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Autore: pukpuk    14/11/2014    0 recensioni
Joy Emurphy, Amish irlandese, non ancora sedicenne è tenuta dai genitori all’oscuro di tutto quello che non riguarda la sua comunità, lei ha a mala pena idea di cosa sia il mondo sviluppato e quando si ritrova catapultata in esso tutto le risulta nuovo e sconcertante. Altrettanto strana è la recente scoperta fatta da lei e tenuta gelosamente segreta: di tanto in tanto le mani emettono dei leggeri bagliori e cose bizzarre le accadono intorno, in poco tempo è riuscita a imparare a controllarle e quando le sente scaldarsi le basta concentrarsi per far si che tutto passi, ma la sua innata curiosità la spinge a lavorare su questa caratteristica che forse non è poi cosi segreta come crede. Ultima ma non meno importante stramberia, il piccolo ciondolo di smeraldo che porta appeso al collo, ben nascosto sotto l’abito, agli amish è severamente proibito, ma molto tempo prima qualcuno le aveva chiesto di tenerlo, non ricorda neanche più chi, da quel momento non l’ha più tolto. Sarà un ragazzo coetaneo a guidarla in questo mondo pieno di sorprese; ma non tutto è facile come sembra, ben presto vengono a sapere che il piccolo ciondolo è portatore di un grande potere e c’e’ solo
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Uno, due, tre colpi;  un crepitio che aumenta sempre di più mentre una luce rossastra invade la camera, poi, improvvisamente, le grida, grida piene di terrore, grida di donne e bambini, grida di uomini, grida di coloro che cercano di mettersi in salvo e di chi non ha il coraggio di muoversi, grida di paura ma anche d’ odio,  il pianto dei bambini e le urla straziate dei genitori.
 Joy si mette a sedere di scatto facendo cadere il libro su cui si era addormentata. È stato un sogno, niente di più, è il primo pensiero che le passa per la mente, ma ciò che la circonda la smentisce subito, la casa è deserta, avvolta in un silenzio quasi innaturale se paragonato ai suoni esterni. Un pungente odore di fumo le invade la testa costringendola a tossire mentre le urla le penetrano nel corpo facendola rabbrividire. Si alza barcollando e si avvicina alla finestra , la luna è ormai alta nel cielo, ma la luce scarlatta delle fiamme che s’innalzano davanti a lei la copre alla visuale. Tutto va a fuoco, sotto ai suoi occhi gli Amish corrono in tutte le direzioni cercando di sfuggire alla morte.
La ragazza si gira e esce di corsa dalla stanza, percorre il lungo corridoio rapida ignorando i tacchetti delle scarpe che risuonano sul legno del pavimento, scende di corsa le scale e proprio all’ultimo gradino inciampa su un lembo del pesante abito  verde, le mani sbattono violentemente a terra procurandole una fitta che le si diffonde per tutto il corpo, per un secondo resta li, accovacciata contro il muro, immobile, poi riprende coraggio, si alza e inizia a correre tenendo tra le mani la gonna e imprecando tra se per la sua scomodità. La porta di casa è aperta,  l’appendiabiti vuoto, esce senza rallentare e percorre il lungo viale  che porta alla bassa staccionata in legno, il confine della sua casa. Il  cancello è spalancato. Davanti a lei la colonia sembra avvolta da un atmosfera surreale, tra la folla riconosce alcuni uomini armati di pistola e fucile, non ha mai visto niente del genere, gli Amish non combattono, si limitano a scappare o tentano di difendersi armati solo dei loro attrezzi per la terra.  Intorno a lei le fiamme avvolgono ogni cosa, come una scenografia ben progettata che copre tutto il resto. Un uomo giace li accanto, fermo, con gli occhi pieni di terrore fissi al cielo e il sangue che ancora si allarga sulla camicia bianca, la ragazza indietreggia di un paio di passi e volta la testa per non vedere con lo stomaco e la testa in subbuglio.  Poco lontano da lui c’e’ una corta ascia, la raccoglie e si avvia verso quello che le pare il centro della battaglia, deve sapere cosa sta succedendo. Corre per un po’ tenendosi nell’ombra ignorando la gente che va nel senso opposto. Nessuno sembra notarla e quando sente una mano leggera posarsi sulla sua spalla si volta sussultando e brandendo quell’arma inutile di fronte a quelle dei nemici. Un ragazzo  alto, con dei morbidi capelli rossi e un espressione spaventata ma determinata le stringe il braccio.
“Joy non puoi stare qui! Te ne devi andare! Raggiungi la mamma, Niky e Tory nella sala grande! Stanno fuggendo attraverso i campi!”  Grida per sovrastare il rumore che li circonda.
“Non ci penso nemmeno! Non scapperò lasciando voi qui a combattere!” Ribatte lei decisa.  Il ragazzo sembra agitarsi, stringe il forcone nella mano e scuote la testa.
“Joy non puoi. È troppo pericoloso!”
“Non sta a te dirmi quello che posso e non posso fare!” Tutto il resto sembra sparito intorno a loro, la ragazza fissa il fratello con aria di sfida mentre lui si guarda intorno smarrito alla ricerca di una soluzione.
“Joy, ti prego …”  l’espressione spaventata sul suo volto spinge la ragazza ad abbracciarlo.
“Thomas, non mi succederà niente, voglio rimanere qui e rendermi utile.” Cerca di usare un tono rassicurante pur sapendo che non è affetto cosi, che non è certo che andrà tutto bene, che sopravvivrà, ma non può lasciar trapelare la sua paura, vuole rimanere li, vuole sapere cosa sta succedendo. Lui sta per ribattere quando all’improvviso tutto sembra rallentare. Il ragazzo strabuzza gli occhi e grida, si avventa contro la sorella e la spinge di lato.  Lei cade a terra e una fitta lancinante le invade la testa. La ignora e si gira, il tempo sembra essersi fermato, il ragazzo è immobile, una saetta nera le passa sopra la testa, lui non si muove mentre una macchia rossa si allarga sul suo petto, è solo un secondo ma pare interminabile, più lungo di un intera vita,  lancia un ultimo sguardo disperato alla ragazza e si piega su se stesso lasciando cadere il forcone, il rumore che provoca cadendo sul selciato amplificato in quello che pare un mondo avvolto nel silenzio, tutti i rumori sono spariti, non c’e’ altro che loro.  Joy grida lanciandosi verso il fratello che cade sulle ginocchia e infine si accascia a terra  con lo sguardo vitreo rivolto verso il cielo in un ultima espressione piena di terrore. Sente le lacrime salirle agli occhi, le ricaccia indietro e stringe la testa del fratello contro il suo corpo ignorando le mani che si imbrattano del suo sangue scarlatto. Improvvisamente una rabbia cieca la invade, si alza voltandosi con gli occhi  luccicanti carichi d’odio, un uomo , avvolto dalle fiamme è in piedi davanti a lei con una pistola puntata, ogni centimetro del suo volto pare ridere crudele mentre il suo sguardo passa da Joy a Thomas.  La fitta alla testa della ragazza si fa improvvisamente più forte, sente  le mani farsi bollenti, le solleva lentamente come spinta da una forza che non le appartiene, poi un improvviso flash la costringe a chiudere gli occhi.  Indietreggia barcollando e cade a terra con la schiena contro il muro. Quando si riprende il corpo del fratello è ancora li, davanti a lei,immobile, ma poco lontano ve ne è un altro che prima non c’era, completamente carbonizzato, con i lineamenti ormai irriconoscibili e i vestiti ridotti a brandelli. Una pistola è gettata sul selciato  e nessuno sembra essersi accorto di nulla. Si mette carponi barcollando e si avvicina a Thomas ignorando il dolore ai palmi e alle ginocchia che strusciano a terra. Gli passa una mano tra i capelli e posa l’altra sul viso, chiudendogli gli occhi fissi con la stessa espressione di poco prima, come  se non fosse passato neanche un secondo.  La mano del ragazzo è stretta a pugno, la apre lentamente e vede un piccolo anello brillare, lo riconosce, glielo aveva regalato lei anni prima, lo aveva trovato in un piccolo negozio appena fuori dalla colonia uno dei tanti giorni in cui aveva osato avventurarsi lontano contro l’ordine dei genitori e lo aveva preso. E lui, pur sapendo la sgridata che gli sarebbe toccata se lo avessero scoperto lo aveva sempre portato nascosto nella tasca dei pantaloni.  Questo è troppo, la ragazza si piega su se stessa e scoppia in un pianto disperato ignorando tutto ciò che la circonda, le mani le tremano mentre stringe il piccolo cerchio di metallo. Non riesce a fermarsi, piange  fintanto che non sente il respiro mancarle, poi si alza barcollando, lancia un ultimo sguardo al fratello, uno sguardo pieno di lacrime e di tristezza, dopo di che si gira e corre via. Corre più veloce che può, ignorando la gonna che la fa inciampare di continuo e i capelli ramati che le sfuggono dalla cuffia bianca.  Corre con tutta la velocità che le sue gambe doloranti le permettono, corre anche quando sente il fiato ormai mancarle del tutto, corre allontanandosi da tutto quello, senza una direzione precisa, ignorando le fiamme che crepitano intorno a lei, corre fino a quando non ce la fa più. Solo allora si ferma, si guarda intorno e si rende conto di essere sola, in una strada deserta avvolta nel buio e nel silenzio, riesce ancora a vedere le fiamme dietro di lei, ma paiono lontane, come un ricordo. Si piega su se stessa per riprendere fiato  e improvvisamente il dolore alla testa si fa più forte, solleva la mano e la ritira coperta di sangue, deve essersi ferita quando il fratello l’ha spinta a terra. Improvvisamente tutto inizia a vorticare, sempre più veloce, avanza di qualche passo barcollando, poi si piega su se stessa e tutto diventa nero.
 
 
  
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