Fanfic su attori > Cast Vampire Diaries
Segui la storia  |       
Autore: no_love_dark    12/11/2014    1 recensioni
La vita, è come un arcobaleno: è colorata, ma non sempre, e ha un inizio e una fine
proprio come la vita.
In fondo, se tutti i giorni fossero colorati nemmeno la apprezzeremmo così tanto, la vita.
Ecco perché l’arcobaleno non è sempre visibile ,e sceglie di mostrarsi proprio dopo i periodi più brutti, quelli fatti di lacrime, di pioggia.
Elizabeth Cullison è una giovane studentessa di recitazione che, essendo la migliore del suo corso, vince la possibilità di recitare la parte di un nuovo personaggio della serie tv “The vampire diaries”.
Ha sofferto molto per amore, come l’attore che si è offerto di ospitarla, Ian, anche se lui sta soffrendo in quel momento.
Ma prima o poi l’arcobaleno colorerà anche il loro cielo.
Avverto che il personaggio che dovrà interpretare Elizabeth nel telefilm non esiste, infatti dovrà interpretare il ruolo di Noa, il personaggio di un’altra mia storia. Spero che vi piaccia!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ian Somerhalder
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 4.
Dopo 15 minuti tornai in soggiorno, per controllare come stava Ian e lo ritrovai accasciato a terra, con la schiena appoggiata alla porta d’ingresso e la testa tra le mani: Nina non c’era.
-Ian…-, mormorai avvicinandomi a lui.
Mi sedetti a terra accanto a lui e con delicatezza gli feci sollevare il capo per voltarlo verso di me: delle lacrime gli solcavano le guance, la mandibola leggermente squadrata e rendevano i suoi occhi pieni di liquida tristezza.
Senza dire nulla lo abbracciai e gli feci appoggiare il capo contro il mio petto, cullandolo dolcemente come se fosse un bambino e restammo in quella posizione per un tempo che a me parve infinito, fino a quando i suoi occhi non ebbero più acqua salata al loro interno.
-Ora ci alziamo, ti vai a fare una doccia mentre io chiamo i ragazzi del cast, ti va?-, gli chiesi con dolcezza.
-Devo proprio?
-Di certo tra le alternative non è compreso il restarsene qui a deprimersi!-, gli risposi sicura, strappandogli perfino un mezzo sorriso.
-Ok…
Ci alzammo da terra con lentezza e lo spedii a farsi la doccia mentre facevo partire il giro di telefonate per tirarlo su di morale.
 
Dopo meno di 15 minuti io, Ian, Paul, Candice, Michael e Joseph eravamo seduti sul divano in soggiorno intenti a decidere cosa fare.
-Beh, per prima cosa propongo di decidere come e dove cenare-, disse Michael.
-Giusto! Che si fa per cena?-, concordò Joseph.
-Che ne dite se Ian prepara un paio di pizze? A quanto ho sentito sei un mago…-, dissi guardando il diretto interessato.
-Certo… la mia pizza è la migliore! Però ho bisogno di una mano, altrimenti non finisco più: voi mangiate come dei porcelli…!
-Ti aiuto io! Dimmi quello che devo fare…-, mi offrii tutta sorridente.
-Ecco, così  mentre voi vi occupate del cibo noi pensiamo a cosa fare nel dopo-cena…-, disse Candice mentre io e Ian andavamo in cucina.
-Andata! Vedete di pensare a qualcosa di fattibile, però… niente di troppo estremo…-, mi raccomandai.
Nel frattempo Ian aveva iniziato a disporre sul tavolo i vari ingredienti.
-Allora, io impasto e tu prepari i pomodori.
-Signorsì!-, risposi facendo il saluto militare.
-Riposo soldato. Ora mettiti all’opera.
Ian mentre cucinava era così serio, tetro che volli fare qualcosa per farlo ridere. Presi una manciata di farina e gliela lanciai addosso.
Lui spalancò gli occhi e la bocca stupito di ritrovarsi circondato da una nuvoletta bianca.
-Perché?-, mi chiese sconvolto.
In tutta risposta io feci spallucce e scoppiai a ridere davanti alla sua espressione scioccata: era così buffo tutto pieno di farina tra i capelli corvini. –Almeno così non si notano… i primi capelli bianchi!-, lo presi in giro tra una risata e l’altra.
-Stai dicendo forse che sono vecchio?
-Chi, io che ti do del vecchio? Nooooo…!
-Te lo faccio vedere io il vecchio!-, esclamò iniziando ad inseguirmi per tutta la cucina.
-Aiutoooo!-, gridai correndo in soggiorno dove i ragazzi ci guardavano sconvolti.
-Adesso ti prendo, ragazzina!-, mi minacciò Ian che si faceva sempre più vicino.
D’altronde lui si manteneva in forma con la palestra e la corsa, mentre io andavo a malapena a camminare due volte al mese.
Mi stavo nascondendo dietro al frigorifero, convinta di averlo seminato, quando risentii afferrare per i fianchi da dietro e stringere dolcemente contro un petto scolpito.
-Presa…-, mi sussurrò Ian nell’orecchio con voce roca.
Mi stavo letteralmente sciogliendo: quel ragazzo non era affatto indifferente al mio corpo visto che i miei ormoni stavano iniziando a ballare un tango passionale in suo onore. Ma ci pensò lui a raffreddare i miei bollenti spiriti rovesciandomi sulla testa dell’acqua ghiacciata.
-Aaaah!-, esclamai cercando di liberarmi dalla sua presa ferrea.
-Ragazzi!-, urlò Candice entrando in cucina e vedendo tutto il macello che avevamo combinato.
-Ha iniziato lui/lei!-, esclamammo insieme indicandoci a vicenda.
-Non m’importa chi ha iniziato! Adesso pulite tutto questo macello e poi vi andate a fare una doccia: sono stata chiara?
-Sì, mamma!-, rispondemmo in coro facendo l’espressione da cucciolo bastonato.
-Mmm.. che sexy che sei,Liz!-, commentò Paul entrando in cucina seguito da Michael e Joseph che facevano segni di consenso con la testa.
Abbassai lo sguardo e mi resi conto che la maglia azzurra che indossavo a causa dell’acqua mi si era tutta appiccicata addosso ed era diventata praticamente trasparente.
-Porchi…-, borbottai, iniziando a pulire.
-Beh, non hanno tutti i torti…-, commentò Ian.
-Ian!
 
La pizza era venuta sublime, nonostante fossi stata io ad aiutarlo (sono un completo disastro in cucina).
Mentre cenavamo, c’era la radio accesa e in quel momento sentii le note di “Closer to the edge” dei 30STM risuonare nella stanza. Non riuscii a trattenermi ed iniziai a cantare a squarcia gola, “duettando” con quel bel pezzo d’uomo di Jared Leto.
I ragazzi mi guardarono stralunati e poi, con enorme sorpresa di tutti quanti, compresa la sottoscritta, Ian si unì a me e andammo avanti a cantare come se fossimo ad un concerto.
-Scusate, ma quando sento una loro canzone non riesco a trattenermi…-, mi scusai al termine della performance.
-Penso che stasera potremmo fare karaoke…-, mormorò Candice, studiandomi.
-Oddio, no! Avete sentito come sono stonata…!
-Non sei affatto stonata..-, commentò Paul.
Poi iniziò “Coming Stars” dei One Republic e, nonostante cercassi di trattenermi, iniziai a cantare anche quella seguita da Candice e Joseph.
Passammo il resto della cena cantando a turno tutte le canzoni che venivano passate alla radio e anche il dopo-cena trascorse così, tra stonature, battute pessime e tante risate: ci divertimmo come dei pazzi. Ian, invece, nonostante le battute e i sorrisi che fece per tutta la sera, sembrava distante e che tutta quell’allegria fosse finta, forzata.
-Beh, gente, domani è lunedì e bisogna andare sul set… Si è fatto piuttosto tardi, quindi… Buona notte a tutti!-, salutò Michael, andandosene con Candice.
-Buona notte!-, risposi.
-Vabbè, vado anch’io! Notte!-, salutò Paul.
-Aspetta, vengo anch’io!-, esclamò Joseph. –Buona notte!
-Notte, ragazzi!-, li salutai.
-A domani-, disse Ian.
-Bene, ehm… vado a dormire anch’io… buona notte!-, salutai Ian, appena tutti se ne furono andati.
-Certo, buona notte…
 
Dopo due ore ero ancora sdraiata al buio a fissare il soffitto senza riuscire a dormire: ero preoccupata per Ian, temevo potesse abbattersi.
Ad un certo punto, nel totale silenzio della casa, sentii dei singhiozzi. Mi alzai subito e schizzai in camera di Ian. Quando avevo avuto bisogno di supporto dopo i miei sogni su Stefan lui c’era stato: ora che era lui ad avere bisogno di sostegni, ci sarei stata.
Lo trovai sdraiato a pancia in giù col viso affondato nel cuscino stretto tra le sue braccia, come se l’averlo accanto ne andasse della sua vita. Mi sedetti accanto a lui e gli accarezzai una spalla scoperta.
-Ian…-, sussurrai dolcemente.
Si voltò a guardarmi con gli occhi rossi e gonfi che mi spezzarono il cuore.
-Resti con me?-, mi chiese con un filo di voce, guardandomi come un bambino che è terrorizzato all’idea di passare da solo la notte con la tempesta che infuriava all’esterno.
-Non ti lascerei mai da solo-, lo rassicurai con un sorriso mentre m’infilavo sotto le coperte.
Mi abbracciò stretta, senza dire una parola. Ci addormentammo così, una tra le braccia dell’altro.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Cast Vampire Diaries / Vai alla pagina dell'autore: no_love_dark