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Autore: Fuffy91    26/10/2008    5 recensioni
Una nuova one-shot scritta solo per voi, dalla vostra inguaribile romantica Fuffy91!!! W la coppia Edward/Bella for ever!!! Bacioni a tutti coloro che la leggeranno o che amano, come me, questa coppia che ci regala così tante emozioni!!! A presto, Fuffy91!!! ^____^
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Edward&Bella! ^///^'
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twilight- Come batte forte il tuo cuore.

“ Buonanotte, papà.”

Dissi a Charlie con un sorriso lieve, mentre riportavo una ciocca di capelli dietro l’orecchio e salivo i primi due scalini della rampa di scale che mi divideva dalla mia stanza.

“ Buonanotte, Bel.”

Mi rispose con dolcezza mio padre, voltandosi a guardarmi giusto il tempo di ricambiare il mio augurio e il mio sorriso, per poi incollare gli occhi sullo schermo della TV, a seguire uno dei suoi tanti notiziari delle ventidue.

Attenta a non inciampare nei gradini, come spesso accadeva, aprii e chiusi la porta della mia camera, lasciandomi scivolare lungo il legno sbiadito dell’anta con un sospiro.

Anche quella giornata era finita, finalmente. Era stato uno di quei giorni interminabili e noiosi, le cui ore sembrano non passare mai. E come se non bastasse, non ero nemmeno riuscita ad incontrare Edward, l’unico capace di farmi dimenticare ogni cosa e di trascinarmi dolcemente in quella magica bolla luminosa, dove tutto ci era dovuto, perfino il tempo. Ma , purtroppo, proprio la sera prima, mi aveva comunicato che sarebbe andato a caccia con Emmett ed Alice, e che quindi, non sarebbe venuto a scuola l’indomani.

Mi lasciai ricadere esausta sul morbido materasso del letto, facendo cigolare le molle per il troppo impeto. Avevo passato un’intera mattinata e un intero pomeriggio su montagne di libri, studiando trigonometria, biologia e spagnolo, oltre a scrivere una relazione dettagliata su un argomento di letteratura.

Prima di congedarmi, ricordai che Edward mi aveva promesso che quella sera mi avrebbe fatto visita e che avremmo parlato un po’, prima che la notte mi avesse inglobato con il suo sonno ristoratore.

Sorrisi e chiusi gli occhi al pensiero del mio angelo che mi cullava fra le sue braccia, sussurrandomi la nostra ninna nanna all’orecchio. Era il momento più atteso e più desiderato della notte.

Mentre giocherellavo con i fili rosati dei fiocchi ai lati della maglietta del mio pigiama di colore azzurro alba, lungo, comodo e largo, guardai ansiosa la finestra aperta solo per lui, sperando di vederlo entrare da un momento all’altro. E proprio mentre sentii il vento serale e pungente nella sua freschezza attraversarmi, come in una gelida carezza, i capelli sparsi sul cuscino in federa bianca, e osservando le tende ai lati della finestra gonfiarsi, sgonfiarsi e danzare con un fruscio, sottostando ai voleri dei soffi della sera e dei raggi della luna, chiusi e aprii le palpebre due o tre volte, fino a serrarle definitivamente, e l’unica immagine che il mio cervello annebbiato dalla stanchezza riuscì a registrare, furono le lancette della sveglia accanto al letto che scoccarono le ventidue e trenta.

Caddi in un sonno senza sogni, avvolta dall’oscurità e cullata fra le sue nere braccia ,calde e rassicuranti; e fu proprio in quel momento di dolce oblio, che udii in quelli che mi sembrarono chilometri di distanza, una melodia che ben conoscevo. Una tenera ninna nanna, che invece di conciliare ulteriormente il mio sonno, mi invitava a risvegliarmi, a risalire in superficie, ad uscire da quella caverna buia, per scorgere la luce dorata del vero sole.

Più ascoltavo attenta, più mi avvicinavo alla meta e più era prossima a ridestarmi, e quando finalmente riaprii i miei occhi stanchi, vidi una splendida e modellata bocca rossa, la cui labbra tremavano alle vibrazioni musicali di quella calda melodia, inclinate, quasi ad accennare un sorriso, mentre fredda era la mano che mi accarezzava lentamente il capo.

Sussultai, in preda della razionalità, alzandomi con uno scatto a mezzo busto, e scoprendo di essere ricoperta interamente dalle coperte trapuntate di verde.

Osservai stupita il volto di Edward, che steso di lato, rifletteva lo stesso stupore nel mio sguardo.

In seguito, rilassando i lineamenti prima tesi, le sue labbra si dischiusero in un sorriso luminoso, e i suoi occhi caramellati, dorati più del dovuto, si illuminarono di un’intensità mai notata prima.

“ Ciao, Bella.”

Mi salutò, educato, mentre io, ancora frastornata, ma con il cuore che già danzava di gioia nel mio petto, distendevo i muscoli delle spalle, tese per la tensione, e ricambiando il suo sorriso, cercando di perdonare la reazione che poco prima avevo dimostrato, gli dissi di rimando.

“ Ciao, Edward.”

“ Come stai?”

Mi chiese, quasi come se fosse mattina per lui e non le…guardai il rotondo numerato della sveglia che segnava l’una passata. Sospirai: la ronda di Charlie era già passata, fortunatamente.

Riportai i miei occhi verso il viso luccicante alla luce pallida della luna, i cui raggi filtravano dalla finestra, ora aperta solo a metà, di Edward, che durante quei pochi secondi, aveva seguito ogni mio movimento e ogni mio sguardo, fino a intrecciarlo nuovamente con il mio, soggiogato dalla bellezza dei suoi occhi di topazio, più evidenti che mai nella penombra della stanza.

Sembrava divertito dalla mia confusione, ma cercai di non badarci, rispondendo alla sua domanda.

“ Bene, e tu?”

Lui sorrise ancora di più, invitandomi ad afferrare la sua mano, che senza pensarci, strinsi, sentendomi trascinare dolcemente verso il tiepido calore delle lenzuola in cotone, e poggiare il capo sull’avambraccio duro, freddo e perfetto di Edward, che mi rispose con una calma innaturale:

“ Abbastanza.”

“ Fatto buona caccia?”

“ Si e no.”

Lo guardai stranita, sentendo i brividi lungo la schiena quando lo sentii avvicinarsi di più al mio corpo, con naturale disinvoltura, per poi affondare il suo viso perfetto nella massa dei miei capelli scomposti, le cui ciocche castane solleticavano la sua pelle bianchissima e gelata del braccio mollemente abbandonato sul cuscino. E mentre mi accarezzava con il dorso della mano destra la guancia accaldata, un po’ a causa sua e un po’ per il calore trasmessomi dalle calde coperte, lo sentii aspirare con un profondo sospiro il profumo di fragola del mio shampoo preferito, per poi bisbigliare a mezza voce.

“ Oggi ero completamente deconcentrato. Sono stato capace ,addirittura, di farmi sfuggire un cervo di montagna.”

A metà fra lo sbalordimento relativo a quella confessione e la confusione dovuta alla sua intima vicinanza, dissi per risollevarlo:

“ Beh…può capitare a tutti una giornata no.”

Una sua risata sommessa fece vibrare le assi del letto per un breve istante, e la carezza distratta sulla mia guancia, si interessò anche del lato sinistro della mia testa, avvertendo le sue dita inoltrarsi fra la foresta cespugliosa dei miei capelli sconvolti, e percorrere interamente il mio capo fino alla loro radice, provocandomi l’ennesimo brivido.

“ A tutti, certo…ma non a noi.”

Era evidente il significato implicito di quel “noi” e sospirando, per l’ennesima volta affranta, strusciai la mia guancia destra, ora tiepida, sul suo avambraccio e facendomi, inevitabilmente, più vicina al suo volto e al suo corpo scultoreo, sfiorandogli involontariamente una gamba.

Come avrei voluto entrare a far parte di quel noi, così inaccessibile!

“ E allora, come mai ti è capitato tutto questo?”

Non mi accorsi che Edward si era portato ancora più vicino a me di quanto già non fosse, solo quando non avvertii la punta del suo naso sfiorarmi il collo scoperto, annusando il mio odore, per lui irresistibile, posarvi lieve le labbra lisce e simili a vetro, per poi sussurrarmi all’orecchio:

“ Sei tu, Bella.”

Non potevo vederlo, ma immaginai di vederlo sorridere con gli occhi luccicanti di ilarità.

“ Sei tu la mia distrazione.”

“ Ah.”

Dissi, stupita e orgogliosa nell’insieme. Un sorriso di compiacimento apparve sulle mie labbra, fino a che non lo sentii percorrere con le labbra tutto il profilo del mio volto, dalla tempia fino al mento, per poi risalire lungo la guancia ,completamente imporporata di un rossore dovuto all’emozione, passare dalla fronte alle palpebre, e solo quando mi baciò la punta del naso e lasciando che aspirassi a pieni polmoni il suo respiro dolcissimo, fresco e desiderabile nella sua bontà, riuscii ad allacciare il mio cervello al mio cuore impazzito, sussurrandogli con un soffio:

“ Edward…cosa…”

Non riuscii a terminare la frase disconnessa, a causa della distrazione dovuta alle sue labbra in prossimità delle mie, dischiuse per l’eccitazione e lo stupore.

Inclinò nuovamente il capo sulla linea morbida del mio collo, permettendomi di aspirare anche il suo odore ,impareggiabile con qualsiasi altro, sulla sua pelle tesa e liscia come la seta, che senza volerlo, sfiorai con le mie labbra roventi, avvertendo una scarica elettrica percorrerlo lungo quella linea perfetta da scultore.

“ Uhm…che buon odore di fresia e lavanda.”

Disse lui in un bisbiglio ,che a malapena riuscii a captare.

Fui preda di un risolino imbarazzato, mentre avvertii il suo corpo accucciarsi contro il mio, come alla ricerca di un calore che potesse placare il suo freddo interiore. Trasalii per la meraviglia e l’imbarazzo dovuto al contatto con il suo maglione verde scuro con la mia maglietta di cotone leggero, rabbrividendo languidamente al refrigerio che mi trasmetteva la pelle tesa del suo addome, attraverso la barriera dei vestiti.

Mai, in tutto l’arco del nostro rapporto, se non in rari momenti occasionali, avevo avuto Edward così vicino a me, come se la sua intenzione fosse legare il suo corpo incantevole con il mio ,caldo e accogliente solo per lui. Fu incredibile il loro modellarsi, seppure così differenti, per forma e natura.

Venni distolta da quel turbinio di emozioni solo quando Edward mi cinse la vita con le braccia, facendo scivolare le sue mani lungo la mia schiena, accarezzandola in un moto ipnotizzatore, su e giù, lentamente.

Anche il suo viso cambiò posizione, finché, ad occhi chiusi, incapace di aprirli, fu il respiro di Edward ad avvertirmi che il mio vampiro buono si trovava a pochi centimetri dal mio volto.

“ Apri gli occhi, Bella.”

Mi intimò con la sua voce vellutata, senza smettere di accarezzarmi voluttuosamente la schiena.

Obbedii, lasciandomi trasportare dall’ondata di calore che trasmettevano i suoi incantevoli occhi dorati.

Mi mancò il respiro quando mi strinse ancora di più al suo corpo, indurendo appena i suoi tratti bellissimi e socchiudendo di poco le palpebre dalle ciglia lunghe e bronzee, come i suoi capelli, che accarezzai in un moto istintivo, facendogli chiudere definitivamente gli occhi.

“Bella…”

Sussurrò, traendo un respiro profondo.

Era come se volesse chiedermi qualcosa, ma non riusciva a trovare le parole adatte.

“ Dimmi…cosa c’è?”

Lui aprì definitivamente gli occhi, e con uno dei suoi movimenti invisibili, catturò le mie labbra, completamente soggiogate dalle sue.

Si mosse per un po’, giocando con la mia bocca, intervallando ogni tanto un bacio innocente ad uno più passionale.

In un tempo che mi parve infinito, si distaccò lentamente, assaporando l’ultimo sapore scivolato sul mio labbro inferiore, per poi abbassarsi, senza distogliere per un momento lo sguardo da me e, come fece solamente una volta, il giorno della nostra confessione, lì, nella raduna illuminata e fiorita ,nel fulcro della foresta, appoggiò delicatamente il suo viso sul mio petto, ascoltando i battiti aritmici del mio cuore impazzito.

Per un po’ rimase immobile in quella posizione, per poi girarsi dall’altro lato, e riprendendo l’ascolto con l’orecchio sinistro, strusciando per un po’ la guancia sul cotone del mio pigiama, sospirando e mugugnando, quasi deliziato.

Sorrisi. Il leone che faceva le fusa all’agnello.

“ Come batte forte il tuo cuore.”

Si sollevò e mi baciò la base del collo, per poi accarezzarmi nuovamente i capelli e il lato del viso.

Improvvisamente, la sua mano, ancora gelida, scivolò sul mio petto, fermandosi proprio al centro. Sussultai in preda ai brividi, mentre io stessa avvertii il mio cuore tamburellare contro il suo palmo aperto.

“ Adoro quando prende questo ritmo.”

Portai la mia mano sulla sua, intrecciandone le dita e accarezzandone il dorso marmoreo.

“ è il ritmo del mio amore per te.”

Gli bisbigliai, completamente in balia del suo sguardo, delle sue carezze, del suo corpo, del suo respiro, del suo profumo…di lui.

Sospirai. Se continuava così, mi avrebbe fatta impazzire.

Lo sentii ridere sommessamente, e chinandosi a baciarmi lievemente, mi disse:

“ è tardi. Sarà meglio che dormi, ora.”

Annui, incapace di parlare. Voleva sciogliere il nostro abbraccio, ma io serrai le dita intorno alla sua mano, protestando:

“ No…rimani così. È così bello.”

Lui chiuse nuovamente gli occhi mentre incurvava gli angoli della bocca in un sorriso sghembo.

“ Non andartene.”

Bisbigliai, sopraffatta da un nuovo torpore.

Sentii l’eco di una risata e qualcosa che mi baciava la sommità del capo, le sue labbra.

“ Non potrei nemmeno se lo volessi.”

Incredibile come fosse ammaliante e bella la sua voce.

Sorrisi…forse, per poi sprofondare nell’oblio di un sonno improvviso, mentre il mio arcangelo, stringendomi al suo corpo duro e freddo come un iceberg, mi sussurrava instancabile la nostra ninna nanna.

E così sarebbe stato, lo sapevo, poteva negarlo con il suo pessimismo, ma io ne ero convinta…il mio cuore avrebbe battuto solo per lui…per sempre.

 

 

 

Eccomi qui con una nuova one-shottina sulla mia coppia preferita, in questi ultimi tempi!!!

Spero vi sia piaciuta e che me lo farete sapere!!!! Baci baci Fuffy91!!!!

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