Il corpo fremette sotto il suo tocco.
Man mano che i suoi polpastrelli lo sfioravano, i brividi aumentavano.
Pensava di aver esaurito le forze, sorprendendosi quando riuscì a pronunciare alcune parole.
Uscirono incrinate, sussurate e spezzate...il che fece capire al grande che era sul punto di piangere.

"Lou ti amo".

Furono quelle le parole del piccolo pronunciate con tanta innocenza al suo amato.
Lo pensava davvero, anzi lo sentiva.
Sapeva quali erano i suoi sentimenti e sapeva per certo chi era la sua anima gemella.
Si era tolto un peso.
Credeva che non avrebbe mai avuto il coraggio di dirlo o di pensarlo per paura che i suoi pensieri parlassero al posto suo.
Ma ora che ce l'aveva fatta si sentiva libero, libero di amare.
Avrebbe trovato il modo di dirlo a sua madre e a sua sorella...in fondo cosa c'è di sbagliato nell'amare?
Tutto sarebbe andato per il verso giusto finalmente.
I ragazzi li avrebbero supportati e il mondo amati.
Avrebbe tenuto la mano stretta alla sua finchè il sudore non le avrebbe incollate insieme.
Lo avrebbe baciato quando e dove voleva.
Sulle labbra, il naso, la fronte, i capelli.
Avrebbe urlato al mondo intero quanto lo amava e tutti avrebbero invidiato il loro amore.
Sarebbero stati sulla bocca di tutti, il che era positivo per la band.

Nulla poteva andare storto.
Doveva solo sentirselo dire da lui.

"Questo non è amore".
Il piccolo si irrigidì.

Cosa intendeva dire con "questo non è amore"?
Non erano forse loro che passavano ore e ore a parlare nudi, nascosti in camera?
O a baciarsi come se il mondo non esistesse?

"So cos'è l'amore. Questo è amore. Noi due lo siamo".
Una risata amara uscì dalla bocca del ventenne mentre scuoteva la testa.
"Haz questa è solo attrazione fisica. Io ti amo, ovvio, ma tu non ami me".
Tutto questo lo confondeva. Lui era sicuro di amare il castano.
Erano anni che lo amava ormai.
Non aveva mai provato quei sentimenti per nessun altro.
Il desiderio, la passione, il bisogno.
Tutto per lui significava amore quando si parlava del ragazzo disteso su di lui.
"Come puoi dirlo? E' da quando ti conosco che non faccio altro che pensare a te".

Un sospiro.
"Ho affrettato le cose con te. Sei solo un bambino Harreh...Non sai veramente cosa provi.
Noi siamo amici. Migliori amici, niente di più".
Questo era davvero troppo.
Con uno scatto si alzò facendo rotolare il ragazzo sul letto.
"Amici? Amici? Mi scopi e poi tutto quello che sai dirmi è che siamo amici? Io ti amo cazzo non puoi farmi questo".
Per il ragazzo dagli occhi blu sarebbe stato più difficile di quanto pensasse.
Si alzò, e con una calma disumana, si rivestì dei boxer.
"Lo sai che ti amo, Harry. Sei tutto ciò di cui ho bisogno. Ma devi capire che non possiamo stare insieme, non ora almeno.
Il meglio per noi è rimanere amici, nascondersi non ci aiuterà ed è meglio prevenire il dolore.
Un giorno capirai".

Gli occhi dell'appena maggiorenne si muovevano freneticamente per la stanza.
Aveva mille pensieri nella testa.
Cercava di rivivere con la mente l'ultima settimana, cercando di capire dove avesse sbagliato.
Questa doveva essere la loro favola ma ora si stava trasformando in un incubo.
Perchè non smetteva di fare il saggio e tornava ad essere il solito spensierato?
Era forse un addio quello? Perchè lui non era pronto a lasciarlo.
Prima che potesse dar sfogo ai suoi pensieri, il grande parlò.
"Non volevo finirla così, ma se non fossi stato io la società lo avrebbe fatto.
A quanto pare amarci è sbagliato".

Uno sguardo in alto per trattenere le lacrime e il ragazzo che amava uscì portandosi dietro i vestiti e il suo cuore.
Ancora nudo, sul letto disfatto, con le lacrime che sembravano affogarlo, si alzò e in preda alla rabbia capovolse la camera d'albergo.
Perchè era sbagliato? Perchè la società non voleva che si amassero?

Lui non capiva.
Non capiva perchè fosse sbagliato.
Amare è un diritto, tutti hanno bisogno di amare e essere amati.
Bastava guardarsi intorno per vedere uomini e donne baciarsi e tenersi per mano.
E allora perchè quella volta che provò a baciare Lou per strada lui glielo vietò?
Era forse per la gente che li guardava?
Era davvero così sbagliato baciare il suo ragazzo?
Una cosa era chiara:
Harry voleva solo poter amare il suo Louis.

____

Nuovo tour, nuovo contratto.
Appena due giorni dopo il litigio dei due, i manager li chiamarono.
Questa volta solo loro due.
Harry non gliela voleva dar vinta, voleva che si accorgesse che senza di lui non era niente e che tornasse a baciarlo e sfiorarlo come se niente fosse.
Ma forse Louis lo faceva per il suo bene,lo stava proteggendo...ma da cosa?
Appena i loro sguardi si incrociarono, lo stomaco si attorcigliò.
Non proferirono parola menre entravano in quel bianco e inquietante ufficio.
Si guardavano di sfuggita per controllare se l'altro lo stesse già facendo.
Le gambe si toccavano, pochi strati li dividevano.
Un signore parlò a lungo, con voce potente e sicura ma tutto quello che sentirono rimase come un eco "Sarete come estranei".

Questo.
Questo basto a far sgranare gli occhi del ventenne e far inumidire quelli del più piccolo.
Niente sguardi, nessun contatto fisico e nessuno scambio di parole.
Doveva sembrare che non si fossero mai conosciuti, come questi anni si potessero cancellare in un attimo.
"Dobbiamo smentire le voci riguardanti Larry".
La voce continuava ma il riccio non la ascoltava.
Non potevano chiederli questo. 
Era già difficile non essere l'unico che poteva baciarlo, non potevano vietargli di essere il suo migliore amico.

L'aveva detto Louis stesso che sarebbero rimasti amici e chissà, magari qualche bacio sarebbe bastato a fargli cambiare idea.
Allora perchè senza timore firmava la loro fine?