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Autore: 365feelings    14/11/2014    5 recensioni
11. That's the trick (o di come tutto va per meglio)
Quando sente la mano di Will sfiorare la propria, non si sottrae al contatto anzi lo cerca ed è bello sentire le dita dell'altro intrecciarsi alle sue. Pelle contro pelle. C'è un tempo per ogni cosa e quello di fuggire e nascondersi è finito già da un pezzo.
«Che ne dici, li raggiungiamo? Credo che sia arrivata anche tua sorella».
Quello, è il tempo di vivere.

Will/Nico | post-Blood of Olympus | headcanons
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nico di Angelo, Will Solace
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Autrice: kuma_cla
Titolo: Out of the darkness, brighter than a thousand suns
Coppia: Will/Nico
Rating: verde
Genere: generale, commedia
Avvertimenti: flash fic, headcanons
Note: come al solito due cosette da dire
  • Una delle cose che più amo di Will sono le sue insicurezze; alla fine non sono riuscita davvero ad inserirle, ma ci tenevo a dirlo. In BoO, infatti, afferma che vorrebbe essere un arciere migliore e avere tutti talenti di suo padre per poter contribuire a fermare la guerra: non si può non volergli bene. In realtà non sappiamo quanto faccia schifo con l’arco e considerando che in The Lost Hero (se non ricordo male) appare proprio con un arco in mano, immagino che sia semplicemente un arciere discreto. Quando però tutti i tuoi fratelli sono arcieri provetti immagino che questo possa buttarti un po’ giù.
  • Victoria la figlia di Nike è un altro OC che avrei voluto evitare, ma l’avevo creata per una Mitchell/Nico e alla fine era giusta per questo capitolo quindi l’ho riciclata; dubito la tratterò mai più di così.
  • Come al Campo Giove, anche al Campo Mezzosangue hanno un programma giornaliero (la morte). A differenza dei romani, voglio però credere che i greci siano più flessibili anche perché dubito fortemente che una come Drew abbia mai seguito alla lettera il programma. In ogni caso lasciatemi sognare.
  • Questa rischia di essere la prima storia a più capitoli che porto a termine, infatti nel mio computer è già bella che pronta. Siccome io non so che farmene e sono di natura incostante negli aggiornamenti, aspettatevi un capitolo tra domenica e lunedì e poi uno mercoledì o giovedì. Sì, avete capito bene, salvo impresti gli aggiornamenti da ora si fanno più rapidi.
 
 
 
«Unfortunately, I’m just a healer».
The Blood of Olympus, Rick Riordan
 
 
 
Quando Nico gli aveva accennato che avrebbe aiutato Jason nelle lezioni di scherma Will non solo aveva approvato, si era pure premurato di sottolineare come quella fosse un'idea fantastica.
A distanza di tre giorni e con una spada in mano si pente di non aver mentito e di non avergli proibito una simile attività; in quanto guaritore ne avrebbe avuto tutta l'autorità.
«Teso?» gli chiede Cecil, sogghignando mentre gioca con la sua spada.
«Io?» risponde Will, deglutendo e guardandosi attorno come se la soluzione al suo problema potesse comparire di punto in bianco davanti a lui.
«Il tuo bello ti vedrà con il sedere per terra» continua il figlio di Ermes «Fossi in te sarei teso».
Di solito lo redarguisce con un'occhiataccia quando definisce Nico "il suo bello", una brutta abitudine nata recentemente e che teme non se ne andrà tanto presto. In quel momento però è troppo preoccupato per la lezione di scherma per badare alle frecciatine di Cecil.
«Potrei darmi per malato» propone.
«Sei un po' pallido effettivamente» commenta l'amico «Deve proprio spaventarti l'idea di questo addestramento».
Will ha ormai deciso di fare marcia indietro, togliersi le protezioni e diagnosticarsi un'influenza quando Nico gli fa un cenno di saluto e Jason inizia la lezione.
È spacciato.
 
Apprezzerebbe maggiormente la bravura di Nico e Jason se non ci fosse anche lui al centro dell'arena. Mentre gli altri semidei assistono alle dimostrazioni con interesse e ammirazione, nello sguardo di Will c'è solo terrore all'idea di dover replicare quelle tecniche.
Potrebbe addurre come scusa il fatto che è un guaritore e che lui non ferisce le persone, le cura; la verità è che ha sempre fatto penosamente schifo con una spada in mano. Durante la sua prima settimana al Campo, aveva tentato di seguire qualche lezione e imparare i rudimenti ma era stato subito chiaro che la scherma non faceva per lui — è certo che Clarisse La Rue e i suoi fratelli conservino il ricordo delle sue a dir poco atletiche prestazioni e ne ridano ancora. Se la spada era stata un fiasco, non aveva nemmeno voluto provare con la lancia; era stato Lee, allora, a rassicurarlo dicendogli che solitamente i figli di Apollo prediligono ed eccellono nel tiro con l'arco e che quindi non doveva preoccuparsi se non riusciva nelle altre discipline. Gli aveva così messo in mano un arco e lo aveva fatto allenare con Michael: dopo nemmeno mezz’ora era apparso evidente che non era portato per la guerra, con i suoi setti bersagli su dieci probabilmente era il peggior arciere della Cabina 7 (almeno fino a quando non era arrivato Ali).
A sedici anni, Will se si impegna riesce a colpire otto bersagli su dieci (nove nei suoi giorni fortunati), ma con la spada continua ad essere penoso. Quando infatti arriva il suo turno, Jason lo disarma senza difficoltà per ben tre volte di fila; due figli di Ares sghignazzano e Will è tentato di mollare tutto e andarsene borbottando cose come «Vedrete come vi sistemo le ossa rotte o come vi suturo le ferite, vedrete». Ma disgraziatamente ha assicurato a Nico che avrebbe seguito le lezioni, quindi stringe i denti e torna in fondo alla fila.
«Prometto di andarci piano se dopo finiamo in coppia insieme» bisbiglia Cecil davanti a lui «Ma se ti tocca uno dei simpaticoni di Ares o Victoria, la figlia di Nike, sei nei guai amico».
«Grazie» risponde a denti stretti, pregando gli Dei.
 
«Tutto apposto?» gli chiede Jason, porgendogli una mano per alzarsi, ma Will si rimette in piedi da solo, dolorante e impolverato, mentre Victoria sorride soddisfatta. Quella, riflette, non è una ragazza, quella è una macchina da guerra, un demonio. Quando gli ha premuto la spada contro la gola, torcendogli il braccio dietro la schiena ha seriamente creduto che avrebbe portato a termine il lavoro.
Si massaggia la spalla, maledicendo il suo debole per Nico. Se una qualsiasi altra persona gli avesse proposto di allenarsi con la spada avrebbe declinato l'invito, ma Nico non è una qualsiasi altra persona — a tutto gli effetti è il ragazzo che gli piace.
«Forse è il caso che tu vada in infermeria» continua Jason «Qualcuno lo accompagni».
«Credo di conoscere la strada».
 
Si sta ancora massaggiando la spalla quando Nico fa il suo ingresso in infermeria raggiungendolo dietro al paravento.
«Come stai?» chiede, ma quando realizza che è senza maglia distoglie lo sguardo — è forse arrossito?
«Bene» risponde «Ferito solo nell'orgoglio».
«Perché non mi hai detto che non sapevi tenere in mano una spada?»
Ignorando il modo in cui ha formulato la frase, Will gli risponde con una mezza verità: «Mi avevi parlato del corso, sembrava una cosa utile».
Nico è dubbioso, ma dal momento che continua a fissare con interesse il paravento non indaga oltre.
«Credevo mi avrebbe rotto il braccio o slogato la spalla» commenta Will poco dopo flettendo l'arto.
«Perché avrebbe dovuto?»
«Ci sono le competizioni di tiro con l'arco sabato e la Cabina 7 è imbattuta praticamente da sempre. Ai figli di Nike non piace perdere e io tiro con la destra. Le sarebbe bastato un po' di pressione in più. Immagino si sia resa conto che non sarebbe comunque servito perché entro sabato sarei guarito, però di certo oggi non mi sarei potuto esercitare».
«Non ti ho mai visto allenarti» commenta Nico, spostando l'attenzione dal paravento al pavimento.
«Incredibile ma vero: non passo tutta la mia vita qui dentro» risponde «Quindi passami la maglia, manca poco all'ora di pranzo».
 
«Per quale motivo sei qui?» chiede «Non hai altro da fare? Vai a rubare qualcosa».
«Io non rubo» borbotta Cecil cupo, salvo aprirsi in un sorriso malandrino «Io manometto le cose, il che è molto meglio».
«Ecco bravo, vai a manomettere le cose da qualche altra parte» gli risponde, senza alzare lo sguardo dalle carte dietro cui si è barricato una decina di minuti prima.
«È inutile che fai il noioso bisbetico» gli dice, quindi si sporge verso l'amico e gli prende ciò che ha in mano «E che ti nascondi dietro a... Le liste delle canzoni per le gare canore e i programmi del club di teatro? Tu detesti queste cose».
«Non è vero che le detesto» replica riprendendosi i fogli «Trovo un po' noioso e inutile che debbano sottopormi tutto solo perché sono il capo-cabina. Ma è un compito che mi compete, quindi lo svolgo».
«Con una settimana di ritardo? Mi pare che Kayla ti abbia consegnato le liste diversi giorni fa».
«Dettagli. Il mio lavoro io lo sto facendo. Non si può dire lo stesso per te».
«E che lavoro dovrei svolgere, scusa? Non sono mica un capo-cabina».
«Ecco, appunto. Uno dei motivi per cui non lo diventerai mai».
«Ehi!» protesta fingendosi offeso «Quali sarebbero gli altri motivi, scusa?»
«Il fatto che i fratelli Stoll sono in superiorità numerica e nessuno dei due sembra intenzionato a lasciare l’incarico molto presto» illustra «Oppure il fatto che non ti importa nulla di diventare capo-cabina».
«Ottimo punto» replica «Comunque è inutile che cerchi di glissare. Ti stai nascondendo e non provare a negarlo. Quello che mi chiedo è da chi. Da Nico o da Victoria. Perché se ti stai nascondendo da Nico, beh credo che stia sprecando tempo. Non mi è sembrato turbato della tua inettitudine con la spada, al contrario credo che Jason lo abbia spedito in infermeria per evitare che riducesse in poltiglia Victoria. La guardava in modo poco rassicurante, da brividi, fidati».
Will finge di non aver sentito il commento dell’amico, riprendendosi le liste.
«Ritengo solamente che per oggi è meglio se me ne stia lontano dai campi di addestramento, dove tu invece dovresti essere. Chirone non ha nulla in contrario al fatto che io mi prenda una pausa adempiendo ugualmente ai miei doveri, ma dubito che sarebbe felice di trovarti qui con me a non far nulla».
 
Dall'altra parte del falò Nico sta ridendo e a quella vista Will sente il proprio cuore riscaldarsi e di riflesso sorride. Allo stesso tempo però non riesce ad impedire ad un senso di fastidio di guastare quella piacevole sensazione. Perché Nico sembra sereno ma non è lui a provocare la sua risata — è Jason.
Il figlio di Ade non sopporta il contatto fisico, però sembra non dargli fastidio se a toccarlo è il semidio romano. Intuisce dove lo stiano conducendo i propri pensieri e cerca di ostacolarli, distraendosi. Summer gli passa un mashmellow, ma perfino la caramella ha un sapore acido e lo sguardo continua a tornare su Nico. Trascorrono altri dieci minuti in cui i sentimenti negativi superano quelli positivi e quando si rende conto che potrebbe compiere qualche azione avventata (che suo padre approverebbe, ma di certo non lui) decide di tornarsene nella sua Cabina.
La gelosia è un mostro dagli occhi verdi che dileggia la carne di cui si nutre, gli sussurra una voce nella sua testa, ma Will zittisce lei e le reminiscenze shakespeariane conseguenza della passione di sua madre per la letteratura inglese. Lui non è geloso, non ne ha motivo; questo si ripete mentre si prepara per andare a letto, allontanando il pensiero che Nico nemmeno si è accorto che ha lasciato il falò. Una volta sdraiato si rende però conto di non avere sonno, di essere anzi piuttosto sveglio.
Passa la successiva mezz'ora a rimuginare sulla giornata e su Nico e alla fine deve arrendersi all'evidenza.
È definitivamente e irrimediabilmente geloso.
   
 
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