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Autore: MiaBlack    16/11/2014    14 recensioni
Seguito di "Carpe diem tutto accade per una ragione"
La storia si colloca nella seconda stagione, Felicity conosce già Oliver. ma Oliver non se lo ricorda, non ha riconosciuta la bella informatica e lei non si prodiga a farsi riconoscere anzi cercherà di evitare che lui lo scopra, ma Felicity nasconde un segrete un grosso segreto. Cosa accadrà quando il suo segreto sarà sul punto di essere rivelato, quanto sarà disposta a fare perchè Oliver non venga a sapere quello che nasconde.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Felicity Smoak, Nuovo personaggio, Oliver Queen, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 15

Il mattino dopo Felicity si rifiutò di alzarsi dal letto, sembrava le fosse passato un camion sopra, non solo per le condizioni in cui era finito il vestito e la sua acconciatura, ma anche emotivamente si sentiva in quel modo, Oliver non aveva la minima idea di chi lei fosse e quello faceva dannatamente male; calciò le coperte e uscì dalla sua stanza infilandosi in quella dei figli, sorrise vedendoli beatamente addormentati, qualche settimana prima i due si erano impuntati di voler unire i lettini per fare un unico grande letto, lei personalmente non era molto convinta di questa idea i due potevano andare d'amore e d'accordo tutto il giorno per poi far scoppiare la terza guerra mondiale nel giro di un secondo. Ora però vedendoli dormire rannicchiati uno vicino all'altra doveva ricredersi, forse unire i letti era stata una buona idea, silenziosamente Felicity si fece largo sotto le coperte in mezzo ai due.

-Mhm che succede... Non voglio andare a scuola... - borbottò Robert spostandosi per far entrare la madre.

-E' domenica, non c'è scuola... - rispose lei sorridendo.

-Mamma? - anche Hope si era svegliata e aveva aperto un occhio per vedere chi fosse stato a svegliarli.

-No, la fata turchina! -

-Che fai? - chiese Hope ignorando la risposta che aveva appena ricevuto.

-Voglio un po' di coccole da parte dei miei bambini... Credete che solo voi potete infilarvi nel mio letto la mattina? - abbracciò i due e li tirò a se in un grande abbraccio affettuoso.

I tre si alzarono dal letto a mattinata inoltrata, la madre di Felicity era andata a buttarli già dal letto finendo coinvolta anche lei nella guerra a cuscinate che si era scatenata.

Mentre i bambini erano andati a fare colazione Felicity si era chiusa in bagno pronta ad annullare la trasformazione della sere precedente, prese il prodotto per la decolorazione e iniziò ad applicarlo su tutta la lunghezza dei capelli sperando che portasse via il colore applicato il giorno prima. Ci vollero due trattamenti perché il capello tornasse almeno vagamente biondo.

Felicity aveva appena lavato i capelli dal secondo trattamento per decolorarli, quando qualcuno aveva suonato alla porta.

-Vado io! - Hope era scattata in piedi ed era corsa alla porta aprendola.

-Ciao! - salutò sorridendo, gli occhi le si erano illuminati e un enorme sorriso le si era formato sulle labbra.

-Non dovresti aprire senza chiedere chi è!- la riprese l'uomo sulla porta, prima di sorridere e prenderla in braccio.

-Ma sei tu zio! - Hope gli diede un bacio sulla guancia stringendosi a lui.

-Dig.. - Felicity era comparsa dal corridoio e fissava l'amico che teneva in braccio la bambina.

-Ciao Fel... Dobbiamo parlare.-

-Cosa hai combinato mamma? - chiese Hope accorgendosi del cambiamento dello zio, Dig era diventato serio e per sua esperienza Hope sapeva che quando gli adulti erano seri qualcuno aveva combinato qualcosa.

-Niente amore, vai di la con Robert. Io e lo zio dobbiamo parlare.-

-Va beneee! Zio ti fermi a pranzo vero? -

-Staremo a vedere... ora vai! - Hope tornò in camera a giocare col fratello mentre i due andavano in cucina per parlare.

-Buongiorno Stesy... -

-Buongiorno John, è successo qualcosa? - chiese la donna vedendolo entrare in cucina serio, i rapporti tra i due erano migliorati col tempo, dal loro primo incontro la situazione era cambiata notevolmente, Stesy apprezzava John ed era felice che sua figlia avesse un così buon amico che conoscesse il suo segreto.

-Mi ha visto... - disse Felicity sedendosi al tavolo posando l'asciugamano che aveva in mano su una sedia.

-Vedo che hai fatto tornare i tuoi capelli del coloro naturale? -

-Sono scura di natura Dig. -

-Prevedo catastrofi! Meglio preparare del caffè mentre tu ci racconti cosa hai combinato. - Stesy mise su il caffè e lo versò nelle tazze.

-Non so da dove iniziare... -

-Magari dall'inizio, non sarebbe una cattiva idea.- le fece notare sua madre prima di sorseggiare un po' di caffè, anche lei non sapeva esattamente come erano andate le cose, aveva dedotto molti avvenimenti, ma non sapeva cosa fosse successo realmente.

-Okay, devi sapere che io ero a scuola con Oliver. - era arrivato il momento di vuotare il sacco almeno con Dig e con sua madre, nessuno disse nulla così Felicity iniziò a parlargli dell'ammissione anticipata al MIT e al suo disperato bisogno di una borsa di studio per potersi permettere l'università, stava girando attorno alla situazione cercando le parole giuste per dirlo.

-Felicity stringi o staremo qui fino a domani! Palmer ti ha affidato Oliver per delle ripetizioni, vai avanti! -

-OLIVER? Tu eri la tutor di Oliver? Quindi sei tu la ragazza di cui parlava Sara ieri? - Dig finalmente era riuscito a collegare l'assurda storia strampalata che Felicity gli stava raccontando.

-Si. Oliver non voleva il mio aiuto, almeno non inizialmente. Ho perso la borsa di studio perché lui non aveva passato gli esami di metà corso. -

-Quel maledetto di Walter ti ha soffiato la borsa di studio. Se ci penso mi viene una voglia di picchiarlo... - Stesy era partita nuovamente a inveire contro l'antipatico ragazzo che aveva distrutto i sogni della figlia per puro egoismo.

-Aspetta Walter? Lo stesso Walter... - la situazione stava diventando sempre più assurda.

-Si! Mamma stai andando troppo velocemente! - zittita la donna Felicity riprese il racconto.

-Quindi è stato Oliver a tornare da te? -

-Si, voleva che lo aiutassi a passare l'anno, ma non ero disposta a farlo. Quando ha scoperto che avevo bisogno di soldi per l'università mi ha proposto la borsa di studio della Queen Consolidated in cambio io dovevo fargli passare l'anno. - Felicity si soffermò aspettando che Dig assorbisse le informazioni, quando lui annuì riprese il racconto fino ad arrivare al giorno della festa.

-Avevo la borsa di studio e un lavoro assicurato non potevo chiedere niente di più. Poi c'è stata la festa. Ero ubriaca, non completamente fuori, ma alticcia. Stavo cercando il bagno quando mi sono scontrata con Oliver, mi ha portato a ballare, mi ha fatto sentire come mai nessuno aveva fatto. - era arrivata alla parte importante del racconto che coincideva con quella imbarazzante.

-Ti aveva riconosciuta? -

-Non credo, glielo chiesi, ma lui rispose: sei esattamente chi voglio. Col senno di poi penso mi avesse scambiato per Sara o per Laurel, più probabilmente per Sara che era appena tornata. - spiegò.

-Poi cosa è successo? -

-Mi sono lasciata portare in biblioteca da Oliver e li, beh credo che questo pezzo lo salterò, non credo proprio vi interessino i dettagli. Qualche tempo dopo ho scoperto di essere incinta. Provai a dirlo a Oliver il giorno dei diplomi ma Laurel mi disse che non ero il suo tipo, che sarebbero andati a convivere e questo mi convinse che Oliver mi avesse confusa con Laurel. Poi il resto lo sapete è scomparso per cinque anni. -

-Quindi Hope e Robert sono... Sono figli di Oliver? - Dig aveva finalmente collegato le due cose rimanendo così a bocca aperta.

-SH! Non urlare! Si sono suoi. -

-Perchè non glielo hai detto? -

-Perchè lui non si ricorda di me! Non ha idea che sono la stessa ragazza che gli ha fatto passare gli esami, non ricorda nemmeno l'esistenza di quella ragazza. Perché dovrei rovinargli la vita? -

-Felicity lui deve prendersi le sue responsabilità. -

-Ma non ora. Ora ha altri problemi. -

-Perchè ieri se andata a scuola? -

-Per quello che aveva detto Sara, volevo vedere se era vero, mi sono tinta i capelli, ho indossato lo stesso vestito e la stessa maschera di quella sera, ma lui non aveva idea di chi io fossi. - sorrise ripensando al bacio che si erano scambiati e a dove sarebbero finiti se Laurel non fosse arrivata ad interromperli.

-Cosa è successo che non ci hai detto?- chiese preoccupata Stesy. Felicity sospirò e gli raccontò di come Oliver l'aveva salvata dalle insistenti avance di quel tipo e di come si erano ritrovati in biblioteca a pomiciare come due liceali.

-Non ti avrà riconosciuto ma decisamente risvegli i suoi sensi primordiali! - la prese in giro l'amico beccandosi uno sguardo assassino da parte della bionda.

-Oddio dimmi che tra nove mese non saremo cinque! - prego invece Stesy.

-Tranquilla mamma, Laurel è arrivata prima che facessimo qualcosa di ancora più stupido. -

-Meno male. - sospirò sollevata da quella notizia la donna.

-Chi sa che i bambini sono di Oliver? -

-Oltre a voi due? Il Signor Steel e Moira Queen.-

-Walter? - chiese Stesy.

-Lui sa che sono rimasta incinta, non di chi sono i figli ne che sono due. -

-E con cosa ti ricattava? - chiese Diggle.

-Avrebbe detto a Oliver che ero la ragazza che gli aveva fatto da tutor. -

-Tutto qui? Felicity ti stai incasinando la vita solo per questo? Fel, Oliver ha scoperto della tutor e della borsa di studio, scoprirà che sei te. - Felicity sorrise.

-A chi pensi verrà a chiedere di cercare informazioni su una borsa di studio rilasciata dalla QC? -

-A te... - ammise Diggle, mentre Felicity sorrideva.

 

***

Oliver era entrato al Verdant, da quando aveva discusso con sua madre si era trasferito a vivere sotto al locale, la sua vita era assurda, era tornato a casa per scoprire che le bugie dei suoi genitori non avevano mai fine.

-Oliver! Cosa ti porta da queste parti? - Thea scese le scale con in mano una scatola di bicchieri da sistemare dietro al bancone.

-Sono passato a fare un salutino alla mia sorellina preferita... - rispose lui facendola ridere.

-Ollie io sono la tua unica sorella... cosa c'è sotto? - Thea posò la scatola sul bancone e si voltò verso il fratello sorridendogli.

-Okay mi hai scoperto... Ieri sono andato alla festa degli ex alunni. - spiegò lui.

-Hai visto una vecchia fiamma? - chiese mentre andava dietro al bancone e iniziava a mettere i bicchieri al loro posto.

-No... ho scoperto di aver dimenticato una persona. - Thea tornò a guardare il fratello accigliata.

-Oliver è normale dimenticarsi di alcuni compagni di classe, anche io non ricordo tutti i loro nomi.-

-E' diverso... Tu ricordi il mio ultimo anno... stavo per bocciare vero? -

-Si andavi proprio male, soprattutto in algebra.-

-Tu ricordi come ho fatto a passare l'anno? -

-Si, una ragazza ti ha aiutato, aiutò anche me. Era simpatica e soprattutto paziente.-

-Io non lo ricordo. - a quelle parole Thea si fermò e andò davanti al fratello.

-Sei serio? Siamo stati mesi chiusi in camera tua tutti e tre insieme. Una volte mi hai addirittura detto che dopo tutto quello non l'avresti mai dimenticata, come fai a non ricordarti nulla? - Oliver distolse lo sguardo, come aveva fatto? L'isola. L'isola aveva eliminato la maggior parte dei suoi ricordi, la concentrazione che gli serviva per sopravvivere non gli dava tempo per pensare a persone che erano state di passaggio.

-Ho bisogno di sapere come si chiama. -

-Non me lo ricordo.. sono passati anni io... non lo so. - rispose tristemente Thea, non capiva perché Oliver stesse cercando quella ragazza, ma dal suo comportamento poteva notare quando fosse importante per lui trovarla.

-Grazie lo stesso. - le diede un bacio sulla guancia e si allontanò.

-Aspetta! Io non ricordo il nome ma... la Queen Consolidated le ha rilasciato una borsa di studio, se vuoi scoprire il nome cerca la borsa di studio. -

-Speedy, sei un genio. - tornò indietro e le diede un altro bacio sulla fronte per poi uscire sorridendo.

 

***

 

Quel sabato pomeriggio: non esisteva nessuno nè Walter, nè Oliver.

Felicity aveva decisi di approfittare di quella giornata di sole per uscire con Hope e Robert, quello era un sabato perfetto per poter portare i suoi figli ai giardini senza rischiare l’ibernazione. I due vivaci pargoli saltellavano davanti a Felicity ridendo e scherzando, per lei era un piacere passare del tempo con loro, soprattutto dopo la sera precedente e la confessione che aveva fatto alla madre e all'amico. Dopo pranzo Felicity era rimasta sola con i figli a casa, Diggle era andato da Layla, mentre sua madre doveva andare da un amica fuori città, la casa le era sembrata una prigione aveva bisogno d'aria fresca per riuscire a mettere insieme i pensieri che le stavano facendo scoppiare la testa.

Arrivati ai giardini Felicity si sedette su una panchina mentre i due uragani correvano a giocare con gli amici che come loro erano stati portati al parco. Mentre i bambini giocavano tutti insieme Felicity parlava con le altre mamme aggiornandosi su gli ultimi pettegolezzi, sperava di staccare per un giorno da tutto il casino che c’era in azienda, ma ovviamente la notizia del momento era quella della candidatura di Moira Queen.

-Andiamo Fel, tu lavori per il figlio dovrai pur sapere qualcosa che la stampa non sa. –

-Mi spiace io sono solo la segretaria, non sono al corrente di fatti importanti, Mr Queen non mi parla di cose personali.- doveva evitare qualunque pettegolezzo, non sarebbe stato difficile arrivare a lei come fonte della notizia.

-Felicity? – sentendosi chiamare la giovane si voltò, stava ancora sorridendo per una battuta di una delle altre mamma, quando si sentì investire da una doccia gelata.

-Sara… - bisbigliò, la sfortuna doveva essere dalla sua parte, Sara Lance era davanti a lei e la fissava curiosa, sicuramente la giovane si stava chiedendo cosa ci facesse lei ai giardini di sabato pomeriggio.

-Mamma! – Robert era arrivato di corsa e si era fermato davanti a lei, Felicity maledì mentalmente il pessimo tempismo che il bambino aveva avuto.

-Robert che succede? – si inginocchiò davanti al figlio regalandogli uno splendido sorriso, al diavolo se Sara avesse scoperto tutto, suo figlio aveva la precedenza su chiunque altro.

-Ho sete! – spiegò candidamente lui, gli porse l’acqua che aveva in borsa e poi lo seguì con lo sguardo mentre tornava a giocare con gli altri bambini.

-E’ tuo…-

-Si è mio figlio. – rispose mordendosi il labbro.

-Come… -

-Che domande fai? Come succede a tutti, vuoi che ti faccia un disegnino?- rispose ironica Felicity, non voleva essere cattiva, ma ogni volta che qualcuno entrava in quel discorso lei non poteva fare a meno di tirare fuori le unghie, loro erano troppo piccoli per potersi difendere da soli, lei doveva fare tutto il possibile per tenerli al sicuro.

-No, intento, tu non sei il tipo di ragazza... Che fine ha fatto il padre? -

-Mi spiace, ma preferisco non… Scusa Sara. – rispose, Sara era sicuramente l’ultima persona sulla faccia della terra a cui avrebbe detto chi era il padre, stava con lui e soprattutto al tempo lui stava con la sorella e la tradiva con lei concludendo per poi tradire entrambe con lei, decisamente non voleva far scoppiare la terza guerra mondiale che avrebbe visto le sorelle Lance alleate contro di Felicity.

-Okay, come vuoi, ma Oliver… -

-NO! Non dire nulla a Oliver per favore… - proprio come quando Diggle aveva scoperto di loro, anche con Sara, Felicity si lasciò prendere dal panico.

-Perché? Quello che fai con Arrow è pericoloso, se Oliver sapesse non… -

-Non mi farebbe più lavorare con voi e io non voglio. Mi piace stare al covo, mi piace rendermi utile, finché nessuno scopre che lavoro per Arrow i miei figli sono al sicuro, quindi ti prego, non voglio che Oliver sappia… -

-Come vuoi, non sono io a doverglielo dire, ma non puoi nasconderglielo per sempre. –

-Non sarà per sempre, solo per un po’, fino a che la vita di Oliver sarà un po’ meno pericolosa. – le due si guardarono e sorrisero, quella cosa non sarebbe mai accaduta, se veramente voleva aspettare che Oliver attirasse meno guai i suoi figli sarebbero diventati grandi e loro sarebbero diventati due vecchietti e probabilmente anche in quel caso Oliver avrebbe continuato a saltare da un tetto ad un altro: Nonno Arrow.

-Mamma, chi è lei? – Hope era arrivata e si era avvicinata alle due donne, lo sguardo era fisso su Sara che sorpresa guardava la bambina.

-Lei è… - Felicity era stata presa in contropiede, come poteva spiegarle chi era Sara?

-Io sono Sara, lavoro con tua mamma… E tu come ti chiami? – Sara si era abbassata ad altezza della bambina così da poterla guardare in faccia, la piccola la studiava con sguardo sospettoso.

-Io sono Hope. – rispose.

-Hope vai a giocare. –

-Va bene… - dopo un ultima occhiata alla donna la bambina se ne andò continuando però a voltarsi per guardare la ragazza.

-Hai due figli? E’ da incoscienti… -

-Non ho bisogno che tu mi faccia la predica Sara. Mi basta mia mamma. – rispose duramente, se c’era una cosa su cui non accettava critiche: era su quello che faceva, sapeva da sola che era un incosciente a lavorare con Arrow, che lasciare soli tutte le sere i suoi figli era un comportamento indegno per qualunque madre, ma non poteva non aiutare Oliver, se gli fosse successo qualcosa come avrebbe fatto a spiegare ai suoi figli che il padre era morto perché lei si era rifiutata di aiutarlo? No, avrebbe fatto tutto quello che poteva per tenere al sicuro Oliver e anche i bambini.

-Scusa se insisto, ma il padre? –

-Non ce l’hanno. Sara per favore, non voglio parlarne, scusa. – quando qualcuno veniva a conoscenza che lei aveva due figli poi chiedeva di loro padre, situazione che stancava Felicity.

-Okay, scusami. – le due donne si guardarono negli occhi, paura e comprensione si incontrarono creando su entrambi i volti un sorriso, Sara non avrebbe tradito il suo segreto, Felicity comprese che Sara era solo preoccupata per lei.

Il cellulare di Felicity ormai presenza costante nella sua vita prese a suonare, era intenta a cercarlo nella borsa quando anche quello di Sara iniziò a suonare, le due si guardarono, le possibilità che fosse Oliver a contattarle erano alte.

-Dig.- costatò Sara sfilando velocemente il cellulare dalla tasca dei pantaloni.

Felicity era riuscita a recuperare il suo dalla borsa.

-Oliver. – rispose lei a disagio per la situazione.

-Pronto? – Oliver non si perse in convenevoli, non disse nessuna frase di circostanza, Oliver era Oliver

“Vieni al covo abbiamo bisogno di te.” chiaro e coinciso.
-Arrivo appena posso. – chiuse la chiamata chiedendosi come avrebbe fatto a spiegare ai suoi figli che il loro sabato insieme era stato rimandato.

-Arrivo Dig. Cinque minuti e ci sono. – Sara nel frattempo aveva risposto a Dig, dando anche lei la sua disponibilità ad andare al covo per combattere contro il nuovo nemico. La bionda si voltò verso la ragazza che stava chiamando col cellulare.

-Vai Sara, io arrivo tra poco. – Felicity sentendosi osservata guardò la ragazza, almeno lei doveva andare se si fossero fatte attendere tutte e due sarebbe stata certamente una scusa per una sfuriata di Oliver.

-Sei sicura? Oliver si può arrangiare per una volta. – scosse la testa, senza dire nulla, chiunque stesse chiamando aveva risposto e lei si mise a parlare, mentre Sara si allontanava verso la sua moto.

 

Intanto al covo, Oliver camminava su e giù per la stanza davanti ai computer, si stava allenando quando uno dei pc di Felicity si era messo a suonare, aveva provato a vedere da cosa dipendeva quel rumore, ma il computer aveva mandato un altro “lamento” e si era bloccato.

-Felicity ti farà fuori! Prenderà una delle tue frecce e te la tirerà contro. – annunciò Dig che seduto sulla sedia, davanti a gli schermi fissava Oliver andare su e giù come un animale in gabbia.

-Non lo farebbe mai. – rispose lui anche se non pienamente convinto. Sapeva che quando si trattava dei suoi computer il comportamento della ragazza era instabile, teneva più a quell’ammasso di circuiti che a se stessa.

-Beh lo scopriremo presto. –

La porta del covo si aprì e si richiuse con un rumore sordo che si propagò per tutta la sala sottostante, Oliver sobbalzò e guardò con orrore le scale.

-Eccomi, che succede? – Sara era arrivata, vedendo i due fissarla si fermò a metà scale. Oliver sospirò di sollievo, la sua esecuzione era rimandata anche se per poco.

-Che è successo? Ollie mi sembra abbastanza ansioso. – commentò lei continuando a scendere le scale. Dig rise a quell’affermazione, mentre a Oliver sfuggì un leggero ringhio di disappunto.

-Ha toccato il computer di Felicity e lo ha bloccato. – spiegò Diggle con un sorriso ironico, Sara guardò prima uno e poi l’altro, cercando di non scoppiare a ridere.

-Ollie, Felicity ti farà a pezzi, sai quanto ci tiene ai suoi computer, nemmeno fossero i suoi figli. – esclamò lei, Diggle la guardò sorpreso, cercando però di mascherarlo, Sara si rese conto troppo tardi di quello che aveva detto e si affrettò a cambiare discorso.

-Comunque come mai avete chiamato? – Oliver non sembrò dar peso alla frase di Sara e spiegò rapidamente cosa era successo.

Continua...

Eccoci alla fine del capitolo 15, capitolo tranquillo.
_Oliver va da Thea a cercare aiuto con la misteriosa ragazza chissà se ce la farà a mettere le mani su quel documento che potrebbe svelargli la verità su Felicity.
_Ora la lista delle persone che sanno che Felicity ha due figli si è allungata, ma Sara è Sara è una piccola e coccolosa Cupcake <3 . <3 quindi non c'è da preoccuparsi di lei.
_Felicity quando si tratta dei suoi figli tira fuori le unghie e graffia chiunque sia il malcapitato che ha deciso di parlare.
_Alla fine la frase che avevo messo su Fb trovata nel quadreno disperso l'ha detta veramente Sara ma è risultata bene lo stesso, certo detta da  Oliver sarebbe stata tutta un altra cosa ma ormai.
_Nonno Arrow come lo vedete? xD

prima di abbandonarvi e darvi l'appuntamento a Mercoledì prossimo e su Fb per chi mi ha tra le amicizie mi faccio auto pubblicità:

questa settima mi sono data alla scrittura non so in quanti di voi lo hanno notato ma ho creato una raccolta di storie per ora ho pubblicato due storie v.v non so quante ne aggiungerò ne quando le aggiungerò ne se le aggiungerò altre. Sono nate così per caso non sono cercate quindi se mi verranno altre storie le posterò li

per chi non le avesse lette qui c'è il link:

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2904248&i=1

   
 
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