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Autore: BloodGirl    15/11/2014    1 recensioni
Si avvicinò ad un ennesimo soldato. Ancora con l'intera armatura, il volto verso il cielo. Non aveva un braccio. Al posto di questo, vi era una lancia conficcata nel corpo. L'altro braccio era intatto. La sua unica mano era ancora avvolta intorno all'impugnatura di una spada.
Giovanna gli si avvicinò. Vi si inginocchiò accanto. Disse parole di preghiera, con le mani giunte.
Capiva il dolore che il soldato stava provando. La sua autocommiserazione aveva lo stesso sapore di un bacio col demonio. Freddo e aspro, come il limone. Che nel cielo, splendeva su quel mucchio di amici stesi a terra.

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Eccomi con un ennesima one-shot. Sembra molto corta perché supera appena di 95 parole il limite di EFP. Quindi secondo lui è una one-shot. Spero vi piaccia e se lasciate una recensione è ben accetta ^^
Genere: Guerra, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jeanne D'Arc, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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**Champ**

Vi era il nulla.
In un campo, fatto di terreno vi era il nulla.
La terra però,  era vita.
Ma sopra questo campo, fatto di terra solo morte.
Nessuna speranza, nessun sogno.
Solo il nulla, morte e distruzione.
Una sconfitta.
Quello non era un normale campo. Era un campo di battaglia.

Giovanna D'Arco e i suoi fedeli soldati avevano perso. Lei l'unica sopravvissuta.
Camminava tra i morti, i suoi compagni caduti seguendo i suoi comandi.
E piangeva. Sul viso le scendevano calde, amare lacrime. Mentre benediceva ogni suo compagno disteso a terra. Senza vita.
Era convinta che così non avrebbero sofferto, guidati dalla luce del Signore. Ma nel profondo sapeva che non era vero.
Era stata lei a provocare  loro un simile dolore. Non poteva perdonarselo.  È come se li avesse spinti lei verso la morte. E loro le avevano fatto da supporto per un suo capriccio.
Ora non era neanche più sicura di aver udito la voce del Signore.
I suoi amici, coloro che le avevano dato fiducia erano morti. E lei sapeva.
Di lì a poco anche per lei sarebbe giunta la sua ora.

Si avvicinò ad un ennesimo soldato. Ancora con l'intera armatura, il volto verso il cielo. Non aveva un braccio. Al posto di questo, vi era una lancia conficcata nel corpo. L'altro braccio era intatto. La sua unica mano era ancora avvolta intorno all'impugnatura di una spada.
Giovanna gli si avvicinò. Vi si inginocchiò accanto. Disse parole di preghiera, con le mani giunte.
Capiva il dolore che il soldato stava provando. La sua autocommiserazione aveva lo stesso sapore di un bacio col demonio. Freddo e aspro, come il limone. Che nel cielo, splendeva su quel mucchio di amici stesi a terra.
Fece il segno della croce e si rialzò, pronunciando un flebile saluto per non svegliarlo.
Però,  appena si rivolse al compagno successivo, le parve di vedere un movimento del soldato senza il braccio.

Piccole e flebile, come il sussulto di un dito.
Allora si inginocchiò di nuovo. Lo osservò meglio. Non si era immaginata nulla. Aveva visto quel soldato muovere un dito dell'unica sua mano. Ne era certa. Il Signore glielo aveva detto.
Quindi avvolse delicatamente le mani intorno all'elmo. Lo sfilò di qualche centimetro. Da quel piccolo gesto capì subito che si trattava ancora di un ragazzo. Così giovane e già la sua vita era finita.
Terminò, con movimenti delicati, di levare il copricapo al soldato.
Liberò nello stesso istante un viso angelico, con una chioma rosa, legata in due codini, ormai disfatti e anche insanguinati.
Giovanna lo riconobbe subito.
Il suo viso, i suoi occhi chiusi,  il suo sorriso ormai spento. Tutto si ricordava. Una lacrima le scese lungo una guancia, formando una crepa sul suo viso.
Ma poi, questi, aprì gli occhi. Erano spenti, morti. Ormai nel mondo degli Inferi.
  -  Ti prego...uccidimi....-
Gli chiese con flebile voce, quasi un sussurro.
Giovanna non aveva cuore. Non poteva. Era un suo amico.
Anche se gli avrebbe risparmiato un dolore immenso, non poteva.
Ma si fece forza.
Prese la spada che il suo amico teneva debolmente.
La guardava come si guarda la speranza. Con un filo di malinconia per la vita che da li a poco gli sarebbe stata tolta. Chiuse gli occhi.
Fece un ultimo sospiro. Con tutta l'aria che gli rimaneva nei polmoni. Quella poca aria che gli restava.
Sentì l'aria sibilare e percepì Giovanna abbassare la spada sul suo collo.
Un solo secondo.
Un solo istante.
Una vita finita.
Un piano disperato scoppiò in quel campo di terra pieno di morte e desolazione.
   
 
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