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Autore: Hermion_e    15/11/2014    1 recensioni
"I see you standin' there
You think you're so cool
Why don't you just
Fuck off?!"
Genere: Mistero, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Axl Rose, Duff McKagan, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: Lemon, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Triangolo, Violenza
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Chapter One, "Taken"



-Il tuo nome?
-Elizabeth Stones.
-I soldi.
Effy prese le banconote dal suo misero portafoglio, mostrandole al venditore di droga con fare scocciato. Non erano tanti soldi, ma erano tutto ciò che aveva trovato in casa.
-Sono cento dollari. Adesso dammi la roba.
-Subito.
L’uomo riempì un sacchetto di plastica un tempo bianco di un mix fra eroina e cocaina che aveva comprato da poco tempo. In realtà valeva molto più dei soldi che aveva offerto la ragazza, ma lui, d'altronde, non lo sapeva.
-Grazie.
Effy uscì dal locale, trovandosi davanti una fredda strada buia di Seattle al posto di un bel sole quasi tramontato che illuminava gli edifici.
 Le insegne riguardanti pub, ristoranti e discoteche brillavano nel cielo notturno, qualcuna si accendeva e si spegneva continuamente e questo non fece altro che alterarle i nervi.
Prese a camminare verso la casa del suo ragazzo: Axl Rose. Sì, beh, forse non era proprio il suo ragazzo. Il loro accordo era questo: niente legami affettivi, solo sesso, libertà di relazione con altri e droga.
Le sue nocche batterono violentemente sulla porta, per creare un suono più udibile. Dopo pochi secondi, una voce ghiaccia, tagliente e terribilmente sensuale fece vibrare le particelle d'aria intorno a lei, raggiungendo le orecchie di Effy.
-Effy? Che vuoi?
-Fammi entrare. L'ho presa.
La porta si aprì e rivelò quello che era il bellissimo corpo di Axl Rose. Capelli rossi, cotonati come andavano in quegli anni, pantaloni neri che, come si dice, lasciavano ben poco alla fantasia, bandana blu. I suoi occhi chiari ispezionarono la figura della ragazza e la busta bianca che teneva nella mano destra, il suo sguardo deciso e impaziente, i capelli mori sparsi sulla giacca marrone.
-Allora?
-Vieni.
Mentre preparavano i cucchiai e tutto l'occorrente per il buco, Axl lanciava delle occhiate a Effy, ma lei era decisa a non farsi intimidire. Alla fine, il rosso teneva un po' a lei. In quel momento, quando si infilò l'ago dentro la vena, lui si sciolse in un sorriso buio, storto.
Si avvicinò a lei, dopo essersi fatto la pera, e iniziò a baciarle il collo. Lei a momenti rideva, a momenti piangeva. Non era cosciente di quello che stava per accadere, ma era successo talmente tante altre volte che ora riteneva tutto ciò una cosa normale. Orribilmente normale.
Guardò le sue pupille. Si facevano sempre più chiare, finchè non divennero di vetro e lei si abbandonò definitivamente a quello che pensava un giorno sarebbe stato il paradiso.



-Domani vengo a prenderti alle cinque e trenta del pomeriggio. Cerca di non fare tardi, anche perché dopo devo andare dagli altri.
Effy si mise a sedere e iniziò a vestirsi, accigliata.
-Gli altri?
-Dei miei amici, quelli della band.
Non rispose.
Si sistemò i capelli spettinati quanto poteva e si strinse nella sciarpa che risaltava la sua carnagione cerea, in ottimo contrasto con i capelli corvini che possedeva. Guardò dritta nei suoi occhi grigi, come per infondersi coraggio. Raggiunse la porta alle sue spalle e la fece sbattere, rendendosi conto dell'insolita curiosità che aveva quando pensava agli amici di Axl. Non li aveva mai visti, nonostante avesse passato tre mesi completi con lui.
Lo vedeva sempre quando era da solo. Che si vergognasse di lei? Davvero non lo sapeva. Sapeva solo che era stranamente, incondizionatamente curiosa. Dentro la sua testa s'intrufolarono tutti i tipi di pensieri su questi ragazzi.






-Hey, Axl! Muovi il culo e vieni ad aprirmi!
Axl aprì la porta e si rifugiò sul suo divano, sorseggiando nervosamente la sua vodka, ma poi la mise via. Duff ne avrebbe sicuramente voluto un bicchiere e lui non era certo in vena di generosità…
-Non ci provare, ormai l'ho vista.
-Fottiti, McKagan.
Duff, alto ragazzo biondo, bassista della band, pretese quel bicchiere che Axl avrebbe preferito negargli. Versò un po' del contenuto in un piccolo recipiente e lo sorseggiò, sotto lo sguardo rassegnato e privo d'energie del rosso.
-Duff, non ho voglia di parlare, scusami.
-Tranquillo. Sono venuto solo a dirti che domani Izzy non verrà...ha da fare con suo cugino.
-D'accordo.
Il biondo s'incamminò verso a porta, compiuto il suo incarico, ma si soffermò a guardare un piccolo reggiseno rimasto appeso a una sedia. Le sue labbra s'incresparono in un piccolo sorrisetto.
-E questo? Ecco cosa avevi da fare oggi... Che dici, è carina?
Axl rise. Il suo amico sapeva come farlo sorridere anche solo per qualche secondo.
-La dovresti vedere a letto. Domani penso la vedrai.
-Bene, bene! Perché ce l'hai tenuta nascosta?
-Devo avvertire la stampa per ogni puttanella che mi scopo?
-Ok, scusa amico!
Alzò le mani e, sempre scherzando, uscì dalla piccola abitazione.
Lo investirono ancora i sentimenti, come se il mondo esterno fosse un opprimente vuoto.
Incurante dell'erba, bagnata dalla pioggia di qualche minuto prima, proseguì verso casa.
La sua sigaretta si spense a causa del vento gelido che gli scompigliava i capelli, storse la bocca scocciato. Provò ad accenderne un'altra, ma fu tutto inutile: le piccole scintille svanirono nella notte, quindi rinunciò.
Dopo cinque minuti esatti era arrivato a casa sua, non molto distante da quella dell'amico.
Aprì la porta, si sfilò la giacca in pelle nera, tolse le scarpe e si lasciò cadere sul suo letto blu solo dopo aver bevuto un sorso di vodka, addormentandosi dopo qualche minuto.

La musica, le luci. Tutto dipingeva alla perfezione le mura del pub, pieni di persone ubriache che volevano passare una serata movimentata.
 Effy non poteva mancare.
Sentiva le radiazioni del suono attraversarle le orecchie per scoppiarle nel petto. Teneva un bicchiere pieno di Jack Daniels stretto nella mano destra mentre faceva ondeggiare i fianchi e teneva gli occhi, interamente truccati di nero intenso, socchiusi per poi alzarli, guardando le persone intorno a lei.
Qualche ragazzo la guardava incuriosito studiando ogni suo movimento, altri semplicemente le sorridevano ogni tanto quando alzava lo sguardo. Lei continuava a muovere la testa, facendo scorrere i capelli lungo la schiena. Nessuno avrebbe potuto conoscerla, e quanto avrebbero voluto quei poveri ragazzi!
Quando la canzone fu terminata si accese una sigaretta e uscì dal locale, bisognosa di qualche minuto di solitudine. Ma qualcuno c'era.
Sentì il rumore di un accendino acceso, dopo vide un ragazzo biondo distante qualche metro da lei. Sembrava frustrato, o comunque incazzato per qualcosa. Effy andò via prima che si accorgesse di lei.


ONE HOUR BEFORE
Si svegliò dopo qualche ora. Erano diverse notte che non dormiva. Decise di prepararsi e andare da qualche parte di rumoroso...come un pub. Indossò il suo chiodo nero, dei jeans e una maglia bianca con una scritta sbiadita. Prese una sigaretta e uscì.
Impiegò ventiquattro minuti ad arrivare, cercando invano di tenere i pensieri lontani dalla sua mente. Pensò alla ragazza che avrebbe dovuto vedere fra qualche ora, immaginò la sua faccia basandosi su una puttanella che Axl si faceva spesso, bionda tinta, gli occhi neri e il seno medio, a considerare il reggiseno che aveva trovato in casa dell'amico.
Aprì la porta, trovandosi davanti almeno sessanta persone. Sul palco stavano suonando una canzone dei Sex Pistols, la band in cui suonava il suo idolo con il ruolo di bassista, Sid Vicious.
Dopo pochi minuti sentì il bisogno di un bicchiere di Jack Daniels e dovette attendere una morettina di spalle prima di ordinare. La ragazza prese il bicchiere saldamente con la mano destra e si allontanò velocemente, bevendone un sorso.
-Un bicchiere di Jack.
Il barista gli lanciò giusto un occhiata e riempì il bicchiere. Lo prese e nemmeno in due secondi l'aveva già finito. Il liquido amaro gli scivolò dalla lingua fino allo stomaco, raffreddando anche le cellule del cuore, sempre più protetto.
Tirò fuori dalla tasca una pasticca e la mandò giù con un altro bicchiere che il barista aveva intelligentemente riempito, si voltò verso la porta e presto lasciò il locale.
Fece appoggiare la schiena al muro, poco distante dalla porta e guardò la luna sopra di lui, contornata da nuvole nere. Incredibile. Non aveva mai visto una luna così bella. Nonostante le nuvole nere che minacciavano di coprirla, lei continuava a riflettere la luce del sole, illuminando ogni luogo. Sentì un rumore alla sua destra, ma non si interessò a voltarsi, troppo effetto dalla pasticca. Si accese una sigaretta e poi non potè fare a meno di voltarsi quando sentì una persona camminare e girare l'angolo. Riconobbe a malapena la ragazza mora che aveva ordinato un bicchiere di Jack Daniels prima di lui e si accasciò a terra, addormentandosi sotto la luce delle luna.






CHAPTER ONE.
  
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