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Autore: Piska    26/10/2008    0 recensioni
"Ich bin da.." Ma ich bin da cosa?! Tu non sei mai stato qui accanto a me.. e mai lo sarai.
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 4

 - Annyyyy! -
Non feci nemmeno in tempo ad aprire gli occhi, che quella simpaticona della mia migliore amica, mi tirò il suo cuscino in faccia, con delicata violenza.
- Che c’è? - sbottai alzandomi seduta su quello che era il mio letto da due notti a quella parte.
- Sbrigati, sbrigati! Sono già le quattro e mezza, ti concedo solo fino alle sei per prepararti! Dopodiché io me ne andrò, con o senza di te! - mi avvertì, togliendomi le coperte di dosso. Avrebbe potuto anche gettarmi in testa un secchio di acqua ghiacciata, già che c’era.
- Ma che gentile concessione, signorina migliore amica - grugnii alzandomi dal comodo e caldo giaciglio.
Qualcuno avrebbe davvero, ma davvero, dovuto ricordarmi perché lo stessi facendo. Perché mi fossi svegliata alle quattro e mezza del mattino durante le vacanze estive, quando avrei potuto tranquillamente ronfare fino alle dodici; perché avessi speso sessanta euro di biglietto del treno e avessi passato otto scomodissime ore; perché avrei dovuto aspettare un giorno e mezzo seduta/sdraiata/in piedi al di fuori di quel palazzo, ma soprattutto perché avrei dovuto passare la notte in una sudicia strada. Senza dormire.
Ormai il pensiero della vendetta non mi dava più nessuno stimolo, né positivo, né negativo. Tanto valeva tornare a dormire e godermi quel soggiorno a Roma come meglio potevo, no?
Lo sguardo impaziente di Marty mi costrinse a ragionare.
Presi i miei abiti dallo zaino e mi diressi in bagno, sperando di fare il più veloce possibile. Sapevo che se avessi fatto tardare Marty quella volta, l’avrei rimpianto per il resto della mia vita.
Impiegai solo un’ora a prepararmi, con grande gioia della mia compare, che sorrise felice vedendomi riemergere dal bagno così in fretta.
- Bravissima!- si complimentò - Ora, prendiamo le cose è fiondiamoci là! -.
Annuii e prendemmo i nostri zainetti con le provviste e robe varie utili alla sopravvivenza.
Chiamammo un taxi, sotto consiglio di Marty e ci facemmo condurre al Palalottomatica in meno di dieci minuti.
- Grazie mille! - esclamò Marty, pagando l’autista e salutandolo.
Lui ricambiò con un cenno e ripartì.
- Bene… ed ora? - domandai, guardando lo spiazzo di cemento davanti a me.
- Ed ora, aspettiamo! - rispose Marty, posizionandosi appiccicata al cancello, come se qualcuno avesse potuto portarla via di lì in qualsiasi momento.
Sospirai rassegnata, ormai la frittata era fatta, c’era poco da fare.

- Maaarty, mi annoio - mi lamentai, scuotendola per una spalla.
Ormai era buio da un po’ saranno state le undici. C’erano già altre trenta ragazze in fila dopo di noi che ci guardavano malissimo perché avrebbero voluto essere al nostro posto.  Rabbrividii, pensando a quando avrebbero aperto i cancelli. Saremmo state spappolate.
- Uhm, potremmo provare a fare amicizia con le due ragazze dopo di noi - replicò lei, incerta.
- Sono francesi - sussurrai.
Marty storse il naso e scosse il capo. - Eww. Niente amicizie -.
Ridacchiai e decisi che fosse ora di un bel pisolino fino al mattino seguente.
Cercai una posizione decentemente comoda, senza risultato. Ovvio, ero seduta su del cemento.
Provai di nuovo, usando il mio zainetto come cuscino e la felpa come coperta, perché pur essendo estate, faceva freschino.
Sembrava abbastanza soddisfacente, se non fosse stato che era molto più duro di un materasso.  Passai in quella posizione una decina di minuti, poi mi alzai a sedere, scocciata.
- Possibile che non si riesca nemmeno a dormire?! Diamine! - sbottai.
- Beh, che ti aspettavi? - replicò Marty - Non siamo mica in hotel -.
Non risposi. Aveva perfettamente ragione. Non potevo aspettarmi di riuscire a dormire molto, per strada.
- Gesù, vaffanculo a quei quattro crucchi che mi costringono a fare tutto questo - borbottai.
Marty ridacchiò ed estrasse dal suo zaino un pacchetto di vermicelli gommosi.
- Ne vuoi? - mi chiese sorridendo.
I miei occhi si fecero grandi, grandi.
- Sì! - esclamai, prendendone una manciata.
Continuammo a mangiucchiare caramelle ed iniziammo a fantasticare sul concerto per passare il tempo. Più le ore passavano, più la stanchezza lasciava posto all’eccitazione, soprattutto per Marty, che scalpitava per vedere quei quattro esibirsi.
La notte passò abbastanza in fretta e presto fummo colpite dai primi raggi di sole.
- Stramaledettissima luce! - imprecai, coprendomi gli occhi con una mano - Tra poco inizieremo a morire di caldo -.
Marty gemette, indossando un cappellino.
Mi guardai intorno: seppure fosse mattina presto, c’erano già si e no trecento ragazze.
Stavo per esprimere la mia sorpresa a Marty, quando sentimmo dei gridolini provenire da un gruppetto in fondo alla fila.
Aggrottai le sopracciglia, quando sentii che poco a poco, le urla si propagavano per tutta la fila.
- Che diavolo hanno adesso, quelle là? - sbottai, irritata.
Una ragazza non poco distante da noi, ci gridò qualcosa che io non riuscii ad afferrare.
Mi girai verso Marty e, giudicando dalla sua faccia, decisi che lei aveva capito.
- Cosa ha detto? - chiesi.
Marty mi guardò con occhi spalancati e sognanti. - I Tokio Hotel quando arrivano, prima di entrare, ci passeranno davanti! -.
Alzai gli occhi al cielo. -Eh, capirai che roba. Si sono proprio sprecati, i signorini -.
Ovviamente lei non mi ascoltò, presa com’era a fantasticare su quello che avrebbe potuto dire o fare davanti a loro, o semplicemente a come avrebbe potuto salutarli.
Feci finta di ascoltarla con attenzione, annuendo qualche volta quando necessario, mentre pensavo ai fatti miei.
Avrei potuto vendicarmi subito e poi godermi il concerto, se fossero davvero passati lì davanti. Ma probabilmente sarebbe stata una cosa sbrigativa, tipo scendere dalla macchina, salutare e tornare dentro, quindi non ne avrei avuto il tempo. Senza contare che se lo avessi fatto durante il concerto, ci sarebbero state molte più possibilità di non essere notata dalle altre fan, che sarebbero state troppo occupate a cantare ed urlare, mentre lì in fila mi sarebbero saltate al collo tutte per distruggermi.
Rabbrividii al solo pensiero. Sicuramente, sarebbe stato meglio aspettare l’esibizione.
Verso le undici, iniziarono a transennarci, ormai eravamo più di mille ad aspettare. Ci divisero con le transenne in gruppi, così da farci entrare gradatamente e non tutte insieme, col rischio di far male a qualcuna.
L a trovai una grande idea, soprattutto perché il nostro gruppo era formato dalle prime cinquanta ragazze, quindi eravamo fortunate a non essere in molte.
Quando fummo state tutte “ingabbiate”, squadrai per bene tutti i bodyguard che avevano collaborato. Il mio sguardo si fermò su uno, che mi sembrava leggermente familiare.
- Ma quello, - sussurrai a Marty indicando un uomo poco distante che veniva verso di noi - quello, non è Tobi? -.
Marty lo fissò per un attimo, poi sobbalzò e annuì decisa. - Si, è proprio lui! -.
- Quindi, questo significa che… -cominciai, sbiancando.
- …che sono qui - finì lei, con un filo di voce.
Sorridemmo entrambe, quando Tobi ci passò davanti e lui ricambiò, prendendo il cellulare e parlando guardandosi intorno.
Poco dopo, scorgemmo un bus dall’aspetto familiare che svoltava l’angolo e si fermava davanti a noi, distante qualche decina di metri.
Si sentì un improvviso scoppiò di urla e io non riuscii a non farmi scappare un gemito.
- Muoio - sussurrai, mentre la porta del bus si apriva.

 

 

 

Ooookay. Mi scuso immensamente con tutte coloro che erano affezionate a questa storia per l’immenso ritardo con cui posto. Credo pure di aver peggiorato le cose, dato che questo capitolo non è il massimo xD
Ringrazio in anticipo tutte quelle che non mi vorranno impiccare per il ritardo e mi scuso di nuovo con tutte ç_ç
<3

  
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