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Autore: profondoverde    12/11/2014    0 recensioni
Di solito sono una persona razionale, molto. Poi arrivi tu e mi sbatti in faccia la tua voce, i tuoi occhi, la tua bocca, e cazzo, dimmi se uno rimane impassibile a cotanta meraviglia.
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A Harry, che boh.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A Harry, che a parlar di lui le frasi si perdono per strada e non arrivano mai a destinazione tutte intere.
 
 
 





Davanti ad una tazza di tè fumante, penso (ancora) a te (, come sempre).
Sei bello incastonato tra le costole e niente ti può smuovere da lì, anche perché mi opporrei con tutte le forze.
Non sapendo cosa fare sto sgranocchiando dei biscottini -in realtà mi sto cibando della tua assenza presente nel nostro appartamento-.
Ho in testa solo i tuoi occhi dal colore indefinito: te l’ho detto che li adoro?
Lascia perdere quelle sfumature color miele, le parole che mi trasmetti solo puntandoli nei miei o la sensazione di gioia perenne. Mi piacciono perché vedo dentro il riflesso del tuo amore e questo mi riporta a galla quando sto lì lì per affogare.
Tu forse non te ne accorgi, ma quando ho i polmoni quasi pieni d’acqua e sento che sto per mollare, avverto le tue braccia stringermi forte in vita e dopo un po’ ritorno in superficie.
Anche se a volte sei tu a farmi cadere in acqua, poi vieni sempre a prendermi.
Fino a quando continuerai a farlo?
A volte me lo domando, magari subito dopo avermi salutato con un bacio prima di uscire o quando prepari la super colazione il lunedì mattina (ripeto, il lunedì mattina).
E non sono pessimistica, anzi.
Penso solo che tutto ciò sia troppo surreale ed immeritato per una come me.
E qui non alzare gli occhi al cielo mentre sbuffi, perché la verità è questa e non dovresti ostinarti a negarla.
Sono una persona irresponsabile, a volte infantile e di certo egoista.
Non faccio mai nulla di carino per piacere a tua madre, lascio i miei vestiti in giro per casa e trovo sempre qualcosa di cui lamentarmi contro il vicino.
Tu, invece, tu sei così diverso.
Cerchi sempre di far sorridere le persone, adori i gatti, sei incredibilmente paziente e rappresenti l’avventura di una vita.
Sei migliore, Harry.
Ed io proprio non ti capisco, diamine.
Com’è possibile che tu voglia me?
Non lo concepisco.
Eppure ringrazio chiunque ci sia lassù (Allah, nonna, Dio) per svegliarmi con il tuo respiro sul collo e le tue mani avvolte sulla mia vita (in tutti i sensi) ogni mattina.
Non c’è sensazione più bella del saperti accanto a me, credimi.
Ai miei occhi sei una specie di miracolo operato per salvarmi da me stessa.
 
 
Da quando sei entrato nella mia vita, qualcosa è cambiato radicalmente.
Non so bene come spiegarlo, non sono mai stata brava con le parole ed ora non mi vengono nemmeno incontro, ma sappi che mi hai fatto scoprire il mondo semplicemente stringendomi la mano sul divano nel nostro salotto.
Può sembrare un’antitesi, ma è andata esattamente così ed io non riesco a capacitarmene.
Prima di conoscerti non ricordo nemmeno più come facessi a sopravvivere alla giornata, con tutti quei trascorsi che solo tu conosci.
Non volevo continuare quella vita fatta solo di dolore e cadute, perdite e delusioni incessanti.
Volevo andarmene, anzi, lo ammetto, volevo scappare via.
Il 16 giugno sono andata alla stazione di Doncaster, un piccolo zaino con tutto il necessario sulle spalle e il cuore che pompava determinazione.
Avevo già preso un biglietto di sola andata per Leicster e niente mi avrebbe fermato.
Poi scendi tu dal secondo treno che arriva dallo Yorkshire con una valigia ed un borsone, gli occhiali di sbieco sul naso e il sorriso che illuminava la stazione, i treni, le persone.
Ha illuminato persino me, il tuo sorriso.
E mi hai fermato tu, Harry.
Insomma, scendi e ti guardi intorno, sembri un angelo un po’ confuso che è da poco sulla Terra.
Poi vieni verso la mia direzione fissando un punto ben preciso. Io mi volto pure, magari dietro di me c’è tua sorella o un qualche tuo amico, ma ho dietro solo il muro della biglietteria.
Ti piazzi davanti a me  e «Per caso sei il regalo di bentornato da parte di Louis e Niall?» mi domandi senza pudore.
Penso di aver fatto una delle facce peggiori della mia vita, a giudicare dalla tua risata dopo qualche secondo.
 «Mi ripeti il tuo nome?»
«Non te l’ho detto»
Ti sei seduto al mio fianco e..non lo so, hai cominciato a parlare e Dio, io non potevo fare a meno di ascoltarti perché sì, eri stranissimo, ma la tua voce si era fatta strada tra le mie ossa e mi sono dimenticata di avere in tasca un biglietto di sola andata per una nuova vita.
Di solito sono una persona razionale, molto. Poi arrivi tu e mi sbatti in faccia la tua voce, i tuoi occhi, la tua bocca, e cazzo, dimmi se uno rimane impassibile a cotanta meraviglia.
Non potevo, e un po’ sono rimasta sconvolta quando quella sera sono tornata a casa e ho realizzato… beh, di essere a casa.
Quel biglietto non mi è stato nemmeno rimborsato, sappilo.
Da quel giorno ci siamo incontrati varie volte per caso e si sa come vanno a finire queste cose … due occhi che giocano a farti diventare pazza, una bocca che ti manda in pappa il  cervello e io che cado ai tuoi piedi come fossi una ragazzina alla sua prima cotta.
Seriamente, se dovessi usare qualcosa contro di me, basterebbe raccontare il modo in cui mi hai conquistato.
Perciò è meglio stendere un velo pietoso su come io mi sia dapprima arrabbiata, poi andata via e tornata solo per baciarti, no?
Okay, seriamente parlando.
Non riesco più ad immaginare la mia vita senza di te (forse perché quella di prima non era vita).
Ti amo e lo so, non te lo dico mai; spero solo che i gesti riescano a parlare per me.
Vorrei davvero poterti ringraziare con parole romantiche o poetiche, non semplicemente stringendoti più forte la mano,perché forse a volte non basta.
«Con te mi sento viva»
Non è facile parlar di te, ma ci sto provando.
Te lo devo, in fondo, per tutte le volte che tu parli a me di amore, di amare e di amarmi.
Se la perfezione esistesse, porterebbe il tuo nome.
Tu ridi e mentre ti compaiono le rughe agli angoli degli occhi e le fossette sulle guance, io rido con te, il cuore in tumulto perché sentirti ridere è sempre uno sconvolgimento momentaneo del mio già precario equilibrio sul filo della sanità mentale che tu stesso ti diverti a muovere.
«Sei la cosa più bella che potesse accadermi»
Ho costantemente la sensazione che siamo un unico pezzo che qualcuno ha diviso ma non è riuscito a distruggere.
Qualcosa l’abbiamo perso e per combaciare dobbiamo smussarci un po’, ma non importa quanto spesso ci perdiamo se non il fatto che sempre ci ritroviamo.
Un po’ ammaccati, ma niente che non si possa curare con una cioccolata calda al gusto di baci o una giornata con sottofondo di risate.
Ho davvero bisogno di te, e nemmeno questo ti dico mai.
A volte il bisogno di una persona è determinato dal ruolo che riveste nella nostra vita e non dalla persona stessa, ma io ho sempre avuto bisogno di te perché, essenzialmente, imprescindibilmente, beffardamente, sei tu e basta.
Harry, il mio ragazzo dai tatuaggi urlati sul corpo, le scarpe usate fino all’usura e il diario nero sempre con sé.
Chissà se anche lì urli qualcosa, parole pericolose persino da scrivere sulla pelle o solo pensieri ispirati da quello che ti circonda?
Harry, il mio ragazzo tutto ricci e fossette, con i suoi sorrisi che scaldano anche nelle tempeste di dolore più fredde e gli abbracci in cui si attinge forza nuova per rigenerarsi.
Queste piccole cose ti rendono la persona che sei e devi andarne fiero, perché non è facile essere completamente se stessi in questa società che punta il dito.
«Sei il mio miracolo personale»
Perciò perdonami quando sui biglietti di auguri ti scrivo le solite frasi anonime, ma guardando oltre ti accorgerai di tutto quell’amore sconfinato che taccio per sola incapacità di parlarne.
Sono una ragazza fortunata, e lo so.
 
Sento la porta aprirsi e chiudersi con un leggero rumore mentre un ‘sono a casa’ mi riempie più di quanto abbia fatto quel tè, o i biscottini o la tua assente  presenza.
Mi volto a guardarti mentre togli il cappotto nero bagnato e lo riponi sull’attaccapanni, mentre scuoti aggraziatamente i capelli umidi e mi guardi.
Dio, sei un colpo al cuore.
«Ciao, Harry» mormoro con un sorriso che sboccia come un germoglio a marzo.
«Ciao, Jess» dici con un sorriso che esprime tutto il tuo ‘mi sei mancata e sono contento di essere tornato solo per poterti guardare di nuovo’ che è una consuetudine alla qualche non vorrò mai abituarmi.
Ti avvicini, la camminata sicura e ondeggiante, ti chini e mi stampi un bacio sulle labbra.
Un bacio che sa di amore, pioggia e te(di meglio non c’è).
Mi rendo conto che tu sai che anche io ti ho sorriso esprimendo il mio ‘mi sei mancato e sono contenta che tu sia tornato solo per poterti guardare di nuovo
Così come sai che ti penso anche quando non ci sei (soprattutto quando non ci sei) e che senza di te, ma io dove vado.
Sai già tutto.
Allora capisco che chiedermi fino a quando continuerai a trarmi in salvo mi manderà sempre un più alla deriva, perciò abbracciami, che mi sta bene così.
E in ogni caso ora io sono a galla, e tanto basta a respirare, a esistere, a vivere, a amare (te).
Questo è uno di quei casi dove le parole non riescono a definire il momento, perciò c’è ben poco da fare.
 
Ti stringo la mano e il ti amo arriva forte e chiaro.




Ciao, genteeee :)
Vado di fretta perciò quest'angolo sarà piuttosto breve.
La os non è uscita proprio come speravo ma vabbe', non fa niente.
Adoro il banner *-*
Detto ciò (l'avevo anticipato che sarebbe stato breve), vi saluto.
Un bacio,
Ele.
  
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