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Autore: Straightandfast    13/11/2014    2 recensioni
Andrea non ha combinato niente della sua vita,come spesso gli rammentano i suoi genitori,ma a lui sta bene così. Ha un lavoro fisso,anche se fa schifo,ed ha la sicurezza di poter chiamare in ogni momento gli stessi tre amici di sempre che nel corso di quegli anni non l’hanno mai abbandonato. I suoi occhi blu non osservano più con curiosità il mondo,ma si limitano a lanciare qualche sguardo del tutto disinteressato ogni tanto,giusto per vedere se qualcosa è cambiato,o se tutto è sempre al suo posto. E’ indifferente praticamente a tutto e a tutti,Andrea. Il suo sguardo impassibile rimane tale in ogni occasione,frutto di un esercizio costante portato avanti negli anni. Non è da tutti,alla fine,riuscire ad anestetizzare il cuore,raggiungere un tale equilibrio delle emozioni. Andrea è arrivato a quella famosa atarassia con cui i filosofi greci lo torturavano al liceo,e non ha nemmeno dovuto sforzarsi tanto.
C'è solo una persona capace di salvarlo. Ma lei non lo sa.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Electric souls.
"Cause all of me loves all of you,
all your curves and all your edges,
all your perfect imperfections."
John Legend-All of me.

 
Andrea è chiuso nella sua camera da così tanto tempo che ha finito la sua riserva praticamente inesauribile di sigarette,ha disegnato su qualsiasi superficie si prestasse al suo estro artistico e ha consumato tutte le matite che possiede. Adesso è passata esattamente una settimana e lui ha voglia di fumare,così decide che finalmente potrebbe essere arrivato il momento di uscire da quello che è stato il suo rifugio più sicuro in quegli ultimi giorni;ha fatto entrare solo sua madre che gli portava i pasti e gli lanciava certe occhiate dolci che solo le mamme sono capaci di dare.
Quando Agnese sente dei passi in corridoio e poi vede Andrea comparire in cucina,prendere una tazza di caffè e borbottare un "faccio la doccia e poi esco",non riesce a contenersi dalla gioia;nessuna madre vorrebbe vedere il proprio figlio con il cuore spezzato,tantomeno lo avrebbe voluto lei. Lui ritorna poco dopo in cucina,le lascia un bacio sulla guancia,consapevole di quanto dolore le abbia causato in quegli ultimi giorni e poi esce di casa. Agnese,per la prima volta nella sua vita,ringrazia il vizio del fumo che suo figlio ha preso all'età di 14 anni;se non avesse avuto un'incredibile voglia di nicotina,probabilmente sarebbe ancora chiuso in quella camera.
Andrea viene letteralmente abbagliato dal sole di inizio Giugno e non esita un secondo ad indossare i suoi Rayban scuri;mentre si dirige verso il tabacchino all'angolo della strada decide di riaccendere finalmente il suo telefono,rimasto spento per tutto il periodo di "reclusione" in camera sua. Trova una miriade di chiamate e messaggi di amici,conoscenti e anche qualcuno della vodafone;tra i diversi nomi che si susseguono,quello di Daniele svetta tra gli altri per il numero di volte in cui compare e per la preoccupazione che traspare dai messaggi che Andrea legge velocemente. Nella strada di ritorno verso casa,decide che è arrivato il momento di chiamarlo,perlomeno per fargli sapere che è ancora vivo.
"Cazzo,Andrea,mi stavo seriamente preoccupando!Dove sei finito?"La voce di Daniele è ad un volume altissimo e la sua frustrazione giunge perfettamente alle orecchie di Andrea,che si sente terribilmente in colpa per non avergli parlato per così tanto tempo;del resto,sa perfettamente che Daniele è l'unico che può capire il suo bisogno di stare solo. Lui infatti dopo avergli fatto una ramanzina lunga due minuti,sembra passare sopra all'accaduto e perdonarlo nel modo semplice e veloce a cui Andrea è abituato. Quando alla fine della telefonata lui gli chiede se ha voglia di uscire con loro quella sera,Andrea sorprende perfino se stesso accettando con un "sì" sicuro. Del resto,ha già avuto modo di sperimentare il fatto che rimanere chiuso in camera sua limitando il più possibile ogni contatto con l'esterno per dimenticare quella stupida ragazzina imbranata non sia servito ad un granchè;così inizia a pensare che forse la cosa giusta da fare sia uscire con gli amici,comportarsi come ogni ragazzo normale che non abbia per la testa Alice.
E' per questo motivo che alle dieci e mezza di quel sabato sera di Giugno,in perfetto orario,Andrea è già in sella sul suo motorino,diretto verso il centro della città;durante il tragitto cerca di stamparsi sul viso un sorriso convincente,che possa sviare le domande inopportune su quei sette giorni in cui nessuno l'ha visto. Quando,dopo esser riuscito quasi per miracolo a trovare parcheggio dopo soli cinque minuti di ricerca,lancia un'occhiata alla sua immagine riflessa nello specchietto della moto,è abbastanza soddisfatto dell'espressione fintamente allegra con la quale è riuscito ad atteggiare il suo viso e si autodichiara pronto ad immergersi nella bolgia tipica del sabato sera della sua città.
Hanno trascorso praticamente tutte le serate della loro adolescenza nel locale in cui si sono dati appuntamento quella sera,perciò Andrea non ha alcun dubbio su quale sia il luogo dove si trovano i suoi amici;si dirige con passo deciso verso un tavolino all'aperto,posto al centro del locale e leggermente in discesa,cosa che non li ha comunque mai distolti dall'eleggerlo il loro tavolo preferito. Quando,avvicinandosi,riesce a scorgere la testa bionda di Leo muoversi ad un ritmo completamente diverso da quello della musica che esce dalle casse e nota l'espressione di derisione con cui Francesco e Daniele sembrano guardare il loro amico,il sorriso che aveva con tanta fatica stampato sul viso,diventa immediatamente sincero. Loro lo accolgono con tanto di cori e urla da stadio,facendo cenno al cameriere che li conosce bene e sa perfettamente cosa debba portare a quel riccio dagli occhi blu;infatti,dopo pochi minuti,Andrea si vede comparire davanti il suo amato Black Russian,compagno inseparabile delle sue bevute in quel posto.
La serata procede tranquilla e più volte Andrea si chiede se Daniele abbia imposto a tutti i loro amici e conoscenti di non chiedergli niente riguardo ai sette giorni appena trascorsi,dal momento che nessuno si azzarda nemmeno a nominare il lungo periodo in cui nessuno l'ha visto.Rallegrato da ciò,si dirige verso l'interno del locale,dopo aver promesso ai suoi amici un giro di shottini offerto esclusivamente da lui.

"Ciao!"La ragazza con i capelli scuri e gli occhi dello stesso colore,seduta su uno degli sgabelli di fronte al bancone lo guarda in un modo che non lascia alcun dubbio;sta parlando proprio con lui.Nell'istante esatto in cui Andrea inizia a chiedersi chi sia e dove potrebbe averla conosciuta,lei si lascia andare ad una risata fragorosa. "Non ci conosciamo,tranquillo." Lo rassicura,sporgendosi un po' di più sullo sgabello. "Però possiamo rimediare subito,se vuoi. Io sono Angelica."Gli si avvicina con un sorriso divertito,appoggiandogli la mano sul suo braccio con fare provocante.
"Andrea."Risponde lui,mentre pensa che quella ragazza seminuda,tutta curve e con quello sguardo lì,non ha proprio niente di angelico. Lei gli si avvicina ancora,mentre inizia a parlare di cose alle quali lui non presta assolutamente attenzione;ciò su cui invece si sta concentrando,sono i loro corpi assurdamente vicini e le lentiggini che cospargono il viso esageratamente truccato della ragazza,le cui intenzioni non sono tanto difficili da intuire. Per un attimo il pensiero di Alice fa capolino nella sua mente e lo spinge ad allontanarsi da quel corpo così vicino;poi però si ricorda che il motivo per cui si trova lì,quella sera,è proprio dimenticare Alice e la sua reazione della settimana precedente. Si avvicina di nuovo ad Angelica,rispondendo con un cenno di assenso e un ghigno divertito quando lei gli mormora all'orecchio un "ci divertiamo insieme?". Così,mentre lui si allunga sul bancone per pagare gli shottini che ha appena ordinato,lei inizia a mordicchiargli il collo,lasciando ogni tanto piccoli baci qua e là;poi con la lingua giocherella con il lobo dell'orecchio,e Andrea lo sa che non è la cosa giusta da fare,sa benissimo che Angelica non è la ragazza che vorrebbe con lui in quel momento. Eppure,quando lei passa alla mascella e si avvicina alla sua bocca,lui la lascia fare;però,proprio nel momento in cui le loro bocche arrivano ad essere vicine,vicinissime e lei ha già chiuso gli occhi per baciarlo,Andrea sente con chiarezza la pressione di due mani piccolissime sul petto,che lo allontanano senza tante cerimonie dal corpo della ragazza.
E lui sa che dovrebbe odiarla,disprezzarla o perlomeno provare un minimo di astio nei suoi confronti,ma quando riconosce in quei capelli scarmigliati,in quelle guance rosse per l'irritazione e in quegli occhi fiammeggianti la figura di Alice,non riesce a controllarsi e a impedire al suo stupido cuore di fare una capriola sul posto e mettersi a ballare la samba all'interno della cassa toracica. Alice lo guarda con un'espressione imperscrutabile, rivolge un'ultima occhiata irritata in direzione di Angelica,e poi lo trascina fuori con forza.

"Che cazzo stavi facendo?"Ringhia non appena si trovano lontani da tutta quella folla di gente,pestando un piede a terra ed agitando con enfasi le mani;la sua voce alterata attira l'attenzione dei passanti,soprattutto turisti,che si fermano qualche istante per cercare di capire cosa possa averla turbata tanto. 
"Stavo per baciare quella ragazza."Risponde lui placidamente,ben consapevole di farla innervosire ancora di più;lei infatti inizia a mordicchiarsi nervosamente le pellicine intorno alle unghie,inspirando ed espirando come a cercare di calmarsi, e poi gli lancia un'occhiata omicida che lo inchioda sul posto.
"Sei proprio stronzo." Dichiara poi,senza staccare i suoi occhi da quelli del ragazzo;quella constatazione sicura,la voce ferma con cui lei pronuncia le parole e la sicurezza nella sua espressione fanno andare Andrea fuori di sè. Si concentra qualche secondo per trattenersi dal mettersi a urlare con rabbia ed attirare ancora di più l'attenzione della gente attorno a loro.
"Ti ho baciato,Alice. Ti ho baciato,ti ho detto che sono innamorato di te da sempre e tu sei scappata. Chi è il più stronzo tra i due?"Sbotta poi alla fine,lasciando andare tutta la sua esasperazione e frustrazione;del resto non ha più niente da perdere,non con lei. "Ora,se vuoi scusarmi,torno a fare quello che stavo facendo prima che tu ti mettessi in mezzo."Borbotta nervosamente.In realtà,la sua intenzione è quella di tornare al tavolo con i suoi amici che si staranno sicuramente chiedendo dove è finito,non ha più alcuna voglia di passare la serata con quella ragazza appena conosciuta e incapace di fargli provare delle emozioni.
La sua mezza corsa verso il locale,però,viene frenata da un paio di mani che per la seconda volta in quella sera lo fermano con decisione;Alice gli si para davanti,guardandolo qualche minuto con uno sguardo indeciso e quasi intimidito,sul viso una strana espressione nervosa che lui non le ha mai visto addosso.
"No,senti aspetta un attimo.."Lo ferma,quasi supplicandolo con i suoi occhi scuri. "Non mi va che torni da quella,mi fa incazzare vederti con qualcun'altra."Borbotta poi,mentre le sue guance si tingono di un familiare colore rosso.
"E questo che cazzo vorrebbe dire?"Sbotta ancora lui,troppo innervosito dai suoi comportamenti inspiegabili per fermarsi davvero a riflettere sull'unico,vero significato che quelle parole potrebbero avere.
"Che..Oh,insomma..Tu mi piaci,Andrea."Dichiara poi lei con un filo di voce,quasi quell'ammissione le fosse costata molto di più di quanto vuole far vedere. "E' solo che mi hai spiazzata,l'altra sera. Non me l'aspettavo,io non lo so mi sono sentita stupida..mi sono sentita stupida e..soppraffatta. Ero soppraffatta da tutte le tue parole,dai tuoi gesti e la cosa più intelligente da fare mi sembrava scappare.Io non so nemmeno se sono capace di provare un amore grande come quello che tu dici di provare per me,e così ho avuto paura. Però tu mi piaci,dico davvero. E pensavo che magari noi potremmo..pensavo che magari noi potremmo provarci,insieme." Conclude,cercando inutilmente di coprire con le mani il rossore che ormai si è impadronito delle sue guance si prende gioco di lei,mettendola ancora più in imbarazzo. Alice non osa alzare lo sguardo,intimorita com'è dalla visione degli occhi di Andrea;ha paura che quelle pozze blu che a lei tanto piacciano la possano trattare con freddezza come ha fatto pochi minuti prima.

Lui,stordito,stupito e con il cuore a mille si allontana un po' da lei,ridendo tra se e se.
"Credo di essermi fermato al -tu mi piaci-,non ho capito praticamente una parola di quello che hai detto dopo.."Mormora poi,guardandola da sotto le sue ciglia lunghe e scure e scoprendola ancora più meravigliosa del solito,dopo quello che gli ha detto.
"Effettivamente ho sempre sospettato che tu avessi un disturbo dell'attenzione,sin dai tempi del lic.."Alice inizia a parlare a raffica,come le succede sempre quando è nervosa,ma viene subito bloccata da Andrea;le mette una mano sui fianchi,avvicinandola un po' di più a sè,guardandola con un'espressione di completa adorazione.
"Io ti piaccio."Afferma poi,con voce sussurrata e un tono così speranzoso che lei si chiede come diavolo abbia fatto a non accorgersi del modo in cui lui l'ha sempre guardata;annuisce un po',sorridendogli felice nel vederlo aprirsi in un'espressione di completo appagamento.
"E mi sembra di aver capito che tu..sì insomma,hai detto che potremmo anche provare io e te..cioè noi due,no?"Chiede poi lui,cercando di ripescare le sue parole nella memoria offuscata da quella calda felicità che lo ha appena preso d'assalto.
"Facendo le cose con calma sì,se a te va sì."Esclama,mentre sente un tremolio di felicità impadronirsi del suo corpo nel vedere quale dolcissimo sorriso lui le riserva dopo aver sentito le sue parole;Andrea,da parte sua mormora un "mi va,cazzo,mi va." che racchiude gli ultimi sette anni della sua vita e poi si lascia andare ad un sospiro incredulo.
"Dio,quanto sei bella.."Si lascia scappare,dopo aver osservato con attenzione ogni minima parte del suo volto;lei sorride e non cerca più di coprirsi,anche se le sue guance rischiano di diventare sempre più surriscaldate.
Lui ha le gambe che gli tremano,la testa che non capisce più niente e le mani sudate,ma non gli interessa ;l'unica cosa che riesce a vedere è la bocca semi aperta di Alice a pochi centimetri dalla sua e le sue labbra screpolate che profumano di burro di cacao alla fragola. E non è che non abbia mai baciato una ragazza,anzi,nella sua ancora breve vita ha assaggiato diverse labbra,giocato con diverse lingue;ma quando,la sua bocca incontra quella di Alice e le loro lingue iniziano a giocare insieme,rincorrersi e riunirsi,sente il cuore esplodergli nel petto.Lei gli circonda il busto con le braccia e lui sorride,capendo che si è messa in punta di piedi per arrivare meglio alla sua altezza;intreccia un dito tra i suoi capelli e la sente ridere tra sè e sè quando le tira una ciocca. Continua a baciarla mentre sente di nuovo la sensazione che ogni cosa sta andando al posto giusto;sembra quasi che ogni cassetto dentro di lui si sia aperto e che piano piano le cose stiano rientrando negli scompartimenti giusti in modo del tutto naturale.E' una strana sensazione,di completa pace,che non ha mai provato prima.
 Si staccano piano,dolcemente,con gli occhi già nostalgici di chi ne vorrebbe ancora. Lui affonda la testa tra i suoi capelli,mentre lei mugugna qualcosa abbandonandosi sul suo petto;quando lui mormora un "dormi con me,stanotte?" lei si mette a ridere e si allontana un po',con uno sguardo divertito sul viso.
"Non avevamo detto di fare le cose con calma?"Lo prende in giro,mentre con una mano gli accarezza il braccio lasciato scoperto dalla maglietta a maniche corte.
"Solo dormire,giuro."Afferma lui con convinzione,atteggiando il viso con gli occhi sporgenti e un'espressione supplicante che lo rende incredibilmente buffo e tenero;Alice sembra soppesare un po' la questione tra sè e sè,ma alla fine annuisce per poi ridere di fronte alla reazione di esultanza di Andrea.
Poi lui le volta le spalle e,dopo averle fatto segno di seguirlo e averle preso con delicatezza la mano,si dirige con passo deciso verso il tavolo dei suoi amici,impaziente di rimanere solo con lei: quando lo vedono arrivare,i loro visi si aprono in espressioni di gioia,che vengono subito rimpiazzati da sguardi preoccupati e confusi non appena realizzano chi è la ragazza che sta tenendo per mano. Lui li guarda con un'aria rassicurante e promettendo loro le giuste spiegazioni,in un gioco di sguardi silenziosi da cui è escluso chiunque non faccia parte dei fantastici quattro;poi li saluta con un veloce gesto della mano e si allontana di fretta dal locale,trascinando Alice con sè.
Qualche ora dopo,Andrea è ancora sveglio,gli occhi fissi sul soffitto sopra di sè e le palpebre che si chiudono per il sonno;sono le 4.23 di notte,e lui non è ancora riuscito ad addormentarsi senza venir svegliato il secondo immediatamente successivo. Alice,infatti,non fa altro che parlare nel sonno,rubare le coperte,muoversi inconsciamente e lanciare calci a destra e a manca;sembra riassumere in sè tutte le cose che Andrea odia e per le quali si è sempre dichiarato disposto ad uccidere.
Sono le 4.23,non ha ancora chiuso occhio e la ragazza accanto a lui ha anche appena iniziato a russare.
Non è mai stato così felice.

 
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Ciao,dolcezze!
Sono puntuale come al solito,e devo dire che questa settimana ero stata tentata addirittura di anticipare un po',dal momento che ho un'altra storia in cantiere e mi piacerebbe farvela leggere a breve,non appena finisce questa..
Alla fine,però,ho deciso di rispettare i miei soliti tempi,
quindi eccomi qua.
Lo so,forse ciò che succede in questo capitolo è un po' scontato ma non mi interessa,
perchè nella realtà non è andata davvero così e,come ho detto nel primo capitolo,
ho scritto questa storia per ricambiare nell'unico modo che conosco l'amore di Andrea perciò..eccoci qui.
Alice scopre di aver fatto un errore ad allontanare il nostro amico ricciolino,
e torna da lui -dopo aver mezzo ammazzato la ragazza del bar (ecco,questo è l'unico particolare che è successo davvero :) ).

Detto questo,anche se lo spazio autrice sta diventando super mega iper lunghissimo,volevo ringraziarvi,davvero.
Grazie a chi ha messo la storia tra le seguite/preferite/ricordate,
grazie a chi segue la storia in silenzio,
ma soprattutto grazie a chi commenta,davvero.
Non sapete quanto sono felice ogni volta che vedo che c'è una recensione nuova,
potrei mettermi a fare i salti di gioia,se non fosse che le leggo praticamente sempre in giro,sul treno o sull'autobus.
Quindi,niente,solo grazie.
Un grande bacio a tutte,
recensite,fatemi sapere qualcosa in più su di voi che se no mi sento troppo egocentrica a parlare solo di me in questa storia ahah :D
Chiara
  
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