Anime & Manga > Il grande sogno di Maya
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Autore: FiammaBlu    13/11/2014    4 recensioni
L' ebook è scaricabile dal mio profilo autore. Revisione ultimata! Grazie a tutti coloro che continuano a leggerla! :)
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Cosa sarebbe accaduto se nel numero 28 Masumi Hayami fosse riuscito a confessare a Maya di essere l'ammiratore delle rose scarlatte? Leggete la mia versione di questo "what...if" ^_^
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Masumi Hayami, Maya Kitajima, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ultima revisione: novembre 2015

 

9. Esibizioni



Il ritorno di Maya risollevò il morale di tutti, soprattutto quando videro la sua interpretazione di Jane. Sakurakoji riuscì a malapena a starle dietro, tanto era accentuato adesso il suo lato selvaggio e quando provarono la scena in cui Jane comprende di essere umana, Kuronuma rimase a bocca spalancata e gli cadde perfino il copione di mano.

Maya fu così assorbita dalle prove e dalla sua interpretazione di Jane da dimenticare quasi l’esperienza nella foresta e la presenza di Masumi Hayami. Finché non giunse una telefonata di Ayumi che la informava che probabilmente il signor Hayami era a conoscenza del luogo dove si trovava la signora Tsukikage. Maya si sentì raggelare quando udì quelle parole.

Com’è possibile che sappia dove sia? Aveva detto che mi avrebbe avvisata! Terrà nascosta l’informazione per qualche motivo!

- Ti ringrazio Ayumi, ti richiamo appena so qualcosa - rispose Maya abbassando con forza il telefono. Kuronuma la osservò irrigidirsi, aveva ascoltato solo metà della conversazione, ma sapeva che riguardava la signora Tsukikage.

- Kitajima… va tutto bene? - le domandò e quando lei si girò, lo sguardo infuocato, seppe che qualcosa non andava.

- No, signor Kuronuma, non va bene niente e la colpa è sempre sua! - ringhiò uscendo come una furia dalla segreteria e dirigendosi ai camerini.

- Sua? Kitajima,dove vai? - gli urlò dietro abbassando le braccia lungo i fianchi.

- Da Masumi Hayami! - gli gridò lei in risposta senza fermarsi. Kuronuma la guardò entrare nel camerino e si passò una mano fra i capelli. Anche se avesse voluto non sarebbe mai riuscito a fermarla.

Ogni volta che quell’uomo incrocia il cammino di quella ragazza accadono sempre cosa strane…

Maya uscì dopo qualche minuto con un leggero soprabito e una sciarpa rosa, la borsa in spalla. Kuronuma la seguì con lo sguardo, ma lei non se ne accorse nemmeno.

Non vorrei essere nei panni di quell’uomo…

E tornò alla sala prove dove gli altri attendevano.



Quando Mizuki vide Maya era ormai troppo tardi. La ragazza aveva un’espressione terrificante e lei non poté far altro che alzarsi di scatto e tentare di fermarla, ma aveva già spalancato le doppie porte dell’ufficio del signor Masumi.

L’uomo sollevò lo sguardo infastidito, ma quando vide Maya la sua espressione cambiò completamente. Lei però era troppo occupata ad essere arrabbiata per rendersi conto del suo cambiamento che invece non sfuggì a Mizuki.

- Mi scusi, signor Hayami, non sono riuscita a… - si scusò la segretaria, ma lui la interruppe.

- Non si preoccupi, Mizuki, chiuda la porta per favore - le chiese gentilmente alzandosi - Se non l’ha scardinata… - aggiunse con un mezzo sorriso. Maya si era fermata davanti alla sua scrivania, lo sguardo furente, immobile e silenziosa. Ti preferisco sicuramente quando inveisci contro di me, ragazzina, che così silenziosa…

- Le ricordo l’appuntamento con il manager di Eiko Nakamura - gli comunicò la segretaria prima di chiudere completamente la porta e un suo assenso le disse che aveva recepito. Maya si riscosse nell’udire il nome di quell’attrice e inspiegabilmente la sua rabbia salì sommandosi a quella dell’aver saputo della signora Tsukikage.

Masumi si spostò davanti a lei e si appoggiò al bordo della scrivania.

- Allora, ragazzina, cosa l’ha portata come un uragano nel mio ufficio? - era arrabbiata, anzi… furiosa, qualunque fosse l’argomento l’aveva davvero fatta innervosire e lui ne era la causa. Sorrise e si accese una sigaretta concedendole tutto il tempo che desiderava. Probabilmente stava pensando al modo migliore per offenderlo…

- Lei sa dove si trova la signora Tsukikage! - sibilò invece dopo pochi attimi, i pugni stretti lungo i fianchi, se avesse avuto qualcosa a portata di mano probabilmente glielo avrebbe tirato dietro. Masumi sollevò un sopracciglio e comprese immediatamente ogni cosa. Chissà come l’aveva saputo… Espirò la sigaretta fissandola, sapeva di innervosirla ancora di più, ma in fondo quel gioco l’aveva sempre divertito.

- Sì - rispose pacatamente e attese che lei gli urlasse contro, invece lo stupì. Maya s’irrigidì e lui vide i suoi occhi farsi lucidi.

- Perché non mi ha detto niente? - gli chiese in un sussurro tirato e nervoso. Aveva iniziato a credergli davvero, soprattutto da quando le aveva detto chi fosse veramente, il suo ammiratore, il donatore di rose scarlatte… e quando era andato a prenderla a Saitama... ma Masumi Hayami era diverso, immerso in un mondo di adulti, dove il denaro e la scaltrezza facevano la differenza.

Ragazzina… riesco sempre a ferirti...

Spense la sigaretta e appoggiò entrambe le mani al bordo della scrivania, più per impedirsi di abbracciarla e cancellare quelle lacrime che per reale necessità.

- E’ stata la signora a chiedere che non dicessi niente, soprattutto a lei. Rivelerà il posto dove si trova solo a primavera… - la fissò intensamente lasciandole il tempo per capire cosa significasse quell’informazione. La vide spalancare gli occhi, una lacrima cadde silenziosa, poi notò la consapevolezza farsi strada nel suo sguardo.

- Primavera… - sussurrò Maya abbassando gli occhi e sentendosi improvvisamente svuotata - Quando sapremo se vincerò un premio e raggiungerò Ayumi… -

- Ha ancora intenzione di lottare per quel premio? - la istigò lui cercando di farla reagire, ma lei sembrava essersi ritirata nella sua insicurezza; quanto avrebbe voluto farle sapere ciò che poteva provare uno spettatore guardandola recitare!

Maya udì quelle parole provocatorie, sollevò il volto lentamente e lo fissò.

- Sì, signor Hayami - gli rispose determinata. Non avrebbe lasciato la Dea Scarlatta ad Ayumi e alla Daito neanche morta!

Nella stanza calò il silenzio finché non trillò l’interfono. Masumi spostò solo la mano sul pulsante, ma continuò a fissarla.

- E’ arrivato il signor Shimizu - lo avvisò la voce pacata e professionale di Mizuki.

- Mi dia un minuto, per favore - rispose Masumi sempre continuando a fissare Maya con un’espressione divertita. Chiuse l’interfono, si girò verso la scrivania, prese una cartelletta e la raggiunse.

- Mi dispiace di averla disturbata... - iniziò Maya con un lieve inchino pronta ad andarsene, ma lui le porse la cartelletta che lei guardò interdetta.

- Mi dia il soprabito - le disse glaciale e lei lo fissò perplessa per quel cambio improvviso di atteggiamento. E ora? Perché fa così…?

- Le va di recitare la parte della mia segretaria per un po’? - le propose serio quando lei rimase in silenzio, evitando di scoppiare a ridere per la faccia che fece.

- La sua segretaria? Spero lei stia scherzando… - sibilò Maya indignata mentre lui tornava all’interfono. Mi ignora! Odioso!

- Lo faccia entrare, Mizuki, non è necessario che lei si unisca - la informò ignorando completamente Maya e lei emise un ringhio basso. Dall’altra parte la segretaria ebbe un attimo di esitazione, poi eseguì quanto chiesto.

- Signor Hayami… lei non può… - protestò Maya irritata, ma lui la evitò ancora e si appoggiò di nuovo alla scrivania con l’atteggiamento di chi ha tutto sotto controllo.

- Ha circa dieci secondi per poggiare il soprabito e mettersi lì - indicò un punto alla sua sinistra dietro la scrivania - Prima che il manager di una delle mie più proficue attrici entri da quella porta per chiedermi di aumentare la percentuale dei guadagni della sua assistita - l’odio profondo che usciva dagli occhi di lei lo fece quasi desistere ma, come ogni altra volta in cui l’aveva sfidata, Maya accettò. La vide rilassarsi e mentre camminava verso di lui la sua postura si modificò, i suoi occhi cambiarono completamente e il modo in cui abbracciò la cartellina portandosela al petto gli fece spalancare gli occhi.

Non è più Maya Kitajima… sembra… sembra Mizuki!

La porta si aprì lentamente e la segretaria fece entrare l’uomo brizzolato in un costoso abito nero. Mizuki lanciò un’occhiata fugace e quando vide Maya in quella posizione comprese immediatamente ciò che stesse accadendo.

Signor Masumi, ogni volta che incontra quella ragazza lei trova il modo per sfidarla…

- Signor Shimizu, benvenuto - lo salutò cordialmente Masumi anche se Maya notò immediatamente il cambio di atteggiamento e la rigidità che si impose. Il manager lo salutò a sua volta, ma il suo atteggiamento fu subito chiaro. Ignorò Maya e si sedette su una delle due poltrone davanti alla scrivania.

- Posso offrirle del tè? - propose Masumi e quando Shimizu annuì, Maya si mosse automaticamente verso un mobile chiaramente destinato a quell’uso. Appoggiò la cartella sul piano e iniziò a prepararlo.

Se lei pensa di mettermi in difficoltà, signor Hayami, si sbaglia di grosso! Ho recitato parti ben più complesse di questa!

- Signor Hayami, non vorrei farle perdere tempo, per cui andrei immediatamente al punto - iniziò il manager e Maya sentì il signor Hayami sedersi. Mise le tazze sul vassoio elegante e senza sbagliare un passo servì i due uomini.

- Signor Shimizu, abbiamo concesso una percentuale maggiore solo sei mesi fa - Masumi rispettò il volere dell’ospite e andò subito al punto. Maya sentì la sua voce cambiare, esattamente come era avvenuto al fast food durante quella inquietante telefonata. Tornò al mobile, riprese la cartellina e si riposizionò precisamente nel posto che le aveva indicato lui poco prima. Ma con che gente ha a che fare ogni giorno?

Il manager si irrigidì e Maya inspiegabilmente gioì per quella piccola vittoria. Restando in silenzio e facendo finta di seguire attentamente la discussione, spostò lo sguardo lentamente fra i due uomini. Il manager della Nakamura era indubbiamente in difficoltà, probabilmente se lo aspettava, il signor Hayami invece sembrava rilassato, perfettamente a suo agio su quella sedia imbottita.

- Eiko Nakamura merita ben più della misera percentuale che la Daito le ha concesso! - replicò Shimizu picchiando un pugno sulla scrivania. Masumi assottigliò lo sguardo e Maya lo osservò cambiare lentamente posizione e piegarsi in avanti.

Chissà di che cifre si parla… il contratto che firmai io con la Daito era per una cifra piccola, ma Eiko Nakamura è molto famosa e bellissima…

- La signorina Nakamura ha un contratto che vale duecento settanta milioni di yen l’anno (2 milioni di euro) e la Daito non è mai venuta meno a nessuna delle clausole a favore della signorina Nakamura - Masumi fissò il manager rimanendo immobile come una statua.

E’ una cifra esorbitante… e ha anche delle clausole di beneficio in più!

- Signor Hayami, la Daito guadagna cinque volte tanto con i suoi spettacoli! Per non parlare della pubblicità! - insisté il manager sporgendosi in avanti sulla sedia. Masumi si fece immediatamente glaciale e Maya notò all’istante il cambiamento. Fa paura...

- Questi non sono argomenti che devono riguardarla. Sebbene la Daito sia sempre stata corretta con la signorina Nakamura, è necessario che le ricordi invece ciò che è avvenuto solo sei mesi fa? - Masumi unì i polpastrelli poggiando i gomiti sulla scrivania e fissò intensamente il manager.

Ecco… come quella telefonata, adesso attacca… usa sempre lo stesso metodo, le informazioni che ha come ricatti per impedire agli altri di agire…

- Ma… - Shimizu balbettò quella parola e Masumi non gli dette possibilità di continuare.

- Inoltre ho incontrato la signorina Nakamura a cena due sere fa e non mi ha detto di essere insoddisfatta del contratto. Perché lei ora viene qui e chiede una percentuale più alta? - si sporse in avanti con occhi indagatori, la sua voce era fredda e calcolatrice.

Mi fa venire i brividi… si sono incontrati ancora… chissà se… ma che m’importa se si incontrano!?

Si riscosse da quei pensieri assurdi e tornò a osservare la situazione. Il manager era in evidente difficoltà e il signor Hayami si rilassò sulla sedia appoggiando la schiena. Sa che vincerà la partita...

- Non intendo modificare i termini del contratto della signorina Nakamura per pagare le sue prestazioni - esordì infine Masumi troncando ogni possibile replica, ma Shimizu probabilmente non si rese conto della situazione in cui si trovava perché trattenne un ringhio arrabbiato e replicò.

- Lei sa bene che non dovrebbe incontrarla senza avermi prima avvisato! Io sono il suo manager! - Shimizu si alzò di scatto mentre Masumi lo fece lentamente e Maya se lo ritrovò accanto.

- Accompagni fuori il nostro ospite, abbiamo finito - la voce del signor Hayami era così atona e priva di inflessione che le fece rizzare tutti i capelli. Mantenendo quella strana postura che aveva tenuto in quei minuti, copiandola alla signorina Mizuki, Maya eseguì automaticamente l’ordine senza fare una piega sebbene dentro fremesse di rabbia per essere costretta ad obbedirgli in quel modo.

Shimizu fece un gesto stizzito, ma lasciò che quella insulsa segretaria lo accompagnasse fuori. Maya lo lasciò alle cure di Mizuki che alzò un sopracciglio all’udire la sua voce così determinata e professionale che aveva perduto del tutto il timbro giovanile. Signor Masumi un giorno tutto questo le si rivolterà contro…

Quando Maya chiuse la porta si voltò verso di lui con occhi infuocati pronta a dargli battaglia, ma lo trovò di spalle, lo sguardo allo skyline di Tokyo oltre le grandi vetrate, le mani in tasca. Rimase interdetta e tutta la rabbia repressa scemò, vinta da quella malinconia che sembrava emanare da lui.

Come può cambiare di umore così repentinamente? E se invece… se invece fosse questo il suo vero volto e quello di prima una maschera? E se fosse davvero una brava persona come avevo pensato quel pomeriggio al planetario? Non potrebbe essere il mio ammiratore altrimenti! Non sarebbe venuto a prendermi a Saitama!

Maya si avvicinò lentamente in silenzio fino a raggiungere la vetrata. Fuori era iniziato a piovere e le gocce scivolavano pigre sulla superficie trasparente. Sollevò lo sguardo e il suo profilo duro guardava fuori, poi i suoi occhi cambiarono e si girò verso di lei.

- Si è divertita? - le chiese con uno strano sorriso mentre incrociava le mani dietro la schiena.

- No - rispose lei con franchezza. Se erano quelli gli incontri che affrontava ogni giorno, non lo invidiava affatto, preferiva di gran lunga Kuronuma. Lui sollevò un sopracciglio e scoppiò a ridere.

- Vedo che non ha perduto la sua consueta schiettezza! - e tornò a sedersi alla scrivania riprendendo il solito modo di fare. Maya corrugò la fronte e strinse i pugni lungo i fianchi.

- E lei vedo che è il solito affarista senza scrupoli! Sapeva perché quel manager fosse venuto da lei! - affermò scacciando dalla mente il ricordo della sua mano che accompagnava gentilmente Eiko Nakamura sul tappeto rosso del Nittei.

- Ragazzina, non ha imparato niente dalla telefonata dell’altra volta? - le chiese con espressione dura - Le informazioni sono alla base di questo lavoro, averle significa condurre dei buoni affari -

- E per ottenerle, cosa fa? - gli sibilò contro lei ricordandosi ciò che era stato capace di fare quando aveva fatto chiudere la compagnia della signora Tsukikage.

Masumi si girò lentamente verso di lei e Maya temette di aver esagerato.

- Faccio ciò che è necessario per non essere costretto ad accettare compromessi come quello che stava proponendo il manager di Eiko Nakamura - ribatté lui mantenendo quell’espressione glaciale. Maya si avvicinò di qualche passo, l’istinto le gridava che lui non era così, che le sarebbe bastato toccargli una mano per appianare quella ruga che si formava sempre sulla sua fronte quando parlava di lavoro, ma si fermò dandosi della stupida. Non sono nessuno, io, non posso sperare di capire davvero un mondo così complesso dove gli uomini sembrano combattere una guerra ad ogni incontro e dove i soldi sono la cosa più importante...

Abbassò lo sguardo e Masumi aggrottò la fronte chiedendosi a cosa stesse pensando e perché avesse cambiato espressione.

- Guadagna davvero così tanto? - gli chiese poi in un sussurro ripensando alla cifra del contratto. Masumi si rilassò a quella domanda e si appoggiò allo schienale della poltrona.

- Lei potrebbe superare quelle cifre se si facesse aiutare ad amministrare i diritti della Dea Scarlatta - le disse prima di rendersi conto di aver commesso un errore - E da quando le interessano i soldi? - aggiunse subito dopo.

- Infatti! - sibilò lei - Non mi interessano e se con questo sta cercando di… - ma Masumi la interruppe.

- Si calmi, ragazzina, non sto cercando di fare niente, stavo solo constatando un fatto. La domanda l’ha posta lei - era sempre sospettosa, non avrebbe mai abbattuto quel muro che lui stesso aveva contribuito a farle erigere…

Maya lo fissò con una rispostaccia sulla punta della lingua, poi distolse lo sguardo, ricordandosi le buone maniere e lui ridacchiò.

- E’ contento di avermi dato un’altra lezione di economia aziendale? - rimarcò Maya alzando un dito mentre prendeva il soprabito e la sciarpa rosa. Riesce sempre a irritarmi… però…

- E’ utile che apprenda come funziona questo mondo se vorrà lavorarci dentro. Fare finta che non sia così sarebbe un grave errore - spiegò avvicinandosi. Lei si fermò e lui per poco non andò a sbatterci contro.

Maya si girò trovandoselo di fronte e fu costretta ad alzare gli occhi. Rimase così scioccata da ciò che provò incrociando il suo sguardo che arrossì e la sciarpa le scivolò di mano. Il colore… il colore dei suoi occhi è stupefacente, signor Hayami...

Masumi alzò un sopracciglio e si chinò a raccoglierla. Era morbida e di quel rosa confetto che piace tanto alle ragazze.

- Lei è sempre distratta, ragazzina - mormorò turbato allo stesso modo di Maya per aver guardato in quegli occhi scuri e penetranti così da vicino. Sollevò la sciarpa e gliela passò intorno al collo. Mi manchi già, ragazzina, è come se in questa stanza stesse tramontando il sole ora che te ne vai...

Maya trattenne il respiro a quel gesto, incapace di comprendere come potesse passare da un atteggiamento all’altro senza apparente coerenza. Signor Hayami…

Afferrò la sciarpa con le mani, la girò due volte, raggiunse la porta e Masumi non poté fare a meno di seguirla ancora.

- A volte lei parla come se io li avessi già, quei diritti - sussurrò Maya fermandosi a testa bassa con la mano sulla maniglia - Ma non ho neppure raggiunto Ayumi… - aggiunse aprendo la porta.

- Li avrà - le disse lui sicuro e lei si fermò di nuovo.

Maya sentì il cuore battere all’impazzata, la sua voce non aveva niente dell’acredine che l’accompagnava di solito, ma era stata gentile e con l’intento di infondere sicurezza.

Si voltò, gli sorrise e, per la prima volta da quando la conosceva, era un sorriso diretto a lui. Masumi rimase pietrificato da quella reazione spontanea e si domandò cosa le passasse per la mente. Sei un mistero, ragazzina...

- Grazie, signor Hayami - e con quelle parole semplici, genuine e sommesse, Masumi ebbe la certezza che avrebbe fatto qualsiasi cosa per lei pur di vederla sorridere di nuovo. Sorridere a lui.



La prima di Isadora spiazzò completamente Maya. Madoka Enjoji era risultata sublime e nonostante lo spettacolo fosse ormai terminato lei ne sentiva ancora gli strascichi, come avesse recitato al posto della grande attrice. La sala del buffet era affollata, c’erano attori famosi, registi, giornalisti e i giudici del Festival delle Arti da cui "Lande dimenticate" di Kuronuma era stato escluso. Tutti erano intorno all’attrice, facendole complimenti a profusione. Maya si avvicinò a Sakurakoji, dietro di loro veniva il regista che sogghignava apertamente e lei pensò che dovesse avere qualcosa in mente.

Si avvicinò un cameriere con un vassoio e presero tutti un flûte di champagne. Maya vide il regista scrutare l’ambiente, lei lo seguì con lo sguardo e individuò Masumi Hayami circondato da tre bellissime attrici su tacchi vertiginosi. Conversava con tutte e tre e lei, senza sapere perché, si voltò indispettita verso Sakurakoji. Anche lui non era a proprio agio e Maya ritrovò un po’ della sua sicurezza che il signor Hayami sembrava far sparire ogni volta.

- Ti è piaciuto lo spettacolo, Maya? - le chiese l’amico appoggiandosi ad una colonna.

- Sì! - lei s’illuminò immediatamente al ricordo e dimenticò ogni cosa che la circondava, persa nel racconto e nei commenti concitati con Yu.

- Secondo me la Enjoji avrebbe potuto recitare molto meglio… - commentò Kuronuma fissando la sua prima attrice che stava ripetendo alcune frasi.

Ha imparato tutto a memoria… è un vero talento… Ha recitato meglio della Enjoji in questi pochi minuti senza aver provato neanche una volta… a volte mi fa davvero paura...

- Fammelo rivedere… - le chiese Kuronuma incrociando le braccia al petto. Maya sbatté le palpebre, poi guardò Sakurakoji che la incitò con lo sguardo, tornò sul regista con occhi luminosi e ripeté la serie di battute dalla terza scena. Kuronuma la osservò, ma non fu l’unico. Un piccolo gruppetto, capeggiato da Masumi Hayami, assisteva poco distante.

Alla fine delle battute, Maya riprese il contatto con la realtà. Si udì un singolo battito di mani e tutti e tre si voltarono di scatto. Era Masumi Hayami.

Una piccola folla aveva assistito alla rappresentazione di Maya di quella scena e lei arrossì da capo a piedi.

- Complimenti - le disse avvicinandosi e catturando il suo sguardo. Madoka Enjoji lo seguì con gli occhi che mandavano faville e si affiancò a Kuronuma.

- Allora, signor Kuronuma, cosa ne dice dello spettacolo? - lo interrogò l’attrice ignorando i due ragazzi.

- Allestimento imponente, ma come le dissi già, i soldi non possono supplire alla bravura. Lo spettacolo sarebbe stato sicuramente migliore se la figura di Isadora fosse stata approfondita - le rispose impietoso Kuronuma gioendo della sua espressione disgustata.

- E voi, cosa ne pensate? - disse Madoka rivolgendosi e Maya e Yu. La tensione era palpabile ed entrambi sentirono tutti gli occhi addosso.

- I numeri di danza e canto sono stati davvero meravigliosi - iniziò Sakurakoji arrossendo lievemente.

- Sì! - confermò Maya con gli occhi che brillavano incantati - I balli sono stati meravigliosi! E poi mi sono piaciuti tanti momenti! - incalzò Maya con la voce concitata e emozionata, tutto il suo volto che trasudava felicità.

- Davvero? Come quello che stava interpretando prima? - insinuò Masumi attirando la sua attenzione.

- Sì… - balbettò fissandolo e arrossendo di vergogna.

- Ha ripetuto esattamente le frasi di copione, quale altro passo le è piaciuto? - le chiese implacabile, portando il discorso esattamente dove voleva lui e iniziando ad attuare quell’idea che gli avrebbe permesso di dare visibilità a "Lande dimenticate" di fronte a tutti i giudici presenti e che avrebbe aperto le porte del concorso allo spettacolo di Kuronuma.

Maya citò altri passi descrivendo i numeri delle scene e a volte mimando le esatte movenze che la Enjoji aveva tenuto sul palco interpretando Isadora.

- Ha imparato tutte le battute? - chiese Masumi facendo un altro passo avanti.

- Sì - rispose genuinamente Maya senza poter immaginare cosa stesse architettando. Perché mi deve sempre tormentare così?

- Ma quelle che mi sono rimaste più impresse sono sicuramente le battute finali! - aggiunse raggiante, dimenticandosi che stava rispondendo proprio a lui e completamente presa dallo spettacolo che ancora bruciava nelle sue vene.

- Non vorrebbe recitarle per noi? - chiese Masumi Hayami con voce allusiva.

- Io… - balbettò lei, ma Kuronuma la incitò ad accettare.

- Avanti, esaudisci il desiderio del signor Hayami - il regista fissò lo sguardo enigmatico sulla sua prima attrice.

Io non riesco davvero a credere che possa essere il mio ammiratore...

Maya fece qualche passo avanti sotto lo sguardo curioso di Kuronuma e indagatore di Masumi Hayami. Ma lei ignorò tutto e tutti e fece entrare Isadora. La rappresentazione che ne dette negli attimi finali prima della sua morte sconvolse il piccolo pubblico intorno a lei e distrusse del tutto Madoka Enjoji che comprese appieno, finalmente, chi fosse realmente Maya Kitajima. Le persone intorno restarono basite, soprattutto il Presidente dell’Associazione Nazionale che unì il suo applauso a quello degli altri presenti.

- Eccellente interpretazione - si complimentò l’anziano Presidente e Maya arrossì facendo un lieve inchino.

- Non mi sarei aspettato altro da Maya Kitajima, vincitrice del premio come migliore attrice non protagonista con Utako Himekawa per l’interpretazione di Helen Keller in “Anna dei miracoli” - annuì Masumi Hayami e un brusio generale si levò intorno a loro quando la consapevolezza di chi fosse quella ragazza si diffuse fra gli invitati.

- Lei ha interpretato una Isadora speranzosa di ciò che avrebbe trovato dopo la morte, completamente diversa da quella rassegnata della signorina Enjoji - valutò il Presidente dell’Associazione Nazionale - Perché? - le chiese infine scrutandola attentamente. Maya soppesò la domanda anche se in realtà lei l’aveva interpretata per come si era evoluto il dramma e per come aveva immaginato Isadora in quell’istante.

- Non lo so, signore, penso che Isadora sarebbe stata felice di aver scoperto come ballare in quel momento - rispose sinceramente, meravigliando l’anziano presidente e Madoka Enjoji.

- Signorina Enjoji, che ne dice, ce la vede questa ragazza nei panni di una ragazza lupo? - le domandò Masumi Hayami sempre con quel fare odioso carico di sfida e ironia. Madoka scoppiò a ridere e colse immediatamente la presa in giro celata dietro le parole del Presidente della Daito Art.

- Certo! Sicuramente più adatta! - concordò l’attrice e rise di nuovo.

- Perché non ci mostra qualcosa del vostro spettacolo? - Masumi si voltò verso Maya fronteggiandola e lei sentì il sangue defluire. Avanti Maya… accetta la sfida!

Sakurakoji la raggiunse e la prese per le spalle in modo protettivo.

- Maya, non sei obbligata… - le sussurrò, ma lei si era già irrigidita, non riusciva a spiegarsi il motivo, ma ogni volta che lui la sfidava non poteva che raccogliere il guanto che le lanciava.

- Cosa fa? Recita le cose degli altri e non le sue? Se si tira indietro nessuno vedrà il suo spettacolo - la provocò Masumi immaginando bene la rabbia che la stesse pervadendo in quel momento.  E’ l’unico modo Maya… pensaci… quello che ti ho mostrato, ciò di cui abbiamo parlato… il modo in cui questo mondo reagisce alle provocazioni e agli scoop…

Il brusio aumentò e i fotografi iniziarono a scattare qualche fotografia, memori degli scontri passati fra Maya Kitajima e il produttore Masumi Hayami.

Maya scostò la mano di Sakurakoji mentre fissava lui con astio, mille immagini che si accavallavano apparentemente senza senso. Non riusciva a credere che la volesse davvero mettere in ridicolo, non lui. E’ il mio ammiratore… ogni cosa che ha fatto, in passato, è stata volta ad aiutarmi… Informazioni… più informazioni si acquisiscono, più si può condurre un buon affare… è questo che sta cercando di fare? Vuole che i giudici vedano “Lande dimenticate”? Vuole generare interesse tramite questo nostro scontro? Allora… signor Hayami, accetto la sfida!

 

   
 
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