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Autore: oggisonoio    14/11/2014    7 recensioni
Deborah, cantante dalla voce a dir poco straordinaria vince la tredicesima edizione di ''Amici''. Ma cosa succede dopo?
Nonostante i continui dolori che ha subito nella sua vita, le ingiustizie che ha sopportato, finalmente è riuscita a diventare ciò che ha sempre voluto essere.
Una ragazza, una strana vita da affrontare un incontro che le cambierà la vita. Dopo alcuni mesi dalla sua vittoria, rincontrerà casualmente il suo professore di canto: Carlo.
La vita è fatta di incontri e di scontri, di gioie e dolori, di amici e nemici, ma sopratutto di amore. Riuscirà a trovarlo?
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: OOC, Raccolta, What if? | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Contesto generale/vago
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(CONTINUO CAPITOLO) 

 

… 

 

-Ne hai avuto di tempo per parlare, ora lasciami stare. Mi stanno aspettando.- mi rigiro per dirigermi verso la porta, ma le sue mani mi intrecciano i gomiti, stringendoli.   

-Adesso tu mi ascolti.- dice, autoritario.   

Decido di smetterla. Tanto testardo com'è non la finirà di fare questa scenata, se non lo avrò accontentato.   

Allenta la presa, mi fa gesto di riavvicinarmi al salotto. 

Lo fisso. Provo tutta la rabbia che non ho mai provato in vita mia.  

Si appoggia al tavolino. Io rimango in piedi. 

... 

-Sei una ragazza astuta. Intelligente.- dice, con aria severa.  

-Lo so, non c'era bisogno di ripeterlo.- rispondo a tono, girando lo sguardo, in modo scocciato. Adesso non ho proprio bisogno delle sue false parole. 

..  

-Ma non lo sei del tutto.- continua, seriamente. 

-Altrimenti ti saresti accorta... di quello che anche io, provo per te.- . 

All'improvviso, un brivido mi scende lungo la schiena, il sospiro mi si blocca di nuovo. Le mani tremano.   

Silenzio.   

Ci fissiamo. Come per cercare un'intesa, quella che c'è sempre stata, ma stavolta sembra scomparsa. 

-Tu credi davvero..-  continua -... che se per me non fossi stata importante, ti avrei portata a casa, ti avrei raccontato tutto di me, ti avrei lasciata vivere qui?.- dice. Ascolto. Il mio viso si affievolisce. Le sopracciglia marcate dalla rabbia vanno via via a sbiadirsi. Lo sta dicendo sul serio? 

-Davvero ancora credi alla storia che quella sera io ero ubriaco?- continua, avvicinandosi a me. 

-No cara mia, per ubriacarmi non ci servono sette bicchieri di acqua tonica, spacciata per vodka.- spalanco gli occhi.    

Non posso crederci.   

Diceva la verità, quella sera. Quel ''Ti amo '' era vero. 

Silenzio. 

Mi cadono le braccia. Non posso, no, non può essere vero. 

-Deborah, io ti ho amata sin dal primo momento in cui ti ho vista. Tu, il tuo sorriso, la tua voce. Il programma, e la vittoria. Ti ho amata sempre, perennemente, ogni giorno dipiù, fino a farmi male, perché sapevo, e so tutt'ora che non potrò mai averti, perché ormai sei quel che sei, e non posso rovinarti la carriera.- sono allibita. Il cuore mi batte a mille, duemila.  

Non riesco a crederci. 

Ha detto di... amarmi. 

Lui, lo ha detto. Si avvicina sempre di più a me. 

Mi prende le mani. Le sue, sempre fredde  e le mie, sempre e per sempre troppo calde.    

-Tu mi hai cambiato la vita, Deborah.- le sue parole scendono come lame. Come se fossero spade che mi si infilzano nel cuore. 

-Non riuscirò mai più a provare un sentimento così forte per una persona.-. 

Lo guardo. I miei occhi cominciano a diventare lucidi. 

-Mi hai supportato, mi hai fatto sentire ''amato'', per la prima volta in vita mia. Sei stata la mia famiglia, la mia amica, il mio tutto. Pensi davvero che io non prova sentimenti, Deborah? Che io non pianga, o non possa innamorarmi?-.   

I suoi occhi, per la prima volta, sono lucidi. Li sbatte forte, ma una lacrima gli scende comunque dal viso. Allora non sta mentendo. 

Forse tutto quello che sta dicendo è vero.   

Silenzio.   

Il vuoto intorno a noi, la tensione che si taglia con il coltello.   

-E, la notizia che mi hai dato oggi, mi ha fatto morire dentro.- continua, con la voce debole. 

-Perché.. ti giuro. L'ultima cosa che avrei voluto sapere, è proprio che tu mi avresti lasciato.-  

Silenzio. 

Vorrei baciarlo. Stringerlo forte, e non lasciarlo andar via. 

Vorrei continuare la mia vita qui, insieme a lui. Saltargli addosso, buttarci per terra, e fare l'amore, così, a caso, con il freddo, tanto ci saranno i nostri corpi a scaldarci. 

Ma non.... posso. 

Devo tornare alla realtà. Devo trasferirmi per forza. Devo proseguire la mia carriera. Incidere il nuovo disco, fare concerti, diventare ciò che voglio. 

''Ricordati di mettere sempre prima il lavoro, e poi l'amore.'' mi ripeto da anni. 

Il silenzio torna a fare da padrone. 

.. 

Per la prima volta sono io, a lasciare le sue mani. Quelle mani ormai diventate calde, e le mie, al contrario, gelate.  

-Ormai è troppo tardi, Carlo.- tento di dire. Anche se sento le lacrime, stanno per riuscire.  

-Ti prego, resta.- sussurra, come per non farsi sentire. 

Ma io, ho capito bene, ciò che ha detto. 

Mi si spezza il cuore. Adesso che ho l'amore a 30 centimetri di distanza, devo lasciarlo, strapparlo via, e dimenticarlo. 

E' come logorarsi dentro, raschiare la parte più interna del mio cuore.  

-Se solo avessimo parlato prima, forse tutto questo non sarebbe successo.- dico, anche se le parole sembrano uscire fuori difficilmente. Lui guardo fisso a terra. 

-Forse avremmo trovato un accordo, un contratto, una soluzione. Anche se difficile.- continuo. 

Adesso sono io, a parlare. A prendere le decisioni difficili. 

-Troviamolo adesso, lascerò il mio lavoro, ti seguirò in Sicilia, troveremo una piccola casa, saremmo felici.- dice lui, tornando accanto a me. Stringendo le mie mani sempre più forte. 

-No no.. non puoi. La tua vita è qua, la mia è in Sicilia, tutto tornerà come prima. Come prima di conoscerci.- rispondo, staccandomi da lui. 

Sento che gli occhi mi bruciano. Qualche lacrima mi scende. 

-Ti prego, non rendere la cosa ancora più difficile.- rispondo, coprendomi il viso, quasi come mi vergognassi a piangere davanti a lui. 

-Dillo tu a Matteo. Scusati da parte mia per non averlo salutato.- pronuncio, con il nodo alla gola. 

Respiro. Sospiro. 

Le mie ultime parole. 

E' arrivato il momento di andare. 

Prendo il trolley, lo trascino fino alla porta, camminando lentamente. Non mi sono neanche girata a guardarlo. Non sopporterei di vederlo soffrire. 

Allungo il braccio, prendo la maniglia la tiro giù. 

Ma all'improvviso sento il suo braccio riprendere il mio, ancora più forte di prima. Mi trascina accanto a lui e in un attimo le nostre labbra si toccano. 

E poi le nostre lingue, e il suo respiro, che si unisce al mio, e le sue mani che stringono i miei fianchi, e le mie, che stringono la sua testa, passando per i capelli. E il rumore della valigia che cade, non ci importa del mondo fuori, siamo solo noi due. E poi le sue labbra che mordono le mie, e qual è la mia lingua? Quale la sua? Le sue labbra che passano dalla mia bocca, al mio collo, per poi tornare, e rimischiarsi, e non sapere più dove siamo, quanto tempo è passato. E gli occhi chiusi, e le mani che tremano. Quanto tempo ho aspettato questo momento. 

E poi ancora, il fiato che si fa sempre più corto, il sapore salato delle lacrime che scendono ad entrambi dal viso, e poi stringersi sempre più forte le mani, fino a graffiarsi. Baci sul collo che fanno male, ma talmente bene che potremmo continuare all'infinito.  

E nessuno riesce a staccarsi dall'altro.  

Perché ora siamo insieme, ora siamo una cosa sola, ora siamo veramente ciò che aspettavamo di essere.  

E il sapore delle sue labbra è il gusto più buono del mondo, e l'odore della sua pelle sulla mia supera qualsiasi profumo, e il rumore del respiro ansimante è il più bel suono del mondo.  

E le lacrime.  

Che scendono, sempre più forti. 

… 

Per poi staccarsi all'improvviso.  

La mia fronte contro la sua. 

-Non possiamo.- sussurro. 

-Non possiamo.- ripete lui, con voce fievole. 

Ansimando. Fisso le sue labbra, lui fissa le mie. Assetati di quel nettare. Mi giro di scatto. 

.. 

Lui ha riprovato a fermarmi, ma ho preso la valigia, ho aperto la porta, e sono uscita via, correndo. Ho trascinato la valigia giù per le scale, creando un frastuono enorme, che non riusciva comunque a sovrastare il rumore delle mie lacrime, del mio dolore. 

Ho corso fuori. 

Ho corso e basta. 

Perché so che se mi fossi fermata lui mi avrebbe raggiunto.  

Giro l'angolo della strada, mi fermo. 

Ansimo, per aver corso troppo. Le lacrime, che con l'aria si sono cristallizzate sul mio viso. Sento ancora il suo sapore, lo sento forte, su di me.  

Mi fermo. Non riesco a piangere, non riesco a camminare. 

Un passante mi chiede: - Signorina, ha bisogno di aiuto?-. 

Ma con un gesto rispondo di no, mandandolo via, adesso non mi interessa di niente e di nessuno.  

.. 

Mi sono calmata.  

Prendo il telefono, digito il numero. Chiamo un taxi, che (s)fortunatamente arriva subito. Getto maldestramente la valigia nel taxi. 

''Aeroporto di Fiumicino, ancora.'' chiedo all'autista che mi guarda perplesso.  

Mette la marcia, e parte. 

Non riesco neanche a girarmi per vedere la strada sparire. Il dolore è troppo forte. Sembra come uno di quei film sdolcinati anni '90. Alla fine, i due tornano insieme. Ma questa, è la vita reale: e non c'è nessun copione scritto, nessuna battuta preparata.  

.. 

Passano venti, trenta minuti. Il mio sguardo è perso nel vuoto del finestrino. Il dolore che provo non può spiegarsi. Ci siamo baciati. Aspettavo quel momento da troppo tempo, ed è successo così, all'improvviso, senza nessun tipo di preavviso. E, adesso, chissà quando rivedrò i suoi occhi. E toccherò le sue labbra.  

Sto lasciando tutto, qui. Sto lasciando un pezzo della mia vita. E' davvero questo ciò che voglio? Si, è davvero questo. Tornerò a casa. Vivrò lì, lavorerò lì. Chissà, forse ci sentiremo per telefono. Potrò scrivergli un' e-mail, e cominciarla con un ''Ciao, come va la vita? La mia senza di te non è più niente.'' 

Lo rivedrò. Magari quando farò un concerto a Roma. Lo vedrò lì, all'ultima fila, in piedi, a dirigere le cose. A parlare con la gente. Magari incontrerà un'altra donna di cui si innamorerà follemente. E sarà felice, perché lei riuscirà a dargli quello che io, non ho potuto.  

Mi fa male la testa. E' troppo piena di pensieri. 

Il telefono vibra. Un messaggio. 

''Lorenzo.'' 

''Sei arrivata in aeroporto? Il tuo volo ti aspetta.'' 

Non ho la forza per rispondergli. Vorrei solo tornare indietro.  

.. 

-Sono 30 euro.- dice l'autista, autoritario. 

Tiro fuori il portafoglio dalla borsa, gli do i soldi. Mi accompagna, mi prende la valigia. Lo ringrazio. Raggiungo l'aeroporto a piedi, faccio il check-in. 

Compio tutte queste azioni meccanicamente, il mio corpo è qui, ma non la mia testa. 

''I passeggieri del volo Roma Fiumicino - Catania, sono pregati di recarsi al passaggio per l'aereo. Grazie.'' 

La voce della speaker mi ricorda che è arrivato il momento. Prendo il trolley. Mi accingo ad entrare nell'aereo.  

Mi giro un'ultima volta: spero con tutta me stessa di andare a risbattere contro la borsa di Carlo, di ricominciare tutto da capo, di dire cosa provo sin dal primo momento. Ritornare ai tempi in cui scherzavamo, e la sera eravamo sempre gli ultimi ad andare a dormire. E la sbronza di Veronica, quella finta di Carlo, i sorrisi di quei tempi. 

Nessuno.  

La gente cammina frettolosamente, come se io fossi invisibile.  

No Deborah. Stavolta non c'è nessuno. 

Trascino il trolley, e lentamente entro nell'aereo. Prendo posto, mi siedo. Dopo poco, parte. Mi accorgo che è tornata la pioggia. Proprio come quel giorno che non ho preso l'aereo.  

Ma sta volta è pioggia leggera, fastidiosa.  

Guardo per l'ultima volta il cielo di Roma. Il cielo di Carlo, di Matteo, della vita passata qui, del mio cuore.  

Poi scompaio tra le nuvole. Con l'ultima lacrima, che mi riga il viso. 

 

 

 

 

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Angolo dell'autrice 

 

Buonasera, di nuovo! Come avevo detto, questo capito è abbastanza ''corto'' perché è il proseguimento di quello precedente. Ebbene si, cari e care, il bacio tanto atteso è finalmente arrivato: ma come? Come doveva arrivare. Velocemente, passionale, doloroso, graffiante, struggente. Un bacio lungo, e troppo corto, per la grande passione che ci hanno messo i due. La separazione, è stata altrettanto difficile da scrivere. Anche io voglio loro due insieme ma... il fato ha voluto ciò. Come andrà a finire? ''Lo scopriremo solo vivendo.'' 

Vi mando un grosso bacio, al prossimo capitolo. Grazie, ancora, a tutti quanti! <3  

  

   
 
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