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Autore: Yuki_o    12/11/2014    2 recensioni
Cacciatore e Preda.
In natura questi sono gli immancabili attori, sempre gli stessi in mille storie diverse.
Quante volte ci si chiede: se solo le cose fossero andate diversamente, se solo la mia vita fosse stata diversa quando ti ho incontrato...e se fosse possibile esplorare queste possibilità?
Questa è una raccolta di AU (e non, forse, si vedrà) in cui, in capitoli autoconclusivi o in brevi serie di capitoli (non penso più di 4 episodi per AU), esplorerò i diversi modi in cui la storia di Derek Hale e Allison Argent sarebbe potuta andare...se le cose fossero state diverse.
Buona lettura!
Genere: Azione, Generale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Allison Argent, Altri, Derek Hale, Un po' tutti
Note: AU, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Semper Fidelis #1

It Tastes Like Justice

 




Allison cercò di assestarsi meglio a cavalcioni su Roger, nonostante la stazza dell’uomo non rendesse il tutto un’operazione semplice, senza allentare la pressione sul foro di proiettile che dalla spalla dell’uomo avrebbe altrimenti provocato un’emorragia fatale.
Se solo avesse scelto la corsia dei medicinali per tenerli ostaggio avrebbe potuto trovare qualcosa per aiutarla a tamponare che fosse meglio di quella maglietta sintetica.
Cavolo, sarebbe andata bene anche la corsia del bricolage!
Non esattamente quello che aveva in mente quella mattina quando era entrata nel mini market per qualche acquisto veloce.
Lei voleva solo una bottiglia d’olio, del caffè ad un prezzo ragionevole e un pacco di assorbenti da notte.
Alzò lo sguardo e osservò i due uomini incappucciati che solo tre ore prima erano entrati nel negozio e tentato una rapina che si era trasformata in uno stallo con tanto di ostaggi dopo che Roger, il proprietario, aveva attivato l’allarme e si era beccato una pallottola da uno delle due teste calde.
Benvenuti in America, terra di sogni e libero commercio di armi da fuoco, pensò lei con amarezza.
L’ironia di essere nata in una famiglia che commerciava in armi da tre generazioni…
A parte i due rapinatori, che si muovevano a pistole spianate per il negozio come due animali in gabbia, per fortuna c’erano solo sei persone, inclusa lei e Roger, bloccate lì.
Liz, la moglie di Roger, che stava inginocchiata accanto al marito bianca come un cencio, tenendogli la mano con fermezza; una donnina sottile ed energica sui cinquant’anni, con una lunga treccia bionda che nessuno avrebbe mai pensato di accostare al corpulento e stoico uomo di colore sotto di lei, che ora pur ai limiti dell’incoscienza ricambiava con delicatezza la stretta della moglie.
Sedute raggomitolate dietro di lei due ragazze sui vent’anni in tuta da jogging, probabilmente due studentesse che avevano avuto intenzione di comprare qualche bibita o snack energetico, se ne stavano l’una aggrappata all’altra cercando di mantenere la calma.
Tom era seduto accanto a loro, non meno spaventato dietro alle lenti dei suoi finti occhiali da vista da hipster. Era uno studente di filosofia che sin da quando era arrivato in città da matricola lavorava per Roger e Liz come commesso e addetto agli scaffali e ormai era praticamente un nipote acquisito per la coppia, più che un dipendente. Il ragazzo lanciava sguardi terrorizzati a Roger ma non osava muoversi e Allison gliene era grata: meglio non irritare i due rapinatori.
Tremante, scossa da singhiozzi silenziosi, c’era anche una anziana signora in un bel vestito a fiori che ancora stringeva tra le mani i vasetti di conserva che stava per portare alla cassa quella mattina: Alison le aveva ceduto il posto in coda per pagare.
Il cagnolino, un meticcio a pelo lungo della stazza di un chihuahua era accucciato ai suoi piedi e uggiolava spaventato a sua volta.
Gli ultimi due ostaggi presenti in negozio spiccavano tra gli altri: un uomo e una donna tra i venticinque e i trentacinque anni a occhio e croce, vestiti casual, entrambi snelli e alti, lui addirittura statuario avrebbe detto, entrambi con capelli scuri quasi neri e occhi chiari. La donna teneva in mano una confezione di carta igienica e una bomboletta di deodorante e nonostante la situazione sul suo viso non si leggeva terrore o ansia che suggerissero stesse perdendo il controllo. L’uomo accanto a lei osservava i movimenti dei due rapinatori incappucciati con intensità, come li stesse in qualche modo valutando. Era seduto in una posa rilassata ma da cui non sarebbe stato difficile scattare in piedi e reagire, il tipo di posizione che avrebbe assunto suo padre.
Non era il tipo di persona che avrebbe voluto far arrabbiare, sinceramente, anche se la barba scura di due-tre giorni e la giacca di pelle erano probabilmente la causa di quella sensazione molto più che l’effettivo atteggiamento dell’uomo, che come la sua compagna mostrava una calma d’acciaio.
Cedendo al bisogno di assecondare i suoi muscoli, costretti nella scomoda posizione sopra Roger, Allison scivolò appena da un fianco all’altro e il movimento minimo fece variare leggermente la pressione sulla maglietta ormai zuppa con cui stava continuando a tamponare sulla ferita dell’uomo.
Quello straccio non sarebbe servito ancora a molto –di lì a poco, nulla sarebbe servito se non fossero arrivati soccorsi al più presto.
Allison si morse l’interno della guancia lasciando che il dolore la distraesse dal pensiero e alzò di nuovo lo sguardo dalle sue mani insanguinate.
Ricacciando indietro un sospiro osservò Liz accarezzare la testa di Roger, come se gli stesse sistemando i capelli inesistenti dato che l’uomo aveva sempre portato la testa rasata; il gesto era persino più dolce proprio perché probabilmente Liz non li aveva nemmeno mai visti i capelli di suo marito.
A quel punto il silenzio teso che avvolgeva tutti fu interrotto dalla voce di un uomo, Allison subito fu attenta e per la prima volta quel giorno ebbe timore di perdere il controllo sulla propria paura.
L’uomo con la giacca di pelle stava richiamando l’attenzione dei due rapinatori, sempre più nervosi e irrequieti.
-Cosa diavolo vuoi?!- sentì rispondere quello dei due che aveva sparato: Tizio A.
-Farti un favore, amico- rispose Giacca di Pelle, con un sorriso un po’ tirato ma comunque conciliante –Se non aiutiamo la ragazza a fermare l’emorragia quell’uomo tra poco sarà spacciato e voi dovrete aggiungere ‘omicidio’ a ‘rapina a mano armata’ e ‘sequestro di persona’-
Il modo semplice e freddo con cui aveva prospettato la morte di Roger la scosse nella sua impotenza, per quanto fosse ben consapevole della situazione.
Sapeva come aiutarlo ma non poteva, dannazione.
I due rapinatori si scambiarono sguardi turbati, Tizio A, chiaramente non in controllo, spianò la pistola contro Giacca di Pelle che non batté ciglio.
Accanto a lui la bella donna non mostrava segno di stress a parte la presa ferrea sui suoi acquisti.
Ingoiando a vuoto Allison osservò Tizio B valutare le parole di Giacca di Pelle sostenendo il suo sguardo.
-Ok, amico. Cosa vorresti fare, allora?-
Giacca di Pelle alzò lentamente le mani prima di riprendere a parlare.
-Lo straccio che sta usando per tamponare la ferita ormai è andato: sulla mia destra, sotto il bancone, ci sono degli asciugamani e dietro al tuo amico del nastro adesivo. Lasciami prendere gli stracci e con il nastro possiamo aiutare la ragazza.-
Tizio A non sembrava entusiasta e lanciava occhiate ansiose a Tizio B che ora fissava Allison e lo straccio zuppo e scuro in cui si era trasformata la sua maglietta.
Lei tuttavia era troppo occupata a cercare di metabolizzare le parole di Giacca di Pelle per esserne intimidita. La prospettiva degli stracci era troppo allettante in quel momento.
Fu allora che per un breve istante incrociò lo sguardo di Giacca di Pelle ed Allison ebbe la sensazione –sciocca forse- di uno scambio tra complici, come se l’uomo la stesse incoraggiando a tenere duro, rassicurandola.
A quel punto Tizio B, sempre il più calmo, chiaramente la mente dei due, parlò di nuovo e Giacca di Pelle interruppe il contatto, tornando all’erta.
-Okay, Rambo,  prendi gli stracci ma niente scherzi.- disse in tono derisorio.
Giacca di Pelle non se lo fece ripetere due volte e con un movimento fluido fu subito in piedi, portò le mani sopra la testa per rassicurare i due delle sue intenzioni e lentamente afferrò tutti gli asciugamani esposti sotto il bancone; sempre lentamente e con le mani bene in vista tornò verso gli altri ostaggi fermandosi di fronte a Tizio A.
L’uomo sembrava diventare più instabile ogni istante che passava: era un po’ come guardare una pentola in cui l’acqua raggiunge lentamente l’ebollizione.
Giacca di Pelle sembrava totalmente tranquillo pur con puntata contro una pistola che quel giorno aveva già sparato.
Suo padre diceva sempre che c’erano due tipi di uomini in grado di porsi di fronte ad un’arma carica in quel modo: i molto stupidi e i molto coraggiosi. Non dubitava un secondo che se si fosse trovato lì con lei sarebbe stato anche lui di fronte a quella pistola.
-Mi serve il nastro adesivo: lei non riuscirà ad esercitare abbastanza pressione ancora a lungo in quella posizione.-
Tizio B rivolse l’ennesimo uno sguardo perplesso ad Allison che dal canto suo non si mosse di un millimetro, lasciando che la situazione –e il sangue di cui era ricoperta fino ai gomiti- parlasse per lei.
Tizio B alla fine fece un cenno affermativo a Tizio A che pur tutt’altro che entusiasta afferrò uno di rotoli di nastro isolante alle sue spalle e lo lanciò a Giacca di Pelle che lo prese al volo.
-Ora mi avvicino a lei- disse facendo un cenno ad Allison, i cui occhi erano fissi sugli asciugamani già da qualche secondo.
-Vai pure, Rambo.- disse Tizio B con una strana nota divertita nel tono di voce, ma Giacca di Pelle ignorò il commento e con due falcate fu accanto ad Allison che all’istante sentì un sospiro di sollievo sfuggirle, ora che la pistola non stava più puntando contro il petto di nessuno.
Entrambi chianti su Roger i loro sguardi si incrociarono di nuovo: chiunque fosse quest’uomo non serviva una laurea in medicina per rendersi conto che c’era troppo sangue sulle sue mani per essere ottimisti riguardo la ferita.
Giacca di Pelle tolse in fretta l’imballaggio dal rotolo di nastro adesivo e aprì i pacchetti di asciugamani, dispose il tutto ordinatamente accanto a loro e poi si rivolse a lei.
-Cerca di spostarti più lentamente possibile così da non allentare la pressione sulla ferita, poi sostituiremo il tampone e metteremo il nastro, ok?-
Allison annuì e senza altri commenti iniziò a scivolare lentamente da dove era rimasta a cavalcioni su Roger per tutto il tempo.
Le giunture delle anche protestarono per il cambio di posizione dopo la lunga immobilità ma fu solo un istante.
Allison pensò di essere riuscita a  tenere il tampone immobile e premuto ma la stoffa ormai fradicia non permetteva di esserne certi.
Non appena ebbe concluso la manovra Giacca di Pelle iniziò ad asciugare con un asciugamani il sangue in eccesso, dopodiché piegò con cura gli altri pezzi di stoffa e infine con attenzione tolsero la maglietta insanguinata e la sostituirono in fretta con gli stracci puliti.
In pochi minuti, mentre Allison faceva pressione e Giacca di Pelle usava il nastro per fermare la stoffa in posizione, ebbero terminato.
Si ritrovò a fissare l’uomo di fronte a sé che cercava di togliersi un po’ di  sangue dalle mani, mentre sulle sue già lo sentiva coagularsi in croste e rivoli fastidiosi.
Non era finita: la fasciatura ora avrebbe forse retto un po’ più a lungo, ma senza soccorsi significava solo ritardare l’inevitabile.
Assorta in questi pensieri quasi sobbalzò quando sentì qualcosa sfiorarle una mano.
Alzò lo sguardo e si rese conto che si trattava di uno degli asciugamani che Giacca di Pelle le stava offrendo.
-Per il sangue.- le disse.
Lei lo accettò silenziosamente.
-Come ti chiami?- fu stupita di sentirgli chiedere una cosa simile, il suo nome sembrava un’informazione del tutto superflua.
-Allison Argent.-
-Derek Hale.- disse l’uomo a sua volta, con un cenno del capo. Ora poteva smetterla con quel nomignolo ridicolo… “Giacca di Pelle” santo cielo.
-Sei un’infermiera, Allison?- continuò e questa domanda aveva molto più senso.
-Dottore. Tirocinante.-
Derek annuì lentamente, poi rivolse uno sguardo cauto alle sue spalle, ai due rapinatori.
-Dobbiamo portarlo fuori di qui al più presto Dottor Argent.-
Proprio mentre Allison stava per chiedergli come avesse intenzione di fare una cosa simile, perché lei stessa non ne aveva idea, da fuori il negozio iniziò la terza chiamata della polizia per i rapinatori.
Le richieste per il rilascio erano già state fatte e per l’ennesima volta i detective del distretto stavano cercando di ottenere il rilascio di Roger.
Le parole che seguirono furono appena un sussurro, se solo Derek fosse stato un centimetro più lontano le avrebbe perse.
-State a terra.- disse e Allison si accorse che nel parlare si era voltato verso la bella donna che era con lui.
Lei ricambiò lo sguardo, determinata, e poi fu tutto troppo veloce per fare altro che gettarsi sopra a Roger e trascinare con sé Liz.
Derek balzò su Tizio A, rimasto a puntare la pistola contro gli ostaggi mentre dalla porta del negozio Tizio B negoziava.
Tizio A non fece in tempo nemmeno a sparare un colpo che Derek gli aveva afferrato il polso, applicando una torsione tale che non si sarebbe stupita se glielo avesse spezzato, dopodiché lo vide assestargli vari colpi allo stomaco e al viso mandando l’uomo al tappeto prima che Tizio B avesse tempo di intervenire.
Nell’arco di pochi istanti erano passati da uno scontro due contro uno con Derek disarmato ad un uno contro uno a pistola, che non dubitava Derek sapesse gestire se le sue capacità di corpo a corpo le dicevano qualcosa.
A giudicare dalla fermezza della sua posizione di tiro avrebbe già potuto mettere fuori gioco Tizio B, quindi il suo obiettivo era un altro: basta sangue.
Allison osservava la scena dalla sua posizione, sdraiata a terra facendo da scudo a Roger, e iniziava a sentire il sangue macchiarle la canotta là dove era a contatto con la fasciatura di fortuna.
Poi il rapinatore rimasto in piedi riprese a parlare, dandole i brividi.
-Allora sei proprio, Rambo, eh amico?- sogghignò –Cosa sei, uno sbirro? FBI? …Un soldato?-
-Marine.- fu la secca risposta di Derek.
-Ma certo! Semper Fidelis, giusto? Hai intenzione di spararmi, Marine?-
Derek strinse la presa sulla pistola senza muoversi di un millimetro dalla linea di tiro.
-Non hai sentito la domanda, ho capito. Te la rifaccio, Rambo, fai attenzione. Hai. Intenzione. Di. Spararmi.-
Ci fu un istante di silenzio e poi…
-Sì.-
E Derek fece partire il colpo.
 
 
Tizio B finì a terra come un sacco vuoto, gemendo e tenendo premuta la spalla dove il proiettile lo aveva trapassato.
Un colpo pulito, di quelli che piacevano a suo padre.
La bella donna che accompagnava Derek fu subito in piedi a raccogliere la pistola che Tizio B aveva fatto cadere per poi puntarla sull’altro rapinatore ancora stordito e a terra dopo i colpi con cui Derek lo aveva disarmato.
Sempre a terra lei osservò Derek avvicinarsi al criminale ferito che si lamentava per il dolore, la maglia che iniziava a inzupparsi di sangue.
Tutto intorno a loro era il caos: urla della polizia che si precipitava a entrare, le barelle che venivano portate verso l’entrata per raccogliere i feriti, eppure lei riuscì a sentire con assoluta chiarezza le parole che Derek rivolse all’uomo ai suoi piedi.
-Ora sai cosa ha provato l’uomo a cui avete sparato, amico.-
 
Fu come se qualcosa facessi ‘click’ davanti ai suoi occhi: Derek avrebbe potuto risolvere il tutto senza fare fuoco o comunque senza ferire quell’uomo.
Aveva deciso però di non agire così.
Per Roger.
 
Dopo che i paramedici furono entrati e lei ebbe spiegato come erano andate le cose, mentre Liz spariva nell’ambulanza con suo marito, si ritrovò sola a venire sballottata dal controllo medico e poi a dover dare la sua versione dei fatti agli agenti con l’invito a rimanere disponibile per la polizia.
Le vennero restituiti gli effetti personali che i due rapinatori avevano  preso a tutti gli ostaggi.
Delle 22 chiamate perse e dei messaggi si sarebbe occupata dopo.
Mentre frugava nella borsa di plastica dove li avevano raccolti per trovare il cerca-persone dell’ospedale vide qualcuno avvicinarsi.
Derek le rivolse un mezzo sorriso, non completamente a suo agio, come se non fosse un gesto per lui consueto.
-Ehi.- la salutò, facendosi avanti per recuperare a sua volta le sue cose dalla borsa.
-Ehi.- gli fece eco sentendo la stanchezza nella propria voce.
Mentre entrambi facevano passare il contenuto tra loro, nessuno dei due disse più niente, finché non le capitò tra le mani un portachiavi con lo stemma del Corpo dei Marines.
-Tiro a indovinare e dico che questo è tuo.- esordì Allison porgendogli il mazzo di chiavi.
Derek fece un altro di quei mezzi sorrisi e lo prese.
-Non riesco ad immaginare da cosa tu l’abbia capito.-
-Il segreto verrà con me nella tomba.- ribatté la ragazza con una alzata di spalle.
Quando entrambi ebbero di nuovo con sé tutti i propri effetti (Derek anche quelli della bella ragazza a giudicare dall’iPhone 5C rosa sgargiante che aveva preso dalla borsa) Allison ripensò a quello che aveva realizzato riguardo all’uomo accanto a lei, quello che aveva deciso di fare per Roger.
Aveva corso un rischio, facendo fuoco contro un civile senza aspettare l’intervento della polizia.
Lei non era a favore della violenza –era un medico, diamine- e si rendeva conto che la decisione presa dal Marine era moralmente molto dubbia…ma non lo biasimava.
Anche ora che era stato soccorso, Roger aveva perso molto sangue e in queste situazioni c’era sempre il rischio di complicazioni.
Non c’era garanzia che si salvasse.
Quel bastardo che gli aveva sparato non avrebbe avuto nulla più che qualche livido e un polso slogato e l’altro se la sarebbe cavata con poco in confronto a Roger.
Quello che Derek Hale aveva fatto era pericolosamente vicino alla vendetta  ma sapeva di giustizia.
Il resto era tra lei e la sua coscienza, ma se proprio qualcuno doveva impugnare una pistola…poteva accettare che fosse Hale.
Proprio mentre pensava questo fu colta di sorpresa dalle parole dell’uomo accanto a lei.
-Sei stata eccezionale là dentro, hai salvato una vita.- lo sentì  dire, con tono tranquillo, come se fosse una di quelle frasi che ci si scambia quando incontri un conoscente nella corsia dei biscotti al supermercato.
Allison osservò l’uomo di fronte a lei, vedendo ora dietro a lui l’ombra del soldato.
-E tu hai salvato quella di tutti, inclusa la mia.- ribatté.
-Non è la stessa cosa quando c’è di mezzo una pistola.- di nuovo un sorriso a metà.
Allison si concessa un secondo di silenzio prima di aggiungere altro.
-Mio padre dice sempre che quando ci sono di mezzo le armi conta solo l’uomo che le impugna. Hai salvato cinque vite oggi, Derek, pistola o meno.-
Altro silenzio seguì le sue parole ma ogni dubbio sull’aver esagerato, aver parlato in modo arrogante ad un uomo che chiaramente ne sapeva più di lei in quanto a armi e guerra fu accantonato dalla semplice risposta del Marine.
-Grazie, Dottoressa Argent.-
Entrambi finirono in silenzio di controllare i proprio effetti e quando entrambi si resero conto che era arrivato il momento di riprendere ognuno la sua strada, Allison si decise a fare un’ultima domanda –in fondo, perché no?
-Posso chiederti il tuo grado?- disse di getto, cogliendo chiaramente di sorpresa Derek.
-Perché?- le chiese con una risata silenziosa. Nessun mezzo sorriso…Uhm, progressi.
-Mi sentirei stupida a cercare su Google- disse Allison con un’altra alzata di spalle –e poi io ti ho detto che sono una tirocinante…-
Con un’ultima risata e un sorriso vero –che non mancò di toglierle un po’ il fiato- le rispose: -Tenente Colonello.-
Allison annuì e fece un passo indietro.
-Arrivederci, Tenente Colonnello Hale.-
Mentre si allontanava vide camminarle incontro la compagna di Derek. Le fece un cenno di saluto con il capo e si aspettava che lei proseguisse verso il marine alle sue spalle, invece con sua sorpresa le venne incontro e si fermò davanti a lei con un sorriso al tempo stesso amichevole e predatorio.
-Sta tornando a casa, Dottoressa?-
Un po' la sorprese che la donna sapesse che lei era un dottore ma erano tutti presenti quando i paramedici erano entrati per prestare soccorso a Roger e lei aveva urlato a pieni polmoni, per superare il caos intorno a loro, di essere una specializzanda in chirurgia.
-Si, in realtà, non vedo l'ora di buttarmi a letto e dormire almeno 10 ore filate.-
Con un altro sorriso brillante la donna annuì -È stata una giornata intensa. Ecco, prenda, così non dovrà camminare per strada coperta di sangue.- le disse porgendole una maglietta blu scuro con la sigla NYPD sul fronte.
In quel momento fu finalmente consapevole delle macchie di sangue sul suo top bianco e leggero e arrossendo prese l'indumento, grata.
-Grazie- ribadì una volta indossata la maglietta, senza sapere bene come accomiatarsi.
Per sua fortuna la donna sembrò aver detto tutto ciò che voleva e fu lei a prendere l'iniziativa.
-Sarà meglio che io vada, prima che Derek diventi impaziente. Arrivederci Dottoressa, si riposi, oggi è stata eccezionale.-
Allison si lasciò sfuggire una risata un po' rauca: -Oggi me lo dicono tutti. Grazie e arrivederci.-
La donna annuì e con un luccichio divertito si voltò verso Derek alle sue spalle e gli andò incontro.
Osservò i due ricongiungersi e il marine alzò di nuovo lo sguardo verso di lei. Lo sostenne per qualche istante per poi voltarsi e non guardare più indietro fino a che non ebbe raggiunto la prima entrata della metropolitana e fu al sicuro ad aspettare sulle familiari banchine sporche dell'underground newyorkese.
Prese finalmente in mano il cellulare e mandò i messaggi essenziali per rendere noto ad amici, colleghi e familiari che sì, era viva anche se era stata una giornata assurda e di leggere il giornale del giorno dopo per dettagli. Chiamo il suo capo, Deaton, per spiegare cosa fosse successo e scusarsi per l'assenza del giorno, dopodiché andò in pilota automatico fino a ritrovarsi sdraiata sul suo letto, dopo una lunga doccia di cui non aveva quasi memoria, senza nemmeno la forza di asciugare i capelli umidi.
Il sonno incombeva anche se era quasi troppo stanca per addormentarsi, tremendamente consapevole di ogni muscolo indolenzito del suo corpo.
Prima di addormentarsi del tutto la sua mente traditrice vagò fino al ricordo del bellissimo viso di Derek Hale.
Non era il pensiero peggio sul quale chiudere gli occhi sul mondo, anzi, quindi non riuscì nemmeno a rimproverare il suo subconscio con troppo convinzione.
In un ultimo sprazzo di lucidità si rese conto che il suo minimarket di fiducia sarebbe rimasto chiuso per un bel po’, per evidenti motivi e che quindi avrebbe dovuto sorbirsi 10 minuti in più a piedi ogni volta che avesse avuto bisogno anche solo di un pacco di pasta.
Dannazione.
Un'altra giornata a New York.
 
 
 
 
 
Still Here by Digital Daggers
Musing through memories,
Losing my grip in the grey.
Numbing the senses,
I feel you slipping away.
Fighting to hold on,
Clinging to just one more day
Love turns to ashes,
With all that I wish I could say.
 
I'd die to be where you are.
I tried to be where you are.
 
Every night, I dream you're still here.
The ghost by my side, so perfectly clear.
When I awake, you'll disappear,
Back to the shadows
With all I hold dear.
With all I hold dear.
I dream you're still here.
I dream you're still here.
 
Hidden companion
Phantom be still in my heart
Make me a promise that
Time won't erase us
That we were not lost from the start.
 
I'd die to be where you are
I tried to be where you are
 
I dream you're still here,
Ever slightly out of reach.
I dream you're still here,
But it breaks so easily.
I try to protect you,
I can't let you fade.
 
I feel you slipping.
I feel you slipping away.
 
 
 
 
Angolo dell'autrice (?)

Hello Guys! Allora eccomi qui, a persistere nel pubblicare Dallison/Dellison whatever sia il loro ship name. Derek e Allison. Derek & Allison.
Sono probabilmente una delle uniche 4 persone al mondo che avrebbe versato sangue per questa coppia se Crystal Reed fosse rimasta nello show? Beh, continuerò sulla mia strada solitaria con coraggio!

Se avete letto la descrizione (suppongo di sì a meno che il mio titolo sia stato così folgorante che avete semplicemente tentato e letto) allora sapete quale sia il mio progetto...ma dato che lo trovo meraviglioso e suicida lo ripeterò: ho intenzione di raccogiere tutte qui le varie AU che non riesco a smettere di progettare con questo pairing, i mille modi e mondi in cui questi due personaggi avrebbero potuto funzionare lontano da Beacon Hills e lontano da Kate Argent. Perchè avrebbe potuto funzionare, my friends...oh, se avrebbe! *si deprime*

Anyway! Io sono una scrittrice incostante e lenta, lo ammetto, ma questo limite sarà un po' smussato perchè ogni capitolo o quasi sarà una storia in sè. Potrò di volta in volta tornare e recuperare un AU e aggiungere un sequel, magari, se mai qualcuno leggerà e avrà una richiesta specifica anche su vostra richiesta miei ipotetici lettori! Spero che il progetto sia entusiasmante per voi almeno un decimo di quello che lo è per me..perchè io potrei esplodere ed è una sensazione fantastica!

Detto ciò, le recensioni sono Amore e dato che io oggi mi sto contorcendo per il mal di pancia (umidità tu sià maledetta!) sono particolarmente bisognosa di affetto *sguardo che conquista*

...se non avete capito la frase tra * vuol dire che non siete fan Disney e se non siete fan Disney...cosa siete?!


a presto, 

baci

boby
  
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