Sapevo benissimo che sarebbe stato un grandissimo sbaglio.
Uno di quelli che ti lasciano un segno profondo, indelebile.
Uno di quegli sbagli che, per quanto assurdi, non riesci fare a meno di compiere.
Te ne senti attratto, come se il tuo centro di gravità si fosse localizzato su quell'unica cosa.
È stato così per me e Robert.
Quando l'ho conosciuto ho subito sentito uno strano campo di forze attrarmi verso di lui.
Simpatico, spigliato, brillante, energico...
Una forza della natura.
Un buco nero che mi attirava all'interno del suo campo gravitazionale...
Inizialmente provai a resistere.
Sono sempre stato etero, non ho mai avuto dubbi, ma con lui era diverso.
Non era la sua compagnia come semplice amico che ricercavo.
Era quell'atmosfera intima che si creava tra di noi che volevo.
Quella strana chimica su cui tutti i tabloid del mondo hanno speculato per lungo tempo.
Quel qualcosa di sconosciuto ed istantaneo che ci aveva uniti sin dal primo momento, in un legame indissolubile.
Non è stato semplice scendere a patti con i sentimenti che provavo, così intensi da farmi stare male la notte.
Mi ero trasformato in una ragazzina al suo primo amore: arrossivo per qualsiasi cosa riferita a lui, cercavo la sua vicinanza e, allo stesso tempo, la rifuggivo, spaventato dalle reazioni del mio corpo.
Confessargli i miei sentimenti fu difficile, ma ci riuscii.
Una sera, dopo essere tornati da una giornata di riprese, gli chiesi di raggiungermi sul terrazzo dell'albergo.
Parlai come una macchinetta, senza fermarmi mai e con un'onnipresente tartagliamento, sempre pronto ad ostacolarmi nei miei momenti di imbarazzo.
Scappai.
Dopo avergli rivelato ogni più recondito segreto della mia anima scappai, lasciandolo su quel terrazzo.
Mi rifugiai nella mia stanza, euforico ed inorridito da quello che avevo appena fatto.
Nei giorni seguenti non parlammo della mia confessione.
Continuammo a svolgere il nostro lavoro con tranquillità, ma, nelle pause, le mie parole pesavano nei lunghi silenzi, interrotti solo dalle battute di Guy e del resto della crew.
Poi accadde.
Avevamo appena finito di girare la scena di combattimento nel cantiere navale.
Eravamo stanchi, ma soddisfatti.
Mi ero ritirato nella mia camera, intenzionato a concedermi una lunga notte di sonno, ma un leggero bussare alla porta mi bloccò.
Avvenne tutto così in fretta che quasi faccio fatica a ricordare la giusta sequenza.
Rob era lì, davanti alla mia porta e, dopo un attimo di incertezza, si scaglio sule mie labbra, mormorando una risposta confusa alla mia dichiarazione di qualche sera prima.
Non pensai troppo alle conseguenze.
Mi lasciai andare al momento, a quelle labbra che mi stavano conducendo alla pazzia con un semplice bacio.
Eliminai il resto del mondo dalla mia mente, quella notte.
E la notte successiva.
E quella dopo ancora.
Sapevo che era uno sbaglio.
Lui sposato... Io fidanzato...
Non una volta queste consapevolezze hanno fermato i miei gesti.
Non hanno mai impedito ai miei occhi di nutrirsi del suo aspetto.
Non hanno mai impedito alle mie orecchie di ascoltare quella sua voce così profonda e sexy o alle mie mani di peregrinare sul suo corpo.
Non hanno mai impedito alla mia bocca di assaporare la sua pelle.
Non hanno mai impedito al mio cuore di gioire di quegli attimi di passione e amore che dividevamo in grande segreto, stretti l'uno all'altro, scambiandoci calore e promesse che sapevano di futuro.
Ricordare quei momenti, adesso, è molto doloroso.
Ma per quanto io sia qui, da solo, nel mio – nostro – salotto, non riesco a pentirmi di quello che ho fatto quella sera sulla terrazza dell'albergo.
Probabilmente quello che ho vissuto con Rob rimarrà il più grande sbaglio della mia vita, quello che mi provocherà per sempre una morsa allo stomaco tanto dolorosa da far mancare l'aria.
Ma rimarrà anche il mio sbaglio preferito...