Storie originali > Azione
Segui la storia  |       
Autore: Rage The Soldier    15/11/2014    1 recensioni
In un futuro non troppo lontano, l'esercito ha preso il controllo della Terra, attraverso l'uso di soldati molto speciali, in grado di trasformarsi in ibridi fra umani e animali diversi. Sono senza pietà e piuttosto bellicosi, molto difficili da sconfiggere. Questa è la loro storia.
Genere: Avventura, Azione, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il fatidico giorno era ormai arrivato, forse anche presto. Troppo presto.
Immobile, Rage era rimasta tutta la notte a fissare il soffitto, cercando di trapassarlo con la mente e col corpo, insipidamente attaccata al terreno quanto vogliosa di trovarsi dovunque tranne che lì; la stanchezza ormai le impediva di chiudere gli occhi tanto era rimasta concentrata ad osservare ogni minimo particolare delle troppo strette mura che la circondavano, i graffi nelle pareti, il buio intenso intriso di nulla. Ogni attimo trascorso era un'ora, e ad ogni ora supplicò che il giorno non arrivasse mai.
Nello stesso arco di tempo, un'ombra furtiva sgusciava attraverso le zone di oscurità alla ricerca di qualcosa. Con la leggerezza di una piuma i suoi passi felpati si diressero in direzione dei piani alti, scrutando attentamente nella penombra possibili forme di vita. Non appena si trovò davanti ad una porta semi aperta, vi sgattaiolò dentro agilmente e senza emettere alcun rumore; all'interno un'unica luce accesa illuminava una tavola riempita ordinatamente di scartoffie che una figura stava riponendo con accuratezza. Lanciata un'occhiata alle varie pile di schedari e rapporti ordinatamente riposti negli scaffali che tappezzavano le pareti, scattò verso un foglio lasciato inaccuratamente in bella vista e lo strappò con delicatezza, fuggendo via. Sul volto del generale, alzatosi un attimo dai rapporti da riordinare, si inarcò un lieve sorriso.
Era passata la mezzanotte, quando gli occhi ormai rossi di Kitsune si decisero a chiudersi dopo vari tentativi affaticati di cancellare l’ansia, quando un suono dolce ma decisamente poco gradito giunse alle sue orecchie facendola balzare in piedi gridando: "Per mille Fujoshi!!!"
Il grido fece svegliare di botto anche la compagna di stanza Evelyn, che a sua volta esclamò sconvolta: "Giuro quei biscotti non li ho presi io!" e schizzò verso il soffitto aggrappandosi ad esso con le unghie feline.
"Miaooo!" fece la palletta di pelo corvino ai piedi del suo letto.
"Uff, era solo Chesire"
"Bruto gatino catifo, kvante volte ti ho detto di non miagolare di notte?" sbuffò Kitsune zompando giù dal futon ed atterrando sulle punte dei piedi, le ginocchia piegate e divaricate "Altrimenti mammina si prende un infarto e niente più pesce!" aggiunse severa biascicando metà della frase mista ad un sonoro sbadiglio. Dal soffitto la ragazza si accorse del falso allarme e scese lentamente sul terreno facendo sventolare il largo pigiama dalle tinte azzurre/blu/nere, accorgendosi anche di un pezzo di carta intrappolato nelle piccole fauci del felino.
"Ehi sei andato a rovistare negli archivi? Non si fa Chesire hai capito?" lo ammonì di nuovo Misaki appoggiando una mano sulla testolina nera e scompigliandogli il pelo, al ché il micio si irritò e sibilò dal disappunto, lasciando cadere a terra il foglio. Era ripiegato su sé stesso, strappato in alcuni punti e si notavano ancora i buchi lasciati dagli affilati canini di Chesire.
"Cosa contiene?" chiese Evelyn avvicinandosi stancamente, rabbrividendo per il contatto con la realtà dopo i 10 minuti di prima trascorsi nel mondo degli incubi.
Senza farselo ripetere due volte aprirono il foglio e ne lessero il contenuto: era un pezzo di calendario, a quanto sembrava, sul retro di esso vi erano scarabocchiate in un'ordinata grafia alcune frasi: "...Le capacità di concentrazione compensano la velocità… avvitamento di artigli…" e dal lato del calendario una data era cerchiata in verde, con sotto scritto: "Trasferimento."
"Trasferimento? E di chi? Strano, è fra pochi giorni…" sussurrò Kitsune appoggiando un gomito sulla coscia e il mento sul palmo della mano, pensierosa.
D'altro canto nemmeno Evy comprendeva il significato di ciò, nemmeno nel comportamento del suo gatto…
"Dove l’hai trovato?" chiese sovrappensiero, non sicura che potesse rispondergli; eppure di rimando Chesire le mostrò la lingua e soffiò piano, mimando il sibilo di un serpente.
"Pfff, non ci vuole un mago a capire di chi fosse." fece Misaki roteando gli occhi "Si starà preparando per lo scontro di domani, così come Ellery."
"Di oggi vorrai dire, è l'una del mattino… E comunque credo che non ci abbiano messo più di tanto a trovare una strategia..." disse piano la ragazza corvina prima di rialzarsi e andarsi a coricare nel suo caldo letto.
 "Per me gli unici che hanno dormito stanotte sono X e Shinoda." aggiunse prima di sprofondare nel sonno.
"Mi sa che hai ragion… Yawn… Zzz…"
Di sveglio rimase solo il piccolo Chesire, il quale abbassò la testolina come avvilito ed emise un breve miagolio triste, prima di tornare nella sua cuccetta.

Dormitorio n.19, ore 10.45
 
"Oggi è proprio una bella giornata!" fu questo il primo pensiero del grigio lupo che svegliatosi da una manciata di secondi era già in piedi pronto ad affrontare la fatica del risveglio; si avvicinò alla scrivania dove vi erano impilati ordinatamente i suoi ordinari vestiti, guardandosi attorno: ancora non si capacitava di aver davvero accettato di restare per un po'di tempo con quel gruppo ibrido di infimo livello, forse quel qualcosa che aveva notato nei loro occhi, qualcosa di vivo, insomma, qualcosa che andava la pena di saggiare con la forza. Ed era per quello stesso motivo che si era svegliato così di buon umore, tanto che quasi non si accorse dello strano biglietto nascosto sotto alla pila di vestiti che si stava infilando.
Lo lesse ad alta voce, con la bocca ancora impiastricciata dal sonno: "Sala delle armi. Ora."
Si girò verso X, pensando che lo avesse ascoltato, ma ben presto si accorse che era ancora accoccolato nel suo letto, perciò non ci pensò due volte a punirlo per la sua mancanza, non prima di commentare sottovoce il pezzo di carta che teneva in mano e che aveva decisamente rovinato la prospettiva della sua giornata con un severo: "Idiota di un Flaming Hybrid Soldier... Come se non sapessi che sei..."
"Chi è cosa?" mugugnò X ancora nel dormiveglia, ricevendo in risposta un seccato "Leggi." da parte del compagno di stanza e un biglietto appiccicato sul muso.
Red eseguì senza discutere, per poi concludere con un semplice: "Oh, e sentiamo intelligentone, chi sarebbe?"
Con un secco rumore Ellery piantò in faccia un dito al ragazzo-lince, provocandogli una paralisi temporanea di circa venti minuti.
"Così impari a non ascoltarmi." commentò Were dopo essersi vestito, dirigendosi verso il luogo indicato sul biglietto.
 
Sala delle armi, ore 11.00
 
Cercando di evitare il solito fermento che animava i corridoi dell'edificio pieno di giovani allievi, Ellery svicolò all’interno della sala delle armi evitando con maestria qualsiasi sguardo indesiderato, d'altronde essendosi perfettamente integrato con le stranezze degli abitanti di quella città non si faceva più molto notare. Non appena si richiuse il portone antipanico alle spalle, socchiuse gli occhi irritato: "Dimmi che cosa vuoi e sbrigati, idiota che non sei altro." sbuffò scuotendo la testa.
Una voce ringhiò.
"Mantieni il mio posto come loro allenatrice e come insegnante."
"E perché dovrei, scusa?"
Un paio d'ali nere sfiorò il volto di Ellery, il quale, mantenendo il suo solito autocontrollo, prese per la testa e sbatté con la faccia a terra il suo assalitore.
"Ti sembra il modo di chiedere a qualcuno un favore, Rage?" chiese sarcasticamente attendendo che la vampira tornasse normale per mollare la presa sul suo cranio; senza alcun preavviso o cambiamento di espressione la ragazza si alzò impugnando le sue due lame contro il ragazzo ed arrivando a quasi sfiorarlo con uno dei suoi affondi, senza però colpirlo, dati gli sviluppati di cui era sempre provvisto tralasciando il momento di sorpresa. Mirando ad ogni possibile punto debole Rage lo tempestò di fendenti, i quali venivano schivati con estrema facilità grazie al suo acume. Però quell'unico primo istante lo portò a pensare che in una sola notte non poteva essere migliorata così tanto, cosa la spingeva a combattere così contro qualcuno con cui, ehi, non poteva competere? Cosa la rendeva così… Diversa?
Terminato il momento riflessivo e stanco di schivare i compi di spada, si abbassò senza il minimo preavviso, mise le mani a terra per far da contrappeso e con una gamba falciò quelle di Rage, la quale rovinò a terra.
Il ragazzo-lupo le prese il braccio sinistro e lo fece uscire dalla sua normale posizione, fuori dall'articolazione della spalla. Avrebbe dovuto provocarle parecchio dolore e così fu, ma la caporeparto si rialzò come se nulla fosse accaduto, trattenendosi nervosamente un labbro per sopportarlo e recuperando le spade.
"Mi sto proprio stufando. Mi vuoi lasciare in pace?"
"MAI! NON RIMUNCERÒ AD EVELYN E MISAKI SOLO PERCHÉ TU VUOI FARE UNA SFIDA CON MEMPHIS!" urlò Rage infuriata.
"Tieni sul serio così tanto a loro?" chiese corrucciando la fronte e continuando ad indietreggiare per evitare i colpi, accorgendosi solo dopo di avere la parete incastonata di armi proprio dietro la schiena e decidendo che era ora di contrattaccare seriamente.
Rage stava per affondare la lama nella carne dell'avversario, ma questi, con la spada presa in precedenza e con le sue abilità, parò l'attacco, fece leva e scaraventò la caporeparto lontano da lui. La ragazza volò, anzi, rimbalzò ruzzolando sul pavimento di cemento, provocandosi non pochi graffi e ferite, che colorarono il campo di battaglia di un rosso acceso.
"TI ODIO!" gridò a gran voce Rage trasformandosi in ibrido. Il suo equipaggiamento era seriamente pericoloso questa volta, quasi quanto quello di parecchio tempo fa, quando si chiuse nella sua stanza e Shinoda intervenne per calmarla.
Una sola cosa cambiava. Una, la più importante: aveva il pieno controllo su di sé. Non c'era nemmeno l'ombra della sua furia rossa, nemmeno un accenno di odio. Ma allora perché diceva quelle cose? Per darsi forza? Doveva sconfiggere la sua paura più grande, anche se non voleva ammetterlo, era così, ed Ellery usò ciò a suo favore.
Scuotendo furiosamente la testa per riprendersi e rialzatasi un secondo dopo la rovinosa caduta, la vampira fece pressione con le piante dei piedi per aumentare velocità e caricarlo, ma poco prima di raggiungerlo venne presa e sbilanciata in avanti: Ellery l'aveva bloccata con il ginocchio. Tentò di liberarsi al più presto in tutti i modi, ma purtroppo per lei ogni tentativo fu vanificato, finché non rilasciò un frustrato colpo d'ala sul viso dell'agente che scocciato parò con le braccia mollando la presa. Approfittandone subito Rage recuperò le spade e così anche Ellery fece, ed entrambi le fecero cozzare brutalmente, ma solo Rage venne respinta e buttata a terra. Un istante dopo si ritrovò la spada puntata alla gola ed Ellery che la fissava parecchio alterato direttamente in viso.
"Pensi che basti la paura e la determinazione per battermi?" disse ad un certo punto, con gli occhi visibilmente fiammeggianti.
Il suo sguardo e il sul torno severo fecero tornare immediatamente Rage normale, ma ella lo ricambiò con un sorriso di sfida, ammirazione e rassegnazione.
"So benissimo che non posso batterti. Voglio solo... Voglio solo che restino con me." rispose prontamente.
"Tsé, hai solo paura di perderle. Patetico..." commentò Ellery con un tono parecchio deluso, piantando con forza la spada nel terreno e girandosi per darle le spalle: "Ma hai mai pensato che quelle due meritino un'insegnante migliore?"
Definirlo la goccia che fece traboccare il vaso era poco: Rage sbarrò gli occhi e alzandosi in piedi indignata urlò: "COME OSI GIUDICARMI SENZA NEMMENO CONOSCERMI PER QUELLO CHE SONO VERAMENTE, BASTARDO!"
Imperturbabile nella sua certezza Ellery scosse il capo: "Era proprio a questo che mi riferivo. Sei troppo aggressiva, impulsiva e ti scaldi per nulla; sei troppo orgogliosa e superficiale, instabile, oserei dire." constatò freddamente, spuntandole in faccia quello che pensava.
Non c'era più motivo di trattenerla e non aveva più voglia di combattere con una testa calda come lei. La lasciò andare, aspettandosi, però, una brutta reazione da parte della ragazza. Nonostante tutto, la ignorò e si avviò verso la porta.
D'un tratto sentì un tonfo sordo e girò il capo per vedere cosa avesse provocato quel rumore. Una scena quasi irreale si manifestò davanti agli occhi increduli del ragazzo.
Rage era inginocchiata a terra, gli avambracci appoggiati al pavimento. Sopra di essi, la testa dal volto in lacrime rossastre di sangue fissava il suolo che cambiava piano piano colore.
"Allora..." sussurrò Rage.
"Dimmi che vuoi adesso." disse in tono scazzato Ellery, sapendo comunque dove voleva andare a parare la caporeparto.
"Allora... Se devi proprio prendere il mio posto... INSEGNA ANCHE A ME, MASTER ELLERY!" singhiozzò Rage alzando la testa e riabbassandola subito per la vergogna. Il suo sguardo era cambiato di nuovo: era quello della tigre che affronta il drago nella leggenda dello Yin Yang.
Quella strana emozione che provava non l'aveva mai sperimentata prima.
Ellery in un battito di ciglia si precipitò sulla schiena della ragazza, che finì definitivamente con la faccia stampata sul pavimento: le prese di forza il braccio e lo rimise dentro l'articolazione della spalla. Rage non emise nemmeno un respiro.
"Batterti non è servito a nulla. Non cambierai mai." le disse sdegnato voltandosi definitivamente verso l'uscita: "Ti sembra questo l'atteggiamento che un caporeparto possa permettersi di assumere? Pensavo che come punizione bastasse distruggerti un braccio, ma a quanto pare non la capisci nemmeno con le cattive. Fammi andare a riposare adesso, e smettila di fare l'idiota." la sgridò Ellery compiaciuto della sua scontata vittoria.
 
Mensa della base di Lidos, ore 13.58
 
Chiacchiere e pettegolezzi, risate e sghignazzi, come al solito la sala mensa risuonava di rumori umani e altri più... Animaleschi. Fra le stanze più grandi dell'intero edificio, la quantità di rumore prodotto all'interno di essa potrebbe essere paragonabile alla potenza di un jet a reazione. Naturalmente anche alcuni ibridi di nostra conoscenza facevano parte di quel grande coro della natura, il cui contributo venne improvvisamente interrotto da un silenzio apparente, prima che saltasse fuori l'argomento delicato.
"…Ehy, non sei ansioso per oggi Ellery?"
"A dire il vero nemmeno un po'. Non vedo perché debba preoccuparmi di una battaglia che ho già vinto in partenza." rispose prontamente Ellery a Shinoda, mentre gustava tranquillamente il suo pranzo. A quella risposta gli occhi del ragazzo andarono a posarsi sulla figura dall'altra parte del tavolo, fattasi piccola piccola, aspettandosi di sentire un qualche commento negativo: ma bastò osservare il suo colorito bianco come un lenzuolo e i suoi occhioni viola atoni fissi verso il terreno. Tra le mani stringeva uno strano foglietto.
Continuò imperturbabile: "Sembrerà strano a voi, ma per capire come comportarmi con lui mi sono bastati cinque minuti. Ho la vittoria in pugno." sogghignò Ellery.
Il rumore sordo di una sedia seguì quelle parole e subito dopo la caporeparto era sparita, lasciandosi alle spalle un sospiro e una scusa frettolosa: "Non ho fame. Vado a riposare adesso."
"Ehm... O... Ok..." balbettò Misaki seduta accanto a lei, per poi scoppiare di gioia nel vedere il suo piatto pieno del doppio della roba che aveva preso. Non le ci volle molto per capire che quel cibo era della sua insegnante.
"R... Rage... Aspetta..." bofonchiò Evelyn prima di accompagnarla, alzandosi in fretta e furia.
"No Evy, lasciami sola." la supplicò velatamente Rage.
La ragazza obbedì, priva di argomenti per controbattere.
 
Corridoio, ore 14:43
 
"Non…. Non è possibile attendere ulteriormente?"
"No, domani dovrò accomiatarmi da questa base e tornare alla mia posizione, mentre tu resterai qui."
"M-ma ma m-ma io non sono ancora pront..."
"Questo non sei tu a deciderlo. Il nostro ultimo saluto è una vittoriosa disfatta."
"…"
 
Sala delle armi, ore 15.00
 
L'aria era tesa e carica di elettricità.
L'ora x era inesorabilmente scoccata.
Nel silenzio sacrale in cui era avvolta, la grande sala di addestramento pareva essere divenuta meta di una memorabile danza nella quale due ballerini di eccezionale talento si sfidavano per il titolo di campione. Purtroppo, a differenza di loro, questi concorrenti in gara non avrebbero usato le buone maniere: sarebbero andati fino in fondo a costo di spezzarsi le ossa delle braccia e delle gambe e soprattutto di spezzarle al proprio avversario.
Quando il rumore di passi che precedette l'arrivo del Generale rimbombò nella stanza, i cinque spettatori presenti all'incontro si sentirono pervadere da una sensazione di freddo cavernoso, quasi si fossero trovati all'interno di una caverna stessa.
L'ombra dell'uomo serpente si smaterializzò dal nulla, dalla velocità con la quale la sua persona si era presentata dinanzi ad Ellery, il suo avversario, che attendeva immobile fissandolo con uno sguardo glaciale. Entrambi portavano nello sguardo la fiera convinzione che quello scontro si sarebbe concluso come da loro stessi previsto.
"Ebbene?" sibilò Memphis, una volta posizionatosi davanti a lui, a pochi metri di distanza.
"Io sono pronto, anzi, sono nato pronto."
"E ALLORA CHE LO SCONTRO ABBIA INIZIO!" esultò Shinoda alzando un pugno in aria e roteandolo entusiasta: si prospettava una gara interessante.
"Sssenti cosetto, prima ti calmi, poi inizieremo." lo fulminò il serpente ricco di fiele. Accanto a Shinoda, il quale ritirò il braccio sbottando, si trovava il compagno di stanza nonché di armi di Ellery, Red: con le braccia incrociate e la convinzione di sapere esattamente come sarebbe andata a finire, spiegò quindi la dinamica dello scontro: "Lo scontro si svolgerà seguendo 3 stili: a mani nude, armi e combattimento ibrido. Lì sarete liberi di usare o non usate armi." spiegò facendo le spallucce.
"Al mio via! Pronti? 1... 2... 3! Via!" Urlò Misaki dando il via al combattimento. Al solo sentire quelle parole, i due saltarono istintivamente indietro e iniziarono a girare in tondo per studiare l'avversario. Nessuno dei due sembrava voler fare la prima mossa, finché Memphis non sembrò voler fare il primo attacco scattando in avanti; immediatamente in risposta di esso Ellery caricò un colpo dalla parte opposta ma quello che colpì fu il vuoto dato l'agile movimento all'indietro dell'avversario che voleva solo significare una finta, seguito da un rapido pugno che riuscì a schivare prontamente e rispedito al mittente. Ne seguì una scarica di calci da parte di Ellery, schivati a fatica dal generale, il quale si trovava per la prima volta in difficoltà. Per evitare parte della tempesta di calci, il generale si mise sulla difensiva sfruttando la sua innata velocità per eludere parte dell’attacco, calcolando nella mente il momento esatto in cui avrebbe dovuto compirlo esattamente sotto al mento, ma proprio quello fu l'errore che ribaltò l'attacco e in un istante venne atterrato con un poderoso pugno allo stomaco. Trattenendo il dolore Memphis si rialzò evitando un secondo pugno e gli mollò un fulmineo calcio perfettamente calcolato, ma ciò che sarebbe venuto dopo avrebbe segnato la fine del primo round.
Con un sorriso a dir poco sadico Ellery afferrò la gamba destra che stava per colpirlo e la rigirò su se stessa facendo rovinare a terra l'avversario. Questi risentì del contraccolpo dello slancio e si sforzò di non imprecare, mollando senza preavviso o ragionamento all'avversario un pugno abbastanza potente da sbatterlo alla parete opposta.
Memphis aveva vinto il primo round, con estrema felicità di Evelyn e in parte anche di Rage.
Per un istante Evy diede l'impressione di aver visto qualcosa, ma mascherò subito l'apparenza.
X sembrava avere però uno sguardo di disappunto verso l'amico che si era fatto sconfiggere così facilmente. Ellery se ne accorse subito e ricompostosi dopo la caduta rovinosa gli si avvicinò scambiandogli quell'occhiata con un sorriso sornione.
"Vedrai come lo concio il prossimo round." gli bisbigliò prima di scegliere le armi con cui iniziare il secondo scontro. Stava sfregandosi le mani quando si fermò di colpo.
"Oh, che maleducato... Prima i vincitori!" disse in tono lusinghiero il ragazzo-lupo, arretrando di qualche centimetro e cedendo il passo a Memphis.
Per niente addolcito dalla proposta pacifica ed innocente, il generale sbuffò verso il basso dando l'impressione di pensare: sto solo perdendo tempo, scorse fra tutto quell'ammasso di ferraglia la sua arma preferita: gli ricordava la portentosa potenza del popolo che ammirava più di tutti: il popolo germanico. Appena la prese, partì un commentino ironico da parte di Rage: "Ehy mamba morboso! Non chiamare Ufo robot!"
"Sta zitta o ti taglio in due con l'Alabarda spaziale." la fulminò lui restando al gioco, con un sincero sorriso scocciato.
"HAHAHA! Ehy, ti ha spenta!" ridacchiò Ellery.
"Tsé, non intrometterti." borbottò Rage roteando gli occhi e incrociando le braccia.
"Bah. Non si può ragionare con te. Vediamo... Io scelgo queste due spade qui." disse sorridendo Ellery, sorvolando l'intero gruppo di armi belliche ed andando a posare le mani su un paio di lame molto speciali, che aveva intenzione di prendere fin dall'inizio. Inevitabilmente la faccia di Rage divenne in un istante prima rossa, poi blu e infine, dopo una scala di colori degna di un arcobaleno, bianco latte.
"Sei un bastardo patentato." gli bisbigliò prima dello scontro Rage riferendosi alle sue due lame 'prese in prestito' dal ragazzo-lupo.
Il secondo match ebbe inizio appena Shinoda diede il via.
Le due armi cozzarono ancora prima che chiunque avesse potuto realizzare che fosse iniziato il round. Ellery agitò la lama bianca in modo da poter bloccare l'alabarda e attaccare il nemico con la lama rossa.
Quest'ultima stava per perforare la carne del generale, ma questi la evitò con la grazia di un serpente e con un movimento potente del braccio liberò anche l'arma e passò al contrattacco. La doppia lama roteò pericolosamente e più volte vicino alla nuca dell'emissario dell'Intelligence, sembrava una parte del corpo del generale, in perfetta simbiosi con egli. Non volendo essere da meno, il ragazzo evitò ognuno dei suoi attacchi parando con entrambe le spade che teneva in pugno, ad ogni parata si poteva sentire il suono sibilante del metallo e ancor più distintamente quello della lingua biforcuta di Rage, che fra i denti stava trattenendosi dal gridare di mollare le mani dalla SUA proprietà, e di smettere di rovinare quelle preziosissime lame, e soprattutto di perdere e anche tanto.
Essendo preparato a quell'evenienza, Ellery non fece altro che evitare gli attacchi uno ad uno nel tentativo di stancare l'avversario, ma vedendo che questi non accingeva a perdere neanche un grammo di forza ad ogni fendente, decise di passare all'attacco: incrociò entrambe le spade puntando l'incrocio di esse contro la lama dell'alabarda e la respinse leggermente, per il tempo bastante di spiccare un balzo verso l'alto e piombargli sopra come un feroce avvoltoio. Accortosi della strategia, Memphis cambiò immediatamente direzione ai suoi movimenti e passò ad un affondo partito dall'alto, impossibile da schivare. D'altro canto Ellery non fece nulla per schivarlo neanche se avesse potuto farlo e si limitò a incrociare nuovamente la spada bianca contro quella rossa per frenare l'attacco, finendo a terra in ginocchio davanti al generale, che con un ghigno superiore aumentò la forza con cui spingeva l'alabarda contro il terreno. Un piccolo ghigno comparve anche sul viso rilassato del ragazzo-lupo che, chiudendo gli occhi e prendendo un respiro, smise di trattenere la presa sulle lame e di conseguenza sull'alabarda che troneggiava su di lui. Si limitò a scartare all'indietro, facendo sì che la potenza dell'attacco di Memphis finisse con lo scaricarsi sul terreno.
L'alabarda si incastrò a terra. Sopra la sua lama, proprio sul filo, un sorridente Ellery stava sulla punta di un solo piede con entrambe le lame puntate alla gola di Memphis, il collo del generale al centro di esse.
In un batter d'occhio rialzò la sua arma e costrinse Ellery a saltare, facendolo finire dietro di lui. Il ragazzo prese la rincorsa e fece un salto di parecchi metri, precipitando in picchiata, quasi come fosse un ibrido alato dotato delle migliori ali. Le due lame erano puntate su Memphis, che per poco non finì infilzato dalle armi: infatti riuscì a scartare di lato nell'istante immediatamente prima la collisione con Ellery, usando l'impugnatura come scudo e facendo in modo che entrambe le punte delle lame rimanessero incastrate in esso; accortosi che stava per essere sbalzato, Ellery mollò definitivamente la presa sulle armi che schizzarono una vicino ai due e l'altra dalla opposta della sala delle armi con un movimento fulmineo e rotatorio dell'alabarda 'spaziale'. Approfittando di quell'istante disarmato Memphis si fiondò sull'avversario puntandogli direttamente tra capo e collo e per poco non lo prese, ma l'avversario si piegò all'indietro a ponte e sferrò un doppio calcio al mamba facendolo indietreggiare e guadagnando il tempo di recuperare la prima lama. Comprese le intenzioni del lupo, Memphis finse di aver subito il colpo più del dovuto e gli lasciò qualche istante per gettarsi sulla seconda lama, in quel momento gli corse dietro e lanciò con tutta la sua forza l'alabarda contro di lui e…
Non riuscì a prenderlo. Ellery che, piegato di schiena e senza inquadrare l'arma nel sua campo visivo, non avrebbe potuto raggiungere la velocità di Memphis per nulla al mondo, riuscì a schivarlo.
Il mamba si irrigidì come ammutolito, forse più forzatamente di quanto avesse voluto, ritrovandosi il pomo della lama rossa sulla schiena e quello della lama bianca sullo stomaco.
Si piegò in due dal dolore e cadde a terra privo di sensi.
"Direi che ho vinto..." commentò Were dopo essersi rimesso in piedi facendo leva sulla spada rossa per rialzarsi, fissato a lungo il corpo esanime di Memphis.
"W... WOH." balbettò Evelyn fissando anch'ella il generale steso a terra. Aveva bocca e occhi spalancati, come se il peggiore dei suoi incubi si stesse per realizzare. Non aveva mai visto combattere il suo maestro tanto accanitamente dall'ultima volta che… Ma soprattutto non aveva visto mai nessuno tenergli testa in quel modo. Proprio accanto a lei Misaki, intenta ad imitare lo spalancamento di bocche generale, la punzecchiò con l’indice: "Ehy, tutto ok? Evelyn... Evy... EVY?"
"Sì... Sì! Tutto ok!" rispose lei, con una voce disumanamente alta.
"Approfittiamo di questo suo svenimento per fare una pausa." disse Rage con tono freddo e distaccato, voltandosi in direzione della porta e camminando con passo svelto fino ad uscire dalla sala senza fare il minimo rumore che non fosse il cigolio della porta.
"Per me va bene... Ho un certo languorino..." commentò Shinoda massaggiandosi la pancia ed affrettandosi a raggiungere la sorella "No ma che aspe- dov’è Memphis?" chiese subito dopo giratosi un attimo e scoprendo con sorpresa che il corpo del generale non era più steso a terra.
Tutti i presenti fecero le spallucce, confusi.
"Lo so io dov'è..." fece Ellery compiaciuto alla fine "Ho letto nel suo dossier che ha la capacità di riprendersi in fretta da qualunque tipo di attacco non grave… Se ne sarà andato con la 'coda' fra le gambe, dico bene Red?" ammiccò in direzione dell'amico che, seppur roteando gli occhi, rispose altrettanto.
Fra borbottii e lamenti, i presenti si diressero verso la stanza di Rage e Shinoda, dove una lauta ricompensa li aspettava: un rifornimento praticamente infinito di deliziosi biscotti.
 
Dormitorio n.8, stanza di Rage e Shinoda, ore 18.45
 
"È ufficialmente aperto il giro scommesse! Chi vincerà? Sono accettati solo biscotti come merce di scambio!" esclamò Red, facendo comparire dal nulla un piccolo stand munito di cartelle per scommesse e una cassa per la 'moneta locale'.
"Non è il momento. Tanto sappiamo già chi vincerà." commentò Were seduto tranquillamente su una sedia girevole con i gomiti appoggiati allo schienale e il mento fra di essi, in atteggiamento rilassato.
"TI RICORDO CHE UN ROUND L'HAI PERSO!" gli urlò dietro Kitsune alzandosi dalla propria sedia e chiudendo le mani a pugno, irata per il comportamento presuntuoso dell'agente dell'Intelligence.
"Tsé, simpatici..." bofonchiò lui in risposta alzando il capo, con un sorriso divertito e stronzo allo stesso tempo. Anche X aveva la stessa espressione stampata in volto, anche se molto più sul divertito che sul bastardo.
Che diavolo era successo?
"Gnnn... Argh! Vieni qui e combatti, brutto stronzo!"
La voce stridula di un Memphis determinato a vincere la sfida, sibilava come una sirena antincendio fra i corridoi, facendo vibrare porte e finestre.
"Ok... Arrivo, arrivo!" rispose annoiato il ragazzo citato in causa, per poi concludere con una domanda a Red: "Hai capito tutto fin dall'inizio, vero?"
"Mi pare ovvio. Non sono mai stato così felice di conoscerti! Ora sfodererai la tua vera potenza?"
 
Sala delle armi, ore 19.00
 
Scontro numero tre. Ibrido contro ibrido.
La sfida stava per giungere al suo termine, ormai sempre più ricco di tensione, purtroppo. L'aria era talmente elettrica da far rizzare i capelli, l'ansia si poteva percepire e tagliare col coltello. A grandi passi lenti i due presero posizione al centro della stanza.
"Finalmente, avevi intenzione di farmi aspettare altro tempo inutile? Io mi assento un attimo e tu sparisci così nel mezzo della sfida!"
"Hai ragione, avremmo dovuto avvicinarci al tuo cadavere e sussurrargli 'abbiamo deciso di fare una pausa merenda, riprenditi in fretta mi raccomando'…" rispose Were di ripicca con l'unico scopo di far seriamente incazzare l'avversario perché sapeva che, se avesse continuato come finora, quell'uomo non ci avrebbe messo tutto il suo spirito in quella lotta e di conseguenza… non avrebbe avuto di che divertirsi.
Shinoda diede il via; appena lo fece, i due si trasformarono in ibridi, scattarono uno contro l'altro con un violento pugno che, alla collisione con quello dell'avversario, scatenò un'onda d'urto talmente forte da far tremare le pareti e i presenti. I combattenti scattarono indietro e ripartirono subito all'attacco.
Memphis agitò la coda come una frusta contro il terreno, facendo saltare Ellery diretto verso di lui. Il ragazzo-lupo per contrattaccare aprì la mano e graffiò la faccia dell'avversario coi suoi poderosi artigli, evitando però di poco il morso ricco di fiele che la tecnica di Memphis prevedeva.
"Quesssto scontro è troppo bello per essere combattuto con le armi. Continuiamolo a mani nude fino alla fine." disse Memphis felice e adrenalinico. Era... Felice!? Esattamente. Quello scontro lo stava emozionando come pochi. Era da tanto che non combatteva con qualcuno di così alto livello.
"Per me va bene. Complimenti, sei forte." rispose prontamente Ellery.
Confidando nel reciproco, Memphis si smaterializzò dalla vista di tutti incominciando a muoversi alla sua velocità massima.
Ellery sapeva già cosa stava accadendo, chiuse gli occhi gialli e drizzò le orecchie. Facendo un gran respiro, si concentrò talmente tanto da riuscire a prevedere la traiettoria mamba nero solamente annusando l'aria e percependo i minimi rumori che il corpo del generale faceva a contatto con il pavimento. Solo… perché percepiva che quella non fosse la vera velocità massima del mamba?
"Come diavolo ci ssstai riuscendo?!" sbraitò Memphis ad un certo punto a voce alta, vedendo che i suoi attacchi non sorbivano alcun effetto.
"Semplice. Ho un udito fuori dal comune in forma ibrida. Nessuno è mai riuscito a colpirmi, se non quando io stesso decido di farmi colpire." rispose pacatamente senza deconcentrarsi e con ancora quella domanda in testa.
"Ma se prima ti ha colpito!" ridacchiò Misaki divertita.
X ed Ellery per una frazione di secondo si guardarono, felici di non aver trovato nessuno che avesse visto cosa fosse realmente accaduto.
"Prima mi han colpito, avete ragione... Ma mi sono fatto colpire apposta per far aumentare la suspense!"
"Che... COSA!?" strillarono la sensitiva, la caporeparto e la sua allieva all'unisono.
"Ecco cosa avevo visto…" pensò Evy, socchiudendo gli occhi dalla mestizia.
X prontamente calmò gli animi dando una spiegazione razionale: "Ellery ha bloccato il colpo al torace con le mani, attutendolo e non facendosi nulla. Ma pensavo che tipi come voi avessero potuto capire che uno come Ellery non si fa sorprendere così facilmente."
Shinoda abbassò il capo, facendo cenno con la testa di averlo visto, ma di non essere stato sicuro di aver capito bene ciò che fosse effettivamente successo.
Lo scontro riprese senza esclusione di colpi.
Pur avendo percorso almeno diecimila volte la lunghezza della sala in breve tempo, Memphis non dava proprio segni di stanchezza o rallentamento, onde per cui decise di gettarsi all'interno del cerchio concentrico delineato dall'orbita del nemico andandogli a finire proprio davanti: non aspettando altro Memphis scattò verso l'alto e si avvinghiò al braccio del lupo sbilanciandolo all'indietro e non attaccandolo come il ragazzo avrebbe voluto, ma non fu un problema perché quasi subito egli completò la sua trasformazione in forma di canide e azzannando le spire che gli circondavano la zampa: nonostante la grande robustezza delle scaglie la sua mandibola fu abbastanza potente da inferire un indelebile segno che convinse il serpente a mollare la presa e a scaraventarlo via. Non appena fu libero Ellery riprese sembianze umane e frenando con i piedi lo slancio fece un salto andando a finire nel punto cieco del nemico, per poi scattare in avanti e atterrarlo con una manata fra capo e collo, che per intendersi era la parte direttamente collegata alla testa della lunga coda del rettile.
Memphis in tutta risposta scalciò e si rialzò come una molla, per poi frustare la coda verso di Ellery, respingendo la sua azione bellica. Il ragazzo indietreggiò verso il muro.
"Vedo che non te ne ssei accorto!" sibilò il mamba nero strisciando cautamente verso di lui, aspettando che il lupo ribattesse.
"Accorto dici? Di quel liquido trasparente che assieme al tuo sangue mi hai schizzato in faccia mentre ti mordevo? Oh certo che l'ho notato, ma non riesco a riscontrare alcun effetto, non si tratta di un veleno, né di qualcosa di utile in battaglia. Allora perché?" chiese infatti Were poco dopo, tornando a rilassare i muscoli e moderando la lunghezza dei propri artigli da modalità 'lama' a modalità 'falciatrice'.
"A tempo debito ragazzo, lo vedrai." rispose il serpente scattando in avanti con una velocità che aveva dell'incredibile, non riuscendo però a colpire il ragazzo che subito si trasformò in lupo e si abbassò a quattro zampe facendo schiantare l'avversario contro il muro; questi ebbe il tempo di tornare di sembianze umane per non ricevere danni ed atterrare sulla parete perfettamente in piedi, proprio l'attimo che a Were servì per rifilargli un artigliata sulla schiena che gli procurò seri danni e non poco sangue cominciò a macchiare il pavimento.
Sorpreso dall'attacco il generale rovinò a terra e cadde su di lui una pioggia di pesanti pugni che vennero schivati quasi del tutto data l'ancora elevata velocità a cui si muoveva; l'ennesimo pugno si accinse a fracassare l'uomo quando si ritrovò bloccato fra mascella e mandibola, interamente coperte di denti aguzzissimi che gli trapassarono la pelle facendolo sanguinare, che lo portarono a capire quale sarebbe stata la prossima mossa.
Neanche un secondo dopo aveva attorno a sé una stretta gabbia rettile che si restringeva sempre di più attorno ad egli comprimendogli la cassa toracica in modo da non farlo respirare, rattrappire su sé stesso ogni singolo organo, impedirgli qualunque movimento; e in quel momento sembrò che Memphis avesse vinto. Ma un sorriso indescrivibile venne dipinto da un folle artista sul volto del ragazzo lupo.
Ellery sorrise e freddo come il ghiaccio dell'Antartide aprì artigli e fauci, attingendo ad una riserva muscolare ignota perfino a noi autori, riuscì a prendere possesso degli arti e piantare ognuna delle trebbiatrici che aveva come artigli in mezzo alle squame del rettile perforandole e, grazie al millisecondo in cui la presa fu allentata dal dolore, sfuggì al predatore e roteando su se stesso si aprì la strada, danneggiando gravemente la coda dell'avversario. Memphis era finito nella trappola mortale che Ellery aveva macchinato fin dall'inizio.
Spossato dalla fatica e dal dolore, Memphis barcollò pesantemente riprendendo forma umana, e in quel momento vide un Ellery totalmente diverso dall'avversario precedente che gli si gettava contro.
Avrebbe potuto schivarlo, se solo avesse voluto.
Ma non lo fece.
Ellery, con una furia animalesca, gli saltò addosso e lo atterrò con una ginocchiata sulla schiena, lo rialzò e lo lanciò in aria come se fosse un pupazzo di pezza. Il ragazzo-canide fece un balzo e lo sorpassò in aria. Sorrise. Un sorriso così sadico, ma felice e raccapricciante allo stesso tempo gli cingeva il viso, accentuato dalla cicatrice, la quale sembrava anch'essa sorridere. Gli occhi spalancati e gialli non facevano trasparire nessuna emozione, le pupille erano ridotte ad uno spillo.
"Dead end." sussurrò calmo e freddo, aprendo la mano artigliata e prendendo il cranio del nemico, col palmo sulla sua faccia.
Lo strinse forte, provocando parecchi danni al povero ed inerme generale.
Spostò tutto il peso in avanti, in modo tale da lacerare ancora di più la carne e farlo precipitare sul terreno con forza maggiore.
Appena Memphis toccò terra, un grosso polverone si alzò, causato dalla frattura del pavimento.
La scena era raccapricciante: Memphis era tornato umano e non emetteva quasi fiato.
Ellery mollò la sua testa e si alzò lentamente, girandosi verso i presenti. Tornò umano, ma non perse lo sguardo da sadico macchinatore che lo contraddistingueva.
"Mi pare che questa sia un punto a mio favore!" ridacchiò ironicamente fissando quel corpo esanime.
"H... Hai ragione Ellery..." bofonchiò Evelyn visibilmente turbata.
"Allora posso decidere chi ti allenerà."
Fece un'ironica pausa, incrociando le braccia e inclinando la testa da una parte.
"Ho deciso che seguirò io tutti gli allenamenti mattutini di Dark Rose, il che significa che Rage non è più la sua insegnante... Ehy, Diana, non scordare ciò che mi hai detto questa mattina, mi raccomando!"
Rage lo guardò negli occhi e sorrise malsanamente: "Io mantengo sempre le mie promesse."
"Ehy sista, a cosa si riferisce?" chiese Shinoda sorpreso dalla faccia e dal tono di sua sorella.
"Oggi mi ha sfidato. Le ho detto che non era idonea all'insegnamento in quanto priva di tecnica, pazienza e nozioni base per l'insegnamento." spiegò il ragazzo-lupo. Shinoda trattenne a stento l'istinto di bucherellare Ellery dalla testa ai piedi, fermato dalla mano della sorella.
"F... Fermo. Ha ragione. Ho combattuto male e ho perso. Devo diventare più forte di quanto lo sono già, o non riuscirò a combattere contro la feccia... E finirei per perdere la mia famiglia, come successe con Ruby... Lasciami fare brotha."
Non convinto dalle parole della sorella, Shinoda si voltò verso la parete per prendere la mitragliatrice e attaccare Ellery, con sollievo di quest'ultimo.
Fu proprio in quel momento che, mentre l'attenzione di tutti era concentrata sul vincitore, un sottile sibilo, che solo le orecchie sviluppate di Rage ed Evy riuscirono a percepire più per abitudine che per destrezza, precedette la scomparsa del corpo esanime che si trovava inerte al centro della sala. Neanche un secondo dopo il viso pallido della felina si tinse di un lieve rossore di rabbia.
"Ehy, tutto ok?" Misaki avvertì subito il suo cambiamento d'animo e le mise una mano sulla spalla, ma il suo sguardo non voleva proprio incrociarsi con i suoi occhi smeraldini.
Accortosi del rabbuiamento repentino, Ellery prese con entrambe le mani il lato anteriore dell'arma da fuoco e si piazzò davanti ad esse senza muoversi, conscio del fatto che pur essendo uno spietato soldier, Shinoda non gli avrebbe mai sparato senza che lui avesse reagito.
"Beh?" fece infatti il ragazzo-libellula con fare seccato, interrompendo l'offensiva.
"Aspetta solo un attimo, dico due parole e ti raggiungo." lo liquidò il grigio lupo con un gesto secco facendo un balzo all'indietro ed atterrando direttamente davanti alle due novelle allieve.
"Eri d'accordo anche tu…" sibilò la corvina guardandolo fisso, con i suoi occhi maledetti. Non curandosi dell'affermazione, Ellery le si avvicinò ad altezza del viso e pronunciò poche semplici parole: "Ascolta, il tuo segreto è al sicuro con me... Ma fai una mossa falsa, e io spiffererò tutto."
La determinazione della ragazza svanì in un istante ed ella sbiancò ancor più di quanto la sua pelle diafana permettesse, diventando pallida come un cencio e iniziando a tremare, finché, in preda al panico andò a nascondersi sotto le coperte della sua stanza.
 

Dormitorio n.9, stanza di Evelyn e Misaki, ore 20.30
 
"Avanti, non puoi rimanere lì sotto per sempre!"esclamò Misaki tentando di strappare via le coperte dalla faccia dell'amica.
"NON VOGLIO USCIRE! QUELLO MI AMMAZZA SE MI ALLENO CON LUI!" gridò in risposta Evelyn.
Misaki si appoggiò sul letto, prendendo in braccio il nero micino che continuava a strusciarsi sulle sue gambe cercando un varco per acciambellarsi sul letto a fianco della sua padrona: "Evy... Non succederà nulla di brutto... Te lo prometto!" ripeté portandosi un pugno al petto e battendolo in segno di veridicità della sua parola. Da sotto le coperte la ragazza riassunse lentamente l'aspetto umano disarcionando le unghie dalla testata del letto e chiudendo una mano a pugno, lasciando solo il mignolo alzato.
"Promesso?"
"Promesso." rispose sorridente l'amica afferrando il mignolo con quello della sua mano e stringendolo con decisione "ANZI..." continuò assumendo in viso un sorrisetto volpino e, facendo un grosso respiro, si alzò, mise le mani sui fianchi, divaricò le gambe leggermente e alzò la testa, in una posa sicura e fiera, per poi concludere con un sorriso: "Sai che ti dico? Vi seguirò anche io negli allenamenti!"
Sempre da sotto le coperte uscì un balbettio confuso mentre la sua testa riaffiorava in superficie: "T... Tu vuoi allenarti con noi!?" chiese Evelyn fissando la ragazza con quei suoi occhioni viola, che scintillavano di lacrime di commozione.
"Ma certo. Forza, ora andiamo." Sorrise Kitsune.
 
Sala delle armi, ore 21.10
 
Ellery stava ritto e fiero al centro della stanza, illuminato dalla fioca luce artificiale delle lampadine appese alla bell'e meglio ai cavi del soffitto. Aspettava dalla fine della cena le sue due vittime... Ehm, allieve.
La prima ad arrivare fu Rage, che camminava nell'ombra della sera, coperta dal l'oscurità dei vicoli bui e contorti che alle sue spalle si snodavano come un dedalo di corridoi infiniti. La testa chinata per coprire l'espressione di sconfitta che portava stampata in viso da quando Memphis aveva perso, quasi fosse stata lei a ricevere la batosta al posto suo.
"Toh, questo è ciò che mi hai detto di portare." disse molto poco calma, appoggiando delicatamente sul terreno un sacco con tutti i rifornimenti di biscotti che fino a poco tempo prima erano stati sistemati nella sua stanza, posizionati con cura quasi maniacale. Il giovane prese il sacco sollevandolo con un solo braccio e lo posò affianco a sé, a debita distanza.
"Ma quando li riavrò indietro?" chiese timidamente Rage, per paura di non rivedere più il suo amato tesoro.
"Li riavrai quando sarai più grande!" scherzò lui.
"Cioè mai. Simpatico... Davvero!"
"Lo so. La simpatia è uno dei miei punti forti. Comunque i biscotti li avrai a fine lezione."
"Quindi questa sera." sentenziò Rage quasi riacquistando una nota di speranza, che subito svanì.
"Fine lezione non significa che la lezione duri una sola serata. Suderai e spunterai sangue e lacrime prima di riaverli!" la fulminò lui.
"GYAAA! COSA SIGNIFICA NIENTE PIÙ BISCOTTI!?"
Le porte si spalancarono tutto d'un tratto con gran foga lasciando che una furia dai capelli blu si precipitasse al centro della stanza, proprio in direzione dei due soggetti nel bel mezzo della trattativa, lanciandosi sui dolcetti menzionati nel suo grido di battaglia.
Senza battere ciglio Ellery prese il sacco e lo buttò dall'altra parte del campo, prendendo poi Misaki per il braccio e buttandola addosso a Rage, che prontamente la prese al volo e la aiutò a contrattaccare. Purtroppo per loro l'azione bellica fu frenata quasi subito. Una volta finito di agitarsi, il gruppetto si mise ad attendere l'ultima allieva, che era rimasta in disparte tutto il tempo ad osservare l'accaduto, meditando in silenzio sul da farsi. Raggiunse il gruppo a lenti passi ritmati da una marcia quasi impercettibile, un passo sicuro e pieno di incertezza allo stesso tempo.
"Le cose sono due ragazze: o ci allenano seriamente o addio biscotti." dichiarò alla fine la ragazza-gatto.
A quelle parole Ellery si portò le mani dietro la testa tenendo i gomiti alzati verso l'alto in atteggiamento rilassato e annoiato: "Finalmente, vi decidete o no a prendere la cosa seriamente come Evelyn?" le sgridò.
"Ma certo Master Ellery!" rispose in tono più ironico che serio Rage con un'onorevole riverenza, fingendo di indossare un lungo abito e di alzarlo con le manine delicate come si soleva comportarsi fra i saluti delle dame di corte. Il ragazzo prontamente scartò di lato, la prese per il braccio, ancora dolorante per lo scontro di quella mattina e la atterrò.
"Non ho sentito bene scusa. Potresti ripetere?"
Cambiando repentinamente d'umore Rage ripeté la stessa cosa, urlandogliela in faccia in preda al dolore, ma mantenendo comunque un tono sarcastico.
Ellery la fissò intensamente con uno sguardo che dava a vedere quanta poca voglia avesse di scherzare, si avvicinò al suo orecchio e le disse chiaro e tondo: "Ascoltami signorina, non sei nella posizione di comandare adesso."
"E chi comanda?" Rage continuava a parlare in tono ironico, non riusciva a smettere di prendere in giro il ragazzo, pur sapendo che rischiava non solo il braccio, ma anche la vita. Le due ex allieve la fissavano implorandola con lo sguardo, pregando che la smettesse, ma nulla successe.
Ad un certo punto Ellery strinse di più la morsa.
"AAAAAAAH! Smettila! Smettila!" urlò Rage in preda ad un dolore lancinante.
Il ragazzo non mollò, anzi, rigirò il braccio di Rage su se stesso, facendo fare alla caporeparto un urlo raccapricciante, che la costrinse perfino a urlare di smetterla in preda alla pietà.
A quel punto Misaki ebbe un moto di rabbia incomprimibile ed Evelyn sentì di stare perdendo il controllo, senza più trattenersi partirono simultaneamente con un doppio calcio rotante e a quel punto Ellery fu costretto a mollare la presa su Rage per contrattaccare. Si abbassò ad una velocità incredibile e lasciò che entrambi gli attacchi andassero a vuoto, ma mentre stava per rialzarsi si accorse che era solo una finta e che Misaki aveva rallentato l'attacco per colpirlo in seguito: protese in avanti le braccia e riuscì a fermare il piede della ragazza a mezz'aria, un secondo prima di accorgersi che da dietro stava per subire un attacco a tradimento e prontamente utilizzò la stessa Misaki per difendersi lanciandola contro Evelyn e scaraventandole entrambe lontano. Le due ex allieve in preda alla rabbia si trasformarono in ibridi, scattarono in avanti ad una velocità impressionante e con un pugno portentoso andarono a colpire Ellery, che però protesse la propria faccia con gli avambracci e respinse l'attacco riaprendoli e sbattendo le due allieve una contro l'altra, ripetendo la cosa ancora e ancora, finché un paio di ali nere non bloccò l'ennesimo tentativo di attacco.
"TU..." la voce di una Rage profondamente incazzata e trasformata in ibrido risuonava nella stanza come un'agghiacciante stridio che rimbombava dalle profondità dell'Averno. Si rialzò con una furia scarlatta negli occhi e si frappose fra l'attacco simultaneo delle ragazze e la letale parata del maestro, prendendo di conseguenza la batosta al posto loro.
"Ma che cazz...?" disse Ellery sorpreso dell'accaduto.
"R... Rage! Che diavolo stai facendo?" esclamò sconvolta Misaki ansimando.
"NON OSARE TOCCARLE NEMMENO CON UN DITO!" urlò Rage, che nonostante il colpo inferto e l'immane peso del dolore al braccio aveva ancora la forza di urlare tutto il suo odio.
"Mettiamo subito in chiaro un paio di cose... Tu fai pure lo sbruffoncello e l'intelligentone, fa quel cazzo che vuoi, ma tocca loro o Shinoda..." fece una pausa, lo fissò con gli occhi pieni di collera e furia rossa, che traboccavano da ogni parola e attacco che compiva.
Quella frase non la concluse mai, lasciò che fossero i fatti a parlare.  Ben presto si aggiunsero anche le altre due ragazze, che insieme alla rossa misero alle strette Ellery, il quale nonostante tutto non veniva minimamente sfiorato dagli attacchi: infatti li respingeva con forza e abilità straordinarie.
Evelyn spiccò in alto con un balzo felino, scendendo in picchiata e caricando un pugno degno di nota. Ellery per poco non venne colpito, ma respingendo l'attacco indietreggiò, lasciando a Misaki la possibilità di sferrare un calcio talmente potente da farla sbalzare all'indietro dopo che il ragazzo lo ebbe parato.
Rage, perdendo quel poco filo di umanità che le restava, spiccò il volo, prese un grosso respiro e chiuse gli occhi, per poi concludere con un sorriso sadico e glaciale: "Ragazze... Usate la tecnica usata contro me è Shinoda. Ma questa volta partecipo anche io alla strategia!"
Le due ragazze si avvicinarono una all'altra, in attesa della discesa della caporeparto, la quale aprì le braccia per prendere le sue due amiche, dopodiché le portò in aria con lei. La vampira, la ragazza-volpe e la felina comunicarono all'istante tramite i loro pensieri che strategia prendere, ma vennero interrotte dal ragazzo-lupo, il quale caricò un pugno devastante contro Evelyn, poiché sembrava essere la mente pensante che stava elaborando l'attacco combinato. Inoltre avrebbe sbilanciato tutte e tre le nemiche, facendole rovinare a terra con un unico attacco: due piccioni con una fava insomma.
Mentre Ellery si trovava mezz'aria, Rage lanciò le due amiche ai lati della stanza. Misaki e Evelyn usarono come molla le loro gambe, presero forza con uno scatto simmetrico ed armonioso. Quando furono ad un passo dal ragazzo, si trasformarono in ibridi per potenziare il colpo che stavano per tirare.
Ellery sorrise. Finalmente stavano facendo gioco di squadra.
"Vi siete decise alla fine a collaborare, eh?" commentò Were portando tutto il peso verso il suo bersaglio, evitando di un soffio l'attacco nemico.
I due pugni si scontrarono fra loro, dando il via ad un'onda d'urto così potente da mandare tutti i presenti contro le pareti o il soffitto, facendone tremare le fondamenta.
Tutti e quattro i giovani si ritrovarono incastrati: Evelyn a destra e Misaki a sinistra, Rage al soffitto, schiacciata dal corpo di Ellery, il quale era riuscito a ferirla prima di rimanere anch'egli incastrato.
Le ragazze rimaste ai lati persero all'istante la loro forma ibrida, cadendo a terra prive di sensi a causa della botta. Ellery si tolse dalla sua scomoda posizione e scese a terra, arretrando con la mano e le ginocchia a terra per ammortizzare la caduta. La ragazza-vampiro lo seguì a ruota, cadendo però spossata a terra, accompagnata da un tonfo sordo che rimbombò nella sala. Una volta toccata terra, perse anche lei la forma ibrida, e con essa anche i sensi.
Ellery non ci pensò due volte a svegliarle brutalmente per riprendere gli allenamenti.
"Ugh... Che... Che diavolo..." bofonchiò Evelyn con la vista ancora appannata. Sentiva come se qualcuno la stesse brutalmente scrollando…
"Benvenuta nel mondo dei vivi!" sentì infatti Ellery dire, mentre la scuoteva per farla rinsavire "Avanti, aiutami a svegliare le altre. Durante i miei allenamenti non si dorme!" concluse poi con tono da velato ordine. Evelyn eseguì senza discutere, andando a svegliare Misaki.
Il maestro pensò invece a Rage, che riuscì a svegliare solamente comunicandogli la dipartita del sacco dei biscotti nell'onda d'urto.  
Il solo sentire quelle parole, al solo sentire che i biscotti erano andati persi per sempre, la costrinse ad aprire gli occhi ed alzarsi di scatto per controllare la situazione, ma stranamente, molto stranamente, controllò le due ragazze prima dei suoi amatissimi biscotti, che per sua fortuna erano ancora perfettamente intatti. Dopo essersi beccato uno sguardo parecchio alterato, il quale lasciava ben intravedere il messaggio: "La prossima volta che mi racconti una balla del genere sei morto sul serio.".
Were si rialzò noncurante e si rivolse a lei con un tono fra l'alterato e l'ironico: "Hai finito di controllare o dobbiamo aspettare fino all'alba Rage?"
"Certo, ho finito mammina!" rispose lei, scazzata, ma stranamente felice.
Un sorrisetto compiaciuto comparve anche sulla faccia di Evelyn e Misaki, avendo capito che la ragazza aveva fatto quel che aveva fatto. Quel sorrisetto scomparve subito, tramutato in una smorfia di disappunto verso il maestro, il quale stampò la faccia di Rage a terra, lasciandoci un'impronta a mo'di Walk of Fame.
"I biscotti. Ora." ordinò Ellery allungando la mano davanti alla sua faccia.
"Non li avrai mai!" intervenne Misaki, aiutando l'amica a rialzarsi.
"Se lei ha deciso di darceli, allora ci sarà un motivo o no?"
Ellery sorrise di nuovo. Divertito da questa pazzia che stavano facendo, iniziò a ridere fino alle lacrime, poi disse: "Ok, per questa volta passi, ma toccateli ancora senza il mio permesso e non rivedrete la luce del sole."
"Umpf, ok." sbuffarono le tre con tono di sufficienza.
"Volete tornare ad allenarvi sì o no? Forza ragazze, qui non si ozia!" le invitò Ellery, internamente felice di essere riuscito a rendere il trio più unito, anche se a loro insaputa.
"E che dovremmo fare questa volta?" chiese Evelyn.
"Qualcosa che vi sarà giusto un po'difficile..." rispose sorridente Were, avvicinando pollice e indice fin quasi a farli toccare tra loro.
"Oh cavolo, non è quello che penso, vero?" il tono di Misaki era tra lo svogliato e l'impaurito.
"Meditazione!" esultò il ragazzo-lupo, sapendo che per loro sarebbe stata una tortura umanamente inconcepibile.
Kitsune per poco non svenne.
"Ehy, tutto a posto?" chiese Evelyn all'amica trattenendola per una spalla.
"Col cazzo... Odio meditare!" rispose lei torturandosi gli occhiali, appoggiata dai commentini di Rage.
"A me piace! Non è poi così male…" esclamò Evelyn in risposta con un sorriso incoraggiante.
"Grazie dell'incoraggiamento Dark Rose. Almeno qualcuno dalla mia parte per una volta." la ringraziò Ellery alzando le braccia al cielo come se per lui esistesse qualche dio da ringraziare.  Rage si limitò a sbottare di fare in fretta, così avrebbe potuto andare di filato a dormire, ma venne interrotta da un sommesso balbettio: "Ehm... Ma... Come si medita?" chiese Kitsune. La caporeparto la guardò strano alzando le sopracciglia dalla sorpresa.
"Che strano... Hai origini giapponesi, vero Kitsune?"
"S... Sì. Ho vissuto per qualche anno in Giappone, ma non ho praticamente ricordi riguardo la mia infanzia, naturalmente. Perché me lo chiedi?" rispose lei roteano gli occhi da altre parti, non volendo forse affrontare l'argomento. Anche Evelyn fu sorpresa di ciò.
"Per i popoli orientali la meditazione è molto importante. Ho letto qualcosa riguardo questo." intervenne poi.
"Leggere? Oddio, io leggo solo manga!" ammise Rage ridacchiando.
"Siamo in due sorella!" esclamò Misaki dandole il cinque; subito in risposta Rage le diede una leggera gomitata sussurrandole: "Ehy... Ma non vi sembra che la cicatrice di Ellery sembri quella di un personaggio dei manga? Si chiamava Bya..."
"Preferirei che non parlaste della mia cicatrice!" le interruppe Were in tono freddo, ma visibilmente irritato.
"Ok ok, chiedo venia." rispose Rage in tono sincero. "Se non vuole che se ne parli, probabilmente c'è qualcosa dietro tutto ciò... Bah, lasciamo perdere. Non sono la tipa che ficca il naso nelle faccende degli altri." pensò fra sé e sé.
"Bene... Dicevamo? Ah, sì. La meditazione è un complicato rilassamento della mente e del corpo, utile per recuperare le energie e rafforzare la tempra, imparare a sopportare dure condizioni climatiche, perfino placare per un tempo indeterminato fame e sete." continuò la felina scuotendo l'indice e la testa allo stesso momento.
"Coff! Coff! Secchiona che imita l'omino sentenzioso! Coff! Coff!" disse Rage mascherando le parole centrali con vari colpi di tosse.
"Umpf che c'è di male se sono un po'acculturata?" rispose Evelyn divertita.
"Ora basta. Iniziamo." concluse Ellery, invitando le ragazze a sedersi e meditare una buona volta: le citate in causa si sedettero diligentemente a gambe incrociate, e per fare un po'di scena sovrapposero pollici ed indici, poggiando il dorso delle mani sulle ginocchia.
"Bene, ora svuotate la mente e concentratevi." disse Ellery mettendosi a sedere in una posa perfettamente simmetrica, appoggiando i palmi chiusi delle mani sulle cosce senza fare scena ed inarcando la schiena per rilassarsi. Immediatamente le tre allieve seguirono i suoi movimenti imitandolo il più possibile. Dopo che tutte e tre ebbero assunto la corretta posizione, Ellery tornò a parlare:
"Ora io cercherò di distrarvi in tutti i modi. Dal più stupido al più brutale. Voi non dovrete mai e dico mai perdere la calma, ok?" disse Ellery con un leggero sorrisino.
La meditazione proseguì per parecchi minuti, che diventarono magicamente due ore lunghissime.
Durante questo periodo non erano mancati gli errori, i pisolini e i lamenti, teatralmente accompagnati da stridore di denti, pianti e implorazioni: Ellery si divertiva un mondo a vederle lamentarsi come bambine mente le torturava a causa delle loro distrazioni. Infatti era stato così sadico da creare una tortura apposita e personale per ognuna di loro, per testare meglio le loro capacità.
In ordine di perdita di controllo, al primo posto andava Rage, che venne ripetutamente punzecchiata e stuzzicata in modo da farle perdere la concentrazione, ma presto riuscì a togliere dalla testa le voci e i suoni indesiderati, non prima di aver cercato di attaccare con un pugno i gioielli di Ellery, rimanendo però in posizione da meditazione.
Inutile dirlo, ogni tentativo andava puntualmente a vuoto.
Prendendo spunto dalla reazione precedentemente mostrata dalla volpina al suono del suo prezioso tesssoro impunemente sequestrato, Misaki aveva puntualmente importunata da tonnellate di biscotti posti sotto il suo faccino, facendole perdere spesso la concentrazione, con conseguente punizione di Were, ma dopo nemmeno mezz'ora aveva già appreso che non doveva deconcentrarsi e rimanere attenta, così avrebbero finito prima.
L'unica che sembrava non aver problemi a rimanere concentrata era Evelyn, probabilmente aiutata dal suo temperamento chiuso e tranquillo.
Nonostante le ripetute prove poste dal ragazzo-lupo, rimaneva in silenzio, senza muovere nemmeno un muscolo, finché ad Ellery venne la malsana idea di toccare i tasti sbagliati.
"Evelyn?! Stai andando bene... Penso che lo dirò a zio Hitler..." le sussurrò Ellery all'orecchio, per poi vedere la ragazza aprire gli occhi, spalancati e viola come ametisti, che si spinsero come fuochi di candele in una giornata ventosa.
"Non voglio sentir nominare quel nome mai più i mia presenza hai capito? Mai più!" Evy digrignò i denti fattisi acuminati d'improvviso e si ritrovò ad avere gli artigli della mano destra piantati sul viso del giovane insegnante, il quale, immobile, sembrava non percepirlo nemmeno. Compreso l'atto che aveva compiuto sembrò essere scossa da un fremito e si rimise in posizione di meditazione, agitata.
"Hai forse detto qualcosa?" chiese Ellery sarcasticamente.
L'allieva non rispose, come se non avesse neanche sentito la sua domanda, inspirando ed espirando profondamente nel tentativo di riacquistare il possesso delle sue mani che avevano preso a trasformarsi dalla forma umana a quella ibrida.
Resosi conto di aver trovato un nuovo limite ben preciso nella sua barriera mentale, il 'maestro' si rialzò in piedi e cominciò a punzecchiarla con i più infimi trucchi, sapendo che ormai aveva minato seriamente la concentrazione ferrea della ragazza. Dopo un numero di tentativi andati a vuoto, però, si accorse che era tornata in quello stato di catalessi che contraddistingueva i lontani monaci dei templi. La schiena perfettamente dritta, ogni muscolo immobile, come una statua di marmo, quasi come se avesse smesso di respirare.
Scuotendo la testa decise di lasciar perdere per un po'e controllare le altre allieve, ma con suo stupore vide che anche loro avevano raggiunto uno stato di rilassamento tale che la linea delle loro palpebre era appena distinguibile nell'omogeneità dei loro visi rilassati.
"Che dire, avete raggiunto l'obiettivo di base più in fretta di quanto mi aspettassi…" disse ad alta voce, constatando la totale assenza di segnale nelle sue tre monache tibetane.
"Una volpe…. Un gatto… E un pipistrello. E dire che non hanno niente in comune…" bofonchiò girandosi distrattamente un attimo, per poi scomparire nella tenebra. Pur essendo passato il test, l'allenamento doveva continuare…
Infatti, qualche minuto dopo, il nostro caro allenatore gonfio di sadismo ed ilarità tornò nella sala delle armi con in mano due oggetti che sicuramente avrebbero scatenato le ire di almeno una delle sue ottuse apprendiste. Ma molto probabilmente non ce ne sarebbe stato bisogno.
"Uff, allora…" disse leggermente stanco per via dell'orario "Cominciamo da questo…" e prese saldamente con la mano sinistra l'impugnatura di una spada bianca. Appoggiando la punta della lama contro il terreno, alzò una gamba e cominciò a fare lentamente forza col piede sul lato piatto della spada, che incominciò a piegarsi di un poco.
Quell'unico suono bastò ad incrinare un'intera ora di meditazione indisturbata.
Con uno scatto in avanti degno di una molla compressa a dimensioni infinitesimali, si ritrovò a stringere il collo del ragazzo-lupo con gli occhi fuori dalle orbite e un'ansimazione inaspettata.
"Eliminaaata." sentenziò Were guardandola pacatamente, senza reagire, togliendo il piede dalla spada e consegnandola con delicatezza nelle sue mani, una volta che lei si fu staccata ovvio. Rage non poté fare a meno di osservare avvilita fra le sue mani il suo ricordo, che l'aveva più volte ferita nel presente e legata a quei tristi ricordi…
"Ok basta così, avete imparato come si medita e per oggi è tardi, ho sonno e voglio andare a dormire, quindi la lezione è finita. Domani imparerete ad entrare in meditazione in battaglia per focalizzare i colpi e non spendere tutta quell'energia che vi fa crollare subito…" asserì poi facendo segno di alzarsi e di filare subito nelle proprie stanze: al suono di queste parole la mente vuota di Kitsune si riempì della gioia immensa del meritato riposo che attendeva e, ritrovata la stabilità degli arti, scattò in piedi e con un sonoro 'YAAAAWN…' si accinse ad accomiatarsi.
Anche Evelyn, una volta ricevuto un leggero scossone, riprese lentamente conoscenza e si rialzò, venendo però bloccata e ributtata a terra con violenza da Ellery.
"EHY!" Misaki intervenne in difesa della sua amica ma un secondo spintone la fece cadere a gambe all'aria.
"Tu no." Disse grave Ellery guardando serio la felina.
"M…ma perché?" chiese flebilmente la ragazza avvilita, sentendosi in colpa per aver forse sbagliato qualcosa nella prova, qualcosa che non riusciva a capire.
Il maestro le si avvicinò a tre centimetri dal viso, facendola indietreggiare, socchiuse gli occhi: "Per questo." disse indicandosi i segni profondi degli artigli sul viso dal quale alcuni rivoletti di sangue si erano seccati da poco.
"Questa grave mancanza di rispetto comporta una punizione: tu resterai qui. Tutta la notte."
"…Stai scherzando vero?" Rage lo guardò di traverso, ma la sua occhiata fu ricambiata da una molto più ferma e severa.
"Andate a dormire. Ora."
"Ma..."
"Va bene." disse Evy, con un mesto sorriso "Va bene così."
Lentamente, sia Rage che Misaki si allontanarono verso le loro stanze. Ellery le osservò chiudersi la porta dietro di loro, diede un ultimo sguardo all'allieva che ritornava in posizione di meditazione tra gli sbadigli e, lanciando una veloce occhiata sulla sua cicatrice, infastidito dal precedente commento che ancora gli ronzava in testa, e sparì nell'ombra.



THA NEXT DAAAAAAAYYY…
Evelyn: "Broccoli…"
Misaki: "Evy, sono io, Misaki… Ti prego torna in te…"
Evelyn: "AAAH CHI VA LÁ!? …W-what?"
Misaki: "S-sono io, svegliati! Sei rimasta in meditazione tutta la notte, ti è andato in pappa il cervello? Potevi tornartene a letto…"
Evelyn: "…Voglio dei broccoli."
Misaki: "…. Mi sa che stai ancora dormendo. Tu odi i broccoli."
Evelyn: *Buuurp* "Ho così fame che potrei mangiare anche quelli."
Misaki: -____-  "Dai vieni a letto che è meglio…"
???: "EHILÁ, pronte per una nuova giornata di allenamenti?"
Misaki: "ELLERY? Già a quest’ora?"
Ellery: "Sì, non è fantastico? Il mattino ha l’oro in bocca, dice il saggio!"
Evelyn: *sviene*



Ne approfitto per dire che ho creato una pagina Facebook. Si chiama come la storia... Spero che mettiate tanti like! Appena arrivo ad un numero ragionevole, pubblico curiosità e disegni!!! :p
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Azione / Vai alla pagina dell'autore: Rage The Soldier