Vagare.
Lontano.
Non importa
quanto lontano
io vada; le meraviglie che potrei vedere non asciugheranno i miei
occhi.
I mari che
potrei solcare non mi faranno smettere di
annaspare. Affogo in acque torbide.
Potrei volare,
eppure non mi
sentirei più leggera perché il peso del mondo
grava sul mio cuore.
Potrei
incontrare sconosciuti, eppure rivedrei il tuo viso in
ognuno di essi.
Mi piacerebbe
guardare il tramonto da promontori
diversi, ma quel che vedrei sarebbero solo i tuoi occhi.
Occhi
che infestano la mia mente, come fanno i fantasmi.
Potrei scalare
la vetta più alta, ma mi sentirei sempre troppo in basso.
Non
importa la direzione in cui mi muoverei, sarei comunque ferma in un
pantano di ricordi; sabbie mobili che mi inghiottono e non vogliono
lasciarmi andare.
Potrei vagare
e potrei tornare a casa; ma non
c'è veramente un luogo in cui mi sentirei a mio agio.
In fondo
il mondo è troppo grande.
Come potrei
fare di un posto, il
mio?
Come potrei fare di
un cuore, che palpita tra miliardi di altri, il mio?
Potrei
continuare con la mia ricerca e perseguire questa caccia
senza fine, ma ho deposto arco e frecce. Ho già avuto la mia
occasione, ma la preda è scappata.
Potrei essere
a Tokyo, New
York, Helsinki, ma non sarei davvero da nessuna parte.
La nave
diretta alla mia meta è già salpata, e il
biglietto era troppo
costoso.