CAPITOLO TERZO: RICORDI


Tutta la vita di Mela le passò davanti agli occhi che non aveva perché era una mela e le mele non hanno gli occhi. Si rimembrò (COSIMO!!) di quando, ancora giovine mela acerba di belle speranze, faisait la crepe sur la plage presso la cassetta esposta nella vetrina della bottega del fruttivendolo Cuchi. E le sovvenne..(un secondo che mi devo soffiare il naso con ardore) ...di quei pomeriggi d’estate passati a mirare da lontano l’aitantitatezza del brutto moscerino sfigato che ronzava attorno a niente popò di meno che MANGO, l’idolo delle giovani tipe mele.
Scrivi KAKURO, nda.
Il sex simbol (con tante elle) del momento (con tante o) punto. Mela ormai era una formosa e piacente giovincella e, sebbene non lo sperasse, un giorno Mango si accorse di lei.
Si amavano.
Di già, così?
Si, di già.
Così.
Eeee… no, tanto non mi giro… eee.. (c’è mia mamma! Oddio sta prendendo la bici? Ah, ma va dall’altra parte).
E la loro passione appassionava l’intera fruttivendoleria...
Ma un giorno giunse Lei. Che glielo rubò (faccina triste). Era una quarantenne, vile meretrice, dai capelli platinati, labbroni rifatti, orridi bulbi oculari e grosse perle arancioni ai lobi secchi e raggrinziti. Lo acquistò senza ritegno con una sordida banconota e lo.. non mi viene la parola.. rapì. E no che non se lo mangiò però; era così secsi che... Carlo Marx... vatti a leggere Carlo Marx...
( )
Decise quindi di punto. Incorniciarlo nella sua bacheca (con tante a) e quindi l’avverso destino separò i due giovini innamorati ma Mela sognava in cuor suo di rivedere, un giorno, il suo arancioso Mango.


FINE DEL FLASHBACK!
…era iniziato?
Ebbene si.

fine del terzo capitolo!!!
...
to be continued