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Autore: elfetta08    26/10/2008    1 recensioni
“-Grazie- disse con la voce tremante dall’imbarazzo, portandosi una mano alla fronte. Era una situazione che la faceva stare male e probabilmente voleva scoppiare a piangere per non esserci riuscita da sola… ma non lo fece. Aveva solo gli occhi lucidi. Era più forte di quello che credevo: trattenere le lacrime quando una cosa sembrava lacerarti in profondità richiedeva molto più coraggio di ogni altra insignificante cosa su questo mondo privo di giustizia.” La cura migliore per tutte le malattie è l’amore… ma non tutti si sentono degni di amare, non tutti sanno farlo. Forse è solo questione di trovare la persona giusta. Ma come si trova l’anima gemella? Beh, cominciare da una buona azione non sarebbe tanto male…
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Close To The Flame

-CHAPTER 1
“…separating me from you” mi allontanai dal microfono della sala di registrazione e guardai al di là della vetrata.
-Bene Ville, puoi fare una pausa- disse Seppo con un sorriso stampato sul viso.
Annuii e abbandonai le cuffie che mi ero messo in testa per sentire la base del nuovo arrangiamento di “Funeral of hearts”, poi uscii dalla saletta.
Migè, Linde, Burton e Gas mi vennero in contro e mi diedero qualche pacca sulla spalla.
-Abbiamo finito. Possiamo dire addio alle notti insonni, alle troppe sigarette fumate di nascosto, ai pasti a base di pizza e panini… e finalmente potrò passare un po’ di tempo con la mia Vedrana- disse il bassista con gli occhi a cuoricino.
-Dai, i giorni passati qui dentro non sono stati così male- ribattè Linde avviandosi alla macchinetta automatica per il caffè e cercando nel portafoglio di pelle i quaranta centesimi necessari -Seppo è stato incredibilmente cordiale, non sembrava nemmeno lui-
-E’ vero- concordai -Ah, Linde, pagami il caffè-
Lui sbuffò ma prese ugualmente altri soldi e li introdusse nell’apposita fessura.
-Sei tirchio da far schifo- disse passandomi il bicchierino -Annegatici… ma prima restituiscimi i soldi-
-Ah, e il tirchio sarei io?- replicai mentre rovistavo nelle tasche dei jeans alla ricerca di qualche spicciolo -Vado da Seppo e gli chiedo se mi cambia i due euro, così smetterai di rinfacciarmi il caffè-
Bevvi tutto d’un fiato il mio amarissimo caffè nero e mi avvicinai alla figura di Seppo, appoggiato al davanzale della finestra.
-Seppo, mi puoi cambiare questi spiccioli?- gli domandai mostrandogli la moneta.
Lui annuì e prese il portamonete dalla tasca posteriore, dalla quale cadde anche una fotografia. La portava sempre con sé e nella settimana che avevo passato in studio, l’avevo sempre visto fissare l’immagine stampata su di essa.
La raccolsi e gliela restituii.
-Grazie- rispose sorridendo e dandomi le varie monetine, per poi tornare a fissare quel semplice di pezzo di carta un po’ stropicciato.
-Chi è?- gli chiesi appoggiandomi anch’io al davanzale della finestra e guardando la foto che teneva tra le mani. Raffigurava una ragazza con i capelli castano chiaro e gli occhi scurissimi, brillanti, luminosi, un dolce sorriso dipinto sul suo volto un po’ da bimba.
-E’ mia nipote- rispose orgoglioso mentre prendeva il pacchetto di sigarette dal taschino per poi offrirmene una -Domani verrà qui a Helsinki, ho promesso a sua madre che mi sarei occupato di lei-
Sorrisi e accettai la sigaretta.
-Perché?- gli domandai di nuovo sbuffando il fumo dalle labbra socchiuse e giocherellando con il filtro.
-Beh, come tutte le ragazze non sempre opta per la scelta giusta e io sono uno dei pochi a farla ragionare- mi spiegò -E’ bella, vero?-
-Sì- dissi guardando di nuovo la foto -Ha un’aria davvero dolce-
-Lo è. È facilissimo perdere la testa per una ragazza simile ma… lei non si fa avvicinare da nessuno, non si sente all’altezza di nessun uomo- negli occhi gli lessi una sorta di tristezza, di malinconia.
-Mi dispiace- sussurrai con lo sguardo basso.
Non lo avevo mai visto così afflitto. Possibile che l’amore che la nipote si rifiutava di provare lo ferisse fino a quel punto?
Lui era sempre stato un uomo tutto di un pezzo e ora era indifeso, fragile.
Era davvero possibile?

***
Il giorno dopo, Seppo era incredibilmente irrequieto. Anche quello, per me, era un comportamento del tutto nuovo. Negli ultimi giorni avevo visto un lato del mio manager che non conoscevo.
Fragilità, disperazione, nervosismo.
Il cellulare gli squillò un paio di volte ma non era la persona che lui desiderava, però quando ricevette la chiamata della sua nipotina il suo viso si illuminò notevolmente.
-Milla? Dove sei?- chiese alla ragazza dall’altro capo del telefono.
Un attimo di silenzio.
-Ah, allora fra pochi minuti sarai qui… esco e ti aspetto sulla porta- chiuse la chiamata e uscì di corsa dal Finnvox e noi HIM con lui.
-Ma perché siamo usciti?- mi domandò Burton all’orecchio, avvolgendosi nel cappotto.
-Aspettiamo la nipote di Seppo- risposi incrociando le braccia per ripararmi dal freddo pungente di quel mattino di ottobre.
Accesi una sigaretta per scaldarmi e nel momento in cui riposi l’accendino nel taschino dei jeans, notai un taxi che stava notevolmente rallentando fino al punto di fermarsi proprio davanti a noi.
Seppo si affrettò ad aprire la portiera e riconobbi la giovane della fotografia.
-Si fa anche aprire la portiera, hai visto? Mi sa che quella è una viziata di prima categoria, altro che una ragazza dolce. È una principessina sul pisello- dissi scuotendo la testa mentre Migè scoppiò a ridere fragorosamente… ma mi pentii. di quelle parole velenose, della mia lingua tagliente che poteva ferire come la lama di un rasoio.
Il tassista, oltre ad aver scaricato i bagagli, aveva scaricato anche… una sedia a rotelle.
Mi vergognai di me, di quel giudizio affrettato, di una malignità che non meritava.
Rifiutò l’aiuto dello zio e si sistemò al meglio su quello che era il suo unico mezzo di trasporto.
-Apple?- sussurrò e dalla macchina sbucò un gatto persiano dal pelo bianco e grigio, che le saltò sulle gambe. Lei lo accarezzò con la mano, lisciandogli il pelo apparentemente morbido.
-Ciao zio Seppo- sorrise dolcemente al manager per poi guardare verso di noi e, senza smettere di sorridere, alzò una mano verso di noi in segno di saluto -Io sono Milla-
Sussultai. I suoi occhi si erano posati su di me: erano caldi, teneri ma anche con una luce leggermente infelice.
-E così voi siete gli HIM. Non posso credere di avervi visti ad una distanza così ravvicinata- e di nuovo le sue labbra si allargarono in un sorriso -Mio zio dice che sempre che siete i migliori-
-Seppo, da quando in qua ci fai i complimenti?- rise Linde mentre il manager gli dava le chiavi della propria macchina.
-Stai zitto chitarrista da strapazzo e aiutami a caricare i bagagli di Milla sull’auto- lo rimbeccò Seppo con un’aria quasi imbarazzata sul viso. Si fece carico di una valigia per poi fermarsi e rivolgersi a me, Migè, Burton e Gas -Accompagnatela dentro, qui fuori si gela-
Annuimmo.
-Di dove sei, Milla?- le chiese Gas mentre tutti e quattro ci avviavamo all’entrata.
-Di Oulu- rispose gentilmente, spingendosi avanti. C’era qualcosa che mi tormentava, qualcosa che era simile al dispiacere. Non era compassione né pena.
-Hai già visitato Helsinki?- le domandò di nuovo il batterista, calciando un sasso che finì contro una pianta.
-Non ho ancora avuto il piacere e mi sa che Seppo non mi ci accompagnerà volentieri- rise per poi bloccarsi e cercare di superare un basso gradino.
Nessuno di noi, lì per lì, seppe che fare.
Solo Burton, resosi conto della difficoltà di Milla, l’aiutò spingendo la sedia a rotelle.
-Grazie- disse con la voce tremante dall’imbarazzo, portandosi una mano alla fronte. Era una situazione che la faceva stare male e probabilmente voleva scoppiare a piangere per non esserci riuscita da sola… ma non lo fece.
Aveva solo gli occhi lucidi.
Era più forte di quello che credevo: trattenere le lacrime quando una cosa sembrava lacerarti in profondità richiedeva molto più coraggio di ogni altra insignificante cosa su questo mondo privo di giustizia.


-----***-----
Scritta stamattina di getto, dopo aver assistito ad una scena a dir poco vergognosa…
Non è a scolpo di lucro, tanto meno è mia intenzione offendere chi ha davvero questo problema. È nato tutto dalla mia mente che, forse, è troppo sensibile a certi avvenimenti.
Spero comunque che possa piacere e intendo specificare che cancellerò la storia se la troverete offensiva.
  
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