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Autore: Neverlethimgo    15/11/2014    1 recensioni
I nostri volti erano vicini, tanto che i nostri respiri s’intrecciavano l’uno con quello dell’altra. Mi sorrise, io rimasi impassibile o almeno ci provai.
Spostò una mano sulla mia schiena attirandomi ancor di più a sé, persino i suoi occhi sorridevano ed io stavo cedendo d’innanzi a ciò.
Sentivo il battito del mio cuore accelerare notevolmente ed il respiro spezzarsi di colpo, il mio sguardo era perfettamente intrecciato con il suo ed era da parecchio tempo che non m’immergevo così profondamente nei suoi occhi.
'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo.'
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Cinque.

 

 “Ciao Luke” esclamò sorridente Ashton e l’espressione che si dipinse sul mio volto fu molto più che stupita ed allo stesso tempo delusa, “Tu conosci quest…
Mi chiamo Luke, se ricordi bene” ribatté il biondo, sorridendo a sua volta.
Comunque sì, è con lui che sono stato in America” replicò Ashton.
Che fortuna” ironizzai.
Oh dai Ronnie, è simpatico. Avrai modo di conoscerlo meglio” aggiunse poi, accompagnando il tutto da un sorriso innocente.
Aggrottai la fronte ed iniziai a fissarlo con aria interrogativa.
Dimmi una cosa, Ashton. Tu sei al corrente che ci siamo già conosciuti, non è vero?” domandai, aspettandomi una risposta che però non arrivò. Ashton abbassò il capo, torturandosi nervosamente le mani e fu in quel momento che intervenne Luke.
Sai, Ronnie…
Che cosa ti ho detto ieri sera riguardo al mio nome?” lo interruppi, alzando una mano all’altezza della sua bocca.
Oh andiamo, ti chiamano tutti così!” ribatté, quasi come se il mio non fosse stato altro che un capriccio.
E tu che cosa ne sai?” gli domandai scettica. Il biondo mi prese sotto braccio, allontanandosi di qualche passo da Ashton, e riprendendo poi a parlare. “Vedi, Ashton mi ha parlato parecchio di te e di quello che è successo tra voi.” In merito a questo non potrei avere il minimo dubbio, ma continuavo a non capire il perché di parecchie cose.
Così, quando siamo ritornati a Hornsby, gli ho proposto di riprovarci.” Sgranai gli occhi a quella sua affermazione, tuttavia ciò non sembrò turbarlo e riprese a parlare.
E visto che lui non ne era poi così pienamente sicuro, ha mandato me e con un po’ di fortuna ti ho trovata seduta su quel muretto.
Tu che cosa?” sbottai, ignorando completamente la parte finale della sua frase.
Mi sembrava un’idea carina” si giustificò, alzando le mani in segno di arresa.
Avvicinati” gli dissi e, afferrando il colletto della sua maglietta tra le dita, continuai: “La prossima volta che ti viene in mente un’idea carina da consigliare ad un amico, reprimila e fatti gli affari tuoi!
Secondo me cambierai idea riguardo a lui,” ribatté con tono tranquillo, sistemandosi alla bene e meglio il tessuto della maglietta.
Ecco un’altra cosa che non sai di me: io non cambio idea su niente e nessuno,” sbottai, sapendo di mentire.
Luke non proferì parola ed entrambi tornammo da Ashton, per poi avviarci verso il parco. L’idea di ritornare a scuola fu scartata quasi subito ed io mi ero fatta coinvolgere da loro a saltarla definitivamente.
 
Mentre i due ragazzi chiacchieravano tranquillamente seduti su una panchina all’interno di un parco non distante dalla scuola, io restavo in silenzio limitandomi ad osservare ogni movimento di Ashton. Dovevo riuscire ad ammettere a me stessa che ciò che provavo per lui non era cambiato di molto, ma ricordavo ancora troppo bene le sue parole e, in fondo, l’idea di Luke mi avrebbe fatto comodo.
 
 
{18 Novembre 2011}
 
“Ronnie, devo parlarti,” mi disse Ashton e quelle erano sempre state le parole che più temevo: semplici, ma dirette.
“Dimmi,” gli dissi abbozzando un sorriso, finto per l’appunto, cosa che lui non esitò a notare. Si staccò dall’abbraccio che ci avvolgeva, mentre eravamo comodamente sdraiati sul letto di camera mia. A fatica trovò il coraggio di guardarmi dritto negli occhi.
“Io… io non credo di voler continuare questa storia.”
Credevo di aver perso un battito o forse il rumore silenzioso che udii fu causato semplicemente da qualcosa che mi si stava frantumando dentro.
“Mi stai lasciando, Ashton?” biascicai con voce spezzata e lui, debolmente, annuì.
“Perché? Qual è il problema? Ho fatto qualcosa di sbagliato?”
L’idea di addossarmi in partenza ogni colpa era sbagliata, eppure non riuscivo davvero a capire cosa non andasse nel nostro rapporto. Io stavo bene con lui e così credevo fosse lo stesso per lui. Quando ero in sua compagnia non esitavo a ridere, ad essere spensierata, era la persona con cui mi ero trovata più a mio agio da praticamente tutta una vita e ora si stava sgretolando tutto come un castello di sabbia: difficile da costruire, fin troppo facile da distruggere.
“Non mi sento pronto ad andare avanti, non fraintendermi, non c’è nulla che non vada in te. Il problema sono io.”
“Ashton, stiamo insieme da quasi un anno e tu ora mi dici che non sei pronto? Potevo comprendere una cosa del genere dopo uno, al massimo due mesi dall’inizio della nostra relazione. Non dopo un anno!” ed ecco che le parole si facevano man mano sempre più sottili come la mia voce, che ora aveva iniziato ad interrompersi a causa di quei singhiozzi rumorosi.
Alcune lacrime iniziarono a rigarmi pesantemente il viso e, per quanto lo volessi, non riuscii a frenarle. Odiavo terribilmente il fatto di apparire debole davanti a lui, ma era ciò che mi rappresentava: la debolezza fatta a persona.
“Ronnie, mi dispiace davvero tanto ma è meglio per entrambi”
Chi erano gli ‘entrambi’? A me non sembrava che la situazione stesse procedendo tanto meglio per entrambi.
“D’accordo, allora vai,” mi affrettai a dire, spalancando la porta che solitamente tenevo serrata.
“Ronnie…”

“Ciao Ashton,” lo interruppi e così varcò la soglia di quella stanza che per molto tempo restò abitata solamente da me.
 
 
Ronnie? Ronnie, mi stai ascoltando?” continuò a ripetermi Ashton ed io tornai a seguire il discorso di cui avevo perso gran parte delle parole. “Sì, scusami. Dicevi?
Questa sera Luke darà una festa nel suo appartamento, non abita molto distante da qui e mi farebbe piacere se tu venissi.
Un tonfo, sordo per lo più, che inconsapevolmente riuscì a percepire. Ed ora? Cos’avrei dovuto rispondergli? Un altro miserabile no?
No, non ce l’avrei fatta a rifiutare l’invito, come non sarei riuscita a rifiutare lui.
D’accordo,” sorrisi. mi limitai solo a quello.




 


 

Spazio Autrice

Evviva i tuffi nel passato e i sentimenti che (forse) non cambiano.
Ma è ancora presto per dirlo.
Questo era l'ultimo capitolo 'pronto' che avevo, per cui d'ora in poi dovrò davvero cimentarmi scriverne di nuovi e spero che questo non influisca con il regolare tempo d'aggiornamento.

Detto questo spero che il capitolo vi sia piaciuto e aspetto i vostri commenti :)


Alla prossima!
Much Love,
Giulia 


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itsjulieth on instagram.

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