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Autore: ___Page    13/11/2014    4 recensioni
L'amore è cieco.
L'amore non ha età.
Ma quando si tratta di Monkey D. Rufy, l'amore deve anche avere tanta pazienza.
Genere: Comico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments, OOC, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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-Capitano?! Che stai facendo?!-
Era perplessa, Robin.
Quando era uscita a prendere una boccata d'aria per fare una piccola pausa dal libro che si era imposta di finire entro il mattino seguente, si era aspettata di trovare al massimo Zoro che rientrava dagli allenamenti ma non certo Rufy sulla testa della polena, a gambe incrociate e sguardo perso sull'orizzonte, dove il blu del mare e del cielo notturni si fondevano confondendosi.
L'istinto più che la ragione le avevano suggerito che c'era qualcosa di strano.
In fondo capitava a Rufy di perdersi nei propri pensieri quando scrutava l'oceano ma che non riuscisse a dormire a quella tarda ora per lui era qualcosa di più unico che raro.
Doveva essere preoccupato per qualcosa non c'era altra spiegazione.
-Oh ciao Robin. Che fai ancora sveglia?- domandò senza la sua solita verve, girandosi un attimo e poi tornando nella posizione di prima.
-Leggevo- rispose la mora, scrutandolo a sopracciglia aggrottate.
Avrebbe dato tutti i suoi anni di studi sui Poignee Griffe per sapere cosa gli passasse per la testa, al solo scopo di poterlo consolare e aiutare.
Avrebbe dato ogni singolo libro che riempiva gli scaffali della biblioteca per poter passare le dita tra i suoi capelli e giù sulla sua schiena con la dolcezza di una madre e la sensualità di un'amante.
Avrebbe voluto ma non poteva.
Lui era il Capitano, era colui che l'aveva salvata non una e nemmeno due ma innumerevoli volte.
L'aveva salvata ogni singola volta che, vedendola assorta in qualche scuro pensiero, era riuscita a riportarla indietro con uno dei suoi splendidi sorrisi.
Ma Robin non era brava con le parole e, anche se da quando era una Mugiwara aveva ricominciato a sorridere, sapeva di non avere quella innata capacità che solo Rufy e lui soltanto possedeva, di ridare la voglia di vivere con un semplice sorriso.
Robin non poteva ricambiargli il favore ma, soprattutto, non poteva fare nulla per l'uomo di cui, suo malgrado, si era innamorata.
E questo faceva male, molto più male di quanto le fosse mai capitato di provare in vita sua.
Assorta com'era nei suoi pensieri non si accorse del movimento compiuto dal moro, per spostarsi lateralmente e creare un po' di spazio accanto a sé sulla testa del leone, finché la voce del ragazzo, più profonda e seria del solito, non la riscosse.
-Robin vieni qui per favore-
Sgranò appena gli occhi, colpita dal tono autoritario che aveva usato, sebbene velato da una certa dolcezza, prima di riscuotersi del tutto e avvicinarsi a lui.
Silenziosamente si accomodò al suo fianco, inalando a pieni polmoni il suo odore e beandosi di quell'intima vicinanza, destinata a sfumare con l'alba.
-Credo di doverti ringraziare- mormorò, il tono grave e gli occhi celati dalla tesa del cappello di paglia.
Robin si voltò a guardarlo sorpresa.
-Per cosa?!-
-Per oggi... Come sempre hai avuto ragione tu a impedirmi di affrontare Aokiji. Per quanto mi sforzi non riesco proprio a diventare saggio quanto te-
L'archeologa aggrottò le sopracciglia, cominciando a rimettere insieme i pezzi ma trovando il tutto ancora più incomprensibile.
In realtà ancora si chiedeva cosa gli fosse preso di punto in bianco a Rufy, quando accidentalmente si erano trovati sulla stessa rotta di Kuzan, quel pomeriggio.
Lui li avrebbe anche ignorati, non essendo più un marine e avendo chiaramente altro per la testa, ma il Capitano si era improvvisamente infuriato, dando direttive a Zoro perché prendesse il comando della Sunny mentre lui andava a spaccare la faccia all'ex viceammiraglio, borbottando qualcosa riguardo un conto in sospeso che aveva con lui.
Robin era riuscita a dissuaderlo, bloccandolo un attimo prima che si lanciasse contro Aokiji e convincendolo a lasciar perdere.
Era rimasto di cattivo umore tutto il giorno dopo ma non riusciva a credere che fosse ancora sveglio per un motivo del genere.
Non era da lui davvero!
-Voi credete che io sia uno stupido, lo so, ma non sono più un ragazzino!- riprese a parlare, voltandosi a guardarla , uno sguardo omicida negli occhi scuri -Mi sono accorto di come ti guarda Robin!-
L'incredulità dell'archeologa raggiunse i massimi storici.
-Rufy di cosa stai...- ma non poté finire la domanda perché le parole si infransero sulla bocca del Capitano che, sicura, decisa e sensuale, premette contro quella di lei, succhiandola e mordendola in un bacio passionale e ben poco casto.
Non ebbe nemmeno il tempo di registrare cosa stesse succedendo che si ritrovò a rispondere al bacio con foga, modellando le propria labbra contro quelle di Rufy, aggrappandosi alla sua camicia e perdendosi.
Fu come essere risvegliati bruscamente da un sogno quando il Capitano di staccò prepotente da lei, lasciandola mezza in trance a fissarlo sconvolta.
Cosa diavolo...
Le mani di Rufy si posarono decise sulle sue spalle, obbligandola a focalizzarsi su di lui, ancora determinato e severo nonostante quanto appena accaduto.
-Tu sei mia- mormorò asciutto e irrevocabile, provocandole una scarica elettrica lungo la schiena, prima di alzarsi e scendere dalla polena per avviarsi verso il sottocoperta.
Con il respiro affannato e il cuore che batteva impazzito Robin portò una mano alla tempia, cercando di metabolizzare quanto era appena accaduto, ritrovandosi poi a spostarla sulla bocca per soffocare la cristallina risata di gioia, sollievo e incredulità che proruppe dalle sue carnose labbra.
Si lasciò andare con la schiena contro uno dei petali del girasole, puntando gli occhi cerulei sull'orizzonte.
Troppo presa dalla propria felicità e dai fremiti che la scuotevano non si accorse del Capitano che, raggiunta la porta del sottocoperta, si voltò a guardarla per poi aprirsi in un sorriso e schiacciarsi il cappello sulla testa prima di sparire nel buio del corridoio che portava ai dormitori.
 
  
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