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Autore: futacookies    13/11/2014    4 recensioni
{Quarta classificata e vincitrice del Premio Giuria al contest: "Soldati", indetto da Rosmary sul forum di Efp.}
Bella grazie a quel sangue che avrebbe voluto far scorrere – e la bacchetta era sempre lì, a portata di mano, e le sarebbe bastato pronunciare una formula per ottenere quello che desiderava, perché era potente, e bella, bella e terribile come l’esercito schierato in battaglia. [...] Perché i poeti e i pittori rappresentavano con delle donne i più grandi flagelli dell’umanità: la Guerra, la Fame, la Peste, la Morte, le Parche, le Furie, le Arpie, le Sirene? Perché le donne erano incredibilmente più distruttive degli uomini, quando l’odio s’impossessava di loro. Ecco, perché.
Genere: Angst, Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellatrix Lestrange
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Partecipa al contest: Soldati, indetto da Rosmary sul forum di Efp.

Nick dell’autrice: Liberty_Fede
Personaggio scelto: Bellatrix Black
Coppie presenti: Bellatrix/Rodolphus (minuscoli accenni)
Generi: Introspettivo, leggermente Angst e altrettanto Dark, credo.
Avvertimenti: /-/
Note: /-/
Contesto: I guerra Magica
Rating: giallo
Introduzione: la bacchetta era sempre lì, a portata di mano, e le sarebbe bastato pronunciare una formula per ottenere quello che desiderava, perché era potente, e bella, bella e terribile come l’esercito schierato in battaglia.
NdA: alla fine.

 

Bella di sangue

di terrore e di libertà

 
 
Eccola, di nuovo, quella sensazione. Quel senso d’impotenza, tutta quella rabbia che – invece di defluire – affluiva al cervello – ed era tutta lì, la sua rabbia, la sua impotenza, annidata come parassita nella sua mente, pronta a consumarla, divorarla, fagocitarla, condurla a una lenta follia –, causandole quel fastidioso prurito alle mani – ansiose di impugnare la bacchetta, di conoscere il reale terrore che infondeva con quella bacchetta, di leggere la paura negli occhi di chi le stava accanto, che fosse Mangiamorte o altro.
Causare tutto quello spavento, tutta quell’ansia, riusciva a farla sentire davvero potente, di quella potenza che le lasciava decidere della vita e della morte altrui – quel tipo di potenza che avrebbe disgustato Andromeda e oltraggiato Narcissa, che indossava la fede dalla nascita, il cui unico potere si riduceva all’infimo e parziale ruolo di moglie. Bella non sarebbe mai stata il personaggio secondario, nella sua vita. Le sarebbe stato stretto anche il ruolo di protagonista assoluta, se avesse potuto aspirare a qualcosa di più –, e che la faceva sentire bella, bella e terribile come l’esercito schierato in battaglia, bella di sangue, di ogni omicidio commesso, vestita con la pelle del nemico, adornata con le sue ossa.
Bella grazie a quel sangue che avrebbe voluto far scorrere – e la bacchetta era sempre lì, a portata di mano, e le sarebbe bastato pronunciare una formula per ottenere quello che desiderava, perché era potente, e bella, bella e terribile come l’esercito schierato in battaglia –, mentre suo padre e suo zio si perdevano in lodi immeritate – Regulus era soltanto un moccioso, debole e incosciente –, ignorandola – lei che combatteva, perché era una guerriera, e si sarebbe salvata da sola, perché Rodolphus era un inetto e le sarebbe certamente toccato proteggerlo dalle ire del suo signore, che non era un esempio di benevolenza in fatto di inetti –, declassandola, isolandola in un angolino insieme alle sorelle, perché era una donna – perché i poeti e i pittori rappresentavano con delle donne i più grandi flagelli dell’umanità: la Guerra, la Fame, la Peste, la Morte, le Parche, le Furie, le Arpie, le Sirene? Perché le donne erano incredibilmente più distruttive degli uomini, quando l’odio s’impossessava di loro. Ecco, perché.
Quindi combatteva, un po’ per sé – per quell’infrenabile sete di gloria e di potere e di sangue che la inghiottiva ogni volta –, molto per la causa – per depurare il mondo in cui viveva, per essere l’eroina di se stessa – e con tutta la dedizione di cui era capace per il suo signore – l’unico che era stato in grado di promettere e mantenere le proprie promesse, concedendole l’opportunità che da sempre aspettava, per liberarsi delle catene che le impedivano di combattere, di affermarsi, di schiacciare chiunque intralciasse la sua scalata al successo.
Perché voleva essere ricordata come uno dei più grandi flagelli del Mondo Magico, ricordata con l’aura sanguigna che l’aveva da sempre circondata, con quell’alone di morte – di libertà? – che trascinava pesantemente a ogni passo.

 
 
 
 

Note dell’autrice:
e, infine, riuscii a completare la storia. Tralasciando le peripezie da me compiute nella scelta del personaggio, questa flash è stata davvero uno dei traguardi più difficili da raggiungere nella mia vita. Prima di tutto perché sono negata per la flash, poi perché riuscire a rendere Bella IC è un’impresa più che ardua (in cui credo, a dirla tutta, di non essere neanche riuscita), e infine perché non sono mai davvero convinta delle mie storie, una volta terminate. Prima faccia un saggio sulla personalità che ho dato a Bella, e sui motivi che avrebbero dovuto spingerla a combattere, doverosi crediti di un paio di citazioni:
  • bella e terribile come l’esercito schierato in battaglia
Non sai quanto vorrei fosse farina del mio sacco, anche perché la prima persona a cui ho pensato, mentre leggevo, è stata proprio Bellatrix, ma è tratta da Il nome della rosa, di Umberto Eco.
  • perché i poeti e i pittori rappresentavano con delle donne i più grandi flagelli dell’umanità: la Guerra, la Fame, la Peste, la Morte, le Parche, le Furie, le Arpie, le Sirene?
Tanto per precisare, il periodo successivo non faceva parte della citazione originaria. Comunque, questa particina qui è stata presa da Aforismi sulle donne, sull’uomo e sull’amore, del mio mai sufficientemente amato Alphonse Karr.
Adesso possiamo proseguire. L’idea della seta di gloria, di potere e di sangue è nata come naturale conseguenza della mia visione di Bellatrix. In fondo, c’erano pochissime donne tra i Mangiamorte, e nessuna di loro vantava la sua stessa posizione, motivo per il quale ho pensato che dovesse essere abbastanza motiva, rispetto a molti altri. Da qui il suo forte di desiderio di conseguire una libertà, un’autonomia, un potere che altrimenti le sarebbe stato probabilmente negato. Inoltre, devo confessare che ho potuto sfogare un po’ della mia valvola femminista, con lei. È una cosa che cerco raramente di fare, perché di solito distruggere parte della caratterizzazione originaria, ma ci stava talmente bene che non ho potuto fare a meno di agire così (e adesso mi toccherà fare ammenda per il disastro, ma posso dire che ne è valsa la pena).
Poi, be’, non ci sono altri personaggi, ma anche quelli citati (specie Voldemort e Rodolphus), hanno bisogno di un loro perché. Voldemort è sempre stato in grado di leggere nei desideri dei suoi adepti, in modo da riuscire a tenerli sempre dalla sua parte. Per         quel che riguarda il lato debole e inetto di Rodolphus, posso dire in mia discolpa che, non avendo un punto di riferimento eccessivamente preciso per la sua caratterizzazione, sono stata libera di rigirarmelo che mi faceva più comodo, ossia i questo modo.
Ora, le note sono diventate più lunghe del testo (cosa che detesto), e, dato che non credo abbia altro da aggiungere, direi che può bastare così.
Fede.
  
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