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Autore: Yasha 26    15/11/2014    13 recensioni
Mi volto verso la foto sul comodino e la prendo tra le mani. Ritrae me e la mamma sedute al parco, sotto una distesa immensa di ciliegi in fiore. “La Via dei Ciliegi” l’ha soprannominato lei quel posto. E' qui che mi rifugio quando voglio pensarla, restando ore ed ore seduta sulla stessa panchina su cui era solita sedersi lei.
***
Resto immobile a terra, rannicchiata su me stessa. Piango e prego che la sua furia si plachi in fretta, non potendo far altro.
Vedi InuYasha Taisho? Sono queste le uniche lacrime che mi concedo ogni maledetto giorno della mia vita e che non dedicherò mai a te!
IN REVISIONE GRAMMATICALE
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: inu taisho, Inuyasha, izayoi, Kagome, Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Non la sopporto! Dannata stupida ragazzina! Per una volta che sono gentile lei si incazza pure.
E’ la ragazza più antipatica dell’intero liceo. Sempre sulle sue, non da mai confidenza a nessuno. Ha sempre quell’aria da “io sono superiore a voi feccia, quindi statemi alla larga”. Mi fa una rabbia! Chi si crede di essere?
E pensare che quando l’ho conosciuta il primo giorno di scuola mi era pure piaciuta, ma tutte le volte che ho provato a parlarle mi ha sempre snobbato, con una scusa o con l’altra.
Sciocca boriosa, presuntuosa e pure stronza! Odio essere ignorato, soprattutto quando ci faccio una figura di merda, quindi a mali estremi, estremi rimedi. Perseguitarla è il modo migliore per vendicarmi dell’indifferenza che rivolge sempre a tutti. Non l’ho mai vista fare amicizia con nessuna ragazza. È sempre da sola. Dobbiamo farle proprio schifo. Beh la cosa è reciproca! Non la sopporta nessuno, sta sui coglioni all’intero istituto.
Ma poi come cavolo si concia? Sembra uscita da un circo. Forse nemmeno una bagascia si concia così come lei per andare a battere. E sì che quando non si truccava era pure carina.
 
-Mi spieghi perché continui a maltrattare quella ragazza? Essere ignorato ti brucia così tanto? Che le hai combinato stavolta?-    vengo quasi assalito dal solito rompicoglioni non appena  rientro in classe
Gli altri due devono aver raccontato quello che è accaduto in terrazza. Inutili cagasotto. Prima mi seguono come ombre e poi se la fanno addosso.
-Chiudi la bocca Miroku, o ti ci ficco un pugno dentro!-     replico infastidito  
-Devi prima riuscirci, sono più forte di te!-    sghignazza lui
-Non sarò cintura nera come te, ma i pugni so darli, quindi taci!-       gli intimo guardandolo minaccioso
Il fatto di fare karate non lo rende certo imbattibile, come crede lui. Soprattutto quando sono di pessimo umore, quindi meglio non provocarmi.
-Non hai comunque risposto alla domanda. Perché ti diverti così tanto a maltrattarla? Le tue “vallette” mi hanno raccontato cos’hai combinato in terrazzo. Ti sembrano modi di comportarsi, stupido imbecille?!-      ripete, dandomi uno scappellotto dietro al collo
-Ginta e Hakkaku non sono le mie “vallette”, mi rispettano solamente, idiota! Comunque non vedo cosa importi a te quel faccio e a chi lo faccio.-
-In quanto tuo fratello maggiore mi importa eccome! Devi finirla di perseguitare quella Higurashi, o prima o poi ti finirà male! Pensa se in questo momento fosse andata dal preside a raccontare che trattamento le hai riservato? Potrebbero espellerti ,stupido!-
-Dannazione… non c’ho pensato.-
-Perché, sei in grado di pensare?-
-Piantala! Il fatto di avere due anni più di me non ti da diritto di offendermi. Soprattutto considerando che sei stato bocciato già due volte!-    gli ricordo nel caso lo avesse scordato
-Può darsi faccia schifo nello studio, ma almeno non faccio disperare mamma, come te! Se prima di parlare collegassi il cervello alla lingua, forse non faresti così tanti casini. Vai a cercarla e chiedile scusa, prima che ti sbattano fuori una volta per tutte.-
-Non ci penso proprio! E poi dove dovrei cercarla?-
-In direzione no?! Vai e sbrigati, o preparati a non vedere più la luce del giorno ed una linea Wi-Fi per anni, se ti espellono.-
In effetti la prospettiva di essere messo in punizione, soprattutto ora che non sono più un bambino, non mi piace per niente.
-E che palle!-   sbuffo e vado a cercarla, chiedendo prima il permesso al professore appena entrato
La cerco in direzione ma non la vedo. L’ufficio del preside è chiuso però, che sia già dentro?
-Ehi Kaede, sa se nell’ufficio del preside c’è una ragazza vestita e truccata strana?-   chiedo alla segretaria, amica di mia mamma da una vita
-Una certa Kagome per caso?-
-Sì proprio lei.-    affermo preoccupato
Quindi è davvero venuta qui. Mi sa che sono nei guai!
-E’ passata neanche cinque minuti fa per dire che tornava a casa, non stava molto bene. Per caso la conosci? E’ una tua amica?-
-Diciamo. Quindi ha solo chiesto il permesso di andar via?-      chiedo più sollevato
-Sì, perché? E’ successo qualcosa?-
-No no, ero solo curioso. Senta Kaede, non è che potrebbe farmi un grandissimo favore?-
-Sentiamo prima quale…-
 
Non so perché, ma ho deciso di cercarla ugualmente, anche se non mi ha denunciato al preside. Kaede mi ha firmato un permesso per uscire un’ora. Non dovrebbe essere molto lontana, quindi dovrebbe bastare. La cerco nei dintorni della scuola, finchè la vedo. Noto che si è cambiata la divisa che le ho tagliato. La teneva nell’armadietto? Tipa strana!
Sta prendendo una strada diversa da quella che le vedo fare solitamente quando torna a casa. Da quello che so vive in un tempio shintoista non lontano da qui, e non si trova certo nella direzione che sta prendendo. Dove starà andando?
La seguo cercando di non farmi vedere. Prende strade e stradine secondarie per arrivare infine al parco Ueno. Ma che accidenti c’è venuta a fare qui? Non stava male?
Si addentra per i viali alberati, dove la seguo, poi si siede su una delle panchine. Mi avvicino cauto, nascosto tra i cespugli. Resta immobile a guardare il nulla davanti a sé, poi alza la testa per guardare interessata fra gli alberi. Che ha visto? Vi guardo anch’ io, ma vedo solo degli alberi spelacchiati che perdono foglie a causa dell’autunno.
-Mamma...-   le sento pronunciare, così mi volto verso di lei, rimanendo sorpreso nel vederle  gli occhi pieni di lacrime
In questi anni ho provato in ogni modo a farla piangere, a farla cedere e ad implorarmi di lasciarla stare, ma non l’ha mai fatto. Se stamattina ha pianto è stato per un dolore non causato da me, ma da lei stessa. E questo mi fa ancora più rabbia!
-…mamma ti prego, aiutami tu, o non arriverò viva ai vent’anni anni. Ti prego proteggimi da quel mostro ancora per un po’. Dammi la forza di resistere.-          prega in un fiume di lacrime, che mai avrei creduto di vedere
Ma che significa? Non crede arriverà viva alla maggiore età? Perché? E poi a chi si riferisce chiamandolo mostro? A me per caso? Crede forse voglia ucciderla? No, mi sembra improbabile. Se fosse spaventata da me reagirebbe diversamente quando la maltratto, invece quelle volte sembra del tutto assente, come se le scivolasse tutto addosso. Non è mai sembrata intimorita da me, anzi direi il contrario.
A chi può riferirsi allora? E poi quella scottatura? È un posto insolito su cui gettarsi maldestramente brodo bollente, dalla spalla in giù. Teneva per caso la ciotola in bilico sulla testa? Se versi un liquido caldo ti scotti le mani o le gambe se ti casca la pentola, ma tutto il braccio…e poi con un’ ustione del genere perché non è andata in ospedale? Ha perfino rifiutato d’essere visitata in infermeria.
Quella Higurashi nasconde qualcosa, ed io voglio scoprire cosa! Così magari trovo il modo di poterla ferire sul serio, perché le semplici offese non funzionano. Ci vuole qualcosa di maggior impatto emotivo.
Preparati Higurashi…presto sarai lo zimbello di tutto l’istituto Sengoku! Così la pianterai con quell’atteggiamento di superiorità del cazzo!
InuYasha…sei un genio!
 
 
Il giorno dopo fingo non sia accaduto nulla e le dedico sempre quei tre o quattro insulti, così per non dare nell’occhio. Quando poi esce da scuola la seguo passo passo, spiando ogni suo movimento. Lo stesso faccio la mattina presto quando esce da casa, e così via  per altri giorni.
Finora non ho scoperto nulla. Ha una vita molto noiosa. Porta il fratellino all’asilo e poi viene a scuola, quando esce va a riprenderlo e ritorna a casa. Da quello che ho capito non ha una vita sociale nemmeno fuori dal liceo, ed è strano per una ragazza della sua età. Le uniche uscite che fa sono per andare al supermercato ed in farmacia. Ma che ci andrà a fare così spesso in farmacia poi? Ogni volta esce con un sacchetto pieno di roba. Ma la cosa strana che ho notato è che cambia sempre farmacia, non va mai nella stessa. Non è che si droga di farmaci? Ciò spiegherebbe molte cose.
Ho scoperto che la madre è venuta a mancare quattro anni fa, quindi in casa ci sono lei, il fratello ed il padre, che non ho mai visto. Non l’ho mai notato entrare o uscire in nessuno degli orari in cui seguo Higurashi. Forse lavora di notte. Vuol dire mi apposterò anche la notte, magari al venerdì e al sabato visto che non c’è scuola il giorno dopo.
Devo scoprire che combinano in quella casa, perché di sicuro qualcosa succede. Me lo sento!
Forse quella pazza tiene il padre segregato in cantina, legato da qualche parte e lo picchia anche, e tutti quei farmaci serviranno per curargli le varie ferite. Oppure, cosa più credibile, è malato e lei lo cura. Ma ciò non spiegherebbe il suo comportamento assurdo. La mia prima ipotesi che fosse una emo è sfumata subito, quindi perché conciarsi in quel modo ridicolo? Mi farà diventare pazzo!
 
E’ pomeriggio quando prendo le chiavi della moto per andare a vedere cosa fa quella stramboide, quando mia madre mi chiama.
-Tesoro, stasera viene papà a cena, non uscire.-     mi avverte lei
-Col cazzo! Proprio perché quello stronzo viene io scappo via!-    dico facendo per uscire di corsa
-Ancora questa storia? Non essere così offensivo quando parli di lui! E’ tuo padre, e merita rispetto!-    mi rimprovera lei
-Rispetto? Parli di rispetto mamma??? Ti ha forse “rispettata” quando ti tradiva? Ti ha per caso “rispettata” quando ti ha confessato che la sua amante era incinta? Ha “rispettato” te ed i suoi figli quando se n’è andato per vivere con quella sgualdrina? Non mi pare proprio! Quindi perché io dovrei rispettare lui? Eh?-     esclamo furioso sottolineando più volte quella maledetta parole
-Ciò che è accaduto tra me e lui non deve riguardarti. Non ti ha mai fatto mancare nulla anche se è andato via. Ha sempre mantenuto il suo ruolo di padre, sia fisicamente che economicamente. Capisco tu sia ferito, ma questo non giustifica il tuo odio nei suoi confronti.-
-Ma come puoi difenderlo? Ma che donna sei? Accetti il tradimento senza batter ciglio? Lo inviti anche a cena come se nulla fosse. La bella famigliola allargata. Già che ci sei invita a cena la sua amante, magari le cose a tre vi piacciono!-        sputo velenoso, beccandomi subito dopo un suo schiaffo
-Come ti permetti? Adesso stai esagerando ragazzino! Finora ho avuto pazienza perché comprendevo il tuo dolore, ma adesso hai superato ogni limite! Da oggi le cose in questa casa cambiano. Hai finito di fare i tuoi comodi. Per cominciare stasera non esci, anzi non uscirai per un bel po’, tranne che per andare a scuola. Quando verrà tuo padre ti comporterai come si deve, sedendoti a cena con noi e conversando civilmente, o insieme le uscite dimenticati cellulare, computer, Xbox e paghetta. Sono stata chiara?-         sbraita furente
Allora qualche emozione ce l’ha?! La credevo peggio del granito data la sua impassibilità a tutto!
-Più che capirmi mi hai psicanalizzato grazie al tuo lavoro del cazzo! Se avessi svolto il tuo ruolo di madre invece di quello di psicologa e assistente sociale forse non saremmo a questo punto! Odio la tua passività, odio il tuo lasciarti trattare da zerbino senza obiettare mai, odio la tua indifferenza quando ne parli! Sei mia madre accidenti! Non credi sia normale che come figlio detesti il modo in cui ti ha trattata? Non dico debba lanciargli i coltelli quando lo vedi, però mi è inaccettabile vederti seduta allo stesso tavolo con lui a conversare amabilmente come se nulla fosse, quando sai che finito qui tornerà tra le braccia della sua amante e della nuova famiglia che ha creato con lei . Ok la civiltà, ma tu esageri! Vuoi togliermi tutto? Fallo, ma io continuerò a detestare l’uomo che mentre ci sorrideva come se fosse felice di stare con noi, si scopava una ragazzina con la metà dei suoi anni, mettendola pure incita. Fingi pure che tutto questo sia normale mamma, ma non chiedere a me di fare altrettanto!-        replico ignorando le sue urla ed uscendo ugualmente
Fanculo anche lei!
Come fa a sopportare una situazione del genere? La bella famiglia del cazzo! Apparenze che sono più importanti da mostrare rispetto i propri sentimenti!
La odio! Esattamente come odio mio padre! Ha rovinato la nostra famiglia, se n’è andato di punto in bianco, dicendo che aveva una nuova famiglia a cui pensare. Già… e quella vecchia? Non serviva più ovviamente.
Mamma dice che non ha mai fatto mancare la sua presenza come padre. Certo, venire a cena al fine settimana vuol dire fare il padre?!
Ma dov’è quando Miroku ha i tornei regionali di karate? Dov’è quando organizzo delle serate per suonare la chitarra elettrica che LUI ha insistito per comprarmi? Dov’è quando la scuola organizza feste in cui si porta la famiglia? Dov’è per le festività? Dove cazzo è quando ho bisogno di un suo consiglio come uomo? Semplice, con la sua nuova famigliola felice e le sue due nuove figliolette. Noi non contiamo più, tranne che per una cena.
Sfreccio veloce con la mia inseparabile moto attraversando la città ed ignorando anche i semafori. Almeno questo mi rilassa un po’.
È già buio da un pezzo, vediamo che fa la sfigata. Pensare a come maltrattare quest’altra invertebrata è l’unica soddisfazione che ho. Pure questa Higurashi…come può sopportare tutto quello che le faccio senza batter ciglio? Le donne stanno diventando tutte prive di carattere? Ma troverò il modo di farla piangere davanti a tutti, questo sfizio non me lo toglie nessuno. Devo solo trovare il suo punto debole e sarà fatta!
 
Ho passato diverse ore a spiare la casa di Higurashi, ma non ho notato alcun movimento strano, tranne quando lei è uscita a gettare l’immondizia, così con le scatole piene me ne ritorno a casa.
È tutto buio e silenzioso. Temevo avrei trovato mia madre alzata ad aspettarmi per farmi la ramanzina.
-Dove sei stato finora?-     chiede Miroku sbucando dalla sua stanza
-In giro.-     rispondo vago
-InuYasha, sono le tre di notte! Cosa combini a quest’ora?-
Ok ho sbagliato persona, non è mamma a farmi la predica, ma mio fratello.
-Né bevo né mi drogo se è questo che pensi, credo si noti dalla mia lucidità, no?-   gli faccio notare scocciato
-Vero. Allora mi spieghi che fai?-
-Te l’ho detto, solo un giro per schiarirmi le idee.-  
-Va bene ho capito. Vedi di non combinare guai, intesi?-     raccomanda perplesso
-Sì sì, ho capito!-   sbuffo spazientito
-Papà c’è rimasto male quando non ti ha trovato.-    mi informa senza che nessuno gli abbia chiesto nulla
-Sapessi quanto me ne importa!-     alzo gli occhi al cielo infastidito
-E neppure di nostra madre t’importa? Quando sei andato via è scoppiata in lacrime per le cattiverie che le hai detto Non avresti dovuto.-     mi rimprovera severo
-Lei ha ciò che ha voluto. Si trova in questa situazione perché lo vuole lei.-    
-Ma non è giusto farglielo pesare così!-
-Così come non è giusto che mi costringa a fingere di volere papà nella mia vita. Lui non vuole me ed io non voglio lui. Semplice no?-   ribatto irritato
-Ma non è affatto così!-   insiste provando a convincermi
-Senti, ho sonno, vado a dormire. Notte!-    lo saluto defilandomi subito, così da non dovermi subire ancora la paternale da lui
Non mi importa se mancavo al mio caro paparino. Anzi, forse capisce che si prova quando aspetti qualcuno che sai non verrà!
Mi butto a letto, distraendomi e pensando ad una strategia per avvicinarmi ad Higurashi in altri modi diversi dal pedinamento, o non arriverò mai a nulla.
Penso e penso ma non mi viene in mente nulla, oltre al sonno. Continuerò a pensare domani mi sa.
 
-Che peccato, oggi Higurashi non è venuta. Strano da parte sua che non salta mai un giorno. Avevo voglia di divertirmi un po’.-    sbuffa Ginta al mio fianco, mentre osserviamo le ragazze giocare a palla a volo
Passatempo decisamente migliore che correre con gli altri e stancarmi inutilmente.
Comunque è vero, quella tipa non ha mai saltato un giorno di scuola. Che avrà avuto da fare per non poter venire? Ho tutta l’intenzione di scoprirlo!
-Ehi capo, dove vai?-   chiede l’altro imbecille, Hakkaku, quando vede alzarmi
-Vi ho detto e ripetuto che non sono il capo di nessuno, idioti!-        sbotto irritato andandomene senza dare spiegazioni, non vedo perché dovrei
Passo da Kaede fingendo un forte dolore allo stomaco e chiedendo di potermene andare. Ottenuto il permesso mi precipito a casa della stramba. Mi apposto dietro un grosso albero del suo giardino quando la vedo uscire da casa. Fa qualche passo per poi arrivare ad una panchina su cui si siede. Sta parlando con qualcuno al telefono e tiene una busta di piselli congelati sulla testa. Avrà sbattuto? È per questo che non è venuta a scuola oggi? Per una leggera botta alla testa?
-Sango, tranquilla. Non ho bisogno di nessun dottore. Ti ho detto che sto bene.-       dice togliendo dalla fronte  la busta e rivelando una grossa chiazza violacea
Deve aver preso una bella botta mi sa.
-Sì lo so anch’ io, ma non posso, lo sai.-      sospira, come rassegnata
Ora che la guardo meglio, vedo che non ha un filo di trucco. I capelli sono raccolti in un’alta coda che le lascia libero il viso, sempre coperto da essi. Sembra un’altra. Ha un viso che sembra di porcellana. Gli occhi, senza tutta quella matitaccia nera, mostrano delle splendenti iridi azzurro/grigio, che non avevo mai notato.
E’…è…davvero bella!
Ma siamo sicuri che sia la stessa Higurashi che sta ogni giorno in classe con me?
Non ho più seguito la sua conversazione tanto ero preso dal guardarla. Accidenti! Chiude la chiamata e poggia il telefono sulla panchina in legno.
-Sorellina! L’acqua bolle!-     la chiama quello che riconosco essere suo fratello
-Eccomi!-     risponde alzandosi e rientrando in casa
Noto che ha scordato il cellulare sulla panchina. Mmmh…come non approfittarne?
Lo prendo e scorro sulla rubrica per vedere che numeri ha, ma la trovo quasi vuota. Ha solo il numero della scuola, dell’asilo, del fisso di casa  e di quella Sango con cui parlava. E quello del padre? Dei nonni? Della famiglia in generale? Amici, anche solo conoscenti? Ma non parla con nessuno quella ragazza? E’ ancora più stramba di quello che credessi. Asociale fino al midollo!
Dal suo cellulare digito il mio numero e mi chiamo, così che mi rimanga memorizzato. Poi, non so perché e cosa mi spinga a farlo, memorizzo il mio numero nella sua rubrica. Potrei chiamarla in modo anonimo per romperle le scatole però, preferisco veda il mio numero, non voglio certo nascondermi.
Stando attento che non corra a riprendersi il cellulare, entro nella cartella delle foto e quella che vedo sullo schermo non sembra affatto lei. C’è una ragazza sorridente con in braccio un bambino che l’abbraccia felice. Sono quasi tutte foto con lei ed il fratellino. In alcune è truccata, in altre no. Ci sono foto anche di una ragazza, suppongo sia Sango. Scorrendo ancora le foto ci sono immagini di una donna molto bella, dall’aria dolce e amorevole, la madre immagino, ma ancora nessuna del padre. Ma non è che è morto anche lui e la sfigata non ne denuncia la morte per non finire in un istituto? Magari lo tiene dentro al congelatore, come nei film. Questo è da scoprire assolutamente!
All’improvviso il cellulare inizia a suonare tra le mie mani, mostrando la scritta “casa”. Forse sta cercando il cellulare chiamandosi col numero di casa per sentirlo squillare. Lo riposo sulla panchina e mi nascondo nuovamente, finchè non la vedo correre in giardino.
-Ecco dove l’avevo lasciato. Potevo anche mettere sottosopra casa, non lo avrei trovato di certo.-      dice mettendoselo in tasca e rientrando
Guardo il suo numero sul mio cellulare. Sarà molto divertente da adesso in poi!
 
 
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Oggi sono costretta a restare a casa. Ho un mal di testa fortissimo.
Anche ieri sera, per cambiare, papà se l’è presa per qualche sciocchezza. Pur non avendomi propriamente picchiata, mi ha dato uno spintone che mi ha fatto perdere l’equilibrio, finendo col battere la testa contro il bracciolo della poltrona. Fortuna che non sono finita addosso al tavolino di vetro poco più avanti e che non fosse qualcosa di spigoloso, o non sarei più tra i vivi. Però la botta ha fatto male ugualmente, accidenti! Non ho chiuso occhio e sono mezza morta di sonno.
Ho fatto restare in casa anche Sota. Non me la sento proprio di uscire.
Però, già che sono a casa di mattina, potrei chiamare Sango! Mi manca.  A causa del fuso orario non ho mai tempo di sentirla se non la domenica.
Quando mi ha detto che i suoi genitori dovevano trasferirsi a Los Angeles, mi sono sentita smarrita. Allontanarmi dalla mia migliore amica è stato il secondo dolore più grande dopo la morte di mamma. Solo i Kami sanno quanta solitudine provo da quando se n’è andata. Era come mia sorella. Era un gran conforto averla vicina.
Comunque basta pensieri tristi su…che ore saranno in California adesso? Qui sono le undici del mattino, meno diciassette ore di fuso orario… da le sono le sei di sera. Perfetto!
-“Kagome! Che succede? Tutto bene? Dove sei???”-       risponde ansiosa al secondo squillo
Ma sta col telefono dietro?
-Ehi, ciao anche a te amica mia. Sono felice anch’ io di sentirti.-      ironizzo divertita, mentre le sento tirare un sospiro di sollievo alla mia battuta
-“Non è divertente! È insolito sentirti durante la settimana Kagome! Ci sentiamo solo la domenica. È normale mi preoccupi sentirti di mercoledì. Non sei a scuola?”-
-Lo so hai ragione scusa, non volevo prenderti in giro. Comunque no, sono a casa oggi. Ho un po’ di mal di testa, così ne ho approfittato per sentirti.-    le spiego, mettendo su l’acqua per preparare il pranzo
-“Mal di testa? Causato da cosa stavolta?”-       chiede con voce nuovamente preoccupata
-Bracciolo della poltrona. Mi è andata bene tutto sommato, ho solo un livido sulla fronte. Sono atterrata sul morbido!-      scherzo per sdrammatizzare, mentre prendo un pacco di piselli surgelati per darmi un po’ di sollievo dal dolore. Il ghiaccio l’ho finito tutto ieri sera
-“Hai battuto la testa? Kagome, devi correre in ospedale! Potrebbe essere pericoloso.”-    dice allarmata
-Ma che…è solo un bernoccolo. Sparirà in due o tre giorni, non preoccuparti.-   la rassicuro guardando il giardino assolato dalla finestra della cucina
Ho voglia di prendere una boccata d’aria. Tanto qui al tempio non viene mai nessuno. I cento gradini da fare per salire qui su pesano troppo ai fedeli. Buon per me che non ho bisogno di agghindarmi come al solito.
-“Invece io dico che è meglio se vai in ospedale! E se il mal di testa fosse dovuto da una commozione? Devi farti visitare!”-   
-Sango, tranquilla. Non ho bisogno di nessun dottore. Ti ho detto che sto bene.-       le ripeto sedendomi su una panchina del giardino
-“Ma se sei rimasta a casa per il mal di testa vuol dire che è forte. Ci sei andata anche con mezzo braccio ustionato senza fare una piega! Anche se era qualcosa di relativamente morbido potresti esserti fatta più male di quello che pensi. La testa è delicata Kagome.”-        insiste preoccupata
-Sì lo so anch’io, ma non posso, lo sai.-     
-“So solamente che quella bestia finirà con l’ucciderti…ed io non sono lì ad aiutarti!”-       dice con voce incrinata
-Mi aiuti eccome Sango. Anche se non sei qui, mi aiuta sentirti e sapere che mi vuoi bene. Per quanto riguarda lui…tranquilla so difendermi.-    mento per tranquillizzarla
Sì, posso difendermi, ma fino ad un certo punto. La sua forza non è nemmeno paragonabile alla mia che rasenta lo zero spaccato.
-“Come vorrei venire a prendere te e Sota e liberarvi da quell’essere!”-   
-Mi basta sapere che i tuoi saranno disposti ad ospitarci quando sarò maggiorenne. Tranquilla che me la cavo amica mia. Presto mi avrai tra i piedi a chiederti di farmi visitare la famosissima città degli angeli.-
-“Ed io sarò felicissima di farti da cicerone!”-
-Ora ti saluto Sango. Vado a preparare il pranzo. Speriamo che quel folle rientri più tardi possibile.-
-“Ok Kagome. Ci sentiamo domenica?”-
-Non devi nemmeno chiederlo, ovvio che sì. A domenica.-  chiudo dopo gli ultimi saluti
Devo tenere duro e aspettare. Poi la mia vita cambierà, lontano da qui, lontano da lui, lontano da Taisho e da tutti quelli che mi danno il tormento.
“Pazienza…prova ad avere solo un po’ di pazienza, abbi solo un po’ di pazienza” cantano i Take That. Ed io devo farmi forte di questa…la pazienza!
-Sorellina! L’acqua bolle!-     mi chiama Sota
-Eccomi!-     rispondo rientrando per cuocere le verdure per il pranzo
Poco dopo cerco il cellulare per vedere che ore sono, ma non lo trovo. Dove l’ho lasciato? Mi arrendo dopo dieci minuti, così decido di farlo squillare, chiamandomi col telefono di casa. In giro non lo sento suonare, com’è possibile se l’avevo tra le mani fino a poco fa? Poi finalmente un’illuminazione.
-Ecco dove l’avevo lasciato. Potevo anche mettere sottosopra casa, non lo avrei trovato di certo.-       dico a me stessa prendendo il cellulare scordato sulla panchina e rientrando
Per fortuna papà non si è fatto vedere tutto il giorno. Sono le nove di sera e decido di farmi un bagno per rilassarmi. Il mal di testa c'è ancora,  ma domani andrò comunque a scuola. Non mi piace assentarmi.
Nemmeno il tempo di infilare un piede in acqua e il cellulare squilla. E chi sarà mai a quest’ora? Sango non di certo. Corro a leggere sul display e quasi mi viene un colpo per il nome che vi leggo.
-TUUUUU! Come accidenti fai ad avere il mio numero? Ma soprattutto…perché accidenti il tuo numero è memorizzato sul mio cellulare????-    sbraito furiosa
Quando ha messo le mani sul mio telefono? E perché non me ne sono accorta prima? Lo avrei visto in rubrica stamane quando ho chiamato Sango.
-“Ehi ciao cozza! Non dovresti lasciare il cellulare incustodito sai?! Il mondo è pieno di maniaci.”-     sghignazza divertito lo stronzo
-Taisho, cancella subito il mio numero!-     gli urlo incazzata nera
Adesso inizia a scocciarmi seriamente! Più lo ignoro e non gli do corda, peggio sembra! Adesso mi tormenta pure per telefono! Ma la cosa peggiore è che se ha messo mano sul mio cellulare…è stato qui! Mi avrà vista senza trucco?
-“Perché dovrei cancellarlo? L’ho preso proprio per romperti le scatole.”-       dice tutto soddisfatto
-Peccato per te che io possa semplicemente spegnere il telefono e mandarti al diavolo! Smettila di tormentarmi accidenti!-
-“Oh oh…ma come mai così intraprendenti stasera? Sei sempre un agnellino quando mi stai davanti, e per telefono mi diventi aggressiva? ”-
-Ti faccio notare che a scuola stai sempre accompagnato dai tuoi leccapiedi. Io da sola cosa potrei fare?-
-“Piantala Higurashi! Tu non reagisci perché non vuoi, non perché ci sono gli altri. Anzi, a volte mi viene da pensare che ti piaccia essere maltrattata. Magari sei masochista.”-      se la ride nuovamente il babbeo
-Ma certo! La mattina mi alzo con la voglia delle tue vessazioni, Taisho! Visto che è così che la metti domani ci facciamo quattro chiacchiere. Non permetterti mai più di venire a casa mia. Oltre che teppista sei diventato anche stalker vedo. Ma fin tanto che si tratta di me ok, ma a gironzolare a casa mia non ti ci voglio!-     sbraito fuori di me
Qui non deve venirci! Questo bastardo sarebbe capace di spiattellare tutto quello che succede, mettendomi in guai seri per il puro piacere di farmi del male. E’ la guerra che vuole? L’avrà!
-“Nascondi forse qualcosa Higurashi? O non capisco il perché di tanta rabbia così tutto di botto.”-     sostiene furbo
Maledizione a me e al mio caratteraccio!
-Non nascondo nulla! Semplicemente non voglio averti tra i piedi anche in casa, mi basta ed avanza a scuola.-    provo a spiegare
-“Non me la dai a bere. Tu nascondi qualcosa, sfigata, ed io ho tutta l’intenzione di scoprire cosa.”-    afferma con serietà stavolta, abbandonando l’aria da buffone avuta finora
Non so più che rispondere. Mi ha presa alla sprovvista. Senza pensarci due volte gli chiudo il telefono in faccia.  Mi ha scoperta! Sa che nascondo qualcosa e non mi darà pace finchè non scoprirà cos’è.
Come faccio adesso? Che faccio???



-Taisho!-    lo chiamo minacciosa appena entro in classe, dirigendomi spedita verso il suo banco
-Cozza, vuoi un anticipo di quello che ti darò alla pausa pranzo per aver osato sbattermi il telefono in faccia?-      
-Non mi fai paura, pallone gonfiato! Finora ti ho sopportato, ma adesso mi hai scocciato. Cancella il mio numero di cellulare e soprattutto non avvicinarti mai più a casa mia!-
-Sennò? Mi picchi? Che paura!!!-   mi sbeffeggia, facendo ridere tutti i presenti
-Non uso la violenza come invece fai tu! Ma la gente potrebbe pensare che lo fai perché ti sei innamorato di me…non credi?-        sostengo colpendolo sul vivo
Ferire il suo orgoglio vale più di ogni violenza fisica. Questo è ciò che ho capito di questo ragazzino viziato che non vuole altro che attirare attenzioni su di sé.
E come avevo supposto, i suoi occhi diventano furiosi, fulminandomi con collera.
-Maledetta puttana!-          esclama alzandosi di scatto e facendo cadere la sedia, afferrandomi velocemente per il collo
Ok…forse mi sono lasciata andare troppo, presa dalla rabbia di saperlo troppo vicino a me.
Con una forza che non credevo avesse mi stende di schiena sul banco, stringendo il mio collo con una mano sola. Ha la mano decisamente più pesante di papà.
-Osa mancarmi un’altra volta di rispetto come oggi e non vedrai l’alba di domani.-     ringhia  minaccioso ad un soffio dal mio viso
-Mi schifa solo l’idea di averti accanto, figuriamoci pensarti come innamorata. Non devi nemmeno scherzarci su, capito brutto scorfano?!-
La sua mano non stringe molto, non vuole soffocarmi, solo spaventarmi, ma ci sta riuscendo benissimo, così non mi resta che annuire solamente, sconfitta ancora una volta da qualcuno più forte di me. Alla mia resa lascia la presa, lasciandomi finire seduta per terra a riprendere quel po’ di fiato di cui mi aveva privata. All’arrivo del professore sono già seduta al mio banco, a testa bassa e a massaggiarmi il collo. Almeno questi segni al collo non dovrò coprirli avendoli visti tutti.
La giornata sembra essere più lunga del solito. Quando le lezioni finalmente finiscono, mi fiondo per strada per riprendere mio fratello dall’asilo, ma per tutto il tragitto i miei occhi non fanno che piangere. Non tanto per Taisho, ma perché non sono affatto in grado di difendermi, né da lui né da mio padre, e questo mi fa rabbia!
Vorrei tanto avere la forza che ha quel dannato e picchiarci papà, sbatterlo fuori casa e dirgli di non farsi mai più vedere. Solo allora potrei ritornare ad essere “normale”, senza trucco, vestiti strani e carattere asociale, e forse gli altri proverebbero un po’ più di rispetto per me, lasciandomi quantomeno in pace. Ma non ne sono in grado, non ne ho la forza. Sono una stupidissima e debole femmina incapace anche solo di dare uno spintone.
 
I giorni passano sopportando le angherie di Taisho a scuola e le batoste di mio padre a casa. Non ho più un attimo di tregua. Mi sembra mi manchi il respiro. Le mie forze iniziano a vacillare. Se prima con Taisho erano casi sporadici, adesso i suoi soprusi sono diventati giornalieri.
Sono sfinita, mentalmente e fisicamente. Spesso me lo ritrovo dietro, a spiarmi per capire cosa nascondo. Non so più che fare. Sono esasperata! Morirò di infarto mi sa!
-Ehi sfigata! A fare spesa?-     sento provenire dalle mie spalle proprio dalla sua fastidiosissima voce
Parli del diavolo…
Non gli rispondo nemmeno e mi avvio fuori dal supermercato dopo aver pagato.
-Cos’hai comprato di bello? Fammi vedere!-      dice togliendomi il sacchetto dalle mani
Ormai è una persecuzione. E non posso nemmeno protestare.
-Ma che schifo! E’ solo verdura!-    si lamenta rimettendomelo bruscamente tra le mani
Già solo verdura, solo questo posso permettermi.
-La verdura fa bene Taisho. Soprattutto al cervello. È un male che non ti piaccia.-   
-Stai insinuando che sono un idiota?-    dice bloccandomi per un braccio
Però, la battuta l’hai capita imbecille. Così scemo non sei allora.
-La mia era solo un’osservazione. Se hai la coda di paglia non è colpa mia. Lasciami, devo andare a casa.-    dico provando a liberarmi
-Non fare la saputella con me, mocciosa. Non sono stupido come credi. Quindi stai buona e non provocarmi se non vuoi farmi arrabbiare.-     minaccia nuovamente, lasciando la presa del mio braccio e continuando a seguirmi
-Hai intenzione di seguirmi fino a casa mia?-   chiedo con rassegnazione
-Può darsi…-      risponde vago
Quanto lo odio!
Ci fermiamo ad un semaforo, rosso per i pedoni, aspettando scatti il verde, ma ogni volta ci vuole un’eternità in questo tratto di strada.
Sbuffo, guardandomi in giro, poi il mio sguardo si ferma sulla lucetta rossa del semaforo, che guardo come incantata. Mi ricorda tante cose, prima tra tutte la luce delle sirene delle ambulanze che osservavo ogni giorno dalla finestra della camera d’ospedale di mia mamma. Purtroppo la sua camera era vicina l’entrata del pronto soccorso.
Ricordo che mi diceva che a volte la notte non riusciva a dormire, oltre che per il suono assordate, era  la luce che entrava ad infastidirla maggiormente. Come avrei voluto portarla via da li. Nella mia fantasia da ragazzina, immaginavo di portarla nel suo posto preferito, e di lasciarla spegnersi lì, sotto i suoi amati ciliegi, ma papà me lo ha impedito. Era lui a comandare, esattamente come ora.
-Higurashi!-   mi sento chiamare, abbandonando i miei pensieri, mentre il clacson si un’auto inizia ad avvicinarsi
Mi volto appena, ritrovandomi non so come per strada, con una macchina che avanza verso di me a folle velocità. Neanche il tempo di realizzare il tutto che mi ritrovo stesa per terra, sul petto di Taisho. Ma che accidenti…
-Ma sei impazzita? Che diavolo ti è saltato in mente, razza di stupida! Non hai visto che era ancora rosso?-    mi sbraita contro, mentre si mette seduto
Io lo guardo confusa. Ma che è successo? Perché ero per strada?
Mi osservo stesa sul marciapiede, con la gente intorno a noi che guarda e mormora, finchè non scatta il verde ed ognuno va per la sua strada.
-Ehi mi hai sentito? Parlo con te, imbecille!-    continua ad urlare, strattonandomi per un braccio
-Perché…ero per strada?-   chiedo ancora confusa
-E lo chiedi a me?! Ad un tratto ti sei messa ad attraversare col rosso. Se non ti avessi afferrato appena in tempo quell’auto ti avrebbe investita. Controlla che sia verde prima di passare, dannata! Mi hai fatto prendere un colpo!-     spiega terribilmente arrabbiato
Assimilando quello che ha detto, cioè che stavo passando tranquillamente credendo fosse verde, un dubbio mi assale…
-Io…sapevo che c’era ancora il rosso…-      mi dico ad alta voce, realizzando così la gravità del mio gesto
-Tu…cosa??????-      esclama ancora più furioso, ma poco mi importa
Il cuore inizia a galopparmi veloce nel petto. La gola sembra stringersi improvvisamente. Che stavo facendo? Che cosa stavo per fare?
Fiumi di lacrime mi appannano la vista. Taisho parla ma io non lo sento. No mi interessano le sue imprecazioni. Voglio solo fuggire. Fuggire via da qui. Ed è ciò che faccio. Mi alzo e scappo via, correndo ad una velocità che non sapevo mi appartenesse.
Stavo per lasciare Sota da solo. Mia madre non mi perdonerà mai…e nemmeno io!
 
 
                                                                              *********************
 
 
Sono ancora immobile, fermo come uno stoccafisso a guardare il punto in cui è fuggita. Che accidenti è successo???
Era ferma accanto a me ad aspettare il verde, quando l’ho vista scendere il marciapiede e camminare con tranquillità verso la strada. Mi è balzato il cuore in gola quando ho visto quell’auto arrivarle quasi addosso, ed è stato istintivo afferrarla per un braccio e tirarla via il più velocemente possibile, finendo insieme per terra.
Perché tanta premura per salvarle la vita? Che importa a me? Senza contare che potevo restarci secco anch’ io se non fossi riuscito a tirarci via in tempo. Ma vederla lì, mi ha attanagliato lo stomaco.
Ma ciò che è peggio, è quello che ha detto, lei sapeva che c’era ancora il rosso. Ciò vuol dire che lo ha fatto volontariamente? Voleva uccidersi? No, non posso crederlo. Per quale motivo dovrebbe farlo?
Tutto questo non fa altro che incuriosirmi sempre di più!
Guardo a terra e vedo la busta della spesa. Per fuggire non l’ha neppure presa.
Mi è appena venuta una bella idea!
 
 
-Sì? Chi è…tu, Taisho???-     esclama dopo aver aperto la porta
-Hai dimenticato questa.-      le mostro subito la borsa della spesa
-Ah…ti ringrazio. Sei stato…gentile.-     dice prendendola perplessa
-Chi è sorellona?-
-Nessuno Sota. Sto venendo, aspettami.-    dice al fratello
-Non credi che meriti almeno un ringraziamento per averti salvata?-     affermo facendomi largo ed entrando a forza in casa mentre lei è distratta dal fratello
-Ehi! Chi ti ha dato il permesso di entrare in casa mia? Esci subito!-    strilla furiosa, ma la ignoro e gironzolo per il soggiorno
-Mi hai sentito Taisho? Fuori!-    insiste ancora
-Sorellona perché gridi?-     chiede suo fratello sbucando dalle scale
-Ciao piccoletto!-   lo saluto io
-Ciao! Sei un amico della mia sorellona?-   chiede interessato, correndomi incontro
-Ehm…diciamo. Tu sei Sota, non è così?-   gli chiedo abbassandomi alla sua altezza
-Sì sì. E tu come ti chiami?-
-InuYasha.-       rispondo sorridendogli
Mi sarebbe piaciuto avere un fratello più piccolo, peccato mio padre abbia fatto delle inutili femmine, e con un’altra donna per giunta!
-Bene, ora che le presentazioni sono finite vai via!-     ritorna alla carica lei
-Sai Higurashi, mi è venuta fame! E visto che ti ho riportato la spesa, ed affermi che le verdure fanno bene al cervello, potresti anche sdebitarti invitandomi a cena, non credi?-   la provoco autoinvitandomi
-Che cosa? Ma come ti…-
-Sì sì che bello! Fai restare il tuo amico sorellona! Almeno non siamo soli per mangiare.-   la interrompe il fratello
-Ma se torna papà…-
-Lui non c’è…dai…-    insiste ancora il fratello
-Non dirmi che non sai cucinare Higurashi, e hai paura di farci una figuraccia.-   la punzecchio ancora e beccandomi un’occhiataccia
-Sorellona ti prego!-
-Ti odio Taisho!-       mima con le labbra prima di allontanarsi in cucina con la spesa
Chi tace acconsente, no?
 
 
-Però, sai che cucinate così, le verdure non sono affatto male? Quasi quasi direi che mi piacciono.-    ammetto mangiandole senza la solita nausea
Evidentemente è mia madre che le cucina da schifo.
-Davvero? Che bello…mi sento realizzata adesso!-    ironizza guardandomi con sguardo truce
-La mia sorellona è bravissima a cucinare. Solo che possiamo mangiare solo verdure perché non ci sono i soldi per la carne o per il pesce.-     rivela il fratello, lasciandomi sorpreso
Non hanno soldi? Ma il padre non lavora forse?
-Sota! Non si dicono queste cose agli estranei!-    lo rimprovera con tono duro la sorella
Il bambino la guarda dispiaciuto, per poi abbassare lo sguardo alla sua ciotola. Era necessario urlargli contro così?
-Scusami sorellona. Non lo faccio più.-    dice quasi in lacrime
-Ehi piccoletto, non piangere. Non fare caso a tua sorella, le gira sempre male. Tieni questa, quando si è giù non c’è niente di meglio della cioccolata.-    gli dico passandogli una barretta di cioccolato che avevo in tasca
-Davvero? Posso prenderla?-  chiede prima guardando me, poi sua sorella
-Sì, puoi prenderla.-    acconsente lei sospirando
-Grazie Inu! Ti voglio tanto bene!-    esulta correndo ad abbracciarmi
È felice per così poco? E poi…come diavolo mi ha chiamato????
Lo vedo correre a sedersi in salotto per godersi la sua cioccolata, come se fosse qualcosa di raro che merita tutta la sua attenzione. Mah…
-Grazie…-       dice gentile, per poi alzarsi a sparecchiare
-Per cosa? Per averti salvato la vita, la cena o per la cioccolata?-    chiedo curioso ed ironico
-Per tutti e tre!-    sbuffa alzando gli occhi al cielo
-Mi dici da quant’è che non mangia un pezzo di cioccolata tuo fratello?-   mi viene istintivo chiederle
Ma perché poi? Che diamine mi interessa? Sono venuto qui per scoprire cosa nasconde, non perché al moccioso brillano gli occhi per una scemenza che mangio ogni giorno!
La vedo pensarci su. Ma fa sul serio? Sta davvero pensando alla domanda idiota che le ho fatto?
-Era il giorno del suo compleanno, un anno fa.-    ammette con rammarico
-Dici sul serio? Mi prendi in giro?-
-Non vedo perché dovrei Taisho.-
Non credo alle mie orecchie! Io alla sua età avevo le tasche piene di caramelle e cioccolatini!
-Perché?-   chiedo solamente
-Mi pare che mio fratello sia stato abbastanza esaustivo poco fa, no?-    risponde guardandomi con ovvietà
Non hanno soldi. Non hanno davvero i soldi per comprare una caramella ad un bambino?
Ho come l’impressione che il segreto di questa ragazza sia molto più serio di quello che credessi.
Resto ancora qualche ora a casa sua, giocando col fratello ad uno di quei stupidi giochi presenti nel mio cellulare. In tutto questo tempo la sorella mi ha guardato con sguardo omicida. Ha paura se provo a toccarla, ma non abbassa mai lo sguardo intimidita. È l’essere più assurdo che abbia mai conosciuto! Del padre invece nemmeno l’ombra, e sono già le nove di sera.
-Ma il vostro papà non viene a casa per mangiare?-    chiedo al bambino mentre Higurashi non c’è
-Dipende. A volte sì, a volte no. Ma la sorellona è più felice quando non c’è.-    risponde lui, continuando a giocare
-Perché?-     provo ad insistere, premendo sulla sua ingenuità
-Perché lui è cattivo con lei e le fa sempre…-
-Sota! È ora di andare a letto! Saluta InuYasha e fila a dormire.-   lo interrompe la sorella con lo stesso tono usato per rimproverarlo a tavola
Accidenti non poteva aspettare un altro minuto? Avrei potuto scoprire tantissime cose!
-Va bene. Ciao Inu! Spero che mi vieni a trovare presto presto!-   mi saluta con un abbraccio ed un sorriso, che ricambio
-Scommettici nanerottolo. Mi devi la rivincita per avermi battuto!- 
Quando il fratello va a dormire lei mi si para davanti furiosa.
-Che stavi cercando di fare prima?-  
-Quando?-
-Mentre non c’ero!-   precisa ancora più arrabbiata
-Non so a che ti riferisci.-    dico facendo il finto tonto
-Lo sai eccome! Lo hai detto tu stesso oggi “non sei uno stupido”. Smetti di curiosare nella mia vita, smetti di fare domande inopportune e personali a mio fratello, smetti di seguirmi. Hai una tua vita, vivila!-
-A proposito di oggi, mi dici che accidenti avevi intenzione di fare?-
-I…io…nulla. Ero solo distratta. Tutto qui…-     dice perdendo la sicurezza di prima
-Certo, sei molto convincente Higurashi. Comunque per stasera ti accontento e vado via. Ho un po’ di cose da fare. Ma non credere smetterò di darti il tormento. Ormai è il mio miglior passatempo.-       le rivelo divertito
-Perché? Che ti ho fatto per meritare questo trattamento? Perché non mi puoi lasciare in pace?-      chiede rattristandosi
Una delle poche volte in cui abbassa lo sguardo di fronte a me. Ottimo!
Mi avvicino a lei e le sollevo il mento, in modo da guardarla dritta negli occhi, quasi lucidi.
-Perché ho deciso così dal primo giorno che ti ho vista, Higurashi. Sei il mio giocattolino contro la noia.-          
Con queste semplici parole vado via, senza aspettare possibili imprecazioni.
Certo che questa ragazza è ancora più enigmatica di quello che pensassi. Si mostra forte, ma non lo è. Ha paura, ma non capisco di cosa. Mi sfida con lo sguardo, ma poi si ritira. Però, invece di starsene una volta per tutte al suo posto mi risfida nuovamente. Non riesco proprio a comprendere cosa le passi per la testa. Ha paura di me, ma allo stesso tempo non ne ha.
Una cosa che ho capito è c’entra suo padre in tutto questo.
Questo gioco sta diventando molto interessante.
 
 
 
 










 
 
Angolino delle ca…volate dell’autrice ^^
 
In moltissime copertine del manga trovo Kagome con gli occhi azzurro/grigio *-* colore che adoro, quindi invece che dall’anime prendo spunto dal manga per i suoi occhi ^_^ sempre color cioccolato mi ha stufata U_U    (chi azz t’ha chiesto niente????  ndvoi)
 
Sicuramente qualcuno avrà pensato “esagerata, contro il bracciolo della poltrona che vuoi farti?” Eh…lo so per esperienza. Se lo becchi in caduta con la tempia fa male T^T tantissimo male. Vi basti sapere che in ospedale sospettavano un trauma cranico per il forte mal di testa che avevo (per fortuna hanno sbagliato perchè ho la testa dura U_U)
 
Ambulanze con luce rossa? Eh sì, in Giappone le ambulanze hanno la luce rossa e non blu come da noi ^^ e vi auguro di non trovarvi mai ad avere bisogno di un'ambulanza in Giappone, anzi, non andateci proprio in Giappone, la sanità fa abbastanza pena T^T
 
Ultima cosa…serve dirvi che Sota usa frasi infantili e grammaticalmente scorrette avendo solo quattro anni? No vero? ^^’
 

Or dunque gente, noto con piacere che il nuovo tema di questa storia vi interessa. Purtroppo è una grossa piaga difficile da curare, se non impossibile, e le leggi non ti aiutano, o ti difendi da te o finisci all’altro mondo. Da quello che vedo coi miei vicini, ovvero il marito che tira oggetti addosso alla moglie (perfino il secchio della vileda -_-)  la tira per i capelli per strada, le da schiaffi o altro, chiamare la polizia è inutile, vengono, guardano, lei non denuncia e la polizia va via. I figli minorenni sono stati messi in una casa famiglia dopo che erano stati picchiati, poi, pochi mesi dopo, sono ritornati a casa (anche abbastanza più maleducati rispetto a prima di andare via…bah…) quando invece, per me, il marito avrebbe dovuto essere messo in carcere a vita, ed i figli tolti del tutto. Ma questa è la legge. Però mi auguro di cuore che non tutte siano stupide come la moglie del vicino che ne sopporta di continuo, senza mai fiatare. Personalmente, se mi tocchi i miei figli io ti uccido, ti addormento con un bel sonnifero e ti vado a buttare giù da una scogliera e bye bye, anche perché denunci e che ottieni? Lo fai solo arrabbiare di più.
Sono pallosa lo so, retorica, trita e ritrita, magari non ve ne frega nulla di quello che dico, però, ogni giorno sentire di una nuova donna uccisa da un uomo mi mette immensa rabbia,  e mi domando se le leggi in questo paese cambieranno mai per difendere chi purtroppo subisce. Che amarezza…
La mia sarà pure una stupida ff, ma spero che dia un pochino da pensare a chi magari non lo fa pensando “tanto a me non capiterà mai”
Mai dire mai, quindi donne mie care, forgiate il vostro carattere cominciando dal non farvi mai mettere i piedi in testa dal vostro amato, in ogni senso. Non vi è amore che tenga in questi casi
Ho finito di scassarvi l’anima ^^ scusatemi, ma è un argomento a cui tengo davvero molto, soprattutto in quanto donna
Baci baci e alla prossima (senza lagne personali da leggere giuro ^^)

 
   
 
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