Fanfic su artisti musicali > 5 Seconds of Summer
Segui la storia  |       
Autore: Heidi Delafield    16/11/2014    0 recensioni
Era insolitamente una giornata calda e splendida e lei istintivamente guardò in sù per ammirare il sole e il cielo azzurro, ma abbassò subito lo sguardo visto che ciò le fece venire in mente le parole dette a lei in un giorno remoto dal suo amato ragazzo:
-Sei per me un piccolo raggio di questo meraviglioso sole, amore mio!
A questo ricordo le si mise un nodo in gola e una lacrima calda le scivolò sulla guancia. Fece per cancellarla via, ma ne scivolò un'altra e così via. All'improvviso sentì la voglia di gridare, di prendere a calci la terra dannata... Invece, cadde sulla stessa terra e iniziò a piangere in silenzio.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Crack Pairing | Personaggi: Ashton Irwin, Luke Hemmings, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ormai erano quasi le due e mezza di mattina passate e gli invitati poco a poco iniziarono ad andarsene, lasciando un po' triste e stanca la festeggiata. Dal momento che tutti si congratularono con Mary per aver saputo organizzare una simile festa, ella iniziò piano piano a tranquillizzarsi e a convincersi  che la sua festa fosse stata all'altezza delle aspettative. Era felice.
Shelley per tutto il tempo della festa era rimasta sola seduta sul divano accanto al bar a guardare tranquilla ed un po' annoiata gli altri ballare.
Improvvisamente ella vide Giusy avvicinarsi a lei sorridendo e con una bottiglia di birra in mano destra. La prima cosa che le venne in mente di fare fu quella di alzarsi e andarsene il più lontano possibile vista l'antipatia suscitatale da quella ragazza presuntuosa. Giusy era una di quelle ragazze con la puzza sotto il naso e in Shelley ragazze simili suscitavano soltanto nausea e rinpugnanza. Giusy però non si accorse dell'espressione di Shelley e, barcollando un po', le si avvicinò e le si mise accanto seduta. Shelley fece finta di niente, ma Giusy iniziò lo stesso a parlarle.
-Tu sei Shelley giusto?
Shelley le annui soltanto.
-Io sono Giusy.
E, mentre diceva ciò, ella iniziò a guardare in lontananza. Shelley senza volere seguì il suo sguardo e vide il ragazzo di prima entrare nel locale. Un brivido la percorse, ma lei fece finta di niente. Era davvero molto bello lui. Cercò invano di ignorare la sua presenza...
All'improvviso Giusy le chiese.
-Sei mai stata innamorata?
Questa semplice domanda la riportò alla realtà e lei rispose in modo molto secco.
-No.
-Beata te... Io invece amo disperatamente un ragazzo, ma lui non mi nota nemmeno.
Shelley incuriosì questa affermazione.
-Aspetta! A me sembrava che tu fossi fidanzata...
-Appunto. Questa è la cosa che mi fa soffrire di più. Il fatto di poterlo tenere per mano ed essere la sua fidanzata mi rende ancora più triste.
Shelley aggrottò le sopracciglia.
-Potergli stare accanto e sentire la sua indifferenza mi uccide...
Shelley istintivamente alzò gli occhi verso il ragazzo e lo vide stare sempre lì all'entrata attorniato da tante ragazze. Dopo averlo fissato per un po', il ragazzo guardò verso di loro. Il cuore iniziò a batterle forte.
"Lui non sta guardando me. Lui sta guardando Giusy, la sua amata fidanzata."
Si disse Shelley e provò una fitta di gelosia. Era una sensazione nuova e a dir poco non molto piacevole.
La domanda di Giusy di nuovo la fece distogliere lo sguardo dal fidanzato di Giusy.
-Vorresti amare ed essere amata?
Shelley rispose prontamente.
-Mai. Non sarei in grado di innamorarmi di una persona e tanto meno vorrei essere amata.
-Perché?
-Perché non fa per me. Non voglio saper di dovere qualcosa a qualcuno.
-Non dirmi che non sei mai stata innamorata?!
Chiese Giusy stupita, aspettando con ansia la risposta di Shelley, che però si limitò semplicemente a sorriderle un poco.
Shelley alzò di nuovo lo sguardo verso il fidanzato di Giusy. Fu stupita nel vederlo avvicinarsi a loro due con due bicchieri di champagne. Istintivamente ella pensò tra sé.
"Ma guarda... Lui le porta pure dello champagne!"
Vedendolo arrivare sempre più vicino, ella iniziò ad inpanicarsi e ad arrossire.
"Ma che cosa mi sta succedendo? Forse mi son presa il raffreddore..."
Egli fu ormai accanto a loro due. Shelley pensò di doversi alzare per dargli il posto e, invece, rimase come incantata davanti a lui. Non riusciva a muoversi e per questo si odiò. Lui, però, era come se non si fosse accorto della sua presenza. Ciò fece infuriare Shelley, che però subito si rese conto della stupidità del suo sentimento.
Lui si sedette sul tavolino di fronte a loro e precisamente di fronte a lei, ma  non la degnò nemmeno di uno sguardo. La sua gamba destra premeva contro quella sinistra di lei e lui non sembrava intenzionato a spostarla. Egli salutò Giusy con un bacio sulla guancia e Shelley, non riuscendo a sopportare quella situazione, fece per alzarsi. Ad un tratto lei sentì la sua mano salda posarsi sulla sua coscia con l'intenzione di farla restare al suo posto. Ella avrebbe voluto andarsene subito arrabbiata per questo gesto troppo familiare e, invece, si sedette tranquilla al suo posto. Rimase stupita, quando lo sentì invitare Giusy ad andarsene.
-Io resto qui. Del resto non ricordi che siamo fidanzati?
-No.
Rispose lui semplicemente. Shelley non riusciva più a capire nulla. All'improvviso lui si girò verso di lei, porgendole un bicchiere di champagne.
La confusione più totale ebbe sopravvento su di lei. Lui la guardava diritto negli occhi senza frugare con lo sguardo altrove. La guardava e sorrideva a malapena. In lontananza suonava una musica lenta. All'improvviso si sentì piccola e indifesa. Arrossì e il cuore sembrava voler uscirle dal petto tanto forte esso iniziò a battere. Sentì caldo. Perciò ella prese senza esitazione il bicchiere offerto a lei e lo svuotò tutto subito. Quando si rese conto di ciò che aveva fatto, arrossì ancora di più e si sentì in imbarazzo. Non lo guardò in faccia, abbassò lo sguardo. Lui a sua volta, dopo aver sorriso un po', svuotò subito il suo bicchiere pure. Shelley rimase stupita.
"Lui non ha voluto farmi sentire in imbarazzo..."
Lui continuava a fissarla e questa cosa la faceva sentire a disaggio.
D'un tratto egli le chiese.
-Sei fidanzata?
"Cosa?! Al posto di chiedermi il nome lui è passato subito ai fatti! Ma chi si crede di essere?"
Invece di chiedergli ciò, ella fece il segno di negazione con la testa. Non riusciva a parlare per via delle emozioni provate. Era come se un nodo le si era messo in gola. Una brutta sensazione.
Lui invece non fece caso o, almeno, non lo faceva vedere.
-Bene. E quanti anni hai?
Qui ella impegnò tutte le sue forze per rispondere. Non voleva passare per una stupida e timida più di quanto già non lo fosse.
-Tra due mesi 18...
Egli sembrò essere soddisfatto della sua risposta.
Continuava a guardarla negli occhi che lei cercava in tutti i modi nascondere dalla sua vista.
Dopo un breve silenzio, Shelley si decise di interrompere quell'insopportabile silenzio, facendogli una semplice domanda.
-E tu?
Egli le sembrò contento per questa sua banale domanda.
-18. 
Dopo questa risposta seguirono altre domande di cui Shelley, però, non riuscì a coglierne il significato. Perciò ella si limitava semplicemente ad annuire o a sorridere soltanto. 
"Dannazione! Mi pare di essere una stupida ora come ora. Non mi sono mai trovata in situazioni simili prima ed ora rimpiango ciò."
All'improvviso ella fu portata alla realtà dallo sentire le dita sue sfiorarle la guancia sinistra. Questo delicato tocco le fece venire i brividi. Per la prima volta ella lo guardò direttamente negli occhi e per un attimo rischiò di affogare dentro il mare azzurro dei suoi occhi. Rimase incantata. Non fece nessun gesto per liberarsi da questa sua mano, anzi, le piaceva sentirla sulla sua guancia.
Giusy, che per tutto questo tempo se ne stava lì accanto, alla vista di ciò si alzò di scatto e se ne andò, ma i due non le badarono affatto. Ormai erano presi dal gioco d'amore, che una volta intrapreso non può essere abbandonato.
Le dita sue andarono piano piano a sistemarle una ciocca ribelle di capelli dietro l'orecchio. 
D'un tratto egli si fermò e si divincolò un poco da lei.
"Ho sbagliato qualcosa?"
Pensò subito Shelley.
Povera Shelley che era inesperta in questi giochi. Lui voleva semplicemente interrompere quell'area creata per farle  provare la mancanza di quella cosa appena creata tra i due. Voleva che lei stessa desiderasse riaproppriarsi di nuovo di quella sensazione appena provata. E così fu. Lei aveva abboccato in pieno l'esca e lui si sentì soddisfatto. Ormai mancava poco e lei sarebbe stata sua. Un altro nome avrebbe ornato il suo lunghissimo elenco di conquiste.
Lui le sorrise e le fece un cenno con la mano come per dirle "avvicinati".
La ragione le suggerì di non farlo, ma il suo cuore insieme al corpo assecondò quel gesto. Così gli occhi suoi s trovarono vicini a quelli di lui, le sue labbra carnose si trovarono vicine a quelle rosee di lui. Poteva sentire il suo respiro caldo sulla sua pelle, che iniziò a bruciarle.
Così rimasero per un po' di tempo senza passare al momento successivo. Un desiderio mai provato iniziava a crescere sempre di più nei due corpi.
Ormai ella aspettava con ardore le sue labbra posarsi sulle sue, ma niente di simile seguì.
Lui, invece di baciarla, le sussurrò all'orecchio.
-Sei bellissima...
E, dopo averle detto ciò, si allontanò da lei.
Shelley rimase delusa. Subito iniziò a cercare dentro la sua mente di capire cosa avesse fatto di sbagliato. Non poteva sapere lei che tutto quello faceva parte di un piano da tanto tempo prestabilito. 
La sua vittoria era ormai vicina ed egli riusciva ad assaporarla ormai.
Tutti e due rimasero per poco in silenzio insopportabile e Shelley, dopo aver trovato un po' di coraggio, gli chiese.
-Come ti chiami?
Luke la guardò un po' meravigliato.
-Luke... Luke Hemmings e tu?
- Shelley Stone.
-Un nome bellissimo.
-Mi si adice vero?
Shelley scoppiò a ridere e Luke rimase sorpreso nel vederla passare da una ragazza timida ad una ragazza piena di coraggio. Poco alla volta l'aria di prima svanì ed ella poi sorridendogli gli disse.
-Sai... Sei molto bravo nel fare il duro e quello che ci sa fare. Confesso che in certi momenti ci son cascata pure... Però ti consiglio di chiedere per prima cosa il nome e soltanto dopo se la ragazza sia o meno fidanzata. Così potresti dare una buona impressione di te.
Luke, invece di sorprendersi, le sorrise soltanto e poi scoppiò a ridere.
-Immaginavi forse che volessi darti una buona impressione di me? A dire la verità volevo soltanto giocarci un po' e ci son riuscito.
"Cosa? Ma non si vergogna a dirmi in faccia tutto questo?"
-Ecco...
-Senti. Io mi potrei portare qualsiasi ragazza di questa festa festa a letto se lo volessi. Con te invece ho voluto soltanto passare bene il tempo senza fare nulla. Mi pare proprio che tu ti sia montata un po' troppo la testa mia cara.
Così dicendo, egli si alzò e se andò, lasciando Shelley più che mai confusa ed arrabbiata con se stessa.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > 5 Seconds of Summer / Vai alla pagina dell'autore: Heidi Delafield