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Autore: Marzio C    12/11/2014    1 recensioni
Ho cercato, in 27 capitoli, di continuare la storia di Chuck e Sarah. Incontreranno momenti belli e momenti difficili. Tutti i capitoli sono intrecciati l'un l'altro, ognuno è il seguito del precedente. Non essendo io uno scrittore, anzi mi considero solo uno scribacchino, non sempre sono riuscito a mantenere i personaggi nelle loro caratteristiche per cui me ne scuso e non mi rimane che affidarmi al vostro buon cuore ed alla vostra sensibilità critica. Gradirei conoscere i vostri pareri e le vostre recensioni, per uno scribacchino sono importanti anche se negative.
Grazie et buona lettura.
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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                              Capitolo 25
 
Le forze speciali avevano trovato, nell’appartamento, documenti interessanti che potevano aiutare a smascherare la talpa e rintracciare Anchors.
 
Gli esperti informatici erano all’opera per poter individuare a quale servizio venivano inoltrati i dati rubati.
 
Sarah stava malissimo, continuava ad avere dei mancamenti con nausea e vomito. Stramaledetto stress.
 
Morgan mezzo impazzito per essere stato indirettamente responsabile degli recenti avvenimenti non sapeva dove sbattere la testa. Alex chiamò un medico.  Questi diede un calmante a Morgan e prestò le prime cure a Sarah.
 
Il medico alla fine della visita esclamò sorridendo:” Complimenti signora, se tutto andrà bene lei fra circa otto mesi sarà mamma.”
 
Sarah rimase basita, la notizia la trovò impreparata, mai e poi mai si sarebbe  aspettata di essere in stato interessante. Avrebbe voluto avere accanto il suo Chuck, questa era una cosa da condividere con la persona amata. Le venne in mente il vecchio adagio: “Una vita tolta, una vita data” non riuscì a trattenere le lacrime.
 
Alex la lasciò sfogare poi l’abbracciò e la tenne stretta per parecchio tempo.
 
Un sordo rumore e un fortissimo dolore alla schiena fecero aprire gli occhi a Chuck. L’aereo si era spezzato in un ulteriore troncone questo aveva rotto l’attaccatura dello spezzone che lo teneva ancorato alla fusoliera.
Quasi al limite dell’annegamento riuscì ad aprire uno dei cassoni e trovò le bombole di ossigeno per il primo intervento, quelle da 5 litri.
 
Piano piano iniziò la risalita, una risalita molto lenta, non poteva aiutarsi con le gambe, tutto il lavoro lo stava facendo il malandato giubbotto di salvataggio.
 
Il mare si era ingrossato, il vento soffiava forte ed a raffiche, la pioggia battente gli sferzava il viso. Era sballottato selvaggiamente dalle onde, la schiena e l’addome gli dolevano da impazzire. In tutte le maniere cercava di rimanere concentrato, di non svenire.
 
 Sul giubbotto c’era un piccolo trasponder, lo azionò. Mano a mano che il corpo si raffreddava il dolore scemava lentamente, stava andando in ipotermia. 
 
Intanto più spostati di parecchie miglia i tre canotti con il loro carico umano si spostavano velocemente fuori dalle rotte battute dalle altre navi. Qualche genere di conforto l’avevano trovato per cui rifocillati, attendevano fiduciosi di essere salvati.
 
La grande nota triste era Chuck, si era sempre prodigato ad aiutare gli altri e loro poco avevano potuto fare per lui. George taciturno, pensava al dolore di Vonnie, quando avrebbe saputo della morte del padre. Doveva starle vicino come non mai.
 
Sarah era al telefono con sua figlia, cercava di consolarla, era combattuta se rivelarle della vita che stava portando in grembo. Decise di sì.
 
Vonnie quando sentì la notizia, smise di piangere e disse “E’ l’ultimo regalo di papà.  Mamma se sarà un maschio lo chiameremo Charles George vero?”.
“Sì bambina mia” 
 
Una delle navi appoggio captava un debolissimo segnale. Le vedette, nonostante il pessimo tempo, erano al loro posto sulla coffa.  Con i loro binocoli controllavano quel tratto di mare a 360 gradi.
 
Aveva tanto freddo, non riusciva più a stare sveglio, mentre gli si chiudevano gli occhi sentì Sarah che chiamava “Chuck, bambini la cena è quasi pronta, su aiutatemi a preparare la tavola vicino al camino così staremo al cado e poi a letto presto, domani andremo a sciare.
 
Che bella questa loro prima vacanza invernale ad Aspen. Bella ma tremendamente gelida. Il rumore del motore di uno spazzaneve turbava l’armonia del momento.
 
Dalla lancia di salvataggio si lanciarono in acqua 2 sommozzatori che aiutarono i marinai a sollevare Chuck ed adagiarlo a bordo. Uno dei marinai commento” Questo è conciato malissimo, avvolgiamolo nelle coperte termiche, attenti alle ferite, non cercate di estrarre quel pezzo di metallo ci penserà il chirurgo sempre che costui arrivi alla nave vivo”.
 
Il cacciatorpediniere “Middletown” intercettò una trasmissione radio di un peschereccio portoghese che segnalava di aver tratto in salvo sei persone tra cui una donna ed un bambino. Fece rotta alla volta del peschereccio
 
Dopo innumerevoli triangolazioni i tecnici informatici riuscirono a risalire alla talpa.  Era un analista di Washington un certo Thomas Louis Q. Spencer.
 
Il capitano della nave appoggio “Philadelphia” aveva allertato i medici e fatto preparare la piccola sala chirurgica di bordo. Sperava che fosse sufficiente.
Chuck fu issato, con tutte le dovute precauzioni, i parametri vitali erano quasi a zero. Il riconoscimento, una volta a bordo, fu immediato. Il comandante disse a tutti gli uomini che il ferito era niente meno che il direttore Bartowski, medaglia del congresso.
 
I medici gli tagliarono i vestiti, lo collegarono ai monitor, lo avvolsero in nuove coperte termiche con una aggiunta di borse dell’acqua calda. Fleboclisi calde a bomba per reidratarlo.
 
La temperatura del suo corpo dai 29 gradi iniziava a salire e con lei anche il battito cardiaco e la pressione sanguigna.
 
Dovevano stare molto attenti, nel momento in cui si fosse stabilizzato sussisteva la possibilità di un’emorragia. Non potevano rischiare di operarlo subito, avevano bisogno di almeno quattro ore e di una mare più calmo.
 
Gli agenti della sicurezza nazionale riuscirono a catturare Spencer che risultò essere un figlio illegittimo di Queen, frutto di un suo rapporto adolescenziale con una ragazza di qualche anno più vecchia di lui.
 
Lo torchiarono per bene, se fosse stata presente il direttore Walker, sicuramente lei ci sarebbe andata con mano più pesante, l’avrebbe spezzato in due. Costui asseriva di essere stato avvicinato da Anchors che gli rivelò identità di suo padre e del tradimento da lui subito da parte del Governo. La loro vendetta sarebbe stata tremenda.
 
Vennero a sapere dove si nascondevano i mercenari e l’ubicazione dei depositi dell’antrace e del gas nervino. Il presidente diede ordine di riunire delle truppe speciali per attaccare i terroristi e per impossessarsi dei depositi. L’attacco fu sferrato alle prime luci dell’alba, lo scontro fu durissimo. Nelle fila dei terroristi vi furono parecchie perdite, i superstiti si arresero.
 
All’appello mancava il pericoloso Anchors.
 
Zach era in aeroporto, aveva comprato un biglietto per LA, voleva raggiungere sua madre, non voleva lasciarla sola, soprattutto mentre era in attesa di un bambino. Chiamarono il suo volo.
Si imbarcò e partì.
 
Continua…
                                           Marzio C.
 

   
 
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