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Autore: Anmami    12/11/2014    2 recensioni
Dopo l'arrivo a Terminus il gruppo si trova rinchiuso in un vagone. Questa storia è la mia versione della quinta stagione vista con gli occhi di Daryl. Tra amicizia, battaglie per la sopravvivenza ed un amore difficile da ammettere anche a se stesso.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Beth Greene, Daryl Dixon, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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- Questa storia fa parte della serie 'Step by step'
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Ciao! Nuovo capitolo... siamo quasi alla fine... o forse no... mmm staremo a vedere! Grazie del sostegno e al prossimo aggiornamento!



Capitolo 19
 
Passai tutta la sera percorrendo in lungo e in largo la mia camera indeciso sul da farsi.
Una parte di me avrebbe voluto fregarsene di tutto, di Maggie, del mondo andato a puttane, della morte ed andare da lei per concretizzare ciò che stava per succedere poche ore prima su quella terrazza; ma l'altra parte di me, quella più razionale, continuava a ripetermi quanto sbagliato fosse. Un uomo maturo e soprattutto corretto, non dovrebbe farsi prendere da queste frivolezze, non dovrebbe farsi imbambolare così da una ragazzina. 
Non avrei mai potuto fare un torto del genere ad Hershel. Certo, lui avrebbe voluto che mi prendessi cura di sua figlia, ma molto probabilmente non intendeva esattamente in quel modo. Si fidava di me, una brava persona avrebbe lasciato perdere e avrebbe represso quella voglia incontenibile di andare da lei e stringerla tra le braccia.
Dopo un altro giro della stanza arrivai alla conclusione che Hershel non era lì e neppure Merle, c'eravamo noi! Se il solo stare insieme nella stessa stanza aveva il potere di risollevarci l'umore, poteva essere poi tanto sbagliato? Fanculo la differenza di età e fanculo le difficoltà, eravamo sopravvissuti, avevamo diritto ad essere felici.
Mi avvicinai alla maniglia e questa volta l'afferrai e l'abbassai, deciso ad uscire dalla mia stanza.
A passo spedito andai verso la porta della sua camera e bussai con forza.
Assonnata e spettinata venne ad aprirmi e mi guardò aspettando una mia spiegazione.
"Ciao." dissi provando a non fissarla.
"Ciao."
"Dormivi?" chiesi cercando di non fare la figura del coglione.
"Veramente si... hai bisogno di qualcosa?"
"Dovrei parlarti." risposi passandomi una mano tra i capelli.
Lei aprì del tutto la porta e mi fece cenno di entrare.
Una volta dentro mi avvicinai al suo letto restando in piedi, raccogliendo il coraggio di fare qualcosa.
Lei chiuse la porta e restò a fissarmi confusa.
Eravamo fermi nel mezzo della stanza incapaci di un qualsiasi gesto. Nessuno dei due sembrava voler iniziare il discorso, sapevo di dover essere io a fare il primo passo, ma in quel momento non avevo sufficiente lucidità per farlo.
"Allora... di cosa devi parlarmi?" domandò avvicinandosi di qualche passo e rompendo quel silenzio imbarazzante.
Cercai di riprendere il controllo della situazione e senza parlare, tirai fuori dalla tasca dei jeans il fogliettino che mi aveva scritto quando eravamo rinchiusi nel vagone e glielo porsi.
"Non posso credere che tu l'abbia conservato?" sussurrò quasi impercettibilmente.
Alzai le spalle e la invitai a leggerne il contenuto.
Lei, dopo aver letto le sue parole, restò in attesa della mia mossa successiva. Era come fare un salto nel vuoto, ma nella vita se non si corre qualche rischio si finisce per perdersi cose meravigliose.
"Vedi? Tu su quel foglio hai scritto che sono una brava persona. Ma quello che sto per fare non è per niente da brava persona." affermai facendo due passi verso di lei.
"Che intendi fare?" chiese turbata.
"Questo..." dissi prima di annullare la distanza tra di noi e baciarla stringendola forte.
Immediatamente lei rispose al bacio allacciando le sue braccia al mio collo e cercando di ridurre ancora di più lo spazio minimo che ci divideva.
Ci baciammo per un tempo che non saprei quantificare, sempre più intensamente e con crescente desiderio.
Quando ci staccammo per prendere fiato, lei mi guardò negli occhi e sorrise sembrando realmente felice.
Appoggiai la fronte alla sua e continuai a fissarla.
"Ciao." disse lei.
"Ciao ragazzina." risposi io.
Lei sorrise ancora e si sporse di nuovo verso di me desiderosa di ricevere un altro bacio.
Passammo ancora qualche minuto a baciarci e poi mi allontanai da lei per evitare di perdere il controllo.
La baciai sulla punta del naso e feci per uscire, ma lei mi bloccò parandosi davanti a me e fermando la porta con il suo corpo.
"Resta." disse con uno sguardo malizioso.
"Beth..."
"Ti prego." cercò di convincermi avvicinandosi e baciandomi l'angolo della bocca.
A quel punto non seppi resistere. Fu come se il mio cervello si spegnesse. La baciai stringendola ancora più forte di prima. Ero un uomo e mi sembrava che fosse passato un secolo dall'ultima volta in cui avevo avuto una donna tra le braccia, perché Beth era quello, una donna. Dopo tanti giorni passati a cercare di convincermi che fosse solo una ragazzina, riuscii veramente a vederla, era una donna e sarebbe stata mia, al diavolo tutto.
Lei si divincolò dal mio abbraccio per togliermi la camicia e mi trascinò fino al suo letto.
Ci sdraiammo vicini continuando a baciarci.
Quando provai a sfilarle la maglietta però qualcosa nel suo sguardo cambiò, si irrigidì ed iniziò a tremare. Mi staccai leggermente, poggiando il gomito accanto alla sua testa per sollevarmi e guardarla negli occhi.
"Cosa succede?" chiesi accarezzandole una spalla con la voce leggermente rotta dall'eccitazione del momento.
"Tutto bene, non preoccuparti." rispose distogliendo lo sguardo.
"Beth guardami." dissi cercando di non sembrare brusco.
"Non è niente, dico sul serio."
Continuava a non riuscire a guardarmi in faccia, quindi presi il suo mento tra le dita e la voltai verso di me, con tutta la dolcezza di cui ero capace.
"Io non ti farò del male." dissi sincero.
Lei nascose il viso sul mio petto ed io l'abbracciai forte per trasmetterle tutto ciò che la sua vicinanza mi provocava.
"Scusa..." sussurrò continuando a nascondersi.
"Non devi scusarti." la rassicurai passandole una mano tra i capelli. 
"Sai... sei davvero una brava persona." disse prima di accoccolarsi a me appoggiando la testa sul mio petto e facendomi il solletico con i capelli.
Respirai a fondo, cercando di calmarmi e di riportare i miei battiti cardiaci ad un ritmo regolare.
Dopo qualche istante di silenzio lei pronunciò il mio nome.
"Daryl?" 
"Mmh."
"Se ti dico una cosa giuri di non prendermi in giro e di non darmi della ragazzina?"
"Mmh mmh."
"Io... forse sono innamorata di te."
"Mmh mmh."
"Non hai nulla da dire a riguardo?"
"Forse... lo stesso vale per me."
"Mmh mmh." disse lei prima di chiudere gli occhi con ancora sul viso un bellissimo sorriso.

  
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