Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel
Ricorda la storia  |      
Autore: Shirangel    26/10/2008    8 recensioni
«Io non ho ancora capito cosa c’è che non va nel nostro nome. » Sbuffò il chitarrista.
«C’è che fa schifo, Tom. » Tagliò corto Bill, conciso.
«Sembra la pubblicità di un detersivo. » Rincarò la dose Georg.
«’Devilish, il detersivo del diavolo!’ » rise Gustav. «’Toglie anche le macchie più diaboliche!’»
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bill Kaulitz, Georg Listing, Gustav Schäfer, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Tokio Hotel: The Truth About The Past'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Mission: New Name

- The Recondite Meaning of TH -


«Dunque. » iniziò Georg «Siamo qui riuniti, tutti assieme, per affrontare la sventura che da giorni ormai incombe su di noi... »

Un cuscino volante interruppe il discorso, piombando con precisione millimetrica sul volto del bassista.

«Piantala, idiota» sbuffò Tom innervosito, ancora con il braccio sollevato. «Non è poi così terribile. Fai sembrare tutto più difficile di quello che è. »

«Dici? » fece Gustav, ironico, giocherellando distratto con una delle sue bacchette. Sprofondava nella poltrona di casa Kaulitz, tenendosi più lontano possibile dal bracciolo destro, ove risiedevano i piedi scalzi di Georg, steso sul divano accanto a lui.

« E fai come se fossi a casa tua, a proposito. » affermò Bill infastidito, alludendo alla posizione scomposta del ragazzo.

Tom diede un calcio alle sneaker di Georg abbandonate lì vicino, per poter trascinare un piccolo tavolo in mezzo al cerchio che avevano formato con le poltrone e il divano.

«E quello a cosa ci serve? » chiese il cantante, lasciando perder il bassista e rivolgendo un’occhiata torva al gemello.

«Tutti i cospiratori hanno un tavolino» rispose il ragazzo, con tono grave. «Per poter cospirare in libertà. Abbiamo bisogno di un posto per appoggiare il posacenere, i documenti compromettenti e le patatine di contrabbando. ». Bill roteò gli occhi, esasperato.

«Noi non fumiamo. »

«Potremmo farlo. Forse riesco a recuperare i vecchi sigari di papà. » Propose Tom, volenteroso. Il gemello ignorò l’intervento.

«E non abbiamo documenti illegali, e nemmeno le patatine lo sono! »

«Mangiare le patatine sul divano è illegale per mamma. E poi non deve trovare i nostri fogli top secret. Non deve venire a conoscenza della nostra missione! » spiegò il rasta, eloquente, ancora convinto di aver ragione.

«Siamo qui per parlare del tavolino? » intervenne Georg, seccato. «La nostra priorità ora è trovare qualcosa da bere. Avete qualche lattina di birra? » Un altro oggetto volante, questa volta la sua stessa scarpa sinistra, lo mise a tacere.

«Veramente siamo venuti qui per trovare un nuovo nome per la band. » Gli ricordò Gustav, mentre l’amico lanciava i peggior improperi verso un impassibile Tom. «Non per mangiare, fumare o giocare ai carbonari. »

«Guarda che se nostra madre ci scopre saremo davvero in pericolo. » S’indignò Tom, offeso dalla scarsa importanza che gli amici riservavano alle sue affermazioni. «Lei ama queste cose. Insisterebbe per tramutarci nei ‘Felici Bambini Di Magdeburgo.’ O amenità simili. »

«Certo, infatti le tue trovate sono decisamente migliori. » Lo prese in giro Georg, rubando una patatina dal pacchetto clandestino abbandonato sul tavolo.

«Guarda che l’ho creato io il primo nome della band, ed è stato un vero e proprio colpo di genio» insistette il biondo, palesemente offeso.

«Ecco perché lo stiamo cambiando. » Fece Bill candidamente, ignorando le occhiate omicide rivoltegli dal gemello. Tom si lasciò cadere sulla sua poltrona, imbronciato.

«Io non ho ancora capito cosa c’è che non va nel nostro nome. » Sbuffò.

«C’è che fa schifo, Tom. » Tagliò corto Bill, sintetico.

«Sembra la pubblicità di un detersivo. » Rincarò la dose Georg.

«’Devilish, il detersivo del diavolo!’ » rise Gustav. «’Toglie anche le macchie più diaboliche!’»

«Attenti! » minacciò il rasta, brandendo intimidatorio una rivista arrotolata a tubo. «Non vi conviene farmi arrabbiare! »

«Altrimenti? Ci farai tutti fuori a colpi di Vanity Fair? » domandò Georg sbadigliando, visibilmente spaventato.

«Smettetela, cretini. » Li riprese il frontman della band, «Non potete evitare di fare i buffoni almeno per un minuto? »

«No» risposero in coro i due, mentre Gustav si grattava la testa allibito.

«Cominciamo a valutare qualche possibile nome. » Sospirò il moro, sforzandosi di non sbattere quelle due teste vuote una contro l’altra. «Ho qualche idea interessante. »

«Non ci chiameremo i ‘Nena’s Fan’, se è questo che intendi.» Avvertì il fratello. «E non useremo nessun nome che contenga la parola ‘Nena’, o ‘Luftballons’, o qualsiasi stupido titolo di qualche stupida canzone. »

«Sentiamo cosa proponi tu, allora. » Ribatté il ragazzo, arrossendo.

«Che ne dite di ‘Se sei carina, maggiorenne e con una terza abbondante lascia il tuo numero telefonico al chitarrista’? »

«Siamo una band, non una rivista per annunci porno. » Rispose Georg, esonerando Bill dall’ingrato compito di replicare. «Ma se sostituisci ‘chitarrista’ con ‘bassista’ può andare. »

Il moro, che aveva già aperto la bocca per complimentarsi dell’inaspettata serietà, la richiuse di scatto, sull’orlo delle lacrime. Si voltò verso Gustav, implorante. – Ti prego – sillabò con le labbra, implorandolo di far rinsavire quei due.

«Ragazzi» esordì il batterista dal buon cuore. «Servirebbe qualcosa di più sintetico. »

I due si guardarono, prima di replicare con un sonoro «’Limonatori di belle ragazze’? »

Bill prese seriamente in considerazione l’idea di domandare all’anagrafe se davvero Tom Kaulitz fosse suo fratello. E di chiedere a se stesso perché aveva scelto tale bassista per la sua band. Si massaggiò le tempie, tentando di calmarsi.

« Tu, Gustav? Qualche idea? » interloquì gentile, senza dar peso ai nomi sconci scelti dagli altri due.

Il batterista esitò. « Sono accettati riferimenti ai Metallica?» Bill si irrigidì, mentre la sua ultima spiaggia andava a farsi fottere. « Emh... immagino di no. » il moro stava per mettersi a piangere, recitando la sua parte di diva incompresa, quando il colpo di genio arrivò inaspettato.

Un coro angelico di muse cantò soave, suggerendogli il divin nome che la sua band avrebbe adottato.

Ora si come si sentiva come quel tal Omero, o come Dante o tutti gli altri vaneggiatori.

Divinamente ispirato.

Prese fiato rumorosamente, in attesa che gli altri si rendessero conto che volesse prendere la parola e zittissero le aspre diatribe.

Dopotutto, anche l’effetto scenografico della Rivelazione è importante. Dopo qualche secondo calò il silenzio, escluso il fine rumore prodotto della mano di Georg che grattava il didietro dei suoi pantaloni.

Cessato anche quello, attese che l’eco dello sbadiglio di Tom si disperdesse tra le quattro mura della casa.

« Ma vuol parlare o è stato colpito da un ictus? » indagò il bassista sottovoce, notando che ancora Bill ancora non accennava ad espirare.

« Non ne ho idea, ma se aspetta altri cinque secondi diventa viola. » rispose il gemello pacatamente. Il cantante si trattenne dall’alzare gli occhi al cielo e ritenne opportuno rivelare a quei tre miscredenti la sua idea, troppo inferiori a lui per comprendere le sottili sfumature dell’atmosfera.

« Ci chiameremo...» proferì « ‘Bill e la banda’ »

Tom storse il naso.

Georg inarcò entrambi i sopraccigli.

Gustav spalancò educatamente gli occhi.

« Beh? Non vi piace? » chiese il moro. « preferite ‘Bill e i suoi ragazzi’? »

Tralasciando il commento bisbigliato di Tom al fatto che fortunatamente la poligamia era proibita, nessuno parlò. « Se non vi piace potete anche dirlo! »

« Non ci piace. » affermarono convinti gli altri tre, consci che il loro frontman se la sarebbe legata al dito.

« TH. » commentò Tom. Incrociò le braccia al petto, soddisfatto di se. Era un bel nome, gli piaceva. E sarebbe piaciuto a tutti, ne era sicuro.

« Ti Acca? E che roba è? » chiese Georg, scettico.

« È un acronimo, testa di rapa. Dobbiamo trovarglielo noi il significato. » esclamò Bill, saccente. « Non è male. Mi piace. »

« Anche a me. » si unì Gustav, sperando di concludere presto quell’incontro. Potevano anche chiamarsi ‘I crucchi montanari’, a lui importava solo di suonare la sua batteria.

« La T la voglio per Tokio. » si impose il moro immediato, consacrando una parola del nome alla nazione ispiratrice dei suoi capelli.

« L’H allora sta per Olsen, come le gemelle. » aggiunse Georg.

« Si scrive con la O, decerebrato! » rise Tom, orgoglioso che ormai TH fosse stato adottato. Bill e Georg potevano litigare per quanto volevano, a lui non interessava il momentaneo nome associato alla seconda lettera.

Qualunque fosse stato, il significato originario di TH sarebbe stato un altro, che nessuno avrebbe mai saputo fino a che la band si fosse affermata.

Fino a che il nome sarebbe diventato ufficiale, impossibile da cambiare.

Si concesse un’interiore risatina maligna, gustandosi il suo nuovo potere.

Nessuno del gruppo avrebbe mai immaginato che TH significava solo una cosa.

Tom Herrscht.

Tom Domina.

« Vada per Tokio Hotel. » concluse Bill soddisfatto, tre ore e parecchi pugni dopo. « TH significherà Tokio Hotel. »

« Okay. » approvò Tom. « Mi sembra perfetto. Ma le fan ci chiameranno solo TH, giusto? »

« Immagino di si. » rispose il cantante, alzando le spalle. « È importante? »

« Certo che no, fratellino... sono solo due lettere, nulla di più.»

Nulla di più, oltre che il mio immenso, smisurato potere. pensò. E quando la verità verrà a galla, Bill non si permetterà più di prendere il mio orsetto di peluche senza permesso! E Georg non mi ruberà i vermicelli gommosi! E Gustav non avanzerà più insinuazioni maligne sulla mia intelligenza!

Tom Kaulitz sarebbe risorto, la sua superiorità sarebbe stata riconosciuta, la sua austera maturità avrebbe assoggettato tutti. Proprio tutti. Ma davvero davvero tutti.

« Tom. » lo richiamò Bill. « Stai sbavando sul tappeto, scimmione idiota. »

Bastava solo dar tempo al tempo.


-----------------------------------------------

Non. Chiedetemi. Niente.

Non lo so manco io da dove viene sta cosa XD solo che, quando mi metto a chiedermi il perché e il percome del passato, presente e futuro (XD) dei Tokio Hotel, bisogna che qualcuno mi dia una botta in testa e mi fermi.

Questa shot nasce perché una mia amica non fa altro che parlare di ‘Bill e la banda’.

“Come stanno Bill e la banda?”

“Ma ancora vai dietro a Bill e la banda?”

“Ti ho portato un poster di Bill e la banda” (e magari il poster è di Tom XD)

E da qui la domanda: ma perché i TH si chiamano TH e non Bill e la banda?!

E poi si, oggi avevo cinque minuti liberi per metterla su EFP, perché naturalmente non ho voglia di studiare per la versione di greco. Fatemi gli auguri per il compito di domani, da bravi UU

Io vado che già mia madre rompe per questi cinque minuti -.- arrivederci a fatemi sapere quanto sono matta da uno a dieci (no, l’undici non vale XD)

   
 
Leggi le 8 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel / Vai alla pagina dell'autore: Shirangel