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Autore: inevitable_vale    16/11/2014    4 recensioni
Alex Vause a 26 anni si ritrova a lavorare in un college come assistente. Non sa che quel luogo
e quell'annata, le cambieranno la vita. Così come cambierà la vita di Piper Chapman, finita nel college che i suoi genitori hanno voluto che lei scegliesse.
Genere: Comico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Alex Vause, Altri, Piper Chapman
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
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La accolse nelle sue braccia, nella sua casa e poi nel suo letto. La lasciò lì, le preparò un panino, qualcosa da mangiare. Le prese dell'acqua e la raggiunse. Si sedette al bordo del letto, vicino a lei. Appoggiò tutto sul comodino di fianco. Piper si girò verso di lei, si mise su di un fianco e continuò ad osservare Alex silenziosa. Questa, le sfiorò la spalla con il palmo della mano. Continuò ad accarezzarla, a darle conforto, senza sapere a cosa servisse quel conforto. Spostando la mano alle sue spalle, appoggiandosi al letto, si avvicinò per baciarla, lentamente. Si guardarono, a pochi centimetri. Piper accennò un sorriso e con una mano avvicinò Alex a se, baciandola timidamente sulla bocca. Alex ricambiò, con più sicurezza. Si fermò, naso a naso. I loro respiri si unirono, i loro occhi si trovarono. Alex cercò disperatamente una risposta in quegli occhi. Le diede un bacio sulla guancia e si allontanò. Piper sospirò, quasi come se stesse cercando le parole per spiegare. Per dirle cosa fosse successo. Alex non la fissava più, le voleva lasciare il suo spazio. Si sentì osservata e si voltò verso Piper.
- “E' per me?” - le chiese la ragazza, puntando il panino con lo sguardo.
- “Se vuoi, si.” - Se vuoi si, potrei essere la persona che ti consola sempre, che ti bacia quando le parole non bastano. Quella che ti stringe a se quando ti senti distrutta, in mille pezzi. Se vuoi, si.
- “Grazie.” - Disse Piper sollevandosi e afferrando il panino. Cominciò a mangiarlo. Sorseggiò un po' d'acqua. Nel frattempo Alex si allontanò e andò verso la finestra, a scrutare la città. Stava piovendo, era quasi buio e sembrava che il mondo lì fuori si fosse fermato. In quel momento, mentre Alex era immersa nell'immagine di fronte a lei, evitando di forzare Piper a fare o dire qualcosa che non si sentisse pronta a dire, il telefono della mora squillò. Era sua madre. Aveva dimenticato di chiamarla per farle sapere che era tornata sana e salva a casa.
- “Alex? Sei arrivata?”
- “Si, da un'ora forse. Scusami se non ti ho chiamata prima. Sto bene, sana e salva!”
- “Perché non mi hai chiamata prima? E' successo qualcosa?”
- “No, no. Tutto bene, ho solo avuto visite...”
- “Piper?” - chiese Diane, tranquillizzata e improvvisamente curiosa.
- “Si.” - rispose Alex osservando Piper che ricambiò lo sguardo incuriosita.

- “Ah! Va bene, allora ti lascio alle tue cose. La prossima volta ricordati di chiamarmi però, ok?”
- “Va bene, buona notte. Ti voglio bene.” - Alex chiuse la telefonata e posò il cellulare sulla scrivania. Rimasta seduta sul bordo della finestra, si voltò verso Piper che iniziò a sorriderle, pronta a dire qualcosa. Alex rimase in attesa. Si scrutarono, in silenzio. Passarono dei minuti, senza che nessuna delle due proferisse parola. Eppure avrebbero avuto tanto da dirsi, chiedersi. Alex si alzò e andò verso il suo letto, occupato da una silenziosissima Piper.
- “Ho perso.” - esordì Alex.
- “Cosa?” - rispose Piper confusa.
- “Il gioco del silenzio?” - le rispose aggiustandole una ciocca di capelli e sorridendole. Piper sorrise, prendendole la mano che l'aveva sfiorata qualche secondo prima.
- “Non so neanche da dove iniziare...”
- “Puoi dirmi tutto quello che vuoi.”
- “Il mio week-end è stato un disastro. Il tuo?” - Piper iniziò a sciogliersi, a sentirsi più libera, a sentirsi al sicuro semplicemente stringendo la mano di Alex.
- “Non mi posso lamentare.”
- “Mi abbracci un po'?” - chiese Piper con un sorriso a cui Alex non seppe resistere. Era così dolce che non poté far altro che sorriderle in risposta, spostarsi alle sue spalle e abbracciarla a cucchiaio.
- “Non c'è bisogno di chiederlo.” - le bisbigliò all'orecchio, dopo averle sistemato i capelli in modo che nulla potesse impedirle di sentirla. Di percepire il suo affetto. Non poteva vedere la sua espressione ma era sicura che Piper stesse sorridendo, finalmente tranquilla, tra le sue braccia. La baciò sul collo lentamente. In risposta Piper, dopo qualche secondo, si girò verso di lei, faccia a faccia, osservandola e ritornando seria. Era pronta a parlare. Alex lo intuì e per farle capire che era lì, ad ascoltarla, poggiò la sua mano sul fianco della bionda
- “Sono arrivata a questa casa al lago e c'erano degli amici di famiglia che non conoscevo. Avevano progettato un week end con degli amici.”
- “Che cosa terribile.” - le rispose Alex sorridendo. Piper fece una smorfia, pronta a continuare il racconto.
- “Guarda caso questi amici di famiglia hanno un figlio della mia stessa età e guarda caso tutti sapevano tutto ciò che avevamo in comune io e questo.” - il sorriso scomparse dal volto di Alex, ma la sua mano rimase su Piper.
- “Ti rendi conto? Hanno progettato un week end per farmi incontrare un estraneo! E la cosa bella è che lui ne era a conoscenza! Mi sono sentita la stupida del villaggio, quella che ha bisogno di mamma e papà per concludere qualcosa! Cazzo, mia madre ha queste manie di onnipotenza, mi gestisce come fossi una marionetta.”
- “Una marionetta molto sexy.” - Nonostante la situazione stesse prendendo una piega che non piaceva ad Alex, questa cercò di sdrammatizzare, di alleggerire la cosa, anche perché Piper stava divagando su sua madre quando l'unica cosa che le interessava era sapere cosa era successo con quel ragazzo. Perché era ovvio che il solo incontro combinato non potesse averla scossa così tanto. Piper sorrise, perse il filo del discorso al complimento di Alex. Poi ricordò cosa stava dicendo.
- “Facevano di tutto per lasciarci soli! Ti rendi conto? Come fossimo nel 1800 quando combinavano i matrimoni! Allora ho preso mia madre in disparte e le ho chiesto cosa stesse provando a fare. Sai che mi ha risposto?”
- “No. Ma Nicky e mia madre sicuramente lo saprebbero.” - rispose Alex sarcasticamente, ricordando come sia Nicky che sua madre avevano intuito la storia di Julie.
- “Mi ha detto 'cerco di portarti sulla retta via.'. Testuali parole. Ero disorientata. Poi continua e fa 'Polly mi ha detto che ti ha vista con una mora'.” - Alex rimase silenziosa, tra il divertito e lo scioccato. Voleva dire qualcosa di divertente ma le 'testuali parole' di mamma Chapman erano già abbastanza divertenti. Tristemente divertenti.
- “Ti rendi conto? Mi vuole sistemare con un ragazzo qualsiasi solo perché Polly, quell'idiota che non si fa gli affari suoi, le ha detto di avermi visto con una mora!” - Piper iniziava a perdere le staffe ed era bella anche in quei momenti. La fronte arricciata, gli occhi che urlavano disprezzo. Alex non poté che sorridere a quella scena.
- “Chi è questa mora?” - le chiese ridendo. Piper rispose con una finta faccia seria, quasi a dirle 'idiota, chi potrebbe mai essere?' e poi sorrise.
- “Ai tuoi non piacciono le more?” - incalzò Alex sorridendo.
- “A mio padre si, ma mia madre non l'ha mai voluto sapere.” - rispose Piper sorridendo, un po' amaramente questa volta.
- “Ai tuoi non piace che a te piacciano le more?”
- “Bingo!” - rispose Piper sorridendo genuinamente. I suoi genitori non sapevano neanche che le piacessero le more. O le ragazze in genere. In realtà neanche Piper lo sapeva.
- “Ho litigato con mia madre. Ma quello è stato solo l'inizio.” - Piper ricominciò a raccontare. - “Larry, così si chiama, ci ha spudoratamente provato con me per tutta la sera. Quando gli ho detto che vedevo già qualcuno, anzi, qualcuna, mi ha guardato tra lo schifato e l'eccitato. E poi...”
- “E poi?” - chiese Alex, senza più sorridere ma con gli occhi attenti, a scrutare in quelli blu di Piper.
- “E poi ho litigato anche con mio padre. Mi hanno fatto sentire tutti incredibilmente strana, mi hanno teso una trappola, mi hanno mancata di rispetto. Ho preso il primo passaggio e...eccomi qui. Anzi, sono andata prima da Polly. Quell'idiota. Non mi ha mai chiesto di te, lo sapeva, ma non mi ha chiesto niente. Anzi, ne ha parlato con mia madre. Lei, che più di chiunque sa com'è mia madre. Cazzo, mi sento tradita da tutti.” - Piper era quasi in lacrime. A quel punto Alex le afferrò il mento e la baciò, le asciugò le lacrime con un altro bacio e poi la guardò.
- “Tutti?”
- “Tranne la mora, spero.” - disse Piper, ridendo tra le sue lacrime. Alex le sorrise e continuò ad asciugarle le lacrime dolcemente. Il cellulare di Piper iniziò a vibrare, spezzando quel momento. Decisa, lo spense e ritornò ad Alex. Non voleva più parlare. Non ne poteva più di rivivere quei momenti in cui tutti l'avevano fatta sentire come la persona più terribile e strana del mondo. Così, si rifugiò tra le labbra dell'unica anima con la quale riusciva a collegarsi in quel periodo. La baciò passionalmente, inaspettatamente per Alex che fu felice di ricambiare. Spezzando il bacio, Piper si avvicinò all'orecchio della mora.
- “Fammi dimenticare tutto.” - Alex sentì un brivido lungo la schiena e capì ciò che Piper le stava chiedendo. La guardò per un momento, dove la bionda le confermò la richiesta con uno sguardo pieno di desiderio. Si spostò su di lei, spense la bajour al suo fianco e cominciò a baciarla. A spogliarla. Di tutto. Delle sue paure, delle sue incertezze, dei suoi vestiti, delle sue delusioni. Cominciò ad esplorare ogni parte di quel corpo che ora era suo, tra le sue mani. Con delicatezza ma con passione, la baciò dal collo a scendere. Tra i suoi seni, sui suoi seni. Sul suo addome. Sui suoi fianchi. Alex era compiaciuta quasi quanto Piper. Cominciò a farle dimenticare tutto davvero. L'unica cosa che Piper riusciva a dire o pensare era Alex, che stava esaudendo esattamente le sue richieste. E in quei momenti non riuscì che a pensare ad altro. A nient'altro. Consapevole di essere a buon punto, Alex scomparve sotto il lenzuolo e finì per raggiungere il punto più sensibile di Piper, che gemente, sentì ogni pensiero negativo lasciare la sua mente, riempita solo da Alex, e dal piacere che questa le stava infliggendo.

Al suo risveglio, Alex trovò Piper stretta a se e sorrise. Si spostò per cercare la sveglia e scoprire che erano appena le 9 di lunedì mattina. Si slegò dalla stretta di Piper, scese dal letto alla ricerca di qualcosa da indossare e dopo rimase ad osservarla. Era perfetta in quel momento, più del solito. Un raggio di luce ne illuminava il viso, che sembrava completamente rilassato e appagato. Proprio in quel momento, vibrò il suo cellulare, con insistenza, anche se Alex aveva provato ad evitarlo. Non era la prima volta che vibrava, ma le altre volte non poteva proprio prestargli attenzione. Erano un paio di messaggi. Un numero sconosciuto ma di cui Alex capì subito l'identità. Era Julie, senza alcun dubbio.
- “Alex...” - una voce assonnata le fece alzare lo sguardo.
- “Scusa..” - disse Alex preoccupata di averla svegliata.
- “Vieni a darmi il buon giorno..” - la richiesta di Piper fu qualcosa che fece sorridere Alex.
- “Così si chiede? Che educazione hai avuto?”
- “Per favore?” - le sorrise dolcemente Piper. Ora si che poteva darle il buon giorno. In realtà andava bene anche prima, ma voleva rimanere a guardarla un altro po'. Ritornò sul letto e la baciò.
- “Grazie.” - furono le parole di Piper a fine bacio, accompagnate da un sorriso immenso.
- “Che ore sono?”
- “Le 9 e qualcosa..” - fu la risposta di Alex.
- “Ho bisogno dei miei vestiti.”- disse Piper sollevandosi, ancora assonnata e avvolta solo dal lenzuolo. Ritrovando la sua camicia, notò che i bottoni non esistevano più e con uno sguardo accusatorio guardò Alex che la osservava ridendo.
- “Come posso andare in giro con questa camicia?”
- “Vieni a lezione così, ti prego.” - le rispose sorridendo maliziosamente. Aprì un cassetto e cercò una maglia che potesse andarle; glie la lanciò e la indossò. Completamente rivestite le due scesero a fare colazione. Piper finì subito e andò a prendere le sue cose al piano di sopra. Una vibrazione la fece sobbalzare. Guardò il telefono di Alex, istintivamente. 5 chiamate perse e 3 messaggi non letti. Chi diavolo era? E perché Alex non aveva risposto? Piper, in quei giorni già piena di sfiducia e sospetto, non riusciva a evitare di pensare al peggio. Quel telefono le urlava “controllami” in tutte le lingue del mondo. Continuò a fissarlo. Stanca del conflitto interiore che la stava divorando, si avvicinò al telefono, lo prese tra le mani. Nessun codice o segno di sblocco. Guardò le chiamate perse, erano tutte da un numero sconosciuto. Guardò poi i messaggi che erano sempre da un numero sconosciuto, lo stesso delle chiamate. Aprendo il primo messaggio, Piper sentì già un vuoto nello stomaco.


2.34: “Mi manchi. Torna da me.”

Poi il secondo.

2.45: “Non riesco a smettere di pensare al nostro bacio.”

Boom, come una coltellata nella schiena. Poi il terzo.

3.02: “Ti prego chiamami, ho bisogno della tua voce.”

Piper era quasi in lacrime. Anche Alex l'aveva tradita? Rimase con il cellulare in mano per qualche momento. Poi lo posò sul comodino, raccolse le sue cose e scese di sotto.

Ritornata in cucina, trovò Alex di spalle, intenta a sciacquare le loro tazze. Rimase lontana.
- “Vado.”
- “Di già?” - rispose Alex rimanendo di spalle.
- “Si.”- fu l'unica risposta di Piper. Alex allora si girò stranita, sentendo freddezza in quelle risposte. I suoi sospetti furono confermati dell'espressione rigida di Piper.
- “Ok.” - le rispose semplicemente. Pensava che, probabilmente, la giovane avesse ripensato al suo week-end e la cosa l'avesse scossa di nuovo.
- “Ciao.” - Piper andò via senza un abbraccio, senza un bacio, senza una carezza. Alex capì che non poteva essere semplicemente il pensiero del week-end ad averla resa così. Rimase a pensare, a ricollegare i punti. Tutto andava bene finché non era risalita in camera dove era rimasta per un po di tempo...sola. Salì in camera, notò che tutto era al proprio posto. Il cellulare vibrò di nuovo. Alex spalancò gli occhi. Improvvisamente, capì. Che cosa aveva letto Piper? Neanche Alex aveva ancora avuto tempo di leggere.


9.48: “Pensavo di potermi fidare almeno di te, invece non sei diversa dagli altri.” - Piper.

Sentì un nodo in gola, andò a leggere i messaggi di Julie e poi lanciò il telefono.

“Fottuta Julie.” 

   
 
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