...»

 

 

 

Il castello di Drangleic stava tremando, quando lo faceva tutti sapevano di chi fosse la colpa...Raime e Velstadt stavano combattendo furiosamente, sta volta non per allenarsi, non per dar spettacolo...quella volta era questione di vita o di morte.

Raime stava combattendo per scappare via dal Regno, era un indomito senso di sopravvivenza a guidarlo.
Velstadt stava combattendo per difendere l'onore del suo re, era un indomito senso di lealtà a guidarlo.

Nessuno dei due si risparmiava un colpo, l'Egida continuava a mulinare il suo enorme martello contro il suo avversario, il Corvo parava ogni colpo con il suo spadone in pietra, per poi affondare la sua veloce lama verso l'avversario. Le loro abilità erano incredibili, velocità, forza, tattica, esperienza...i cavalieri più potenti dell'intero regno si stavano sfidando tra di loro, ed uno dei due quel giorno avrebbe perso...

Avrebbe perso l'onore, avrebbe perso il suo ruolo, avrebbe perso la vita.

 

 

 

Quando Vendrick tornò al castello, dopo aver detto definitivamente addio a suo fratello, attraverso il falò sotterraneo, non perse alcun tempo e si diresse immediatamente verso l'alta camera nuziale ove avrebbe trovato sua moglie. Doveva parlare, doveva avere la certezza di chi lei fosse realmente, ora che i dubbi fioccavano in lui, ora che la paura di perdere tutto lo attanagliava come un'oscura catena.
Spedito percosse le scale del castello e sentì il pavimento tremare, guardò giù, verso il gigantesco spiazzale all'esterno, e vide Raime e Velstadt intenti a combattere fra di loro, circondati da tutti i soldati nel castello. Un colpo al cuore lo colpì immediatamente, cosa stavano facendo? Non era un allenamento...troppa foga, anche per loro. Stavano forse combattendo seriamente? Ma perché mai?!?...Purtroppo non vi era una risposta certa, e non vi era sicuramente un perché. Vendrick aveva ben altro a cui pensare, e questo lo feriva ancor di più.

Quando arrivò davanti alla camera nuziale ne spalancò la possente porta e entrò dentro, lì trovo Nashandra, affacciata al balcone, intenta anche lei a guardare i due combattenti.

«Shandra...» Disse Vendrick attirando l'attenzione dell'amata.
«Vendrick, finalmente...» Il Re si avvicinò alla sua amata e la guardò dritto negli occhi azzurri come un meraviglioso cielo limpido. «Cara, devo dirti qualcosa...» Il volto di Nashandra si fece titubante. «Shandra...dobbiamo scappare via.» 
«VIA?!?» Esclamò la Regina allontanandosi dal suo amato. «Perché mai?!?»
«Perché è la nostra unica opportunità di salvarci, i Giganti sono inarrestabili, presto arriveranno fin qui...dobbiamo scappare verso un posto sicuro, verso la Cripta del Non-Morto!» Il volto e le parole di Vendrick erano sinceri, il Re voleva salvare la sua Regina, nonostante sospettasse di lei più che mai, nonostante in cuor suo sapesse che qualcosa non andava... «No.» Disse con voce ferma Nashandra. «La Cripta è un posto pericoloso, non andremo da nessuna parte...» Ma il Re continuò ad insistere: «No che non lo è! Mia Regina ti prego, ascolta le mie parole, è l'unico modo che ci rimane per salvarci, la guerra non durerà...ti prego.»

Prima che Nashandra potesse aprir bocca, di nuovo un acuto e leggiadro canto si liberò nel castello, era quello della milfanito. Vendrick osservò il volto della sua amata lentamente distorcersi all'udire quella melodia, e questa volta non potette far a meno di dubitare di quella splendida e pura donna.

«Ti da fastidio?» Chiese il Re tenendo per mano Nashandra.
«Sì, certo che mi da fastidio!» Rispose indispettita lei, allontanandosi ancora dal suo amato.
«Sai...le milfanito risiedono nella Cripta, e lì cantano costantemente, senza nessuna interruzione, cantano per allietare i Non-Morti, cantano per far danzare le piccoline, poiché quando le piccoline danzano non vi è...Oscurità
«C-cosa? Cosa vai dicendo?»
«Ora mi chiedo...perché il loro canto ti infastidisce? Perché solo tu in tutto il castello?»
Nashandra rimase in silenzio, tenne il capo basso e si sedette sul gigantesco letto della stanza.
«Shandra, cara...»
«Stavo aspettando solo te, mi chiedevo quando ci saresti arrivato...»
«Arrivato a cosa? Cosa intendi dire?»

 

 

Il sacro martello di Velstadt si abbatté con furente forza contro Raime. Il nero soldato però schivò il colpo con un balzo, e contrattaccò con la sua veloce lama nella mano destra, il colpo trafisse di netto l'Egida. Non era il primo colpo che Velstadt subiva in quella battaglia, Raime forse non era più il sanguinario e coraggioso soldato di una volta, ma restava ugualmente uno dei più forti cavalieri del regno.

Velstadt fece cadere l'arma e si accasciò per il dolore, Raime avrebbe potuto finirlo lì, in quello stesso istante. Ma non lo fece, qualcosa lo stava bloccando...forse quel briciolo di onore che ancora aveva in corpo, forse quel filo d'amicizia che lo legava indissolubilmente all'Egida. Il Corvo abbassò le armi. «Mi dispiace Velstadt, non volevo arrivare a tanto, mi ci hai costretto tu. E ti prego, non costringermi anche ad ucciderti, fammi questo favore, e fattelo anche tu.» Il torreggiante soldato in armatura nera si allontanò così dal campo di battaglia, sarebbe andato via dal regno e nessuno l'avrebbe rivisto più. Ma Velstadt non poteva accettare qualcosa del genere, un tenace come lui, sconfitto in questo modo, da un lurido traditore del Re...no, non poteva essere.

Un lacerante grido di dolore e rabbia accompagnò Velstadt nella sua corsa verso il suo disonorevole avversario, Raime non fece neanche in tempo ad accorgersi della carica dell'Egida, che fu raggiunto da un colpo in piena schiena. Il Corvo fu spazzato via, caduto a terra e dolorante, la figura di Velstadt si fece alta e pericolosa sopra l'inerme corpo del Corvo Nero...un altro colpo, un altro forte colpo di martello avrebbe frantumato le ossa del suo avversario.

...Ma quel colpo non arrivò, nuovamente la pietà o forse l'amicizia fermò la mano di uno di quei due soldati. Così diversi, così uguali..

La lealtà, il tradimento.
Il coraggio, la vigliaccheria.
Il silenzio, il lamento.

L'Egida ed il Corvo nero.

 

 

 

«Non hai ancora capito, vero?»
Quella frase scatenò qualcosa dentro il povero Re, qualcosa di profondo...ed in quel preciso momento tutto fu chiaro, tutto quel sapere, tutti quegli strani poteri, tutte quelle sensazioni che per anni l'avevano accompagnato, il canto delle milfanito, le piccoline, la Cripta, l'Oscurità...

«Tu!»
Disse Vendrick girandosi verso Nashandra, ma le sue parole gli si strozzarono in bocca. Lei lo guardava fisso, i suoi occhi non erano più azzurri come un cielo limpido, erano completamente neri, oscuri e vuoti come un Abisso. Il suo sguardo era inquietante, ed il suo volto che lentamente si trasformava era come un orrendo quadro dai tenebrosi colori.

Mai il Re ebbe paura come il quel momento.

«...Cosa sei? Cosa sei in realtà?!?...» Chiese allontanandosi da quel mostro.
«Oh, mio caro Vendrick, io sono la figlia dell'Oscurità, il pezzo più piccolo di un essere estremamente superiore...» Rispose lei con voce mostruosa e terrificante. «Sei sempre stato saggio ed intelligente, mio caro. Ma sei un umano, continuamente offuscato dai tuoi patetici sentimenti per poter capire cosa realmente ti stesse succedendo intorno...»

«Cosa vuoi?» Chiese Vendrick cercando di distogliere lo sguardo.
«Quello che è mio di diritto. E' da quando ti ho conosciuto, da quella buia nottata, che manipolo le tue decisioni a mio favore, questo perché sono un essere superiore amore mio, e in quanto tale io voglio...potere.» Rispose Nashandra stringendo il pugno inquietantemente e rilasciando intorno a se un oscura aura nera. Vendrick intimorito sguainò la sua spada e la puntò dritta verso quella che oramai era la sua amata.

«No! Non è possibile» Disse disperato. «Tu non puoi essere questo, tu sei Nashandra, sei mia moglie e mia Regina, non può essere tutto veramente così!» Vendrick abbassò la lama, le lacrime bagnarono i suoi occhi. Si avvicinò lentamente a Nashandra, con la mano sinistra tentò di accarezzarle il volto, come sempre faceva e per sempre avrebbe voluto fare. La mano attraversò l'Oscurità che circondava la sua sposa, faceva male, un male reale, un fitto dolore gli afflisse la spalla sinistra, lì dove il Segno Oscuro era ancora presente sul corpo di Vendrick. Quella sensazione portò al Re lontani ricordi, i ricordi della maledizione e del dolore che la conseguiva...

Tutto ciò fece capire al Re, prima che le sue dita potessero sfiorare la guancia della sua amata, che non vi era nessuna finzione, quella era la realtà, quella non era sua moglie e Regina. Era un entità oscura, malvagia...abissaleAllontanò così immediatamente la mano e ritornò a puntare la sua potente spada contro di lei. Nashandra rise, una risata che avrebbe fatto accapponare la pelle di chiunque.

Intanto qualcuno cercò di sfondare la porta della stanza nuziale. Ma essa era avvolta dall'oscurità esattamente come Nashandra. Vendrick sapeva che nessuno sarebbe riuscito ad aprirla ed aiutarlo. In quel momento più che mai, il Re era desolatamente solo...

«Mi ami ancora, nonostante tutto mi ami ancora» Disse divertita. «Tu, stupido inutile umano. Questa è la dimostrazione che tu non sei adatto al potere, e non lo sei mai stato, sei solo un misero contenitore di un'anima ancor più misera...ora arrenditi.» Sta volta fu Nashandra ad avvicinarsi al corpo impietrito di Vendrick, si avvicinò al volto, come per baciarlo, ma voleva in realtà solo sussurrargli qualcosa all'orecchio:

 

«Ora diventa tutt'uno con l'Oscurità...»

Vendrick per una attimo chiuse gli occhi e si lasciò andare, tutto stava andando nel modo sbagliato, tutto stava per finire. Con un grido rabbioso il Re sguainò la sua spada come per trafiggere Nashandra, ma fu tutto inutile quando lei si dissolse in fumo nero davanti ai suoi occhi, scatenando una potentissima onda d'urto dalle venature oscure che travolse tutto il regno. Fu così che la Regina di Drangleic sparì nulla.

Proprio in quel momento i cavalieri di Vendrick riuscirono ad aprire la porta della stanza. Wellager fu il primo ad entrare e preoccuparsi del suo Re. Vendrick fece cadere a terra la pesante spada, il volto abbassato, lo sguardo perso nel nulla.
«Mio Re, cosa è successo? Dov'è la Regina?!?»
Vendrick non rispose.
«Sire! Sire risponda! Cos'è successo?!?»
«...E' finita Wellager, devo scappare, devo nascondermi...»
«Cosa dice? Perché mai dovrebbe nascondersi?!?»
Chiese il cancelliere preoccupato. Vendrick però continuò ad ignorarlo.
«Ditemi se Velstadt è ancora vivo...»

Wellager guardò i soldati dietro di lui, non capiva...non poteva.
«Lo è, mio signore. Ha sconfitto Raime, l'ha...l'ha ucciso
«Perfetto, curate Velstadt, dopodiché ditegli di venire dove la prima morte ebbe inizio, lui saprà a cosa mi riferisco. Wellager, non posso spiegarti nulla, ma fidati di me: la Regina non era quel che sembrava essere...Questo è il mio ultimo ordine, aiutami a proteggere il mio regno. Nashandra vuole distruggerlo e avere il potere di governare finalmente su queste terre. Non possiamo permetterglielo... proteggi il castello finché potrai, allontana Nashandra finché avrai vita. Questo è il mio ultimo compito cancelliere, addio.»

 

Vendrick così si allontanò dalla stanza, ignorando le domande del suo turbato Cancelliere. Si allontanò dal castello senza mai guardarsi indietro, non era più lì il suo posto. Sapeva esattamente cosa fare per fermare Nashandra. Era un uomo, è vero. Ma era l'uomo più saggio che avesse mai messo piede su queste desolate terre.

Attraversò il suo regno, ne vide lentamente la decadenza. Vide il suo popolo, lentamente afflitto dalla maledizione scatenata nuovamente da Nashandra, vide i lontani disastri causati dai Giganti. Attraversò il Sacro Santuario d'Amana, protetto dal meraviglioso canto delle milfanito. In un posto sicuro lasciò la sua preziosa anima, divisa anni prima grazie alle sue infinite conoscenze. Ed in fine arrivò stanco al suo obiettivo, alla Cripta del Non-Morto. Una volta lì, si recò nella stanza più remota della Cripta, ove Nashandra non poteva raggiungerlo, si spogliò della sua armatura, e stette lì...in silenzio, a rammaricarsi per la sua cecità. Velstadt lo seguì persino in quel luogo, e continuò a proteggerlo comunque, giurando di sconfiggere chiunque riuscisse ad arrivare fino a quel punto della Cripta, come il più leale dei soldati, come un'Egida.

Vendrick non poteva più far nulla, non ne aveva la volontà, non era un vero Gigante lui. Ma in compenso Aldia avrebbe fatto molto per proteggere tutto il regno, il Re lo sentiva, sentiva che suo fratello non l'avrebbe deluso, e così tutti i suoi sottoposti ancora in vita.

 

Fu così che Vendrick, da leggendario e potente Sovrano, divenne il nulla...un essere vuoto, privo di senno. Un Re oramai finito, incapace di reagire, distrutto dalla maledizione che lui stesso credeva di aver fermato. Lasciare indietro il sostegno della vita, solo per incontrare difficoltà più grandi, un destino che lega indissolubilmente l'io dell'essere umano.

 

 

 

 

Fine





AngoloAutore: Era da un paio di mesi che mi portavo dietro questa storia. Iniziata così per caso, e finita con un minimo di impegno, spero vi sia piaciuta, perché l'ho scritta con tutto il cuore e la passione che provo per Dark Souls II. Il mio racconto non è di certo un capolavoro(...ed anche il gioco ad essere sinceri) ne sono consapevole, ma secondo me ha una sua certa dignità. Se volete lasciare una recensione ne sarei felice...beh, sarei felice se fosse positiva naturalmente, ma anche le critiche sono ben accette...cercate solo di non ferire i miei sentimenti :V
 
  
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