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Autore: Sariel    27/10/2008    7 recensioni
Ho sempre pensato che non avrei potuto relazionarmi con i miei coetanei, per paura che alcuni di loro non mi considerassero la persona che sono.
In me avrebbero visto Jess, Tracy, Bella. Ma non Kristen.
Seguito di One Night in Portland.
[Robert Pattinson/Kristen Stewart]
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kristen Stewart, Robert Pattinson
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Disclaimer:  Questa storia è frutto della mia fantasia. Non conosco i due personaggi e, ovviamente, non appartengono a me. E blablabla.
Credits: (*) Stop and Stare-One Republic

(**)With me-Sum 41
Note dell'Autore: okay, ci siamo. Ecco qua il terzoo capitolo del seguito di one night in Portland. Grazie davvero a chi ha commentato
. Non pensavo che questa e l’altra fiction potessero avere un simile successo **
Scusate ancora per il ritardo ma la scuola mi sta tenendo molto impegnata.
Ho notato che iniziare la fiction o mettere nei capitoli una scena partendo dalla registrazione di una scena(scusate la ripetizione) del film è piaciuto quindi continuerò a farlo =) Lo metterò come, diciamo, un “marchio di fabbrica” x°D
Ps le ore di storia sono molto produttive, dico sul serio. La maggior parte di questo capitolo è stata scritta in quell’ora x°D Aggiornerò presto, lo prometto. Aggresive!Kris è in arrivo *w*

Portland, again

3.
Portland, again.
- FACT, NOT FICTION -
 
×××
 
Restai ferma, lasciando scorrere l’acqua piano, rilassando ogni singola parte del mio corpo. Avevo sempre amato la sensazione che l’acqua provoca quando tocca la pelle. Sarei rimasta per ore sotto la doccia, se mi fosse stato possibile.
Girai piano la manopola della doccia, facendo diventare l’acqua tiepida. Mi sciacquai lentamente i capelli, massaggiandomi piano la testa.
Chiusi l’acqua e uscii dal piccolo vano della doccia. Mi avvolsi nel mio morbido asciugamano che avevo preparato fuori e uscii dal bagno - se così si poteva chiamare il buco adibito a bagno delle roulotte.
Mi diressi nella mini-camera da letto ma mi bloccai, non appena sentii qualcuno pronunciare il mio nome.
- Kris.
Un bisbiglio. Realizzai solo dopo che si trattava di quello ma mi procurò comunque un tuffo al cuore. Emisi un gridolino, spaventata, stringendo forte e reggendo d’istinto l’asciugamano.
Mi guardai attorno, ma ero sola.
- Kris.
Il bisbiglio era diventato più forte. Solo in quel momento compresi che la voce proveniva da fuori. Mi avvicinai alla finestra della roulotte, sempre reggendo l’asciugamano in modo che mi coprisse bene, e lo vidi.
- Rob?- chiese, stupita.
Aprii leggermente la finestra e mi trovai Robert di fronte.
- Non sei ancora pronta?- domandò, aggrottando le sopracciglia.
- Un secondo e andiamo.- replicai.
Si alzò in punta di piedi e io mi spostai leggermente all’indietro.
- Prevedo un’alternativa migliore.- replicò malizioso, alzando un sopracciglio.
- Cretino.- mormorai, chiudendo la finestra.
- Hey.- protestò, ma mi allontanai, non prima di aver tirato la tendina.
- Dammi dieci minuti e sono pronta!- gli urlai in rimando, correndo verso l’armadio.
- Sì, dieci minuti, come no.- lo sentii lamentarsi e ridacchiai.
Mi fiondai verso il comodino e presi il primo completo intimo che trovai - nero, con i bordi rossi - e me lo infilai velocemente, gettando l’asciugamano sul letto. Presi anche un paio di calze nere lunghe di nylon pesanti e le infilai.
Aprii l’armadio e presi una gonna nera e un maglioncino di cotone rosso con collo a V, il mio preferito. Tentai di infilarmi il maglione e la gonna contemporaneamente e mi accorsi di quanto quella scelta, per fare in fretta, fosse stupida solo quando il braccio mi rimase incastrato nella manica.
Sbuffai e mi sistemai. Corsi in bagno per cercare di sistemarmi i capelli, che cadevano flosci e bagnati sulle mie spalle. Li raccolsi con un elastico in uno chignon e sistemai il tutto con delle forcine.
Mi truccai velocemente con un po’ di fard e una traccia di matita. Optai per un ombretto dorato, che mi faceva esaltare gli occhi.
Infilai un paio di stivali neri, con l’esterno simile a velluto, solo dopo aver messo il lucidalabbra. Afferrai di corsa la giacca e presi il cellulare mentre uscivo.
Chiusi la porta della roulotte e scesi le scale, infilandomi il giaccone.
- …and time’s up.- mi accolse la voce di Robert, ancora immobile di fronte alla roulotte.
- Uh?- chiesi, raccogliendo una ciocca ribelle che mi era ricaduta sul viso e portandola dietro all’orecchio.
Guardò annoiato l’orologio e alzò gli occhi, posando lo sguardo su di me.
- Wow. 10 minuti.- disse, fingendosi stupito. - Sei un portento.
Alzai gli occhi al cielo e lo afferrai per un braccio, trascinandolo vero la macchina.
- Allora, dove andiamo?- mi chiese, ridendo.
Mi bloccai e mi girai per fissarlo.
- Dovresti dirmelo tu.- replicai, alzando un sopracciglio.
Fece spallucce. - Ok.
Si avvicinò alla portiera del passeggero e la aprì. Sgranai gli occhi.
- Tu mi hai chiesto di uscire e non sai dove vuoi portarmi?- domandai, tra il divertito e lo stupito.
- Bè….no.-
Roteai gli occhi e salii in macchina, seguita subito da lui. Misi in moto e accesi la macchina.
- Fammi sapere quando hai deciso.
- Ma certo.- replicò, a bassa voce, mentre allungava il braccio per cambiare stazione radio.
La musica si diffuse nell’abitacolo.
Time to make one last appeal… for the life I lead
Stop and stare
I think I’m moving but I go nowhere
Yeah I know that everyone gets scared
But I’ve become what I can’t be, oh
Stop and stare (*)
 
Mugugnai e gli mandai un’occhiata eloquente, affinchè cambiasse canzone. Cambiò stazione radio e sorrisi, riconoscendo la canzone.
Cause it's true
I am nothing without you
Through it all
I've made my mistakes
I'll stumble and fall
But I mean these words(**)
- Uh, sì. Lascia questa!- esclamai.
Cominciai a canticchiarla, senza rendermi conto che potevo sembrare ridicola. Mi voltai e notai lo sguardo perplesso di Robert. Si schiarì la voce.
- Scusa se te lo dico così, ma…bè sei molto più brava come attrice che come cantante.
Scoppiai a ridere. Tornai a concentrarmi sulla strada, mentre entravamo a Portland.
- Allora, dove andiamo?
- Cinema.
Svoltai a destra e parcheggiai di fronte al Cinema 21 Theatre. Scendemmo dalla macchina ed entrammo. Robert si avvicinò al cassiere e comprò due biglietti. Il tipo alla cassa lo guardò per qualche momento e, sebbene avesse tentato di camuffarsi con un cappellino da baseball, sembrò riconoscerlo.
Entrammo in sala - che era semi deserta - e ci sedemmo nei posti centrali dell’ultima fila.
- Kris.- sussurrò Rob, mentre sistemavo la giacca sul sedile davanti a me. Mi sporsi verso di lui e sobbalzai non appena me lo trovai di fronte, a pochi centimetri di distanza.
- Vuoi i popcorn?- domandò, tranquillo.
- Ehm…no.- risposi, con voce improvvisamente roca.
Continuai a fissarlo, spostando lo sguardo dai suoi occhi alla sua bocca e viceversa. Non appena se ne accorse e mi inchiodò con lo sguardo, sentii le guance avvamparmi.
Feci per allontanarmi, ma lui fu più veloce di me e si avvicinò di scatto.
Trattenni il respiro non appena le nostre labbra si sfiorarono. Chiusi per un secondo gli occhi, poi li aprii per perdermi nei suoi.
Potevo sentire il suo respiro caldo colpirmi sul viso e fondersi con il mio.
- Possiamo rimanere così tutta la sera, ma non penso sia produttivo.- bisbigliò, sorridendo.
Deglutii a fatica prima di provare a rispondere. Non appena aprii la bocca, le luci della sala si spensero, facendoci cadere nel buoi totale.
Mi allontanai di qualche centimetro, tentando di concentrarmi sullo schermo che si stava accendendo.
- Scusa.- fu l’unica cosa che riuscii a sussurrare.
  
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