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Autore: Bad Bionda Bana    16/11/2014    1 recensioni
Noi li conosciamo bene i nostri cantanti preferiti, ma se dietro alla loro storia, ce ne fosse una più complicata?
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lasciai cadere a terra il telefono, il mio volto era inespressivo, quella fu la goccia che fece traboccare il vaso. I ragazzi rimasero a fissarmi non capendo, e sentendo Soojin ancora parlare Joon prese il telefono mettendo il vivavoce.
-Soojin, cosa sta succedendo??- chiese lui, gli altri attorno attenti ad ascoltare.
-Joon.- la sua voce era un pianto -Ho fatto una cosa orribile. Forse Cheondung ve lo ha già detto.-
-Si, ci ha raccontato.- rispose lui freddissimo cercando di trattenersi dal dire qualsiasi cosa gli passasse per la testa a riguardo -Ma cosa è successo adesso? Cosa gli hai detto? È... sconvolto.-
-Non so dove sia Soonja.- e la reazione dei ragazzi fu molto simile alla mia, anche se contenuta.
-Cosa vorresti dire dicendo che non sai dove si trova Soonja?- chiese Seungho calmo ma serio.
-Che è stata rapita... di nuovo.- i singhiozzi le impedivano di parlare chiaramente, rendendo difficile ai ragazzi capire le sue parole.
-Soojin, calmati. Fa un bel respiro, asciugati il viso e poi dicci quello che sai.- lei fece esattamente quello che le venne detto.
-In questi giorni sono andata nella casa abbandonata dove avevo detto di portare Soonja, ma lei non era li. Subito non mi allarmai, anzi, mi stavo arrabbiando perché l'avevano portata via senza che glielo avessi detto io e senza dirmi dove si trovava. Così li chiamai e...- fece una pausa per trattenere di nuovo le lacrime il giusto per finire il discorso -Mi hanno detto che non avrebbero più risposto ai miei comandi da bravi cagnolini, e che se volevamo Soonja avremmo dovuto pagare. Poi non sono più riuscita a contattarli.- e non appena finì di parlare, scoppiò di nuovo a piangere.
-Soojin, non ti preoccupare, ora ci pensiamo noi.- e Joon chiuse la chiamata. Io rimasi tutto il tempo in piedi fermo, lo sguardo rivolto al nulla. Sembravo assente, ma avevo ascoltato con attenzione tutta la discussione, e mi sembrò di tornare in quella bolla malefica che rischiò di rovinarmi. Quella volta non riuscii a frenare i pensieri, iniziai a darmi tutta la colpa di ciò che era successo, sentendomi così ancora peggio. Mi buttai sul letto portandomi le mani alla testa, volevo scoppiare ma non ci riuscivo, qualcosa mi stava frenando, lo shock. Qualsiasi rumore attorno a me mi arrivava come un lontano suono ovattato, non riuscivo nemmeno a distinguere le voci dei miei amici. Sentii le forze abbandonarmi, se fossi stato ancora in piedi le gambe avrebbero ceduto sotto il mio peso facendomi cadere. E pensare che fino ad una settimana fa l'unico problema che mi assillava era il non sapere come comportarmi nei confronti di Soonja, fino al giorno prima del mio compleanno non avevo nemmeno ricordi di quella meravigliosa ragazza con la quale avevo passato praticamente tutta la mia infanzia, ma almeno era al sicuro da tutto, era al sicuro da me e dai miei problemi. Tutto quello stava accadendo solo perché quel giorno non volli starmene a casa e seguii Joon. I ragazzi probabilmente sapevano tutto quello che mi stava passando per la testa, e di sicuro erano contrari, ma quello era l'unico pensiero che riuscivo ad allontanare.
Poi un suono riuscì a strapparmi da tutto ciò. Una suoneria, la suoneria del telefono di Soonja. Lo presi e rimasi ad osservarlo, gli occhi degli altri bloccati su di me chiedendosi perché non rispondevo. La mano mi stava tremando, non tanto perché era il telefono di Soonja, ma perché la suoneria era proprio la mia canzone, “Monster”. Sentire la mia voce uscire dal suo telefono fu il colpo di grazia, gli occhi iniziarono ad inumidirsi. Guidato dalla disperazione risposi.
-Pronto?- cercai di usare un tono di voce normale, non volevo che chiunque avesse chiamato sentisse la mia insicurezza o la mia paura, se fosse stato un parente o un amico di Soonja lo avrei solo che spaventato e avrei peggiorato la situazione coinvolgendo persone che le stavano a cuore.
-Immagino tu sia Sanghyun.- rispose una voce bassa, roca -La conosci la situazione?- io subito annuii sentendomi la voce venire meno, poi mi resi conto che non poteva vedermi.
-So che non rispondi più a Soojin.-
-Abbiamo finito di obbedire senza opporci, ci siamo rotti.- un grido di accordo si sentì in sottofondo, probabilmente erano i suoi compagni -Ora apri bene le orecchie e ascolta con attenzione.- non proferii alcuna parola -Domani sera ci porterai tutti i tuoi soldi e quelli dei tuoi compagni di gruppo, ci incontreremo al molo abbandonato sotto il ponte del fiume Han alle dieci. Non chiamare la polizia e non provare a fare l'eroe presentandoti senza soldi, o prima ti massacreremo di botte, e poi sarà la tua amichetta a soffrirne.- e senza aspettare una mia risposta chiuse la chiamata. I ragazzi attorno a me erano bisognosi di sapere, glielo leggevo nei loro occhi.
-Allora, chi era? Che cosa voleva?- presi un respiro profondo e il coraggio di riferirgli ciò che mi era appena stato detto.
-Erano i rapitori di Soonja. A quanto pare sanno bene chi sono.- sospirai combattuto, potevo sul serio chiedere loro un favore così grande? Non me la sentivo, quello era un problema mio, Soonja era una mia responsabilità, non loro. In ogni caso gli avrei detto la verità -Vogliono incontrarmi al molo sotto il ponte del fiume Han alle dieci di domani sera. Hanno detto che devo portargli tutti i miei soldi,- feci una pausa abbassando lo sguardo -e i vostri.-
-Bene ragazzi, sapete cosa dobbiamo fare.- Seungho prese insieme agli altri sia il telefono che il portafoglio.
-Cosa state facendo?- chiesi un po' sorpreso e confuso.
-Per fare un prelievo sostanzioso bisogna avvisare prima la banca.- disse Mir come se fosse la cosa più normale del mondo, come se mi avesse detto che chiamava sua sorella per salutarla.
-No no no! Non vi lascerò fare una cosa del genere. Questa situazione è nata tutta a causa mia, Soonja è una mia responsabilità.-
-Cheondung, ti sembriamo così egoisti da pensare prima ai nostri soldi e poi alla vita di una persona?- era la prima volta che vedevo Mir così serio e maturo, il più delle volte cercava di prendere il tutto sul ridere per sdrammatizzare, ma quella volta la questione era troppo seria.
-Non intendevo questo, ma non me la sento di chiedervi un favore così grande.-
-Non sei tu a chiedercelo, ma non a volerlo fare.- e quel suo sorriso mi rassicurò un poco.
-No ragazzi, sul serio.-
-E cosa farebbero se ti presentassi solo con i tuoi soldi?- mi chiese Seungho, io rimasi in silenzio perché in quel caso non sarei riuscito a fargli cambiare idea -Cheondung, parla.-
-Farei una brutta fine.- dissi con un filo di voce -Prima io e poi Soonja.-
-Quindi preferiresti mettere in pericolo la tua vita piuttosto che permetterci di aiutarti? Per non parlare del fatto che metteresti in pericolo anche la sua di vita.- il ragionamento di Seungho non faceva una piega, non tanto per me, ma per il fatto che avrebbero fatto del male anche a Soonja. Dovevamo trovare assolutamente un'altra soluzione, non avrei permesso né che prendessero i soldi dei miei amici né che facessero del male a Soonja.
-Aspettate, ce lo avrà ancora il manager il numero di telefono di quell'insegnante di combattimento con il quale avevamo parlato ancora anni fa?-
-Credi di si.- disse Joon disorientato -Vorresti affrontarli faccia a faccia?-
-Se sarà necessario si.- dissi sicuro di me.

-Siete sicuri di volerlo fare anche voi? Insomma, sarà molto pericoloso. Al telefono il capo dei rapitori sembrava abbastanza un brutto soggetto, e probabilmente avrà molti compagni ad aiutarlo.- chiesi preoccupato, non volevo che qualcun altro si facesse male a causa mia.
-Secondo te ti lasceremmo buttare nella mischia da solo?- G.O mi poggiò una mano sulla spalla stringendola come per farmi capire che loro erano li insieme a me per aiutarmi.
-I tuoi compagni di palco sono anche i tuoi compagni di rissa!- disse Joon come se fosse diventato un liceale in cerca di rogne.
Era arrivato il momento, oltre a noi non c'era nessun altro al molo. Il sole era già calato, le nuvole fitte coprivano tutto il cielo, come se volessero impedire alla luna di vedere quello che in poco tempo sarebbe diventato uno spettacolo violento. Avanzai titubante ma consapevole della presenza dei ragazzi, presenza che mi aiutava molto. Controllai l'orologio, mancavano ancora cinque minuti alle dieci, e l'adrenalina iniziò a farsi sentire, non ero mai stato un ragazzo violento, ma in quel frangente avevo proprio bisogno di picchiare qualcuno, e chi meglio dei mostri che avevano avuto il coraggio di rapirla e di spaventarla? Mi sarei fatto onore davanti agli occhi di Soonja, o almeno lo speravo. Per quanto avessimo preso delle veloci lezioni di combattimento quella mattina e il pomeriggio, non eravamo di certo abbastanza pronti o in un numero abbastanza alto da sovrastare gli altri, da quello che sentii al telefono erano in parecchi uomini. Controllai di nuovo l'orologio, erano le dieci.
-Vedo che hai portato compagnia.- disse un uomo avvicinandosi a me -Però non vedo nessuna borsa piena di soldi.-
-Hai detto di non chiamare la polizia o di non fare l'eroe venendo da solo.- dissi trasformando tutta quella adrenalina in coraggio -Non hai detto che non potevo portare con me i miei compagni.- le mani iniziarono a sudarmi, il battito del cuore accelerò.
-Giusta osservazione, quindi non ti ho nemmeno detto che in questo caso avrebbero fatto la tua stessa fine anche i tuoi compagnucci di ballo.- rispose facendo un segno con la testa ad altri uomini che si trovavano dietro di lui. Dal gruppo compatto ne uscì uno, teneva Soonja per le spalle.
-Soonja!- urlai d'istinto.
-Lo scherzo è finito, è stato divertente, ma ora datemi i miei soldi e riavrete la vostra bimbetta.- e si avvicinò a lei per accarezzarle il viso, lei ritrasse la testa con un'espressione schifata -Quasi mi dispiace lasciarla andare, avrei voluto giocare un po' con lei.- quel suo sorrisetto mi accecò, e in un secondo mi buttai su di lui.

  
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